LA GIOIA A COLORI. VENETO BANCA ATTO II - I CAPOLAVORI Sessione unica
Thursday 29 February 2024 hours 18:00 (UTC +01:00)
Alessandro Milesi (1856 - 1945) Idillio, 1882 circa
Alessandro Milesi (1856 - 1945)
Idillio, 1882 circa
Olio su tela
85 x 106 cm
Firma: in basso a destra, "A Milesi"
Altre iscrizioni: in basso a destra, al recto, "Venezia"
Elementi distintivi: etichetta della mostra "Giacomo Favretto. Venezia fascino e seduzione", Roma Chiostro del Bramante, 2010
Provenienza: Germania, collezione privata; Milano, collezione privata
Bibliografia: Nico Stringa, “Luigi Nono”, in Giuseppe Pavanello, Nico Stringa, a cura di, “Ottocento veneto. Il trionfo del colore”, Treviso, 2004, pp. 62, 69, fig. 29; Luisa Turchi, “Alessandro Milesi (1856-1945). L’anima nel colore, l’eleganza nel ritratto”, Treviso, 2010, pp. 16-17; Paolo Serafini, a cura di, “Giacomo Favretto. Venezia, fascino e seduzione”, catalogo della mostra, Milano, 2010, pp. 171, 187, n. 72; Angelo Enrico, Elisabetta Staudacher, a cura di, “La Venezia di Ciardi e Favretto. Il silenzio della laguna e le ciacole della città”, catalogo della mostra, Milano, 2017, p. 120, tav. 17
Esposizioni: “Giacomo Favretto. Venezia, fascino e seduzione”, Roma, Chiostro del Bramante, Venezia, Museo Correr, 2010; “La Venezia di Ciardi e Favretto. Il silenzio della laguna e le ciacole della città”, Modenafiere, Modena, 2017
Vincoli: Il dipinto è dotato di libera circolazioneStato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90% (ridotte riprese pittoriche)
La vita quotidiana tra i canali, le calli e i campielli di Venezia è protagonista dell’arte di Alessandro Milesi, grande interprete insieme a Giacomo Favretto della pittura di genere lagunare. Già al suo esordio alla Promotrice di Venezia del 1878 l’artista si distingue, poco più che ventenne, tra i maggiori interpreti del rinnovamento dell’arte in senso moderno sino all’affermazione nel 1882 con “El fio de mi fio”, opera dal titolo dialettale entrata nelle collezioni del Quirinale. È questo il periodo in cui il Milesi si apre al gusto internazionale attraverso i collezionisti e gli artisti soprattutto anglosassoni residenti nella città lagunare. Colgono in particolare l’interesse del pubblico le attività artigianali femminili, dall’infilatura delle perle ai ricami al tombolo. Non a caso nel 1876 è premiato al Salon il dipinto “Le infilatrici di perle” di Cecil van Haanen, tema diffuso e ripreso tra il 1880 e il 1882 anche da John Singer Sargent. A contatto con le correnti più avanzate del mercato internazionale Milesi schiarisce la tavolozza e alterna a parti della tela dipinte in maniera sommaria dettagli resi in punta di pennello. È collocabile in questo primo periodo il dipinto “Idillio”, posto da Stella Seitun intorno al 1882 (S. Seitun, “Alessandro Milesi. Il vivo senso di venezianità”, in “La Venezia di Ciardi e Favretto”, cit., pp. 65-79), che appartiene al “filone delle scene di corteggiamento [...], prediletto da Favretto e più volte affrontato da Milesi e da altri contemporanei, allo scopo di rivisitare con più o meno estro, ma sempre una certa dose di ironia l’atmosfera galante del Settecento veneziano, da Longhi a Tiepolo” (S. Seitun, cit., pp. 73-74). In un interno un popolano corteggia una giovane intenta a ricamare sul tombolo un candido velo da sposa, la cui raffinatezza contrasta con la modestia dell’ambiente dall’intonaco screpolato e il pavimento in cotto. Milesi indugia sui particolari inserendo a corredo della scena centrale le nature morte di piatti e ceramiche che si intravedono sopra e all’interno del mobile a sinistra e della cesta di panni posta sulla tavola a destra. Unica decorazione della parete delle incisioni forse provenienti da una rivista illustrata. L’uomo accompagna le sue parole con la mano posta sul cuore, la donna china leggermente il capo, offrendo l’orecchio alle lusinghe. La sobrietà delle vesti femminili, i cui colori pastello si armonizzano con il bianco del merletto, è contraddetta dall’elemento civettuolo delle scarpine nere e delle calze rosse.
Teresa Sacchi Lodispoto