Lot 10 | Lotto di n. 6 lettere indirizzate da Gabriele d'Annunzio al Dottor Luigi Luise di Francavilla al Mare

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Wednesday 11 December 2024 hours 15:30 (UTC +01:00)

Lotto di n. 6 lettere indirizzate da Gabriele d'Annunzio al Dottor Luigi Luise di Francavilla al Mare

Starting price
2,500.00 €


Lotto di n. 6 lettere indirizzate da Gabriele d'Annunzio al Dottor Luigi Luise di Francavilla al Mare
Lotto di n. 6 lettere indirizzate da Gabriele d'Annunzio al Dottor Luigi Luise di Francavilla al Mare ed una cartolina di Fiume datata e firmata.

Busta indirizzata "Al dottor Luigi Luise (con risposta), preme
Carta intestata FRANCAVILLA AL MARE NEGLI ABRUZZI
Contenuto della lettera:
"Caro Luigino, mando 500 lire, sii accorto nello spenderle. A domani. Gabriele"
Dimensioni busta. 9,5x14,5 cm.
Dimensioni lettera: 17,9x14 cm.
Condizioni: la busta da lettere presenta piccoli strappi ed una mancanza al retro nella parte alta sinistra. La lettera, piegata a metà, è in ottime condizioni.
2) busta indirizzata "Al dott. Luigi Luise Pescara"
Carta non intestata ricavata da un cartoncino piegato a metà e vergato su due lati di quattro.
Contenuto della lettera:
"Caro Luigino, Pachiò ti porterà domani una testa cornuta di bue. Potresti tu farmi il piacere di ridurla a teschio, immergendola nella soluzione di cui mi parlasti? Te ne sarei gratissimo.
Ti mando altri cinque volumi.
Salutami Michele, ti abbraccio.
A presto! il tuo Gabriele"
Dimensioni busta. 9,5x14,5 cm.
Dimensioni lettera: 18x28,8 cm., nella parte scritta in verticale 18x14,2 cm.
Condizioni: la busta da lettere (L. Mauche Florence) presenta il solo taglio superiore dell'apertura. La lettera, piegata a metà, è in ottime condizioni, tranne qualche piccola macchia.
Il personaggio latore della testa di bue era "un vecchio che passava i suoi giorni al sole, seduto a gambe penzoloni , vendendo arance e limoni, soprannominato "Pachiò" meglio descritto sempre dal Vate come "un vecchio mendicante, marinaio invalido, a cui una untuosa benda copriva l'occhio destro infermo di una infermità ributtante".
Sempre d'Annunzio ci ricorda come, ogni volta ch'egli tornava a Pescara "Pachiò cambiava in segno di festa la benda verde che gli copriva l'occhio malato".
3) busta indirizzata "Al dott. Luigi Luise"
Carta quadrettata intestata "Camera dei Deputati" con timbro azzurro in alto a destra
Contenuto della lettera:
"Caro Luigi, ho ricevuto oggi l'invito cortese per la fiera di Beneficienza: troppo tardi per poter mandare in tempo un oggetto.
Mando invece (chiedendo scusa) cento lire.
E saluto affettuosamente gli amici che spero di riveder presto in Letizia.
Ti abbraccio. Il tuo Gabriele d'Annunzio.
Vidi a Firenze il tuo daniele. Sta benissimo. Mario ha parlato molte ore con lui."
Dimensioni busta. 9,5x14,5 cm.
Dimensioni lettera: 21x26,5 cm., nella parte scritta in verticale 21x13,3 cm.
Condizioni: la busta da lettere (L. Mauche Florence) presenta il solo strappo superiore dell'apertura, con lievi mancanze al fronte ed al retro. La lettera, piegata a metà, è in buone condizioni, tranne qualche piccola macchia e due forellini nella parte bianca non interessata dal testo.
4) lettera di tre facciate su due fogli da quattro pagine, ciascuno con intestazione in inchiostro bruno e a caratteri capitali: "LA CAPPONCINA SETTIGNANO DI DESIDERIO (FIRENZE)
Contenuto della lettera:
"Mio caro Luigi, ho scritto al Ministro Carmine - che conosco simpaticamente - per la faccenda dei Tabacchi. Ti comunicherò la risposta.
La sfiducia degli Amministratori è ingiusta, mi sembra.
