ASTA 94 - GRANDI CANTANTI D'OPERA: LA COLLEZIONE LA GUARDIA DI FOTOGRAFIE CON AUTOGRAFO (1890 – ‘2000)
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Lotto 49 Aldo Protti (Cremona 1920 – Cremona 1995)
Inizia a farsi conoscere durante la seconda guerra mondiale partecipando alla trasmissione radiofonica "L'ora del soldato", che l'EIAR dedicava alle forze armate. È poi volontario, sotto la Repubblica Sociale Italiana, nella Guardia Nazionale Repubblicana[1]; non trova invece riscontro una sua presunta militanza nelle brigate nere, che lo avrebbe visto coinvolto in azioni di rastrellamento contro civili e partigiani nella zona della Val di Susa[2].
Terminato il conflitto, frequenta il Conservatorio di Parma e nel 1948 vince il concorso nazionale di canto indetto a Bologna dall'ENAL.
Il debutto avviene il 9 ottobre 1948 al Teatro Pergolesi di Jesi, dove interpreta come protagonista Il barbiere di Siviglia. Nell'aprile del 1950 debutta al Teatro alla Scala di Milano in Aida[3], iniziando una carriera internazionale che lo porterà nei più importanti teatri del mondo.
Oltre alla frequente presenza alla Scala per tutti gli anni cinquanta, particolarmente fortunata è la collaborazione con Herbert von Karajan alla Staatsoper di Vienna, dove è costantemente presente dal 1957 al 73 in circa 380 recite.[3]. Appare anche a Chicago e in Sudamerica (Caracas, Buenos Aires). Nel 1961 partecipa alla seconda tournée lirica di artisti italiani in Giappone, di cui rimangono le registrazioni video di Rigoletto, Aida, Andrea Chénier e Pagliacci.[3].
Importante è anche la collaborazione con la RAI, dall'edizione televisiva di Rigoletto del 1955, con la regia di Franco Enriquez, a diverse registrazioni radiofoniche: La forza del destino, Falstaff (Ford), Francesca da Rimini, L'olandese volante, La sposa di Corinto di Pietro Canonica, La morte di Danton di Gottfried von Einem, Genoveva di Schumann. Esegue anche l'oratorio La resurrezione di Cristo di Lorenzo Perosi.
Approda tardivamente nel 1985 con Rigoletto al Metropolitan di New York, con il quale fa un tour di grande successo negli States.
L'addio alle scene avviene nel 1989 con una recita di Nabucco a Roncole Verdi, davanti alla casa natale del maestro, nell'ambito del Verdianeum Festival che aveva contribuito ad organizzare. Continua a cantare e insegnare fino all'ultima apparizione in pubblico nel 1995, quando riceve il premio Caruso a Lastra a Signa.
Protti vestì i personaggi di circa cinquanta opere, con una preferenza per il repertorio verdiano; svolse inoltre una notevole attività concertistica. L'opera maggiormente eseguita fu Rigoletto, interpretata quattrocentoventicinque volte[3].
Fotografia con firma autografa del celebre baritono nell'opera la Tosca
Ottimo stato
Fotografia; 14,8x10,3 cm -
Lotto 50 Celestina Casapietra
Ritratto autografo della soprano nelle vesti di Manon Lescaut a Torre del Lago, datato agosto 1975.
Ottimo stato
Fotografia; 14,8x10,30 cm -
Lotto 51 Nicola Martinucci (Taranto 1941)
Intraprende lo studio del canto con Marcello del Monaco, proseguendo successivamente con Corti e Ostini.
Nel 1966 vince il concorso indetto dall'Associazione Lirica Concertistica Italiana, grazie al quale debutta ne Il trovatore.
Dopo una gavetta di quasi dieci anni, nel 1980 si afferma sul panorama lirico mondiale, come nuova voce di tenore eroico, in Aida all'Arena di Verona. Da quel momento sarà presente ogni anno, sino al 2006, nella programmazione areniana in opere come Aida, Turandot, Andrea Chenier, Tosca, La forza del destino, Pagliacci.
Inaugura più volte negli anni ottanta la stagione del Teatro alla Scala, dove canta Turandot, Andrea Chenier, Il tabarro, I Lombardi alla prima crociata, Tosca, Manon Lescaut, La Fanciulla del West, Adriana Lecouvrer. Rimasta negli annali la sua Turandot diretta da Georges Prêtre nel 2001.
Si esibisce inoltre al Teatro dell'Opera di Roma, Teatro Comunale di Firenze, Metropolitan, Royal Opera House di Londra, Staatsoper di Vienna, Opernhaus di Zurigo, Deutsche Oper di Berlino.
