Asta N. 67 - Dipinti Antichi e del XIX secolo
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Lotto 49 Tre albarelli grandi e due piccoli in maiolica, Nove o Bassano, fine XVIII secolo, con scritte farmaceutiche a caratteri gotici in manganese, centrate da bande vegetali stilizzate in monocromo blu, altezze cm 13 e cm 17; restauri agli albarelli piccoli.
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Lotto 50 Serie di vasi apotecari in porcellana con coperchio, otto grandi e dodici piccoli, Ginori, inizio XX secolo, centrati da un cartiglio mistilineo con scritte a caratteri capitali in nero e profilati in rosso e oro. Altezze cm 20 e cm 12,5; mancanze e restauri. Uniti ad un gruppo di otto flaconi con tappo in vetro blu.
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Lotto 51 Albarello in maiolica della Farmacia S. Paolo a Bologna, manifattura di Colle Ameno, 1766-1767; la decorazione è interamente realizzata in blu di cobalto con motivo a foglie d’acanto alternate a tralci fioriti, direttamente ispirato ai prototipi olandesi di Delft. Altezza cm 20,5; lievi cadute di smalto. La maiolica costituisce un raro esempio del documentato corredo apotecario realizzato per la Farmacia di San Paolo (Antica Spezieria all’insegna della Pigna) a Bologna, di cui sono noti anche alcuni albarelli di dimensioni più ridotte, bottiglie e orcioli. Tutti i pezzi sono perfettamente coerenti per forma a quelli dei corredi apotecari siglati EBM (Eredi Beretti Marzi) e dell’antica Spezieria di Pietro Galli (oggi Farmacia Toschi) a Bologna, realizzati qualche anno più tardi nella manifattura Finck e decorati a terzo fuoco con ornati “alla rosa”. Alcuni esemplari analoghi sono stati esposti nella recente mostra Le più belle maioliche – Capolavori di Colle Ameno, Rolandi e Finck nella Bologna del Settecento, realizzata presso il Museo Medievale della città e da poco conclusasi, e sono pubblicati nell’ultima pagina del catalogo. Bibliografia: L. Foschini (a cura di), Le più belle maioliche – Capolavori di Colle Ameno, Rolandi e Finck nella Bologna del Settecento, catalogo della mostra tenutasi presso il Museo Civico Medievale di Bologna dal 26-11-2011 al 4-3-2012.
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Lotto 52 Coppia di grandi albarelli in maiolica, Emilia, XVIII secolo, dipinti in toni di blu con motivi a graticcio arcuati e corolle fiorite, ampio cartiglio centrale anepigrafo, altezza cm 28. Uniti ad un piatto ovale in maiolica Pavia, XVIII secolo, con bordo mistilineo, decorato a tralci vegetali in bicromia verde-manganese, cm 37x20; lievi sbeccature. Uniti ad una coppia di tazzine a litron con piattini in porcellana di Limoges, fine del XIX secolo, decorate in policromia e dorature, altezza cm 6 e diametro cm 11,5
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Lotto 53 Due albarelli in maiolica, Napoli, fine del XVIII/inizi del XIX secolo, con scene figurate policrome, altezza cm 21,5; restauri. Uniti ad un albarello Laterza, XVIII secolo, con soggetto zoomorfo in contesto naturalistico, dipinto in cobalto e tocchi di manganese, altezza cm 13; restauri. Uniti a una coppia di grandi vasi apotecari in maiolica policroma imitazione di Castelli, XX secolo, ornati con ritratto entro cartiglio ed elementi floreali di contorno. Firmati sul retro FVINA 1790 FO.., altezza cm 32. Questi ultimi esemplari sono pubblicati ed oggetto di un saggio di G. Donatone, che conferma la loro realizzazione ad opera di Gesualdo Fuina su influenza del maestro Saverio Grue, presso il quale è accertato che egli svolse pratica di lavorante per apprendere la tecnica del terzo fuoco (cfr. G. Donatone, Una nota su Gesualdo Fuina in “Centro Studi per la storia della ceramica medievale – Quaderno 1988, p. 75–79).
