ASTA 14 - ANTIQUARIATO
-
Lotto 314 Dipinto ad olio su tela raffigurante Parca Cloto e ragazzo con candela, XVII secolo. Cm 61x80. Privo di cornice. L’opera è oralmente attribuita al pittore veneto Pietro della Vecchia (Vicenza, 1603 – Venezia 1678).
Conosciuto come Pietro Muttoni fino al 1984, a seguito di errate interpretazioni dell’abate Luigi Lanzi, raggiunse notorietà intorno alla fine del quarto decennio del Seicento, fino ad essere considerato uno dei più importanti pittori di Venezia, soprattutto di arte sacra, e grande conoscitore di disegni e dipinti antichi, a capo di una grande bottega.
La sua prima attività risente della pittura di colore dei veneti Carlo Saraceni e Alessandro Varotari il Padovanino, fino a subire gli influssi della pittura di Giorgione, Tiziano, Romanino, Palma il Vecchio, il Bassano e del genovese Bernardo Strozzi, quest’ultimo approdato a Venezia in quegli anni ’30.
Dopo il 1650 la sua arte volge verso un uso sapiente e prevalente della luce, dunque verso una maggiore drammaticità, e riprende i primi modelli caravaggeschi.
Subisce la fascinazione dell’atmosfera libertina, vagamente anticlericale e sovversiva, che caratterizza l'Accademia degli Incogniti, creata dal patrizio veneziano Giovan Francesco Loredan e frequentata da una variegata miscellanea di intellettuali di libero pensiero, non solo veneti. Questi influssi si manifestano soprattutto nell'iconografia di alcune opere della metà del secolo, che tendono a ridicolizzare, rappresentare in modo grottesco, dunque contestare, la cultura ufficiale e dominante.
La tela raffigura verosimilmente la parca Cloto, il cui nome deriva dal greco Klothes, filatrice, che tesse lo stame della vita, ovvero il filo del fato.
Nella Teogonia di Esiodo, rappresenta il destino ineluttabile, insieme alle sorelle Làchesi e Àtropo, che quel filo svolgono e infine recidono, segnando la vita e la morte di ogni uomo.
Cloto, che lavora incessantemente giorno e notte, rischiarata dalla candela del ragazzo, viene evocata anche nel Purgatorio di Dante, Canto XXI, 25-27:
“Ma perché lei che dì e notte fila,
non gli avea tratta ancora la conocchia,
che Cloto impone a ciascuno e compila…”
La tematica suggestiva, la rappresentazione grottesca e spietatamente realistica, gli effetti di luci spettrali e la soffocante mancanza di spazio nella composizione, riconducono dunque il dipinto agli anni e all’atmosfera dell’Accademia degli Incogniti, nonché del “gruppo dei Tenebrosi”, che ebbero fortuna a Venezia intorno al 1660.
L’attribuzione potrebbe trovare conferma confrontando l’opera con la sottostante, di sicura realizzazione di Pietro della Vecchia, rappresentante Le Tre Parche con teschio e conservata nelle Gallerie Estensi. ASOR Studio -
Lotto 315 Dipinto ad olio su ardesia, raffigurante Apollo che scuoia Marsia, attribuito a Piero di Cosimo (Firenze, 1461 circa – Firenze, 12 aprile 1522). Cm 29x32. In cornice cm 40x42. Spessore mm 10. Piccola incollatura nell'angolo in alto a sinistra.
Il dipinto è attribuito oralmente al pittore Piero di Lorenzo di Chimenti, conosciuto come Piero di Cosimo, allievo di Cosimo Rosselli, attivo a Firenze e Roma dove, tra il 1481 e l'82, lavorò agli affreschi della Cappella Sistina.
Poichè non esistono sue opere firmate, nè attribuzioni documentate, il catalogo del pittore si basa essenzialmente sulle testimonianze del Vasari, a cui risalgono anche notizie sul suo temperamento eccentrico e complesso.
Nella Firenze a cavallo fra i secoli XV e XVI, successivamente alla scomparsa di Lorenzo il Magnifico del 1492 e la conseguente cacciata dei Medici, la breve e drammatica Repubblica di Savonarola aveva provocato la tempesta anche nel campo dell'arte, evidenziando una crisi da tempo latente, con effetti sensibili sugli artisti affermati quanto su quelli più giovani, a cominciare dallo stesso Michelangelo, che fuggì dalla città, e da Bartolomeo della Porta, che abbandonò temporaneamente la pittura, unendosi ai frati domenicani.
