Lot 83 | Gustave Le Gray (1820-1884) - Brick au clair de lune, 1856

Finarte - Via dei Bossi 2, 20121 Milano
Fotografia Fotografia
Wednesday 11 October 2023 hours 15:30 (UTC +01:00)

Gustave Le Gray (1820-1884) - Brick au clair de lune, 1856

Gustave Le Gray (1820-1884) - Brick au clair de lune, 1856


cm 32 x 40,7 (cm 50 x 64,5 cartoncino)

Stampa all'albumina applicata a cartoncino originale

Firmata a inchiostro rosso sull'immagine con timbro a secco del fotografo al cartoncino recto

Opera oggetto di dichiarazione di interesse culturale ai sensi dell'art. 13 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.42


BIBLIOGRAFIA

Aubenas, S. et al., Gustave Le Gray 1820-1884, 2002. Los Angeles, California, J. Paul Getty Museum, 2002, p. 108 e p. 363



Novak, A., 19th-century French master photographers: Life into art: The early years, 1840s-1870s, Chalfort (Pa.), 2017, p.51



Heilbrun, F., La Revue du Louvre et des musées de France, "Un Album de "primitifs" de la photographie française", Paris, Réunion des musées nationaux, 1980, ill. 8, p. 27




Personaggio di grande caratura internazionale Gustave Le Gray dalla pittura, studiata nell’atelier parigino di Paul Delaroche ma abbandonata non essendosi pienamente soddisfatto dei risultati, aveva imparato quel senso della composizione che avrebbe caratterizzato le sue raffinate fotografie. Nel giro di pochi anni, grazie a un temperamento particolarmente dinamico, si afferma come organizzatore (è fra i fondatori della Société héliographique e della Société française de photographie) come teorico con il fortunato “Traité pratique de la photographie sur papier et sur verre”, ma soprattutto come fotografo particolarmente attento all’architettura e al paesaggio. Nel 1851 inventa una variante della calotipia, che consisteva nell’impregnare di cera prima di sensibilizzarlo un foglio di carta molto sottile rendendolo così trasparente e quindi in grado di riprodurre in modo più nitido i dettagli. Vero maestro della stampa combinava, come in questo caso, diverse riprese per ottenere il cosiddetto “effetto al chiaro di luna” che ispirò Gustave Courbet per le nuvole dei suoi dipinti chiudendo così idealmente il cerchio fra il presente fotografico e il passato pittorico. All’Italia fu molto legato soggiornando a Roma (dove si sposò), Napoli, Firenze e in Sicilia al seguito dell’Impresa dei Mille. Questa è la ragione per cui quest’opera straordinaria è oggetto di interesse culturale del nostro paese e non è esportabile all’estero.