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Lotto 54 Orciolo in maiolica Urbania o Pesaro, XVIII secolo, decorato in policromia con scene paesistiche entro comparti e cartiglio anepigrafo, altezza cm 20; lievi cadute di smalto. Unito ad una coppia di pillolieri con coperchio in maiolica policroma, Urbania, XVIII secolo, altezza cm 14; restauri a un coperchio.
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Lotto 55 Orciolo in maiolica Liguria, XVIII secolo, dipinto in monocromo di cobalto con motivi “calligrafico-naturalistici” e cartiglio centrale con la dicitura Syr^de^donior, altezza cm 22; minime cadute di smalto. Unito ad due piccoli albarelli Liguria, XVIII secolo, ornati in blu cobalto con fasce a girali vegetali e scritte in antimonio: Conser. Rosarit ed Extr. Bardanae, altezza cm 11,5; lievi mancanze.
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Lotto 56 Alzata in maiolica con ornati alla Bérain Pavia, manifattura Rampini, 1730 circa. Marca: ancora a tre marre dipinta in blu al verso. Diametro: cm 22,5; altezza cm 4; lievi cadute di smalto sul bordo Alzata circolare su basso piede ad anello, decorata in monocromo di cobalto con una raffinata bordura a merletto “rayonnant” e composizione centrale alla Bérain. Il particolare interesse per questo raro esemplare marcato risiede nella sua perfetta concordanza con un’altra alzata, pure marcata con il simbolo del rampino (ancora a tre marre) che identifica la manifattura Rampini a Pavia. Entrambi i pezzi sono pubblicati nel volume sulle fornaci lombarde di E.Pellizzoni - M.Forni - S.Nepoti (1997). E’ documentato che nel 1731 Giovan Battista Rossetti abbia operato nella fabbrica Rampini con un contratto di lavoro per 6 anni. Gli accordi furono disattesi e a distanza di un solo anno questi si trasferì a Lodi dal fratello Giorgio Giacinto. E’ stata conseguentemente avanzata l’ipotesi che le maioliche di questa tipologia ornamentale siano una testimonianza materiale del suo breve periodo di attività a Pavia. L’origine pavese di questa singolare interpretazione dei modelli alla Bérain, caratterizzati da composizioni con architettoniche finestre su piani sospesi, arricchiti da decorazioni capricciose e fantastiche che si raccordano e incorniciano il motivo centrale in un perfetto equilibrio formale, è confermata dal rinvenimento di frammenti similmente decorati nel recupero del collettore, sul Lungoticino, nei pressi dell’antica fornace Imbres (1976). Bibliografia: E. Pellizzoni-M. Forni-S. Nepoti, La Maiolica di Pavia tra Seicento e Settecento, 1997, n. 167-168, p. 180.
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Lotto 57 Gruppo composto da tredici piatti e una ciotola in maiolica policroma a gran fuoco, Pavia e Lodi, prima metà XVIII secolo, con soggetti zoomorfi o architetture in contesto vegetale naturalistico, accomunati da un rivestimento stannifero del biscotto leggermente azzurrato. Alcuni presentano una decorazione con ciuffi vegetali stilizzati sul verso. Misure diverse; lievi danni.
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Lotto 58 Coppia di ovali in maiolica, Milano, manifattura Pasquale Rubati, 1770 circa, modellati a canestro e decorati in policromia a piccolo fuoco con mazzi di fiori gettati di gusto naturalistico, cm 27,5x22
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Lotto 59 Coppia di piatti in maiolica Lodi o Pavia, XVIII secolo, con orlo mistilineo dipinti in policromia a gran fuoco: l’uno con motivi ad architetture e l’altro con soggetto zoomorfo, diametro cm 24.5. Uniti ad un piatto con orlo liscio ed ornato di gusto Imari. Imitazione di Milano, XX secolo, diametro cm 24,5
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Lotto 60 Serie di ventiquattro vasi apotecari in terraglia, Francia, inizio XIX secolo, con coperchi in metallo, decorati in monocromo di manganese con un cartiglio centrale a scudo e contenuto farmaceutico. Altezza cm 20; difetti.