Il successivo governo oligarchico modellato su quello della Repubblica veneziana e sostenuto anche dagli ambienti filomedicei, favorisce la ripresa della committenza, pubblica e privata.
Dunque gli artisti non solo non vengono più spinti a spostarsi altrove, ma sono spesso richiamati in patria, con l'offerta di importanti incarichi, per contribuire con le loro opere a rinvigorire il prestigio della città e dare lustro alla nuova Repubblica.
La risposta delle botteghe fiorentine alla nuova situazione non è tuttavia immediata: la fama come pure l'attività del Perugino non hanno più corso nella città; altri artisti di primo piano della vecchia generazione, come Botticelli e Filippino Lippi, non riescono più a esprimere novità, rimanendo legati a canoni superati.
A questo contesto viene tradizionalmente ricondotto anche Piero di Cosimo, nonostante la vitalità e originalità delle sue proposte e la progressiva apertura a nuove istanze e ai modelli nordici e leonardeschi.
Caratterizzato da una pittura di luci e colori soffusi e rarefatti, privilegiò la tecnica ad olio su dimensioni ridotte, ispirandosi e rielaborando in maniera personale soprattutto le suggestioni artistiche di Filippino Lippi, del Ghirlandaio, di Leonardo e di Fra Bartolomeo.
Dalla pittura fiamminga trae invece la raffinata tecnica esecutiva, l'uso di colori brillanti e la resa realistica dei particolari.
L’opera in questione, dipinta su ardesia, supporto utilizzato specialmente nei secoli XVI e XVII e menzionato dal Vasari (Le Vite de’ più Eccellenti Pittori, Scultori e Architettori del 1550), può essere ricondotta alla mano del pittore, dall'irrequieto temperamento, che si manifesta di volta in volta in espressioni elegiache, patetiche o grottesche che si palesano nei suoi dipinti ospitanti spesso soggetti mitologici. E' il caso di Tritoni e Nereidi, con Satiri e Ittiocentauro (1500-1505 circa), che potremmo pertanto porre a confronto con Apollo che scuoia Marsia così da avvalorare l’ipotesi di una possibile attribuzione al pittore fiorentino.
ASORStudio
-
Lotto 316 Gruppo di tre frammenti ad olio su tela raffiguranti: 1) personaggio biblico (San Paolo), XVI /XVII secolo. Cm 17,2x12. Mancanze e cadute di colore. 2) S.Giovanni, XVII secolo, Cm 16,8x11,9. Mancanze e cadute di colore. 3) Gesù, XVIII secolo, cm 17,5x11,8. Piccole cadute di colore.
-
Lotto 317 Dipinto ad olio su tela raffigurante paesaggio campestre con cascata (Cascata di Tivoli.) XVIII secolo. Cm 61x75.
-
Lotto 318 Dipinto ad olio su cartone raffigurante strada con paesaggio, Bernardo Gentili (1900- 1963). Cm 21x29, olio su cartone. Firmato in basso a destra
-
Lotto 319 Dipinto ad olio su tela raffigurante Il ritorno della duchessa D’Almeda da un viaggio a Koat-Ven, Alfred DeE Dreux (Francia, 1810-1860). Cm 88x115, pollici 34,5x45,5, olio su tela. Firmato e datato 1849
-
Lotto 320 Dipinto ad olio su tela raffigurante cavallo, XIX secolo. Cm 46x61. Firmato in basso a destra J. C. Partridge 1877.
-
Lotto 321 Dipinto ad olio su tela raffigurante contadino con buoi. Pittore italiano del XIX secolo. Cm 115x200. In cornice 135x220.
-
Lotto 322 Dipinto ad olio su tela raffigurante gentiluomini in visita all'atelier di un pittore, XIX Secolo. Cm 29x17,5
-
Lotto 323 Acquaforte e acquatinta Siciliae Regnum, 1652 , Apud Guilielmum Blaeu (Alkmar 1571 – Amsterdam 1638). Matematico, astronomo e soprattutto grande cartografo, iniziò la sua attività come costruttore di globi, ma già nel 1604 iniziò la produzione di carte. Nel 1631 pubblica la famosa “Appendix” , opera con una nuova visione della cartografia. E’ un atlante che si allarga a tutto il mondo in modo organico e che continuato dopo la morte dai due figli di Guglielmo, Giovanni e Cornelio, arriva a ben dodici volumi. E’ la cosiddetta “Geographia Blaviana” modello per tutto un periodo per l’esattezza delle carte, il colore e anche la presentazione artigianale raffinata delle legature in pergamena. Morto nel 1638 la calcografia continuò fino al 1672 anno in cui lo stabilimento bruciò quasi completamente."
