Asta N. 163 - Arte Moderna & Contemporanea, Arti Decorative del XX Secolo Seconda Sessione - dal lotto 278 al lotto 526
Wednesday 22 March 2017 hours 15:30 (UTC +01:00)
UMBERTO PESCHI (att.o) (Macerata 1912 - 1992) Tavolo e sei sedie, 1939-1944...
UMBERTO PESCHI (att.o)
(Macerata 1912 - 1992)
Tavolo e sei sedie, 1939-1944 ca.
Tavolo in legno con piano in cristallo. Decoro con sagome a forma di nuvola in legno, asticelle e perni in ottone. Sedie in legno e rivestimento in pelle.
Misure tavolo, cm. 80 x 90 x 80
Misure sedie, h. cm. 93
Peschi si formò alla Scuola Professionale di Macerata, dove si diplomò come 'intagliatore di legno'. Tale sarà la sua caratteristica dominante sia negli anni della prima giovinezza (1933-35) quando lavorava al Mobilificio Travaglini e Gattucci di Pollenza e al mobilificio e laboratorio artigiano di Gildo Faggiolati a San Ginesio, sia successivamente quando aderì al Futurismo (1937) divenendo scultore - prevalentemente su legno - e divenne amico di Bruno Tano e soprattutto di Enrico Prampolini: quest'ultimo conosciuto nel 1938, come ricorda lo stesso artista in un passo autobiografico. Nella visione futurista di Peschi, che presto si distinse come uno dei più dotati scultori dell'ultima fase del Futurismo, ebbe molto peso proprio l'influenza di Prampolini, che fu il nume tutelare di tutto il gruppo Boccioni di Macerata, e in particolare dello stesso Tano e di Wladimiro Tulli, cui ispirò il gusto per le forme biomorfiche, cosmiche e aereofuturiste, e per una materia grezza utilizzata con un valore poetico autonomo e astrattivo. Nonostante Umberto Peschi abbia avuto un discreto successo come scultore puro, tuttavia due lettere che Prampolini gli indirizza, una non datata (ma del 1939-40) e una del 1945, ci attestano di come l'artista continuò anche in quegli anni la sua attività artigianale, per arrotondare i guadagni evidentemente esigui della sua attività di scultore. Questa serie di mobili si presenta come una precisa trasposizione dello stile tipico del Peschi scultore. In primo luogo gli elementi figurativi futuristi: come le nuvole sostenute da elementi tubolari di lucido ottone che si stendono sotto il piano di cristallo del tavolo da pranzo, che derivano della versione prampoliniana 'cosmica' dell'aereopittura; o ancora la sagoma ondulata del mobile bar, decisamente ispirata a un analogo mobile di Prampolini; o ancora il tema del materismo naturale come lo sportello dello stesso mobile, lasciato a corteccia grezza (come in alcuni dipinti di Prampolini del 1937-38) a contrasto con gli elementi più lavorati o addirittura lucidi (metallo e cristallo). A questi elementi si aggiunge un trattamento del legno lavorato con la sgorbia per creare un effetto vibrato che è il medesimo che Peschi adotta nelle sue celebri sculture lignee futuriste. Il tutto viene rifuso in uno stile di mobilio 'moderno', memore delle più recenti ricerche formali presentate alle Triennali milanesi (da Giò Ponti ad Albini, ai BBPR), evidente nelle gambe diagonali, nei piani di cristallo, ecc. Umberto Peschi dovette realizzare questo insieme di mobili per un committente di gusto moderno e futurista negli anni tra il 1939 e il 1944 circa.
Fabio Benzi