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Lotto 61 Caffettiera con coperchio in maiolica decorata a terzo fuoco con motivi floreali naturalistici. Probabilmente Bologna, manifattura Finck, 1764-1797. Altezza cm 22; lievi mancanze al coperchio. L’accurata stesura pittorica e la tipologia naturalistica dell’ornato floreale sono facilmente riconducibili alla manifattura bolognese Finck, mentre rara è la forma, riscontrabile in un solo esemplare noto appartenente alle Civiche Raccolte d’Arti Applicate del Castello Sforzesco a Milano (AA.VV. 2001). La formulazione minuta dei mazzetti floreali, qui associati a semis ed insetti sparsi presenti in altre varianti della vasta gamma produttiva bolognese, trova forti affinità con due raffinati vasetti del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (Inv. n. 24227-24228), recentemente esposti al Museo Civico Medievale di Bologna e pubblicati nel catalogo relativo. Bibliografia: AA.VV, Museo d’Arti Applicate – Le ceramiche II, 2001, n. 537, p. 563-564. L. Foschini (a cura di), Le più belle maioliche – Capolavori di Colle Ameno, Rolandi e Finck nella Bologna del Settecento, catalogo della mostra tenutasi presso il Museo Civico Medievale di Bologna dal 26-11-2011 al 4-3-2012.
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Lotto 62 Rinfrescatoio per bottiglia in maiolica con emblema araldico, Bologna, manifattura Giuseppe Finck, 1767-1789. Marca: F. dipinta in azzurro sotto la base. Altezza cm 14,5; lieve sbeccatura alla base ed una félure consolidata in restauro. Sciò da bottiglia o botiglia è il termine designato ad indicare questi manufatti negli inventari di fabbrica e la sua morfologia è quella tradizionalmente nota del repertorio bolognese. L’ornato policromo è realizzato a terzo fuoco con aggiunta di dorature e propone da un lato un elaborato emblema araldico e dall’altro una composizione floreale di gusto naturalistico con la caratteristica rosa porpora come protagonista del mazzo. Se il mazzetto floreale evidenzia tutte le connotazioni botaniche tipiche di questa produzione, il motivo araldico è fonte di sicuro interesse per la sporadica presenza che a tutt’oggi si registra di corredi stemmati realizzati dalla manifattura. Le collezioni del Museo Internazionale delle Ceramiche a Faenza offrono l’eccezionale testimonianza di un coperchio di salsiera (Inv. n. 2142), purtroppo orfano del corpo di appartenenza, caricato dell’arme araldica presente sul nostro rinfrescatoio, a cui possiamo aggiungere solo la recente comparsa di una coppia di piatti da coltello con identico emblema, pubblicati nel catalogo della mostra Le più belle maioliche – Capolavori di Colle Ameno, Rolandi e Finck nella Bologna del Settecento, realizzata presso il Museo Medievale della città e da poco conclusasi (26–11–2011/4–3–2012). Benché non si sia ancora riusciti a sciogliere il nome della proprietà che si cela dietro questo emblema nobiliare, la sua formulazione ci permette di asserire con certezza che il servito fosse destinato ad un alto prelato e precisamente un abate mitrato dell’ordine dei Domenicani.