Si cimenta anche in opere moderne, come Salvatore Giuliano di Lorenzo Ferrero, composta da una sua idea, e La lupa di Tutino.
Si ritira dalle scene dopo circa quarantacinque anni di carriera cantando nel 2009 Turandot a Seoul Art Center.
Dal 2010 si dedica all'insegnamento con master class in tutto il mondo.
Fotografia con firma autografa del celebre tenore nei panni di Hegenbach nella Wally
Ottimo stato
Fotografia; 14,8x10,3 cm -
Lotto 52 Enzo Mascherini (Firenze 1910 - Livorno 1981)
Dopo aver studiato con Titta Ruffo e Riccardo Stracciari debuttò nel 1937 ne La traviata. Nel 1939 debuttò al Teatro San Carlo di Napoli e nel 1940 alla Scala.
Terminato il secondo conflitto mondiale ebbe inizio la carriera internazionale, che lo portò a cantare a Parigi, Praga, Vienna, Chicago, Rio de Janeiro, Londra, San Francisco, Città del Messico, oltre alla presenza nei principali teatri italiani.
Tra il 1946 e il 1947 interpretò alla New York City Opera La bohème, La traviata, Rigoletto, Andrea Chénier, Il barbiere di Siviglia, Pagliacci. Il 7 dicembre 1949 debuttò con La bohème al Metropolitan di New York, dove cantò nella stessa stagione anche La traviata, Rigoletto, Manon Lescaut, Faust, per un totale di 7 recite.[1]. Nel 1949 partecipò alla versione cinematografica de Il trovatore.
Nel 1951 cantò ne I vespri siciliani, con Maria Callas, al Maggio Musicale Fiorentino e nello spettacolo d'apertura della Scala. Ancora in occasione dell'inaugurazione della stagione del teatro milanese, sempre con la Callas, interpretò l'anno successivo Macbeth. Nel 1955 partecipò a Firenze a una storica ripresa di Don Sebastiano. Dopo il ritiro dalle scene si dedicò all'insegnamento.
fotografia con firma autografa del celebre baritono
Ottimo stato
Fotografia; 13x17,8 cm -
Lotto 53 Sesto Bruscantini (Civitanova Marche 1919 – Civitanova Marche 2003)
Fin dall'infanzia manifestò il proprio talento teatrale "recitando" il Minuetto di Luigi Boccherini a soli otto anni. Nel 1939 cantò nella commedia musicale La Geisha di Sidney Jones al Teatro Beniamino Gigli di Civitanova Marche (oggi Teatro Rossini).
Il giovane Bruscantini era stato “stregato” dall'opera, conquistato in particolare dal Mefistofele di Giulio Neri. Pur conseguendo la laurea in legge, deluse le speranze del padre avvocato e, incoraggiato da successi in piccoli concerti, complice uno zio melomane, proseguì gli studi musicali, debuttando nel 1946 nella città natale come Colline ne La bohème. Nello stesso anno fece una felice audizione in casa di Beniamino Gigli, che ne confermò il registro di basso.
Perfezionatosi in seguito al Conservatorio Santa Cecilia con il maestro Luigi Ricci, nel 1947 vinse il “Torneo per giovani cantanti lirici” indetto dalla neonata RAI, con la quale iniziò un periodo di intensa collaborazione. Il debutto scaligero del marzo 1949 ne Il matrimonio segreto sancì definitivamente l'avvio di una carriera quarantennale.
Iniziò l'attività internazionale al Festival di Glyndebourne nel 1951, imponendosi subito come raffinato interprete mozartiano e rivestendo successivamente i panni di un gran numero di celebri personaggi del repertorio comico sette-ottocentesco: da ricordare in particolare Dandini ne La Cenerentola, Selim ne Il Turco in Italia, Figaro, sia de Le nozze di Figaro che de Il barbiere di Siviglia, oltre a Don Pasquale e Dulcamara. Partecipò a spettacoli di portata storica: uno per tutti, la prima rappresentazione in epoca contemporanea del già citato Turco in Italia, il 22 ottobre 1950 al Teatro Argentina di Roma, direttore Gianandrea Gavazzeni, con Maria Callas e Mariano Stabile.
A partire dagli anni sessanta si distinse anche nel repertorio di marca belcantistica e drammatica: notevolissimi furono l'Alfonso di Castiglia de La Favorita, Zurga de Les pêcheurs de perles e diversi personaggi verdiani, come Rigoletto, Germont, Posa, Falstaff, Melitone.
A soli due anni dal tardivo debutto al Metropolitan, fu ospite d'onore, il 23 ottobre 1983, nella serata di gala per il centenario del massimo teatro newyorkese.
