Lot 7 | MARTINI ARTURO (1885 - 1947) - SPAVENTAPASSERI INNAMORATO.

Capitolium Art - Via Carlo Cattaneo 55, 25121 Brescia
Presale Asta 514 | ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA - SELECTED I TORNATA, 1-50
Thursday 3 April 2025 hours 15:00 (UTC +01:00)

MARTINI ARTURO (1885 - 1947) - SPAVENTAPASSERI INNAMORATO.

Starting price
10,000.00 €

MARTINI ARTURO (1885 - 1947) SPAVENTAPASSERI INNAMORATO. Terracotta. Cm 29,50 x 46,00 x 21,50. firma


BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

G. Vianello, N. Stringa, C. Gian Ferrari, Arturo Martini. Catalogo ragionato delle sculture, Vicenza 1998, p. 157

G. Perocco, Arturo Martini. Catalogo delle sculture e delle ceramiche,Treviso 1966, Fig. 114 (alt. es.)

C. Casali, Arturo Martini. Armonie. Figure tra mito e realtà. Catalogo della mostra (Faenza, 12 ottobre 2013-30 marzo 2014), 2013, pp. 122-123 (alt. es.)

C. Gian Ferrari, E. Pontiggia, L. Velani, Arturo Martini, Milano 2006, p. 142, n. 32 (alt. es.)


Il percorso artistico di Arturo Martini, nato ceramista e fedele all’ambito figurativo, è sempre teso alla ricerca di un linguaggio espressivo autentico e innovativo, documentato anche attraverso le sculture di piccolo formato, solo in apparenza opere minori: esse esprimono tutta la tenacia e la curiosità con cui l'artista sperimenta temi e materiali.

Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta, Martini risponde alle esigenze di rinnovamento nell’ambito della scultura superando la staticità metafisica, infondendo un’emotività espressiva alla forma, essenziale ma intensa. In questo processo, trova nella terracotta un materiale per donare vita e calore alle sue opere e si fa interprete della forza del mito e della poesia in chiave moderna, ispirandosi alle tradizioni arcaiche proprie della scultura etrusca, ma senza rinunciare alla vitalità del reale.

Martini affronta la scultura con un approccio che richiama il mondo teatrale, creando narrazioni scolpite in cui il gesto esprime un equilibrio tra dramma e poesia. Secondo l’idea novecentista di una forma semplice ma, seppur non reale, vera, egli elabora una sintesi formale che non perde la ricchezza del vivente, ma anzi lo esalta. Ne deriva una scultura capace di restituire un’armonia narrativa attraverso una sinfonia controllata di

gesti, creando una scena coesa tra personaggi e ambiente.

L’opera qui presentata si colloca pienamente nell’immaginario poetico di Martini, che spesso attinge a suggestioni favolistiche e mitiche per una visione plastica profondamente umana e malinconica della realtà.

Lo spaventapasseri, figura sospesa tra mondo inanimato e vivente, diviene metafora dell’umanità, come Martini stesso suggerisce nei Colloqui: “Personaggio metafisico: lo spaventapasseri, pieno d'umanità, sapendolo vedere” (Colloqui 1997, pp. 331-332).

La scena rappresentata, immersa in un’atmosfera di sogno e silenzio, riflette la fascinazione dell’artista per le ambientazioni e le narrazioni notturne che ricorrono spesso nel suo repertorio. Lo Spaventapasseri, ritto nella sua immobilità forzata, veglia sull’amata distesa ai suoi piedi, abbandonata in un sonno sereno e inconsapevole. Il desiderio frustrato del protagonista si traduce in uno slancio che lo piega in diagonale verso

la donna, senza che egli possa in alcun modo raggiungerla. L’apparente semplicità della composizione cela un’intensa carica narrativa: un amore impossibile fatto di struggimento e tenerezza. Come osserva Pontiggia, l’opera è “un’intera fiaba, in pochi centimetri di terracotta” (2006, p. 142), condensando in forme essenziali

un dramma di desiderio e solitudine.

La scultura è realizzata in terracotta da stampo, tecnica ampiamente utilizzata da Martini negli anni Venti e Trenta che prevede l’uso di matrici in gesso per la creazione di più esemplari. Tale realizzazione non mira alla semplice riproducibilità, ma permette all’artista di modulare la resa con sottili variazioni nella superficie e nelle patinature, conferendo unicità a ciascun esemplare. A differenza della scultura modellata a mano, dove il gesto è direttamente percepibile nella materia, la terracotta da stampo presenta superfici più compatte

e definite, che Martini modula con maestria per mantenere un’intesa espressività. Lontano da un intento meramente riproduttivo, questa tecnica diventa per lui un mezzo di innovazione formale e ricerca sulla resa plastica.

Questa versione della scultura, finora inedita, si aggiunge al ristretto numero di repliche note, arricchendo il corpus delle opere dell’artista e offrendo una nuova occasione di riflessione sulla poetica di Martini. Tra ironia e malinconia, tra favola e dramma, Martini trasforma l’immobilità dello spaventapasseri in una figura intrisa di emozione, capace di evocare, con la sola forza della forma, il racconto di un amore ideale.


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