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Lotto 63 Zuppiera con coperchio in maiolica a penne d’oro. Bologna, manifattura Giuseppe Finck, 1767–1789. Cm 35x26; altezza cm 22.5; rotture alla base del corpo ricomposte in restauro, a vista. La decorazione è eseguita in policromia a terzo fuoco con uno dei più raffinati motivi ornamentali della gamma produttiva di maiolica bolognese nella manifattura Finck: la composizione prevede due penne incrociate e divergenti, unite a rametti fogliati ed un lungo stelo fiorito a linee spezzate che svetta dal mazzo, trattenuti da un nastro annodato alla base. La cromia contrappone l’impiego contrastato di rosso ferro acceso e porpora, uniti ad un bel verde brillante per le foglie; il tutto impreziosito da dorature di ottima qualità. Un filetto bruno delimita gli orli di corpo e coperchio, evidenziati da bordure a merletto in giallo brillante e profilate di rosso. I fondamentali studi di Bertocchi e Liverani (1982), che per primi hanno dato luce ai manufatti bolognesi per decenni scambiati come faentini, pubblicano parzialmente l’unico inventario di fabbrica rinvenuto e risalente al 1796, al tempo della gestione del fratello Leopoldo, in cui è facile riconoscere questo decoro nel motivo indicato a penne d’oro. L’intensa attività della manifattura bolognese non è tuttavia supportata da documentazioni archivistiche esaustive per una disamina completa dell’intero ciclo produttivo e della metodologia applicata alle marcature. Seppure il nostro esemplare sia sprovvisto di marca, alcuni pezzi della stessa gamma ornamentale sono siglati F. in azzurro, tra cui uno appartiene alle Civiche Raccolte d’Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano ed è pubblicato in catalogo (AA.VV. 2001). Gli esemplari di questa tipologia sono piuttosto rari e per quanto riguarda la maiolica in esame si tratta di una delle due sole zuppiere ad oggi note e precisamente quella pubblicata da Saul Levy nel 1964, un tempo in collezione Tullio Silva a Milano. L’altra, anch’essa sprovvista di marca, è riprodotta nella monografia sulle ceramiche bolognesi di Bertocchi e Liverani (1982). Bibliografia: AA.VV., Museo d’Arti Applicate – Ceramiche II, Milano 2001, Tav. 553, pp. 559-560. S. Levy, Maioliche Settecentesche piemontesi, liguri, romagnole, marchigiane, toscane e abruzzesi, 1964,Tav. 200. G. Bertocchi, F. Liverani, Ceramiche bolognesi del Settecento, 1982, Tav. 66.
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Lotto 64 Giovane pastore dai capelli ricci e dall’espressione sorridente a bocca schiusa, il capo volto a destra e verso l’alto, indossante il tradizionale gilet imitante la pelle di agnello su pantaloni e giacca in tela rustica beige, i piedi nudi calzati con cioce. Nel vecchio inventario attribuito a Michele Trillocco Altezza cm 22; fine secolo XVIII Accessori: ciaramella
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Lotto 65 Giovane mirante a desta, semicalvo, bocca schiusa mostrante i denti superiori al numero di quattro, di Matteo Bottiglieri (prov. Collezione Scuotto). Vestito in abiti da festa di colore blu gallonato di giallo, panciotto avorio e fusciacca in vita gialla rigata. Altezza cm 37; metá secolo XVIII Accessori: bastone con puntale e pomo in avorio
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Lotto 66 Capo-palafreniere barbuto, di Giuseppe Gori e “Paggetto di Baldassarre” di Lorenzo Mosca o di Genzano (prov. di entrambi collezione Rivelli), il palafreniere con bella vestitura costituita da un lungo copriabito in seta a fasce giallo chiaro e giallo scuro su pantaloni di seta verde oliva e giacca in damasco avorio e giallo; il paggetto con copriabito rosso, pantaloni verdi e corpetto giallo. Altezza cm 38 e cm 27; fine secolo XVIII Accessori: pipa, scimitarra, pugnale e due cappelli
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Lotto 67 Zampognaro mirante a destra gli occhi rivolti in alto secondo il prototipo del pastore della meraviglia che guarda la stella cometa trasformato successivamente in zampognaro, vestito con giacca color ruggine e gilet imitante la pelle di agnello il volto barbuto fortemente espressivo, attribuibile a Giuseppe Gori. Altezza cm 37; fine secolo XVIII Accessori: bisaccia in pelle e zampogna
