Asta di Fine Paintings & Works of Art
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Lotto 97 M. Sironi "Busto di uomo" 1936 ca. Tempera, matita grassa e matita su carta [applicata su tela], 17, 1 x 17, 8 cm, Firma apocrifa “SIRONI”, in basso a destra, Opera archiviata dall’Associazione per il Patrocinio e la Promozione della Figura e dell’Opera di Mario Sironi, Milano, con il numero 68/17 RA. Lungo il decennio degli anni ‘30 si dedica sempre più alla grande decorazione, trascurando il quadro da cavalletto, che considera ormai una forma insufficiente. La pittura murale, per lui, non è solo una tecnica, ma un modo radicalmente diverso (antico e classico, ma anche nuovo e fascista, perché, come afferma lui stesso, “sociale per eccellenza” di pensare l'arte. Nel 1933 alla V Triennale coordina gli interventi di pittura murale, chiamando i migliori artisti italiani a realizzare decorazioni monumentali. Lui stesso esegue il grande Lavoro, oltre a opere plastiche e architettoniche. È un impegno senza tregua, le cui scadenze assillanti compromettono perfino la sua salute. Lungo il decennio riduce radicalmente, invece, la partecipazione a mostre, anche se tiene due importanti personali alla Galleria Milano (1931 e 1934).
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Lotto 98 M. Sironi "Composizione" 1950 ca. Tempera, china e matita grassa su carta [applicata su tela], 20, 8 x 2, 61 cm; Firma apocrifa “SIRONI”, in basso a destra; Opera archiviata dall’Associazione per il Patrocinio e la Promozione della Figura e dell’Opera di Mario Sironi, Milano, con il numero 65/17 RA. Nel 1949-1950, Sironi aderisce al progetto della importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera intitolata appunto Il lavoro. Continua a esporre in Italia (Triennale di Milano, 1951; Quadriennale di Roma, 1955) e all'estero (mostra itinerante negli Stati Uniti, con Marino Marini, nel 1953). Esegue inoltre scenografie e costumi per il teatro (Tristano e Isotta, 1947, per la Scala di Milano; I Lombardi alla Prima Crociata, 1948, e Don Carlos, 1950, per il Teatro Comunale di Firenze; Medea e Il Ciclope, 1949, per il Teatro Romano di Ostia). Nel 1955 esce la monografia, tuttora fondamentale, Mario Sironi pittore di Agnoldomenico Pica. Nel 1956 è eletto Accademico di San Luca.
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Lotto 99 M. Sironi "Paesaggio con ponte e case" 1929 ca. Tempera e matita grassa su carta [applicata su tela]; 19,5 x 28, 5 cm; Firma apocrifa “SIRONI”, in basso a destra. Opera archiviata dall’Associazione per il Patrocinio e la Promozione della Figura e dell’Opera di Mario Sironi, Milano, con il numero 66/17 RA
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Lotto 100 M. Sironi "Composizione con cavaliere e manichini" XX sec. (1919) Tempera e matita grassa su cartoncino, 53,8 x 36,8 cm. Opera archiviata dall’Associazione per il Patrocinio e la promozione della Figura e dell’Opera di Mario Sironi, Milano, con il numero 354/16 RA. Nel 1919 partecipa alla Grande Esposizione Nazionale Futurista, esponendo quindici opere prevalentemente sul tema della guerra. Ormai, però, suggestioni metafisiche mutuate da Carrà e De Chirico pervadono la sua pittura. In luglio tiene la prima personale a Roma, da Bragaglia. Nel gennaio 1920, con Funi, Dudreville e Russolo, Sironi firma il Manifesto futurista. Contro tutti i ritorni in pittura, che nonostante il titolo contiene già molte istanze del futuro Novecento Italiano. Nel dicembre 1922 fonda, con Bucci, Dudreville, Funi, Malerba, Marussig e Oppi, il Novecento Italiano, che si presenta per la prima volta a Milano, alla Galleria Pesaro nel marzo 1923. Animato dalla Sarfatti, il movimento aspira a una “moderna classicità”, cioè a una forma classica, priva di pittoricismi ottocenteschi. Del “Novecento” Sironi è la personalità più rappresentativa. Fin dal 1925 entra a far parte del Comitato Direttivo ed espone alle mostre nazionali e internazionali del gruppo (nel 1926 a Milano alla I Mostra del Novecento Italiano e a Parigi alla Galerie Carminati; nel 1927 a Ginevra, Zurigo, Amsterdam, L'Aja; nel 1929 a Milano alla II mostra del Novecento Italiano e alle rassegne di Nizza, Ginevra, Berlino, Parigi; nel 1930 a Basilea, Berna, Buenos Aires; nel 1931 a Stoccolma, Oslo, Helsinki). Intanto dal 1927, e fino al 1931, scrive come critico d'arte sul “Popolo d'Italia”.