Non v'è domanda che non sia stata presa in considerazione, da che sono Deputato. Per fortuna il prof. Temeroni potrà sempre mostrare il protocollo tenuto con una diligenza ed una esattezza esemplare.
Io non posso intanto ancora dirti il giorno preciso del mio arrivo, e probabilmente non te lo dirò perché vorrò giungere in incognito.
Mi duole di non avere ancora fatto miracoli, in questi cinque mesi di officio. Gli elettori sono impazientissimi contro coloro che non sanno attuare la sentenza cesarea "Veni, vidi, vici". Spero di poter ottenere in seguito quel che, in questa grande fluttuazione politica, non m'è riuscito.
Salutami gli amici, affettuosamente.
Ti abbraccio con animo fraterno. Ave
2 agosto Gabriel"
Dimensioni lettere: 27x21
Condizioni: ottime, qualche piccola macchia.
5) lettera di tre facciate su un foglio di cartoncino senza nessuna intestazione e piegato in quattro
Contenuto della lettera:
"Mio caro Luigi, ti sono profondamente grato di quello che hai fatto in questa tristissima circostanza. Tutto, in questo momento, è avverso; e la mia buona volontà non vale a rompere il duro cerchio.
Nei giorni scorsi ho dovuto spendere molto denaro pel nuovo assetto di Mario e m'è poi sopraggiunto un atto giudiziario di Donna Maria (alimenti!) E ho dovuto venire ad un accomodamento pecuniario per evitare conseguenze odiose.
ricevo la lettera di Antonio al momento di partire per Venezia. E sono nell'impossibilità assoluta di spedire le 600 lire. Tu comprendi come non mi sarebbe forse impossibile trovare, tra giorni, 5000 lire mentre m'è impossibile chiederne 600, tra oggi e domani. Ho bisogno d'un poco di tempo.
Guarda se tu puoi in qualche modo aiutarmi. Domani è lunedì. Il tempo stringe. Mercoledì ci sarà la rappresentazione della Città morta. Giovedì mattina potrò rimandare 300 lire per telegrafo. Il resto in breve.
Scrivo in gran fretta, al momento di partire. Benigno ti spiegherà meglio.
Ti abbraccio e ti son grato fraternamente
5 maggio 1901 Gabriele"
Dimensione lettera: 25,4x20 cm.
Condizioni: buone, fatto salvo un piccolo strappo nella parte alta di 4 cm che corre lungo la piega della lettera.
Vi è nella lettera il riferimento alla rappresentazione della tragedia in cinque atti "La Città Morta" composta nel 1896 dal Vate ed andata in prima assoluta nel gennaio 1898 a Parigi. La prima italiana avvenne invece al Teatro Lirico di Milano il 21 marzo 1901 e la protagonista femminile fu interpretata da Eleonora Duse.
"Donna Maria" che manda l'atto giudiziario per gli alimenti è Maria Hardouin dei duchi di Gallese (Roma, 30 gennaio 1864 – Gardone Riviera, 18 gennaio 1954), di nobile famiglia italiana, prima e unica moglie di Gabriele D'Annunzio. Figlia del duca Giulio Hardouin di Gallese e Natalia Lezzani[ conobbe il poeta nel 1883. La relazione venne osteggiata dalla famiglia di lei, per la differenza di classe tra i due. D'Annunzio continuò a frequentare Maria di nascosto, fino al "peccato di maggio" e alla fuga dei due a Firenze, di cui parlarono i rotocalchi dell'epoca. Si sposarono a Roma il 28 luglio del 1883. Dalla loro unione nacquero Mario, il primogenito e poi Gabriellino e Ugo Veniero.
6) Lettera di tre fogli su carta intestata della Prima Squadriglia Navale comandata da d'Annunzio col motto in alto a destra "SEMPER ADAMAS, PRIMA SQUADRIGLIA NAVALE. IL COMANDANTE"
Il motto (sempre adamantino, ovvero duro come il diamante) fu illustrato, come tanti altri del Vate, da Adolfo De Carolis disegnando un braccio nudo orizzontale che si leva tra le fiamme con il dito puntato a oriente.
Contenuto della lettera:
"Caro Luigino, in questo momento faccio al dottor Duse la teoria dei ricorsi di eventi impostimi e ritempestivi.
E mi arriva, all'improvviso, il tuo telegramma da Parma. Perché dunque all'improvviso?
Io da tre giorni sono malato di raffreddore; e da più giorni Luisa è immobile nel letto, per una distorsione alla spina dorsale, con stiramento del gruppo di nervi sciatico!
E sopra me gravan mille noie, inoltre, d'ogni genere, atroci.
Una visita cara mi diventa, ecco, straziante. Io ti supplico di differirla. Non ho lo spirito in condizioni di riceverla se non come un cumulo di dolci affetti incrudeliti.
Perdonami. So che nessun mi comprende. Io resto al capezzale di una malata; e serro i denti.
Ti abbraccio 16 X 1923 Gabriel"
Dimensione di ciascuno dei tre fogli della lettera: 32x22 cm.
Condizioni: strappi orizzontali al centro di ciascun foglio, all'altezza della linea orizzontale della piegatura. Nello specifico nel primo foglio il taglio è di 5 mm., nel secondo di 4 mm, mentre nel terzo si estende di 5,9 cm. e presenta una lieve mancanza della carta. In tutti e tre i casi non vengono interessate parti del testo.
La Luisa al cui capezzale è d'Annunzio è Luisa Baccara, veneziana, di famiglia borghese, donna carismatica e bravissima pianista, musa e amante del vate, soprannominata "la signora del Vittoriale".
Bibliografia:
Franco Di Tizio, Gabriele d’Annunzio e gli amici del Cenacolo michettiano, Ianieri Edizioni, 2021
Franco Di Tizio, Francesco Paolo Michetti nella vita e nell’arte, Ianieri Edizioni, 2006
Franco Di Tizio, d'Annunzio e Michetti. La verità sui loro rapporti, Ianieri Edizioni, 2002
Franco Di Tizio, Gabriele d’Annunzio e la famiglia d’origine, Ianieri Edizioni, 2014
Franco Di Tizio, Il periodo francavillese di Gabriele d’Annunzio, Ianieri Edizioni, 2018
Breve profilo del Dott. Luigi Luise:
Luigi Luise, sebbene ottimo amico del Vate non è stato quasi mai citato nelle biografie dannunziane, questo prima degli studi dello storico Franco Di Tizio che del personaggio ha analizzato e descritto diversi carteggi nelle opere sopra richiamate.
Nato ad Otricoli nel 1853, non fu solo membro del cenacolo michettiano, ma il medico di famiglia di tutta la famiglia d'Annunzio ed in particolare dell'amata madre del Vate Donna Luisa De Benedictis.
Terzo di sette figli del farmacista Daniele Luise e di Emilia Cinciosi sposò negli anni ottanta dell'Ottocento la nobildonna Firmina Memma, citata da d'Annunzio nelle Novelle della Pescara, dalla quale ebbe cinque figli: Dora, Nedda, Silvina, Daniele e Gilda. Morta nel 1890 la moglie ancora in giovane età, contrasse nuovo matrimonio nel 1913 con Carmen Bernardocco, di trent'anni più giovane di lui.
Suo fratello Michele (1860-1918) era il cognato del Vate sposato la sorella del Vate Elvira d'Annunzio (1861-1942).
Il 22 agosto del 1888 sarà testimone di nozze assieme a Gabriele d'Annunzio nel matrimonio tra il pittore Francesco Paolo Michetti e la giovane Donna Nunziata Cermignani, che proprio da lui, medico curante, aveva avuto un certificato medico per "tonzillite espedativa" che le permetteva di farsi sposare in casa dall'ufficiale da Enrico Bruni.

Cartolina postale da dieci centesimi non viaggiata con timbro "Antonio Anselmo Fotografo, Milano, Via San Vito N.1"
Al fronte:
Gabriele d'Annunzio assieme ai suoi soldati mangia il rancio dalla gavetta. Sono tutti in piedi attorno ad una antica statua. Solo il vate è seduto sulla base della stessa. Vicino a lui un cane.
in basso l'autografo "Gabriele d'Annunzio, Fiume, 1920"


Misure. 13,5x9 cm.
Condizioni: buone, una piccola piega in alto a destra.