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Lotto 68 Pastore (guardiano delle capre) mirante a destra, di Nicola Somma (prov. collezione Catello), rustico trasformato successivamente in zampognaro, indossante un gilet imitante la pelle di agnello sopra una giacca blu. Altezza cm 36, fine secolo XVIII Accessori: bisaccia in pelle, zampogna
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Lotto 69 Zampognaro con pipa, di Lorenzo Mosca, (prov. collezione Agresti), pastore abruzzese di mezza età, calzato con ciocie, con al collo doppia bisaccia dalle quali fuoriescono le teste di un agnello e di un capretto. Altezza cm 33; fine secolo XVIII Accessori: Zampogna, doppia bisaccia
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Lotto 70 Rustico addormentato testa inclinata a destra, di Nicola Somma, (prov. collezione Vincenzo Catello), raffigura il personaggio della “Cantata dei pastori” denominato Benino, vestito secondo la tradizioni dei pastori abruzzesi con gilet imitante la pelle d’agnello. Altezza cm 36; fine secolo XVIII Accessori: giaciglio di paglia su base in legno, bastone nodoso in legno
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Lotto 71 Georgiana di Giuseppe Gori, (provenienza collezione Scuotto), con mantello turchino su pantaloni in seta gialla dalla bella acconciatura trattenuta da un nastro celeste Altezza cm 37; fine secolo XVIII Accessori: collana e orecchini in metallo dorato; cestino in metallo con frutta
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Lotto 72 Coppia di Georgiani, attribuita a Giuseppe Gori (prov. Collezione Rivelli) in terracotta con occhi in vetro. La donna mirante a destra e riccamente vestita con un mantello in seta operata celeste su dei pantaloni rosa porta orecchini di corallo e una collana a tre fili di perle; il giovane uomo con barba e baffi che indossa un mantello di seta rosso chiaro su pantaloni gialli, trattiene per una catena un cane levriero in terracotta, collare in argento, di Carlo Amatucci (provenienza non leggibile). la donna altezza cm 37; l’uomo altezza cm 37,5; il cane altezza cm 13,5; fine secolo XVIII Accessori: scimitarra e cestino in metallo con frutta
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Lotto 73 “Natività”, bella composizione di figure presepiali napoletane, fine secolo XVIII comprendente: a. La S.S. Vergine, mirante in basso verso la sua destra, capelli biondi aggruppati a nudo sull’occipide, dolce modestia verginale, capolavoro di Giuseppe Gori (prov. Antonio Perrone), vestita secondo tradizione con abito rosa, manto celeste e un merletto antico in grembo a mo’ di grembiule coprente la base della stalla. Altezza cm 38 b. San Giuseppe, capolavoro di Giuseppe Sammartino (prov. Antichità Affaitati), con bella tonaca color ruggine e manto giallo. Altezza cm 38 c. S. Bambino Gesù benedicente con il braccio destro, di Giuseppe Sammartino (prov. Alvarez de Toledo), sdraiato su di una culla rustica in legno scurito coperta da un piccolo centro antico bordato di merletto. Altezza cm 12 d. Angelo in azzurro rivolto a destra con incensiere, di Giuseppe Gori (prov. collezione Scuotto). Altezza cm 27 e. Il bue e l’asino, teste in legno, di Nicola Vassallo (prov. Contessa Statella), montate in modo da fuoriuscire dalla mangiatoia. f. Coppia di testine (di angioletti), di Giuseppe Gori (prov. collezione Scuotto), una con il capo reclinato all’indietro, l’altra mirante a destra. g. Angioletto con festone, di Salvatore Franco (antica collezione di Alessio Papale) h. Gruppo di tre puttini con “Gloria”, di Giuseppe Gori (prov. collezione Scuotto) Accessori: le tre aureole della Vergine, di San Giuseppe e del Bambino in argento, il pastorale di San Giuseppe in legno e argento (?) e l’incensiere in argento
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Lotto 74 Angelo in bianco con sciarpa gialla rivolto a destra, con incensiere, di Trilloque – Michele Trillocco –(prov. collezione Scuotto), il capo reclinato all’indietro, di splendida fattura. Altezza cm 38; fine secolo XVIII