Una voce estremamente duttile e una presenza scenica straordinaria, unite a grande classe e compostezza, hanno sempre caratterizzato Bruscantini, permettendogli di percorrere in pratica l'intero arco storico della musica vocale, da Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi del 1624, alla modernità dell'Oedipus rex di Igor' Stravinskij, passando attraverso le Cantate bachiane e la musica da concerto di più varia estrazione, rendendo la sua esperienza artistica pressoché unica nella storia dell'interpretazione lirica.
Fu sposato con il soprano austriaco Sena Jurinac dal 1953 al 1956.Foto autografa del celebre basso.
Ottimo stato
Fotografia; 24x17,7 cm -
Lotto 54 Silvano Carroli (Venezia 1939 – Lucca 2020)
Orfano di padre a soli sei anni, prese a frequentare l'oratorio della Basilica di San Marco, ma esigenze familiari lo costrinsero a sospendere per diverso tempo lo studio della musica. Solo dopo essersi fidanzato con la sua futura moglie decise di intraprendere la carriera di cantante lirico. Studiò col maestro Marcello Del Monaco e si perfezionò in seguito con Mario Del Monaco. Successivamente fu ammesso alla scuola di formazione del Teatro La Fenice di Venezia, sotto la guida dei maestri Mario Labroca, Francesco Siciliani e Floris Ammannati, debuttandovi nel 1963 come Marcello ne La bohème di Giacomo Puccini, accanto a Mirella Freni e Giacomo Aragall, con la regia di Franco Zeffirelli. Già dal 1966 iniziò ad affrontare i più impegnativi ruoli del repertorio. Di Verdi interpretò Ezio nell'Attila, Jago in Otello, Renato in Un ballo in maschera, Don Carlo ne La forza del destino, Monforte ne I vespri siciliani, Giorgio Germont ne La traviata, Simon Boccanegra, Macbeth, Nabucodonosor in Nabucco, Roger in Jérusalem, Pagano ne I Lombardi alla prima crociata, Amonasro in Aida.
Di altri autori, Jack Rance ne La fanciulla del West, Michele ne Il tabarro, Scarpia nella Tosca, Alfio nella Cavalleria rusticana, Barnaba ne La Gioconda, Tonio nei Pagliacci, Gianciotto in Francesca da Rimini, Enrico nella Lucia di Lammermoor, Il Duca D'Alba, il Gran Sacerdote del Samson et Dalila.
Cantò con molti illustri colleghi, tra cui Boris Christoff, Mario Del Monaco, Magda Olivero, Carlo Bergonzi, Cesare Siepi, Raina Kabaivanska, Ghena Dimitrova, Montserrat Caballé, Maria Dragoni, Plácido Domingo, Luciano Pavarotti, José Carreras, Nicolai Ghiaurov, e sotto la guida di celebri direttori, come James Levine, Carlos Kleiber, Zubin Mehta, Peter Maag, Wolfgang Sawallisch, Franco Capuana, Francesco Molinari Pradelli, Giuseppe Sinopoli, Bruno Bartoletti, Claudio Abbado.
Nell'agosto 2007 all'Arena di Verona aggiunse con successo alle interpretazioni da baritono quella come basso nel ruolo verdiano di Zaccaria (esistono alcune registrazioni live dove canta anche nel registro di tenore).
Il 2008 lo vide protagonista in due produzioni della Fanciulla del west: a Roma e al Convent Garden (con Josè Cura e la direzione di Antonio Pappano). In questa occasione il prestigioso Times elogiò Carroli come star della serata, per il suo Jack Rance reso con voce freschissima e un carisma coinvolgente, senza alcun segno di declino rispetto a 30 anni prima[senza fonte]. Nel 2009 fu Scarpia a Tel Aviv, sotto la bacchetta di Daniel Oren; molti critici hanno paragonato la sua interpretazione a quella di Tito Gobbi ed Ettore Bastianini[senza fonte]. Nello stesso anno fu anche Amonasro a Verona
Pur continuando l'attività artistica, Carroli si dedicò anche all'insegnamento come titolare della cattedra di canto presso la scuola per tenori della Fondazione Del Monaco.
Foto autografa del celebre baritono.
Ottimo stato
Fotografia; 14,8x10,2 cm -
Lotto 55 Alfredo Sainati (Sestri Ponente 1868 - Bertinoro 1936)
Di famiglia teatrante, recitò innanzitutto in ruoli brillanti assieme a Tina Di Lorenzo e in ruoli più drammatici con Ermete Zacconi. La sua notorietà deriva soprattutto dall'avere formato con la moglie Bella Starace[1] la Compagnia del Grand-Guignol, che portò in Italia il genere teatrale omonimo.
