ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA + FOCUS CONSONANZE E DISSONANZE SESSIONE UNICA
Tuesday 9 July 2024 hours 15:00 (UTC +01:00)
Domenico Fiasella e aiuti | 1589 - 1669
Domenico Fiasella e aiuti | 1589 - 1669
REBECCA ED ELIZIER AL POZZO
olio su tela, cm 155,5x124.
Provenienza
Milano, Collezione privata.
Opera accompagnata da una comunicazione scritta di Anna Orlando datata: marzo 2024.
Il dipinto, inedito, va riferito al pittore ligure Domenico Fiasella, noto come “il Sarzana” per la sua cittadina di nascita (Sarzana, La Spezia 1589 - Genova 1669). Domenico era figlio di un orafo e argentiere, Giovanni Fiasella. Questi lo mandò a studiare a Genova, dove rimase per alcuni mesi nella bottega del toscano Aurelio Lomi (1599-1600 circa), fratello maggiore di Orazio Gentileschi (che prese il cognome materno). Sempre a Genova, Domenico si spostò poi nella casa del grande maestro Giovanni Battista Paggi, dove rimase “alcuni anni” (Soprani), dal 1600 al 1606 circa. Nel 1607 il giovane talento ha l’opportunità di trasferirsi a Roma, e non vi è dubbio che quell’esperienza gli valse tutta la notorietà dei successivi anni genovesi, in considerazione dei notevoli aggiornamenti culturali che la Città Eterna poteva offrire e che rinnovarono la sua arte. Fu a Roma, infatti, negli anni in cui Caravaggio era ancora in vita (muore nel 1610), e poté frequentare e stringere amicizia con molti grandi pittori (tra i quali Orazio e Artemisia Gentileschi) ed essere accolto in ambienti estremamente altolocati, come la casa del banchiere genovese di stanza a Roma Vincenzo Giustiniani, che fu committente sia suo che dello stesso Caravaggio. Nel 1616/1617 il Fiasella fece ritorno a Genova, dove risiedette e lavorò, tranne qualche spostamento, per tutto il resto della sua lunga vita (morì a 80 anni). Raro autore di opere ad affresco (il ciclo più noto è quello in Palazzo Lomellini-Patrone con le Storie di Ester del 1620-1625 circa), fu artista di successo per grandi commesse pubbliche soprattutto religiose, e dunque di pale d’altare o per arredo a cappelle di chiese e conventi. Fu di fatto uno degli artisti più prolifici anche per la committenza privata, per la quale eseguì non solo tele di grande formato per l’arredo dei saloni delle dimore aristocratiche, ma anche quadri da stanza di dimensioni relativamente ridotte. Il successo lo portò a condurre una delle botteghe più importanti in città ed ebbe numerosi collaboratori, anche per far fronte alle molte richieste. Il tratto essenziale del Fiasella e l’impostazione della sua bottega, che non smise di piacere con lo scorrere dei decenni nonostante le mutazioni di un gusto che si andava via via aggiornando, fu la capacità di raccontare con estrema naturalezza tanto la storia biblica, che la favola mitologica, tanto l’episodio storico che letterario. L’attinenza al testo e il linguaggio piano caratterizzano le sue composizioni, come questa, tratta dal libro della Genesi (24). (...) Non è questo l’unico esemplare noto in cui il Fiasella inscena il fortunato e gradevolissimo soggetto dell’incontro tra Rebecca ed Eleazzaro al pozzo. Quello più noto, perché pubblicato da Piero Donati fin dal 1974 (Domenico Fiasella il “Sarzana”, Genova 1974, fig. 46), è una tela assai più grande (cm 220 x 166,5) conservata in collezione privata. Mi è nota una seconda versione, sempre a sviluppo orizzontale ma di dimensioni minori (cm 120x150), passata recentemente sul mercato antiquario (Cambi, novembre 2023), nella quale è ben intuibile l’intervento degli aiuti nelle figure secondarie.
(testo tratto dalla comunicazione scritta di Anna Orlando, cit.).
Lotto facente parte del focus "Consonanze e Dissonanze"