ASTA 46 I: AUTOGRAFI E MANOSCRITTI, FUTURISMO, LIBRI DEL NOVECENTO E LIBRI D’ARTISTA Prima sessione - Autografi, manoscritti, musica
Tuesday 3 October 2023 hours 10:00 (UTC +01:00)
Ponchielli Amilcare, 3 lettere autografe firmate, spedite alla soprano Teresina Brambilla (dapprima fidanzata e poi moglie di Ponchielli). Datate Milano / Cremona, anni 1873-74.
Ponchielli Amilcare, 3 lettere autografe firmate, spedite alla soprano Teresina Brambilla (dapprima fidanzata e poi moglie di Ponchielli). Datate Milano / Cremona, anni 1873-74. Manoscritti a inchiostro bruno. Tre bifoli, scritte 11 pagine. Alcune gore rendono a volte difficoltosa (ma comprensibile) la lettura del testo. Conservate 2 buste viaggiate, con gli indirizzi di Teresina a Parigi e a Gorlago /per Trescore (Balneario). Dimensione bifoli: 135x210 mm e 210x265 mm. (3)Lettere di carattere prevalentemente intimo e affettuoso, ma anche di argomento lavorativo: opere dello stesso Ponchielli, impegni di Teresina, riferimenti a Tito e Giulio Ricordi, a Verdi, a Gounod ecc. Non mancano colorite espressioni in dialetto lombardo e una annotazione sul maledetto colera. Marzo 1873, da Milano: «[...] Lo zio Corrado ti avrà detto che sta per combinare per Ravenna, dove andresti a cantare I Promessi Sposi di un certo Ponchielli, tel cognosset? Vuoi che aspettiamo dopo Ravenna per sposarci? Vuoi subito? [...] Lo zio sta pure combinando l'affare del Cairo. La 7° recita dei Lituani fu brillante [...] entro l'aprile faccio alcune modifiche a quest'opera, perché Ricordi è già impegnato a darla a Bologna [...] L'ultima recita della stagione indovina un po'? I Lituani. Una Lituanite per il pubblico [...] sto sempre da Ricordi. A Cremona andrò per 2 o 3 giorni per provvedermi le carte pel matrimonio.». In calce alla missiva, una citazione musicale: andante affettuosissimo, Sì Te re si na io mi ma rito volon tie ri. - Luglio 1873, da Cremona: «[...] qui protraggono lo spettacolo in Settembre, per paura di questo maledetto colera, che peraltro qui non ha toccato ancora alcuno [...]» - Gennaio 1874, da Milano: «[...] Io sto a metà e più del penultimo atto (de I Lituani). L'istrumentazione riesce abbastanza bene [...] l'unico artista che mi soddisfi è il Pandolfini che alla simpatica voce unisce talento [...] L'altra sera fui con Corrado a sentire ancora l'Aida. La parte della protagonista mi pare ti dovrebbe star bene perché non appartiene al genere gridato ma è tra lo slancio e la grazia [...] Qui si fece il Faust alla Scala colla Durand (poca voce e fredda) [...] andrò per la fine del mese al Machbeth nuovo di Verdi colla Fricci e Pandolfini. Ieri fui a pranzo da Tito Ricordi e si parlò di te [...] Perché non scrivi al Giulio Ricordi? [...].».