Asta N. 376 - Importanti mobili, oggetti d'arte, argenti e dipinti antichi Strumenti musicali
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Lot 542 "Nereide e Tritone" modello di Filippo Tagliolini in porcellana biscuit della Real Fabbrica Ferdinandea, 1785-1790 (h. cm 45 circa)(lievi difetti) Per questo lotto Ë disponibile l'Attestato di Libera Circolazione Biscuit centrepiece of "Nereid and Triton" Filippo Tagliolini, Real Fabbrica Ferdinandea. Naples, 1785-1790 (minor defects) Export license is available for this lot Il gruppo raffigura una giovane donna in piedi su di una conchiglia marina trainata da due delfini con alla sua destra un Tritone sorreggente una ghirlanda di frutti di mare e alla sua sinistra un Putto seduto su di un puledrino marino, animale mai rinvenuto in precedenza in un biscuit. La figura femminile Ë illeggiadrita da un drappo svolazzante sollevato ad arco alle sue spalle che con felice intuizione rende il senso del movimento della conchiglia sulle onde. Il nostro modello, del quale a tuttíoggi non si conoscono altri esemplari, per tradizione Ë noto come Trionfo di Galatea per alcune richiami stilistici con líaffresco della Farnesina realizzato da Raffaello nel 1511 quando líedificio apparteneva ad Agostino Chigi e che riproduce appunto Galatea su di una conchiglia trainata da delfini compreso lo stesso manto svolazzante. Alcune considerazioni mi portano tuttavia a rivedere questa lettura del soggetto e ritenere che il nostro modello raffiguri piuttosto una Neride solo riecheggiante la Galatea raffaellesca, innanzi tutto per líassenza di riferimenti sia al pastore Aci da lei amato che al deluso e vendicativo Polifemo, ma in modo pi˘ specifico a seguito dellíesame dellíinventario redatto nel 1807 al momento della chiusura della fabbrica borbonica (1). In questo documento, fra altre forme di noti modelli creati da Tagliolini, figurano descritti in successione quelli destinati a formare con evidenza un articolato centro tavola -o dessert- dedicato al mare, centro tavola che anche grazie al rinvenimento del nostro gruppo si Ë quasi del tutto ricostituito. Nellíinventario del 1807 figurano fra le "Forme esistenti nella Real Fabbrica della Porcellana sotto la custodia di D. Francesco Zarra..." e cito: 3426 Forma del primo Maritimo in undici pezzi 3427 Forma del secondo Maritimo in dieci pezzi 3428 Forma del Tritone in sei pezzi 3429 Forma delle Sirene in quattro pezzi 3430 Forma del Trionfo di Nettuno in ventitrÈ pezzi Eí facile sulla base di queste seppur sommarie descrizioni immaginare un Dessert del Mare -mi piace dare nomi alle composizioni- con al centro il Trionfo di Nettuno, ai due lati i modelli dei Maritimi - uno dei quali ritengo sia la Neride e Tritone- e intorno altre figure di Sirene e Tritoni. Conosciamo gi‡ quattro esemplari del gruppo detto Trionfo di Nettuno - uno dei quali esitato fra líaltro presso questa stessa casa díAste la scorsa primavera (2)- cosÏ come si conosce il modello della Sirena - o Centauressa Marina- sorreggente una conchiglia piena di pesci e frutti di mare (3), gruppi ai quali oggi con il biscuit qui commentato possiamo aggiungere uno dei due Maritimi. Mancano quindi allíappello per una completa ricostruzione del Dessert del Mare solo il Tritone pendant della Sirena e líaltro Maritimo. Per la datazione Ë da ritenersi che il gruppo della Nereide, cosÏ come quello del Trionfo di Nettuno, sia stato eseguito da Filippo Tagliolini durante il suo primo decennio di attivit‡ presso la manifattura di Ferdinando IV di Borbone, tra il 1780 e il 1790, quando nelle sue opere sono ancora fortemente presenti le influenze della cultura barocca romana condizionate dalla sua formazione artistica presso líAccademia di San Luca. E non sarebbe quindi un caso che nellíinventario del 1807 non figurino biscuit relativi al Nettuno, in quanto probabilmente non sfornati pi˘ negli ultimi anni di attivit‡, ma vi si trovino soltanto i modelli fra le forme gelosamente custodite dal magazziniere -e anche modellatore- D. Francesco Zarra.