-
Lotto 324 "Carte D’Italie" 1755, Thomas Kitchin (Regno Unito 1718-1784). Cm 50x58, incisione in rame acquerellata. Tratto da ""The Large English Atlas"", 1755. In cornice di legno colore noce cm 66x71,5. Ottime condizioni."
-
Lotto 325 Die Sicilianische landschaft Val De Mone, 1788 circa, Reilly Franz Johann Joseph von. Cm 25x30, incisione in rame. Con cornice in radica filettata in oro cm 32x45. Ottime condizioni.
-
Lotto 326 Mappemonde 1755, Paris, incisore Robert de Vaugond (1688-1766). Cm 17 x 30 incisione in rame. Con cornice in radica cm 37 x 50. Buone condizioni.
-
Lotto 327 Carta della Sicilia, 1893. Dal libro “La Patria” a Gustavo Strafforello. Cm 26x35, Incisione litografica a colori. Con cornice di legno color noce cm 42x52. Ottime condizioni.
-
Lotto 328 "Insulae sive regni Siciliae, 1712., Weigel Christoph (1654-1725), da ""Atlas scholasticus"". Cm 44x35,6, Incisione in rame-acquaforte colorata. Con cornice di radica cm 60x68. Ottime condizioni."
-
Lotto 329 Insularum Orientali -Melita-Melita Insula, Leida, Sicilia-Malta, 1715, Vav Der AA Peter (Leida 1659-1733), tratto da Graevius Joannes Georgius “Tresaurus antiquitatum et istoriarum Italiae”. Cm 28,5x36, incisione in rame, bella carta divisa in tre sezioni – Malta- e MLjet l’isola Dalmata. In cornice Radica e oro Cm 47x55. Ottimo stato di conservazione.
-
Lotto 330 "Neapolis Regnum quo continentur Aprutium Ulterius et citer Avgsburg, 1730, Sporse Matthaus Seutter il Vecchio (1678-1756), tratta da ""Atlas Minor"". Cm 21x27,2, incisione in rame all’acquaforte con bel cartiglio e descrizione accurata nonostante le dimensioni-coloritura coeva. Con cornice in radica cm 48x38. Ottime condizioni."
-
Lotto 331 Nova totius italiae cum adjacentibus Insulis, Matthaus Seutter "il Vecchio" (1678-1756). Tratta da "Atlas Minor e Praecipua orbis terrarum" di Lotter Tobias (1744), cm 20x25,5, incisione in rame ad acquaforte, stampata a Avgsburg-Col. Originali. Cornice in radica – Riduzione della carta D’italia che nonostante le dimensioni è molto particolareggiata. Arrichita da un grande cartiglio con il titolo. Ottime condizioni.
-
Lotto 332 Italia, 1860 autore James S. Virtue, London. Cm 34x26. Con cornice di legno cm 51x43. Ottime condizioni.
-
Lotto 333 Italy, 1800 c.c Carta d’Italia. Cm 20x24, incisione in rame. Con cornice in radica cm 37 x 41. Ottime condizioni.
-
Lotto 334 Carta generale della Sicilia, 1830, Milano, Epimaco e Pasquale Artaria, tratto da “Nuovissima guida dei Viaggiatori". Cm 25,5x36, incisione in rame. Con cornice in radica filettata in oro cm 41x51. Ottime condizioni.
-
Lotto 335 "Pianta della provincia di Messina, 1844, divisione amministrativa del regno delle due Sicilie tratta da ""Atlante cartografico del regno delle due Sicilie"", Napoli. Intere ristampe 1840-1856. 46 x 40, incisione in rame. Cm 64 x 59, con cornice coeva color noce. Bella opera grafica e calligrafica. Ottime condizioni."
-
Lotto 336 Pianta del cordone esteriore e interiore del messinese, Messina. Antonio Bova (1688-1773). Cm 24,4 x 26,8, incisione in rame. In cornice di radica cm 41,5x43,5. Ottime condizioni.
-
Lotto 337 Sicilia, Mare Africano, Conspectum Locorum Belli Africani. 20 x 24, incisione in rame. In cornice in radica cm 38 x 42. Ottime condizioni.