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Lotto 75 Angelo in bianco rivolto a sinistra di Nicola Ingaldi (prov. Antichità Affaitati), dalla bella chioma mossa dal vento. Altezza cm 38; fine secolo XVIII
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Lotto 76 Contadino in abiti da festa definito nel vecchio inventario “Uomo delle galline, testa volta a sinistra inclinata sul collo, capelli grigi, porro di fianco alla bocca sulla guancia sinistra, di Giuseppe Sammartino (prov. collezione Scuotto). Abito in seta azzurra, panciotto a disegni gialli su rosso in fasce verticali e grande strofinaccio rigato, le calze ricadenti modellate. Altezza cm 33; fine secolo XVIII Accessori: gallina svolazzante e testa di un’altra gallina fuoriscente dalla bisaccia, di Tommaso Schettino, cappello e bastone con pomo e puntale in avorio
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Lotto 77 Zingara stanca con straccio modellato sulla testa, di Giuseppe Gori, (prov. Oderisio Menna), la bella figura di mendicante a piedi nudi, dall’espressione triste finalizzata a commuovere i passanti, con bella vestitura dalla gonna a fasce verde e avorio, camicia e grembiule stracciati e rammendati e una lunga fascia sulla spalla destra a righe verdi su fondo bianco. Altezza cm 29; fine secolo XVIII Accessori: spiedino per arrosto
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Lotto 78 Zingara con sciarpa modellata intorno al viso, di Giuseppe Sammartino, (prov. presepe di Alessio Papale), bellissima figura a piedi nudi vestita in seta a quadri azzurri e bianchi e avvolta in un panno di tela bianca. Altezza cm 27; fine secolo XVIII Accessori: paletta in ferro
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Lotto 79 Giocatore mirante a sinistra, bocca aperta mostrante i denti superiori al numero di quattro, fedine a capo calvo, porro sulla gota sinistra in basso, di Salvatore di Franco (prov. collezione Agresti); indossa pantaloni verde chiaro, giacca in seta operata rossa su corpetto avorio. Altezza cm 36; fine secolo XVIII Accessori: carta da gioco e berretto bianco da pescatore
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Lotto 80 Ragazzetto testa volta destra, bocca aperta mostrante quattro incisivi superiori, colorito adusto (abbrustolito), capelli biondo fulvi, di Camillo Celebrano (prov. dono del cavaliere Catello 30 –VI -1946); a piedi nudi, indossante pantaloni verdi, camicia di tessuto rustico bianco e una fusciacca in vita a piccole fasce verdi e ocra. Altezza cm 24; fine secolo XVIII Accessori: vari attrezzi in ferro per il fuoco
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Lotto 81 Contadino in abiti da festa, di mezza età con giacca in seta operata verde, pantaloni e corpetto rosso, fusciacca in vita di seta avorio a fasce verdi, nel vecchio catalogo così descritto: “Uomo che conduce il cavallo sul quale è la giovane contadina, mirante a sinistra, sorridente, di Giuseppe Gori, (prov. collezione Scuotto)” Altezza cm 36; fine secolo XVIII Accessori: cappello
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Lotto 82 Scrofa in piedi mirante a destra con setole vere sul dorso, bianca e nera, terracotta pelo rilevato, di Nicola Vassallo (prov. collezione di Donato), cm 15x28 e un Porcellino in terracotta, pelo rilevato bianco e nero, di Nicola Vassallo, (stessa provenienza) cm 6x10
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Lotto 83 Capra bianco (?) marrone seduta, testa a destra, bocca chiusa, di Parente (?),( prov. collezione Scuotto). cm 8x18; secolo XVIII – XIX
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Lotto 84 Capra bianco e marrone, testa a sinistra, arti anteriori ciascuno a ciascun lato sporgenti dal pellame, arti posteriori raggruppati a destra, movimento singolare di Francesco Gallo (prov. collezione Scuotto). cm 7x10; fine secolo XVIII
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Lotto 85 Cane da pastore accosciato testa a destra posata sulle due zampe anteriori, marrone oscuro, collare modellato, di Francesco Gallo (prov. non specificata) cm 6x20; fine secolo XVIII
