Asta N. 72 - Arte Moderna e Contemporanea, Oggetti di Design Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 299
Thursday 28 May 2015 hours 18:00 (UTC +01:00)
Giulio Turcato (1912-1995) Paesaggio lunare Firmato Turcato sul retro Olio e...
Giulio Turcato (1912-1995)
Paesaggio lunare
Firmato Turcato sul retro
Olio e tecnica mista su gommapiuma
cm 100x130
Eseguito nel novembre del 1971
Fotografia dell'opera autenticata dal Dr. Giovanni Granzotto (Telemarket spa)
Provenienza: Collezione dell'artista;
Collezione privata, Salerno
Esposizioni: Giulio Turcato, Galleria Martano/Due, Torino, novembre 1971, catalogo con prefazione di Giorgio de Marchis
Bibliografia: Giulio Turcato, monografia in occasione della XVI Rassegna Nazionale d'Arte di Teramo, 1971, pagina 23 (illustrato con il lato più lungo in verticale);
Artisti Italiani Contemporanei - 1950/1983, a cura di Achille Bonito Oliva, Casa Editrice Electa, Milano 1983, pagina 31, fotografia n. 19 (illustrato con il lato più lungo in verticale);
Turcato, Monografia a cura di Giovanni Granzotto, Giorgio Corbelli Editore, Brescia 1999, pagina 40 (illustrato)
Opera registrata presso l'Archivio Giulio Turcato, Roma, con il numero BM212526ML04RA
Fondatore del gruppo Forma 1 insieme a Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo, attivo all’interno del Fronte Nuovo delle Arti, protagonista del gruppo
degli Otto, Turcato è uno dei più significativi interpreti della corrente dell’astrattismo.
Partito dalla lezione di Giacomo Balla l’artista mantovano di nascita, ma romano d’adozione, ha saputo imporre un proprio linguaggio ritmico e
dinamico, facendo della forma-colore la ragione di una ricerca che va oltre l’informale. «Turcato è un esploratore straordinario che ha fatto della pittura
il codice per interpretare il mondo in tutti i suoi aspetti dalla biologia all’astronomia sino all’entomologia. Tutto diventa occasione per nuove invenzioni
di forme e colori che ridefiniscono l’immaginario», scrive Alberto Fiz. «Queste immagini, sensazioni, materiali, memorie, illusioni, allucinazioni, forme,
itinerari, sono il mio bagaglio aperto alla dogana del prossimo millennio», ha scritto Turcato in un’affermazione che potrebbe essere letta come una
dichiarazione di poetica da parte di un artista che ha svolto un compito essenziale nel liberare l’arte dalle convenzioni accademiche in un percorso
originale e solitario. Alla fine degli anni ’50 e negli anni ’60 è lampante la sua esaltazione nel seguire le imprese spaziali: nel 1957 Laika, bastardino
russo, è il primo essere vivente ad essere lanciato nello spazio; nel 1961 Yuri Gagarin diviene il primo essere umano in orbita, e nel 1969 Armstrong
sbarca sulla luna. Imprese che faranno dell’arte di Turcato strumento di sfogo nel sognare l’universo. Lui che farà della sua tela luogo di conquista
interplanetaria, trasportando pezzi di altri pianeti all’interno della sua realtà usando strumenti inconsueti per la pittura e tuttavia efficacissimi per il suo
scopo, come la gommapiuma e le sabbie, l’unione del catrame all’olio, le polveri d’argento. Nacquero così, dal suo sbirciare fuori dai finestrini durante i
viaggi in aereo, da studi di astronomia, dai racconti e da immagini dei telegiornali, i Reticoli, gli Arcipelaghi e le suadenti Superfici lunari, probabilmente
tra le opere più significative della produzione artistica di Turcato dagli anni ’60 ai nostri giorni.