Il debutto avvenne a Roma, presso il Teatro Metastasio, nel 1908; la compagnia continuò a fare rappresentazioni per l'Italia fino al suo scioglimento nel 1928.
La "Compagnia italiana del Grand Guignol" rappresenta nel 1914 il testo teatrale di Luigi Chiarelli dal titolo "Extra Dry", dramma in un atto, da cui è tratto lo stesso anno il film "Extra-dry: Carnevale 1910 - Carnevale 1913". Nel 1922 rappresentò Se quell'idiota ci pensasse di Silvio Benedetti, una delle opere emblematiche del teatro del "grottesco"
cartolina autografa del celebre attore.
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lotto 56 Eugenio Fernandi (Pisa 1924 – Rochester 1991)
Cresciuto a Valperga, compì gli studi di canto con Aureliano Pertile e completò la preparazione alla scuola del Teatro alla Scala, guadagnandosi l'apprezzamento di Victor de Sabata.
Proprio alla Scala fece la prima apparizione da protagonista nel 1954 ne La figlia del diavolo di Virgilio Mortari, seguita da Rigoletto al Coliseu dos Recreios di Lisbona e da presenze alla Fenice di Venezia, al Maggio Musicale Fiorentino e al San Carlo di Napoli.
Nel 1957 fece l'importante debutto alla Staatsoper di Vienna come Cavaradossi, seguito l'anno successivo da Don Carlo al Festival di Salisburgo in una celebre edizione diretta da Herbert von Karajan. L'affermazione definitiva avvenne nello stesso anno, di nuovo al Teatro alla Scala, in Madama Butterfly.
Sempre nel 1958 esordì al Metropolitan Opera di New York, ancora nel ruolo di Pinkerton. Cantò al Met in otto stagioni fino al 1971 affrontando tredici ruoli, tra i quali Cavaradossi, Edgardo, Enzo, Alfredo, Radames, Don Carlo, Arrigo.
Si trasferì poi a West Orange, dove cantò con la "New Jersey State Opera Company".
Foto autografa del celebre Tenore, nell'opera Rigoletto. Datata 19/11/1954
Ottimo stato
Fotografia; 14,2x10,1 cm -
Lotto 57 Rosetta Noli (Genova 1922 – Genova 2018)
Debutta nel 1948 come Nedda in Pagliacci, iniziando una carriera breve ma intensa, che la porta al Teatro dell'Opera di Roma come Micaela in Carmen, accanto a Giulietta Simionato e Mario Del Monaco, e come Margherita in Mefistofele, che fu il ruolo prediletto e per il quale è maggiormente ricordata. Sempre in Mefistofele, nel 1952 debutta alla Scala, dove è presente per due stagioni interpretando La bohème, Faust e L'amore di Danae. Appare nei principali teatri italiani e francesi, oltre che nei titoli già citati, in Manon, Otello, La traviata, Madama Butterfly, Turandot (Liù), La bohème di Ruggero Leoncavallo. Dopo il ritiro dalle scene svolge per lungo tempo l'attività di insegnante a Genova, Vercelli e alla scuola dell'Opera di Parigi. Era zia del tenore Ottavio Garaventa.
Foto autografa dell’artista, nell'opera Mefistofele.
Ottimo stato
Fotografia; 14,5x10,5 cm -
Lotto 58 Gianni Poggi (Piacenza 1921 – Piacenza 1989)
Studiò dapprima a Bologna con il soprano Valeria Manna ed in seguito a Milano con il baritono Emilio Ghirardini, esordendo in Nabucco al teatro Massimo di Palermo nel 1947. Nella stessa stagione si esibì anche nel ruolo di Rodolfo in sostituzione di un collega, ottenendo grande successo.
Ancora in parte per una circostanza imprevista (era attesa la presenza di Jussi Björling, che poi non si concretizzò), l'anno successivo, a soli 26 anni, debuttò con successo alla Scala in Un ballo in maschera. Fu l'inizio di un'assidua collaborazione con il teatro milanese, che vide Poggi presente in cartellone, con brevi interruzioni, fino al 1960[1] in svariati ruoli, tra cui Enzo, Fernando, Edgardo, Duca di Mantova, Rodolfo, Cavaradossi, Faust (sia dell'opera di Gounod che di Mefistofele), oltre alla partecipazione a Oberto, Conte di San Bonifacio, nella prima ripresa moderna dell'opera verdiana nel 1951.