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Lotto 101 Bouchard "Dipinto raffigurante Veduta di Castel Sant'Angelo" inizi XX sec. Tempera su carta; 37 x 52 cm; firmato in basso a destra.
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Lotto 102 G. Viggiani "Dipinto raffigurante Natura morta con fiori" I metà XX sec. Tecniche miste su tela; 74,5 x 44,5 cm; firmato in basso a destra: "G. Viggiani".
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Lotto 103 Maestro d'ambito italiano "Dipinto raffigurante Figura di bagnante" II metà XIX sec. Olio su tela; 35,8 x 17,8 cm; pittura in stile orientalista.
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Lotto 104 Coppia di statuine bronzee: A Figura femminile stante con anfora e ingranaggio; B Figura femminile stante con cornucopia. XX sec. Coppia di statuine bronzee. A: 25 x 8 x 5 cm; B: 25 x 8 x 6,5 cm.
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Lotto 105 Coppia di monaci (figure laterali di iconette devozionali). A Figura stante di monaco anziano: B Figura stante di monaco giovane. fine XIX sec.-inizi XX sec. Legno dipinto. A: 24 x 6,8 x 6 cm; B: 24 x 6,8 x 5,5 cm.
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Lotto 106 Figure orientali in avorio. A Figura di guerriero a cavallo; B Figura di sacerdote con pipistrello; C Figura di ballerina; D Figura femminile; E Figura di sacerdote buddista con bastone e barba lunga; F Figura femminile con cesto; G Figura di pescatore, H FIgura di monaco buddhista con pergamena; I Figura di uomo con due scimmie; L figura di donna anziana seduta con scure in mano; M Figura di donna stante con cesto e valigia; N Figura di uomo orientale con vaso; Avorio. A: 25,5 x 17 x 8,5 cm; B: 21 x 7,5 x 5,5 cm; C: 23,5 x 6,5 x 6,5 cm; D: 27,5 x 8 x 8 cm; E: 17,5 x 5,5 x 4,5 cm; F: 21 x 9 x 7,5 cm; G: 20 x 6 x 4 cm; H: 21 x 7,5 x 4 cm; I: 19,5 x 7,7 x 5 cm; L: 13 x 7 x 4,5 cm; M: 18 x 6 x 5 cm; N: 21,5 x 13,5 x 7 cm (avorio dipinto).
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Lotto 107 J. Cocteau Pastello "Senza titolo" XX sec. (1955) Pastello su carta; 62,5 x 49 cm; firmato e datato in basso destra "Jean 1955". Nel 1955 Cocteau è eletto membro della Académie française e della Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique. Nel 1956 scrive Adieu à une étoile (in memoria di Mistinguett). Altra mostra importante è a Nancy nel 1960. Negli ultimi anni disegna vetrate e decora cappelle, realizza costumi, scenografie, ceramiche e mosaici.
