Antiquariato, Pittura del sec.XIX e Arte Orientale Prima sessione
Tuesday 24 September 2019 hours 15:30 (UTC +01:00)
DELLEPIANE GIOVANNI MARIA
GIOVANNI MARIA DELLEPIANE (1660-1745)
Ritratto di Stefano De Mari
Olio su tela cm 190 x 143
La corretta individuazione di Stefano De Mari il cui nome è indicato nella banda che corre in basso non è immediata dal momento che tutti i figli del doge Stefano in carica nel biennio 1663-1665 imposero al primogenito il nome del nonno consegnando agli storici che comprensibilmente confondono l'uno con l'altro ben cinque cugini primi omonimi e contemporanei oltre a due più lontani cugini. Tre di loro peraltro svolsero attività politico-militari nei medesimi anni e sono il più delle volte citati nelle fonti storiche senza patronimico se non addirittura col solo cognome preceduto dalla carica ricoperta.
Il più anziano è lo Stefano figlio del doge Girolamo nato nel 1666 e più volte estratto senatore.
Poco si sa di Stefano figlio di Nicolò nato nel 1675 e fratello tra gli altri del futuro doge Lorenzo.
Più conosciuto sul fronte della storia dell'arte è Stefano Maria figlio del doge Domenico Maria nato nel 1679 fratello dell'abate Francesco Agostino e ben noto collezionista. Egli però è talvolta confuso con il cugino Stefano di Francesco nato nel 1683 perché sono entrambi operanti e residenti a Madrid negli anni Trenta del Settecento. Il legame con il re di Spagna indicato nella scritta del presente dipinto che dice Stefano 'intimus' di Filippo V potrebbe indurre a pensare che sia proprio lo Stefano collezionista l'effigiato dal Mulinaretto. Tuttavia di questi conosciamo l'anno di morte 1768 quando le figlie Isabella (che sposa Ambrogio Doria) e Clelia (che sposa Bartolomeo Lomellini) si dividono la sua superba collezione di dipinti che in parte confluisce con quella dei Doria di Montaldeo (cfr. sulla quale si veda A. Marengo A. Orlando La quadreria dei Doria di Montaldeo nel Palazzo di Strada Nuova. Una prima ricostruzione storica in La Sacra Famiglia di Van Dyck e le collezioni Di Negro e Doria a Genova Genova 2018).
Converrà dunque osservare oltre alla scritta con il nome e qualche informazione anche la data di morte e quanto è dipinto sul fondo con riferimenti biografici collegabili a Stefano di Camillo nato nel 1689 commissario generale in Corsica dal 1745. È possibile dunque che sia imprecisa la notizia relativa alla fratellanza con il re di Spagna pertinente ai due cugini omonimi già ricordati ma l'immagine del condottiero della flotta e della città in fiamme sul promontorio nonché la bandiera con la torre visibile in una delle navi che dovrebbe corrispondere alla bandiera di Bastia parrebbero sufficienti a collegare questo volto al personaggio storico più importante che porta questo nome.
Si tratta del primogenito di Camillo di Stefano e di Isabella di Ippolito Centurione di cui era nota la data di nascita (20 maggio 1689) ma non si conosceva quella di morte che il dipinto inedito qui presentato indica con precisione al 1749. Non si avevano più notizie storiche del gentiluomo dopo che era giunto come commissario in Corsica in un momento di grande tensione della questione che riguardava l'isola importante pedina della scacchiera del potere in Europa per varie ribellioni negli anni precedenti.
Il primo attacco che subì il De Mari fu il bombardamento di Bastia da parte di un'armata anglo-sabauda nel 1745 a cui pare alludere la città in fiamme sul promontorio sullo sfondo a destra. Delle complicate vicende che coinvolsero il commissario tra Calvi Bastia e San Fiorenzo narra la storia che però non dà più notizie di lui dopo il 1748. La data di morte un anno dopo è ora documentata dal ritratto.
L'opera va riferita senza esitazione al pennello di Giovanni Maria Delle Piane il Mulinaretto come conferma anche Daniele Sanguineti che si ringrazia.
Anna Orlando 8/2019