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Lotto 86 Cane mastino, bocca aperta, lingua protesa, testa a sinistra, collare con doppio ordine di punte in ferro bordato in pelo, di Francesco Gallo (prov. Principe di Bugnano) cm 18x25; fine secolo XVIII (coda riattaccata) Accessori: catena in metallo
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Lotto 87 Gruppo di animali, modellati in terracotta raffigurante una pecora, un agnellino e una capretta accosciati in atteggiamento di riposo su di una base di forma irregolare, attribuibile a Francesco Gallo, (prov. Collezione Scuotto)
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Lotto 88 Montone, presentatesi sul suo lato sinistro (dono di Fortunato Perrone il 9 marzo 1949). Altezza cm 17; fine secolo XVIII
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Lotto 89 Cane da pastore seduto, zampe anteriori incrociate, testa voltata in alto a sinistra, bocca aperta, lingua protesa, bianco (?) e marrone chiaro, di Francesco Gallo (prov. collezione Garcia Alvarez) cm 11x20; fine secolo XVIII
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Lotto 90 Vacca dormiente così catalogata da Antonio Perrone: Vacca di corpo bella misura, dormiente, manto bianco con rara positura. Capolavoro di Francesco Gallo. Giacitura di abbandono del sonno, testa a sinistra, arti posteriori abbondonati sulla destra. La coda passa tra i due arti e poggia il fiocco terminale sul posteriore destro. (dono di Francesco Perrone 2 marzo 1949). Completa di una propria base sagomata. cm 13x30; fine secolo XVIII
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Lotto 91 Famiglia di contadini in abiti da festa comprendente un giovane uomo con la moglie, un ragazzino e un neonato in fasce così descritti nel vecchio catalogo: a.“Contadino agiato, testa volta a destra, bocca schiusa a compiacente sorriso mostrante quattro incisivi superiori, chioma castana a larghe ciocche ricciute, semi calvo nella parte frontale, colorito acceso, porro sul basso della guancia destra, simpaticissimo, di Lorenzo Mosca (prov. collezione Vincenzo Catello); b. Contadina benestante mirante a destra orecchini e ciondolo di perle alla collana, capelli biondo oscuro con nastro rosso modellata, bocca chiusa, di Giuseppe Gori (prov. collezione di Donato) c. Piccolo benestante mirante alla sua sinistra ciuffetti biondi accanto alle orecchie, boccuccia schiusa mostrante due incisivi superiori e la lingua, di Giuseppe Gori (prov. dono di Eugenio Catello per le mie nozze d’oro 25 –V -1949); d. Bambino in fasce nelle braccia della madre cui somiglia di Giuseppe Gori (prov. presepe di Alessio Papale) L’uomo vestito in verde con berretto a calza bianca, la donna con bella vestitura dalla gonna azzurra gallonata e il corpetto con le maniche annodate sulle spalle e grembiule a fiori. L’uomo altezza cm 36; la donna altezza cm 37; il ragazzo altezza cm 18; fine secolo XVIII Accessori: cappello, orecchini e collana
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Lotto 92 Cavallo nobile storno (manto) pomellato, al trotto, in legno, bardatura con morso staffa e fibbie in argento finissimamente cesellati, di Nicola Vassallo, (prov. contessina Statella); la sella appoggiata su copertina azzurra con gallone e frangia gialla. Altezza cm 46; fine secolo XVIII
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Lotto 93 Vecchia contadina mirante a destra naso “ngriccato”, sorridente, capelli grigi raggruppati sulla nuca, di Giuseppe Sammartino, (prov. collezione Giusso) seduta su Cavallo Rustico baio scuro al passo, in legno, di Nicola Vassallo (prov. collezione Catello). La contadina con bella vestitura da festa indossa una gonna in seta azzurro carico, un corpetto in seta operata e un grembiule in seta damascata gallonato. Il cavallo è bardato in cuoio ed è sellato con basto alla contadina. La donna altezza cm 35; il cavallo altezza cm 31; fine secolo XVIII Accessori: orecchini e collana a catena in oro (?) a due giri
