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Wednesday 7 December 2022 hours 10:00 (UTC +01:00)
CASTIGLIONE GIOVANNI BENEDETTO detto GRE
CASTIGLIONE GIOVANNI BENEDETTO detto GRE (1610-1665)
TOBIT SEPPELLISCE I MORTI
Acquaforte
inciso: mm. 203x296
lastra: mm. 208x299
Unico stato: a sinistra, a mezza altezza, sopra il cane, è scritto: "GIO. BENEDETO / CATGLIONE / P.".
Foglio integro con ampi margini, lievemente sgualcito.
La storia dì Tobit, padre di Tobia, che seppellisce i morti, è narrata nell'Antico Testamento (Tobia, 1, 17-18 2, 4-7) ed è legata all'agitazione antiassira manifestatatasi sotto il regno di Sennacherim all'inizio del VII sec. . Questa acquaforte è databile intorno al 1647-51, cioè nel periodo in cui con maggior insistenza il Castiglione si addentrò in ricerche di effetti luministici notturni. Allo stesso periodo possono essere assegnate anche La Resurrezione di Lazzaro e Il Ritrovamento dei corpi dei SS. Pietro e Paolo.
Alla fine del 1630, Castiglione iniziò a studiare le acqueforti di Rembrandt. È il primo artista in Italia noto ad aver studiato ed appreso direttamente dal lavoro del maestro olandese. Castiglione probabilmente venne a conoscenza di Rembrandt dagli artisti-mercanti fiamminghi Lucas e Cornelis de Wael, attivi anche a Genova. Castiglione era particolarmente attratto dalle scene notturne di Rembrandt, dal suo uso di singole fonti di luce, dal suo tono e dalle ombre oscure che avvolgono le scene attraverso incredibili reti di linee incise. Sebbene quest'opera non sia una delle scene del libro di Tobia illustrate da Rembrandt, Castiglione scelse di concentrarsi sul giusto tentativo di Tobit di seppellire gli israeliti morti, a dispetto del re assiro, fornendo il quadro perfetto per raffigurare un atto nascosto intrapreso dal copertura della notte.