LA GIOIA A COLORI. VENETO BANCA ATTO II - I CAPOLAVORI Sessione unica
Thursday 29 February 2024 hours 18:00 (UTC +01:00)
Luigi Nono (1850 - 1918) Il bimbo malato, 1885
Luigi Nono (1850 - 1918)
Il bimbo malato, 1885
Olio su tela
100 x 144 cm
Firma: in basso a sinistra, "L. Nono"
Data: in basso a sinistra, "1885"
Elementi distintivi: etichetta d'asta, "BO WILDENSTAM Ateljé ALFRED NILSON"; seconda etichetta recente, con indicazioni dell'opera
Provenienza: Wildenstam, Stoccolma, 10 giugno1964, lotto 23875; Bukowskis, Stoccolma, 14.06.2011, lotto 232
Bibliografia: Paolo Serafini, “Il pittore Luigi Nono (1850-1918). Catalogo ragionato dei dipinti e dei disegni”, II, Torino, 2006, p. 110-111, n. 356; Paolo Serafini, a cura di, “Luigi Nono 1850-1918: Capolavori ritrovati e importanti opere inedite”, catalogo della mostra, Enrico Gallerie d’Arte, Milano, 2012, p. 24, n. 2; Alessio Geretti, Serenella Castri, a cura di, “I bambini e il cielo”, catalogo della mostra, Torino, 2012, p. 265, n. 77; Sergej O. Androsov, Paolo Serafini, a cura di, “Dialogo sulla Misericordia. Dal Seicento all’Ottocento”, catalogo della mostra, Roma 2016, p. 96; Angelo Enrico, Elisabetta Staudacher, a cura di, “La Venezia di Ciardi e Favretto. Il silenzio della laguna e le ciacole della città”, Milano, 2017, p. 117, tav. 11
Esposizioni: “Luigi Nono 1850-1918: Capolavori ritrovati e importanti opere inedite”, Milano, Enrico Gallerie d’Arte, 2012; “I bambini e il cielo”, Illegio, Casa delle Esposizioni, 2012; “Dialogo sulla Misericordia. Dal Seicento all’Ottocento”, Roma, Musei di San Salvatore in Lauro, 2016; “La Venezia di Ciardi e Favretto. Il silenzio della laguna e le ciacole della città”, Modena, Modenafiere, 2017
Vincoli: Il dipinto è dotato di libera circolazioneStato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 80% (numerose piccole cadute di colore e integrazioni sull'intera superficie del dipinto)
Ultima di una serie di opere ambientate nello stesso casolare, quasi a costituire fasi distinte di un’unica narrazione, è “Il bimbo malato,” realizzata da Luigi Nono nel 1885 dopo il successo di “Refugium peccatorum”, che presentato nel 1883 all’Esposizione internazionale di Roma l’aveva consacrato insieme a Giacomo Favretto come rinnovatore della scuola pittorica veneziana. Gli interni domestici con bambini e scene familiari del biedermeier lombardo dei fratelli Induno costituiscono una fonte di ispirazione per analoghi soggetti trattati da Nono già negli anni Settanta, come ad esempio “La convalescenza” del 1874. Del 1881 sono “La povera madre” e “Morte del pulcino”, ambientata nella cesta sotto il letto che domina la composizione maggiore, e il dipinto “Vice mamma” del 1882. È, tuttavia, con “Il bimbo malato”, che l’artista affronta con piena maturità il soggetto in un’opera di impegno e di grandi dimensioni, per lungo tempo nota solo attraverso un disegno preparatorio. Ricomparso sul mercato solo nel 2012, il dipinto costituisce una fondamentale aggiunta al catalogo dell’artista. Come ricostruito da Paolo Serafini il concepimento progettuale di queste opere fu lungo e meditato attraverso studi grafici e fotografici, a partire da una piccola versione su tavola del 1876, preceduta da quattro studi preparatori e caratterizzata dalla figura della sorellina ai piedi del letto. Rispetto a “Vice mamma”, Nono utilizza una tavolozza dai toni ribassati per concentrare l’attenzione sul giaciglio e sull’abbraccio tra la giovane madre e il figlio. L’incarnato rosato del bambino si fa livido, mentre l’allegra nidiata di pulcini è ridotta a due soli piccoli che becchettano mestamente. Alla metà degli anni Ottanta l’artista perviene, dunque, «a una perfetta identificazione tra verismo e viva e commossa partecipazione umana», dimostrando «una sensibile partecipazione […] a quella poetica degli affetti famigliari centrale nelle correnti del verismo letterario e artistico del trentennio post-unitario» (Stella Seitun, “Luigi Nono. Interprete dell’intimità familiare,” in “La Venezia di Ciardi e Favretto”, cit., p. 47). “Il bambino malato” venne replicato con piccole varianti nel 1896 in un dipinto noto da una riproduzione sul catalogo dell’Esposizione di Monaco dello stesso anno.
Teresa Sacchi Lodispoto