Asta N. 84 - Dipinti Antichi e del XIX Secolo Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 113
Wednesday 14 June 2017 hours 19:30 (UTC +01:00)
Filippo Vitale Napoli 1589/1590 ca. – 1650 MARTIRIO DI SANTA BARBARA E...
Filippo Vitale Napoli 1589/1590 ca. – 1650 MARTIRIO DI SANTA BARBARA E PUNIZIONE DEL PADRE DIOSCURO olio su tela, cm 88x143,5. Provenienza: Firenze, collezione Longhi; Roma, Finarte, Asta di dipinti e disegni dal 16. al 19. secolo, 15/03/1983, Asta 435, lotto 235; Roma, collezione privata; collezione privata Esposizioni: Napoli, Castel Sant’Elmo, 9 novembre 1991 – 19 gennaio 1992; Napoli, Museo di Capodimonte, Certosa e Museo di San Martino, Castel Sant’Elmo, Museo Pignatelli, Museo Duca di Martina, Palazzo Reale, 12 dicembre 2009 – 11 aprile 2010, n. 1.12 Bibliografi a: AA. VV., Arte all’incanto. Mercato e prezzi dell’arte e dell’antiquariato alle aste Finarte 1982/1983, Longanesi, Milano 1983, p. 38 (come Pacecco); R. Lattuada, voce De Rosa, Giovan Francesco, detto Pacecco, in Dizionario biografi co degli italiani, vol. XXXIX, Deodato – Di Falco, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma 1991, p. 168 (come opera di collaborazione tra Vitale e Pacecco); F. Bologna (a cura di), Battistello Caracciolo e il primo naturalismo a Napoli, Electa Napoli, Napoli 1991, fi g. 104, pp. 114, 140 (come Pacecco); A. della Ragione, Pacecco de Rosa. Opera completa, Edizioni Napoli Arte, Napoli 2005, fi g. 36, p. 10 (come Pacecco); V. Pacelli, Giovan Fracesco de Rosa detto Pacecco de Rosa 1607 – 1656, Paparo, Pozzuoli 2008, pp. 22-23 (come Vitale); M. di Mauro, G. Assante di Panzillo, La fortuna critica, in V. Pacelli, Giovan Fracesco de Rosa detto Pacecco de Rosa 1607 – 1656, Paparo, Pozzuoli 2008, pp. 151, 156, 161; G. Porzio in N. Spinosa (a cura di), Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli, Vol. 1, Electa Napoli, Napoli 2009, n. 1.12., p. 78 (ill.). Per l’opera è stato richiesto l’attestato di libera circolazione Il dipinto raffigura il momento appena successivo all’uccisione di Barbara per mano del padre Dioscuro: l’uomo infatti ha appena scoperto la conversione al cristianesimo della figlia e dopo aver sferrato il fendente mortale sta per essere colto da un fulmine, segno della punizione divina per il suo empio omicidio. La posa è bloccata nel gesto e l’espressione dell’uomo, rischiarata da un fulgido bagliore, fa intuire l’origine sacra della scure luminosa che sta per abbattersi dal cielo su di lui; la concitazione dell’uomo si contrappone all’estrema morbidezza del corpo ormai esanime della Santa, avvolto in un candido mantello, dove i panneggi diventano il pretesto per un abile esercizio pittorico. La tela fu attribuita dapprima a Pacecco De Rosa e poi consegnata al suo patrigno Filippo Vitale come confermato da Giuseppe Porzio nella scheda dedicata al dipinto nel catalogo della mostra Ritorno al Barocco.