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Lotto 108 P. Conte Scultura astratta "Il volo" Bronzo, 60 x 31 cm (con base 60 x 50 cm); firmato nella parte inferiore "Pino Conte". L’artista partecipa alla Quadriennale di Roma del 1955 e alla Biennale di Venezia del 1956. Negli stessi anni è presente ad altre importanti rassegne di scultura sia in Italia che all’estero, conseguendo numerosi premi. Tra le più significative, la Nazionale d’arte sacra a Bologna, l’Internazionale di scultura a Carrara, la Biennale d’Arte contemporanea di Milano (1957), la “Summer International 1958” a New York. Espone anche in Giappone e in Australia. E proprio a Melbourne, alla National Gallery, è esposto un suo bronzo, L’albero della vita, significativamente collocato, secondo quanto annota Pasquale Sorrenti, tra un Rodin e un Moore. Altre sue opere importanti: il monumento al Cardinal Baronio (Sora), il monumento a Fra Tommaso (Celano), il Monumento all’emigrato (Palo del Colle). Intensa anche l’attività di ritrattista. Molte sue opere sono in importanti gallerie italiane ed estere.
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Lotto 109 Leonardo de Magistris Disegno raffigurante "Nudo di donna disteso" 1964 Penna con elementi ad acquerello; 24,5 x 35 cm; firmato in basso a destra "Leonardo de Magistris '64."
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Lotto 110 Anonimo Disegno raffigurante "Nudo di donna stante" XX sec. carboncino, sanguigna, rialzi di biacca su cartoncino; 38 x 27,8 cm.
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Lotto 111 Quattro statuine in porcellana. A Figura femminile seduta con capretta; B Figura femminile seduta con capretta; C Figura femminile seduta con uccello nella mano destra; D Figura femminile seduta che nutre uccello. XIX sec. Quattro statuine in porcellana Meissen. A: 12,5 x 8 x 7 cm; B: 12,5 x 9 x 7 cm; C: 13,5 x 7 x 7 cm; D: 13,5 x 6 x 7 cm.
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Lotto 112 Quattro statuine in porcellana. A Figura maschile con cagnolino; B Figura maschile con ombrello; C Figura di musicista con tamburo; D Figura di musicista con piatti. XIX sec. Quattro statuine in porcellana Meissen. A: 12,5 x 8,5 x 7 cm; B: 13,5 x 8 x 8 cm; C: 13 x 6,5 x 8,5 cm; D: 13,5 x 8,5 x 7 cm.
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Lotto 113 Coppia di porcellane. A Scena galante con coppia in abiti settecenteschi seduta su divano; B Scena di corteggiamento con coppia in abiti settecenteschi seduta su divano. XIX sec. Coppia di statuine in porcellana manifattura Capodimonte. A: 19 x 15,5 x 9,5 cm; B: 19 x 16 x 10 cm.
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Lotto 114 Luigi Crisconio Dipinto raffigurante Natura morta con pesci prima metà XX sec. Olio su tela; 48 x 99 cm; firmato in basso a sinistra. "L. Crisconio". Scuola Napoletana
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Lotto 115 A. Sassu Due cavalli rosa XX sec. Tecnica Wenk; 46 x 33 cm; firmato in basso a destra "Aligi Sassu". Al Vaticano gli venne dedicata una sala nella Galleria dell'Arte moderna. Tre anni dopo realizzò due mosaici per la parrocchia di Sant'Andrea a Pescara e l'anno successivo espose le sue opere nelle città di Rotterdam, Toronto e Maiorca. È del 1984 una prima mostra antologica a Ferrara, al Palazzo dei Diamanti, e poi a Roma a Castel Sant'Angelo, a cui seguì quella di Milano, al Palazzo Reale[5]. Successivamente vennero allestite mostre a Siviglia, in Germania, a Madrid, a Toronto, Montreal e Ottawa. Nel 1986 espone a Palma di Maiorca, alla XI Quadriennale di Roma, alla Triennale di Milano e alla Casa del Mantegna a Mantova e Monaco di Baviera.