Esordì all'Arena di Verona nel 1949 nel ruolo di Lohengrin accanto a Renata Tebaldi (edizione in italiano) e si esibì in tutti i principali teatri italiani, in Sud America (Buenos Aires, Rio, San Paolo), a Barcellona, Berlino, Monte Carlo e al Metropolitan, dove fu presente per due stagioni dal 1955. In quello stesso anno sostenne l'impervio ruolo di Don Sebastiano nella storica ripresa dell'opera donizettiana al Comunale di Firenze, di cui rimane un'importante registrazione.
Dall'inizio degli anni 60 accusò un appannamento vocale, avvertibile anche nelle ultime incisioni, che non gli impedì tuttavia di apparire regolarmente, dal 59 al 64, all'Opera di Vienna, oltreché sporadicamente ancora alla Scala nel 1964 e 65[2]. Chiuse la carriera nel 1969 con una recita di Mefistofele al Teatro Municipale di Piacenza.
Foto autografa del celebre Tenore nell'opera un ballo in maschera.
Ottimo stato
Fotografia; 17,7x11,3 cm -
Lotto 59 Anna Di Stasio (1936 - Roma 2011)
Anna Di Stasio ha iniziato a pensare al canto per imitare il fratello maggiore, il basso Edgardo di Stasio che ha poi svolto una discreta carriera teatrale anche al fianco della sorella con la quale piu' volte ha replicato in scena il ruolo che avevano nella vita: fratello e sorella, cioè Sparafucile e Maddalena. Appassionatasi al canto ha ottenuto dalla famiglia il permesso di trascurare gli studi di pianoforte e dedica carsi al canto con un insegnante di grandissimo prestigio: il baritono bolognese Riccardo Stracciari rimasto alla storia come il Caruso dei baritoni. Alla morte di Stracciari (1955) Anna Di Stasio, già in carriera, non si è mai piu' rivolta ad altro insegnante.
Il debutto lo aveva fatto come soprano, a Lecce, nel 1946, nel ruolo di Liù proseguendo con ruoli come Nedda, Mimì, Lisa nella Sonnambula ed anche Violetta in Traviata. Fu nel 1950 che il suo istinto artistico le suggerì di passare alla vocalità da mezzosoprano e come tale esordì quale Suzuki in Butterfly prima a Napoli e subito dopo a Roma. Con quel ruolo fu nei teatri di tutto il mondo interpretandolo ben 400 volte.
Convinta di dedicarsi ai ruoli di secondo mezzosoprano, Anna Di Stasio ebbe però occasione di esibirsi anche in ruoli primari quali Azucena, Adalgisa e una volta fu anche Amneris, al Cairo, quando dovette improvvisamente sostituire Fedora Barbieri che si era ammalata. Nel corso della sua lunga carriera ha collezionato ben 150 diversi personaggi portati ovunque in Italia e quindi in Giappone, Canada, Sud America, Nord e Sud Africa e in tutta Europa.
In teatro conobbe e sposò (1952) il tenore Augusto Pedroni, scomparso da molti anni, poco dopo che lei smise la carriera definitivamente nel 1986 con alcune recite di Chenier al San Carlo di Napoli, interpretando il bellisimo ruolo della vecchia Madelon.
Da allora si è dedicata con scrupolo e passione all'insegnamento.
Foto autografa della celebre Mezzo-soprano.
Ottimo stato
Fotografia; 13x9 cm -
Lotto 60 Gino Lo Russo-Toma (Bisceglie1928 – Turi 2000)
Dopo aver studiato canto a Roma, studi poi perfezionati a Milano negli anni quaranta, ha debuttato come Duca di Mantova in una rappresentazione del Rigoletto tenutasi nel capoluogo lombardo, per poi recitare in Cavalleria rusticana, insieme al soprano Maria Caniglia[1].
Particolarmente amato dalla critica, nel corso della sua carriera si è esibito in tutta l'Europa e in Asia, interpretando nove spettacoli dei quali sono state rappresentate oltre cento repliche.
Ha registrato per la casa discografica SONORITAS la prima registrazione mondiale della Messa di Gloria in fa maggiore di Pietro Mascagni.
Dopo aver anche inaugurato diversi luoghi come il Grande Teatro al Palazzo dei Congressi di L'Aia e il Teatro Congress Centrum Rai – gebouw di Amsterdam, si è ritirato dalle scene nel 1981, iniziando a insegnare canto in Puglia. La sua attività di insegnante è proseguita fino al 1999, quando è stato aggredito da due criminali con l'intenzione di rapinarlo in casa. È morto l'anno successivo a Turi.
Foto autografa del celebre Tenore
Ottimo stato
Fotografia; 15X10,5 cm