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Lotto 94 I tre Re Magi, fine secolo XVIII, solo elencati nel vecchio inventario per l’attribuzione e la provenienza: a. Gaspare, il re giovane, di Giuseppe Gori, (prov. Antichità Affaitati) con bel lungo copriabito d’epoca interamente ricamato, su pantaloni di seta verde, corpetto anch’esso ricamato e un mantello rosso (di epoca posteriore) con ricco ricamo lungo i bordi. Altezza cm 39 b. Baldassarre, il re moro, di Giuseppe Gori, (prov. collezione Eugenio Catello) indossante pantaloni di seta grigio-verde, copriabito rosso con ricamo ai bordi e mantello giallo della medesima fattura di quello di Gaspare. Altezza cm 38,5 c. Melchiorre, il re anziano, di Giuseppe Gori (prov. Eugenio Catello), vestito con un bel copriabito avorio ricamato su di un corpetto anch’esso ricamato e pantaloni di seta verdastra, il mantello rosso della medesima fattura dei precedenti. Altezza cm 39 Dopo la Natività i Re Magi (o Maghi) sono i personaggi più importanti nella coreografia del presepe napoletano. Figure mitiche sulla cui identità si discute da tempo cercando riferimenti nei Vangeli. Matteo non dà loro un nome, secondo alcuni sono due, tre o anche dodici. La tradizione li ha configurati in tre e noi così li abbiamo assunti. Gaspare sarebbe partito da Alessandria, Melchiorre che rappresenta l’uomo saggio sarebbe partito con una figlia di nome Melissa e incontratosi con gli altri due uomini saggi insieme avrebbero seguito la Stella Cometa. Baldassarre, con il tempo si sarebbe trasformato in moro anche per rappresentare tre etnie diverse: Gaspare è rosso di capelli come i celtici, Melchiorre è ariano e Baldassarre rappresenta la razza africana. Per altri studiosi raffigurerebbero le tre età dell’uomo. I Magi sarebbero morti in Persia, ma Costante, il figlio di Costantino, avrebbe deciso di inviare quelle che si ritenevano fossero le loro salme da Costantinopoli a Colonia. Il carro che le trasportava si sarebbe rotto vicino Milano e interpretando l’avvenimento come un segno del volere divino fece costruire una chiesa in quel luogo. Da questo momento la leggenda diventa realtà e si materializza in avvenimenti più concreti con la discesa in Italia di Federico Barbarossa che, nel 1164, ordina che le spoglie conservate in questa chiesa vengano trasferite a Colonia dove, solo in parte, sono ancora oggi conservate. Infatti, in epoca a noi molto vicina, nel 1924, su intercessione dell’Arcivescovo di Milano la metà di queste reliquie è rientrata in Italia. Accessori: tre vassoi e una brocca in argento, un cestino in metallo con frutti, i tre cappelli a turbante sormontati da corona
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Lotto 95 Bella Coppia di ricchi Contadini in abiti da festa, fine secolo XVIII, così descritti nel vecchio inventario: a. Giovane contadino, mirante a destra, bocca chiusa, semicalvo, chioma bruna ondulata, porro sulla parte bassa della guancia destra, piedi con calzari scolpiti, starebbe bene accoppiata con il 105 (a cui è stato effettivamente unito per formare questa coppia), di Giuseppe Gori (dono di mio figlio Gennaro per San Riccardo 1946, prov. Collezione Eugenio Catello) indossante una giacca di seta blu, pantaloni rossi, gilet avorio e fusciacca in vita di seta rossa a fasce. Altezza cm 35 b. Ricca Contadina, tipo Principessa Borbone, mirante a destra, bocca chiusa, sorridente, naso diritto, di Giuseppe Gori (prov. Agresti) dalla elegante acconciatura con nastro azzurro modellato che trattiene uno chignon, con bella vestitura dalla gonna di seta blu, corpetto rosso fragola dagli alti polsini di velluto e grembiule in tessuto operato. Altezza cm 34 Accessori: bastone con pomo in avorio, collana di corallo
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Lotto 96 Ragazzo, figlio della precedente coppia somigliantissimo alla madre, mirante a destra, di Giuseppe Gori (prov. collezione Scuotto), nell’antico presepe era abbinato alla coppia di contadini della scheda precedente, con chioma riccioluta e belle mani espressive, vestito con giacca in seta operata azzurro acceso su corpetto avorio a piccoli disegni e pantaloni in tessuto operato giallo. Altezza cm 24; fine secolo XVIII