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Lotto 116 L. Ventrone Il giorno che afferrai la luce XX sec. (1975) Olio su tela; firmato in basso a destra "L. Ventrone 75"; presenti annotazioni sul retro: "L. Ventrone' 75" "Luciano Ventrone Roma""il giorno che afferrai la luce" "n.6"; Ventrone non si considera un pittore realista in senso tradizionale. Dipinge oggetti reali ma, visto l'utilizzo di alcune tecniche particolari gli oggetti da lui raffigurati sono come trasportati in un contesto allo stesso tempo metafisico ed iperealista. Ciò che vediamo in un'opera di Ventrone non è "reale", perchè non è ciò che vedremmo osservando ad occhio nudo, bensì di più. Ventrone ci mostra le cose in veste più completa e più chiaramente di come ci apparirebbero in realtà. (Edward Lucie-Smith).
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Lotto 117 E. Baj Scultura astratta dal titolo "Lui" XXI sec. (2001) Multiplo bisex, colori acrilici e collage di legni ed oggetti; 50 x 36 x 15 cm; presenti annotazioni sul retro al centro: "bay"; in basso a destra "73/200" (esemplare n. 73/200). Il multiplo in oggetto fu realizzato dall’artista per Lottomatica in occasione della sua mostra monografica al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2011.
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Lotto 118 G.Omiccioli Dipinto raffigurante Paesaggio XX sec. Tempera su cartone, 35 x 50 cm, firmato in basso a destra "G. Omiccioli"; sul retro presenti annotazioni: "dipinto e firmato di mia mano G. Omiccioli". Vincitore di un'edizione del Premio Marzotto con Il Pastore con la capretta, Omiccioli è stato presente nelle più importanti rassegne: di particolare rilievo l'invito con un'antologica all'Ermitage di Leningrado, la personale alla Galleria d'Arte La Medusa di Napoli; durante gli anni cinquanta partecipa a collettive a Pittsburg, Boston, Tokio, espone alla mostra itinerante nei paesi scandinavi organizzata dall'Art Club, alle Quadriennali romane del 1955, 1959 e poi del 1966, alle Biennali veneziane del 1952, 1954, 1956. Presenta nel 1959 un dipinto su faesite, Cristo crocifisso, alla VIII Biennale d'Arte Sacra a Bologna. Durante gli anni sessanta espone a tre edizioni della Rassegna di Arti figurative di Roma e del Lazio (1961, 1963, 1965) e alla VI Biennale di Roma del 1968.Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, organizzata in medio oriente e in nordafrica.
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Lotto 119 A. Carmassi Dipinto dal titolo "Studio" XX sec. (1957) olio su tela, 35 x 60 cm; presenta annotazioni sul retro della tela: "Carmassi", "Studio", "1957". Esposizioni: Pittura Italiana Contemporanea, 1958, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma. A Torino studia alla Scuola del paesaggio Fontanesi e per un breve periodo all'Accademia Albertina. All'inizio della sua attività afferma una posizione indipendente all'interno di un mondo fortemente influenzato dai movimenti neocubisti che negli anni dell'immediato dopoguerra erano prevalenti. Dopo il suo trasferimento a Milano, nel 1952, definitivamente in contatto con le avanguardie storiche in questo periodo sempre più le sue opere si evidenziano per il carattere informale con elementi surrealisti.
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Lotto 120 L. Montanarini Lotto di tre opere "Senza titolo" XX sec. Tempera su carta intelata, 30 x 40 cm. Aderisce alla Scuola Romana insieme alla quale espone alla Galleria "La Cometa" di Roma. Conosce Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Afro Basaldella, Mirko Basaldella, Emanuele Cavalli, Alberto Ziveri e Mario Mafai. Stringe amicizia con Emilio Villa, Guido Piovene e Alfonso Gatto. Alla fine della guerra, fonda assieme a Pericle Fazzini, Enrico Prampolini, Joseph Jarema e Virgilio Guzzi, l'Art Club con sede in via Margutta 53. Conosce e frequenta Lionello Venturi, ritornato in Italia dopo l'esilio del periodo fascista. L'anno 1956 segna l'inizio del suo periodo informale. Vince un premio acquisto alla quarta edizione del Premio Spoleto. Nel 1965 diventa direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Roma e membro dell'UNESCO, cariche che manterrà fino al 1976.