ASTA N.26 Antiquariato, Dipinti Antichi e Moderni, fotografie d'Autore ASTA N.26 Antiquariato, Dipinti Antichi e Moderni, fotografie d'Autore
Saturday 11 December 2021 hours 16:00 (UTC +01:00)
Bottega Antonelliana (XV secolo) - Sant'Anna, la Madonna e il bambino, fondo oro., Fine 15° secolo / Inizi 16° secolo
Bottega Antonelliana
(XV secolo)
100x117 cm Fine Secolo XV / Inizi Secolo XVI Sant'Anna, la Madonna e il bambino, fondo oro. Dipinto a olio su tavola La tavola in oggetto mostra la figura di Sant’Anna, maestosa nella sua regalità, con la Vergine Maria dalle dimensioni più modeste, sorretta dal ginocchio sinistro della madre. Il bambin Gesù, collocato nella parte centrale della composizione, pur dimostrando una certa rigidità formale, dimostra maggiore dinamismo conferito dall’innocenza di quei movimenti che lo rendono a immagine e somiglianza di ogni altro uomo, ma con l’arduo compito del destino dell’umanità. Il bimbo dell’avvento è qui concepito come creatura consapevole del crudo destino che lo attende; egli è infatti rappresentato con il ventre gonfio, prefigurazione del martirio sulla croce.
E’ chiaro all’interno della composizione il tentativo di introdurre le tre figure in uno spazio definito dalle geometrie del trono, disposto frontalmente nella scena e ornato, lungo la zona centrale, da un arazzo a motivi fitomorfi. In mezzo a tale scranno regale si stagliano, componendo un unico blocco scultoreo, le figure di sant’Anna, poderosa e dall’espressione eloquente; la Vergine Maria, delicatamente sorretta dalle affusolate dita materne e, al centro, il Salvatore, dallo sguardo rivolto alla madre della Vergine.
Alcuni riferimenti stilistici, come il cartaceo manto di sant’Anna, la legnosa restituzione delle dita della mano, consentono di assegnare la tavola alla produzione di una bottega dell’area messinese – certamente intrisa degli stilemi post-antonelleschi – in un arco cronologico che oscilla tra ottavo/ nono decennio del XV secolo e i primi anni del secolo successivo.
Per le motivazioni poste in essere il dipinto è da assegnarsi ad una ignota maestranza della bottega antonelliana, attiva tra il 1479 e il 1530.
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