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Lot 543 Coppia di comÚ in noce a tre cassetti lastronati in bois de violette, filettati in bois de rose e decorati da rosoni intarsiati. Cornici, fasce, sagome e montanti riccamente intarsiati a fiori, volute e candeliere su fondo a stucco. Gambe troncopiramidali intarsiate, quelle frontali su tre facce, quelle posteriori su due (cm 123,5x88x58) Lombardia, sec. XVIII (lievi difetti) A pair of kingwood veneered and rosewood inlaid commodes. Lombardy, 18th century (minor defects)
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Lot 544 Candeliere ad obelisco in marmo bianco con colonna decorata da applicazioni in bronzo a mascherone e colombe su fiori. Base squadrata con ai lati due braccia sagomate decorate a foglie d'acanto e al centro calamaio con pigna tornita e fregio con fiocco e festone, al retro placca con stemma nobiliare inciso. Piedi torniti. Inizio del sec. XIX (h cm 35) Early 19th-century obelisk candlestick
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Lot 545 "Barbara Belgiojoso d'Adda" e "Antonio Barbiano di Belgiojoso". Coppia di mezzi busti in gesso (h. cm 86,5 e 82,5) Su basi quadrangolari in parte scanalate, con applicazioni di foglie. La parte superiore con inscrizioni identificative dei due coniugi (difetti) Carlo Maria Giudici (Viggi˘ 1733 - Milan 1804) "Barbara Belgiojoso d'Adda" and "Antonio Barbiano di Belgiojoso". A pair of gypsum busts on bases (defects) Questi due monumentali gessi, caratterizzati da un'alta qualit‡ esecutiva, sono i calchi in gesso, corredati delle relative basi con le belle iscrizioni epigrafiche in latino, dei ritratti in marmo eseguiti nel 1769 da Carlo Maria Giudici ai due coniugi Barbara Elisabetta d'Adda e Antonio Barbiano di Belgiojoso (nella collezione di Franco Maria Ricci sono stati pubblicati in occasione della rassegna Il Neoclassicismo in Italia da Tiepolo a Canova, catalogo della mostra a cura di F. Mazzocca, E, Colle, A. Morandotti, Milano, Palazzo Reale, Skira editore, 2002, p. 507; si veda poi la scheda di S. Zanuso in La collezione di Franco Maria Ricci editore e bibliofilo, catalogo della mostra a cura di L. Casalis e G. Godi, Parma, Graiche Step Editrice, 2004, pp. 230-231), l'antichissima e illustre famiglia milanese che, grazie soprattutto all'impegno del successore il figlio Alberico XII sposato a Anna Ricciarda d'Este, sar‡ protagonista del Neoclassicismo a Milano. Si deve a quest'ultimo la realizzazione tra il 1772 e 1781, su progetto di Giuseppe Piermarini, dell'imponente Palazzo Belgiojoso d'Este, il pi˘ importante cantiere della Milano neoclassica dopo quello di Palazzo Reale (si veda F. Mazzocca, A. Morandotti e E. Colle, Milano Neoclassica, Milano, Longanesi & C., 2001, pp. 219-239). In questa occasione fu affidata proprio a Giudici, che si qualificava cosÏ come un artista di famiglia, l'esecuzione dei due bassorilievi celebrativi per la facciata con temi ispirati alla storia romana. I due busti, che sono da considerarsi i capolavori del Giudici scultore e tra le opere pi˘ interessanti realizzate a Milano in quegli anni, appaiono ancora pervasi da un gusto barocco basato su un linguaggio plastico molto dinamico. Infatti le figure, impostate con abile e suggestiva teatralit‡, conservano una carica naturalistica e un'incisivit‡ fisiognomica, poi molto sfumate nella successiva idealizzazione neoclassica. Mentre nella trattazione delle ricche pieghe dei mantelli che avvolgono i due busti e nei dettagli del costume ritroviamo un virtuosismo straordinario che conferma l'alta professionalit‡ di Giudici, che fu un vero protagonista nel paesaggio della vecchia civilt‡ rococÚ alle nuove istanze del Neoclassicismo. Soprattutto scultore, e come tale ha lavorato con grande impegno nel cantiere del Duomo di Milano a partire dal 1756, ma anche apprezzato pittore e architetto, dopo il fondamentale soggiorno a Roma nel 1751, fu titolare di un'importante accademia privata in cui si formarono molti artisti che saranno poi protagonisti del Neoclassicismo, come lo scultore Gaetano Monti e in particolare Andrea Appiani che sar‡ sempre riconoscente al suo vecchio maestro per averlo introdotto alle istanze dell'incipiente riforma neoclassica attuata a Roma da Anton Raphael Mengs (G. Stolfi, Giudici, Carlo Maria, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vol.56, 2001, pp. 660-663). Le qualit‡ esecutive che caratterizzano i due busti in marmo della collezione Ricci, realizzati per il castello di Belgiojoso dove erano conservati in origine, si ritrovano nei due calchi che furono collocati in epoca imprecisata in cima allo scalone principale del castello stesso. La rifinitura e la raffinata patinatura della superficie rende questi gessi delle opere davvero uniche nel loro genere. Milano 12 febbario 2009 Prof. Fernando Mazzocca
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Lot 546 Servizio da caffË in porcellana decorato con motivo ornitologico caratterizzato da volatili naturalistici in un paesaggio minimo con piante ed insetti. Líinsieme Ë contenuto in custodia foderata ed Ë composto da dieci tazzine da caffË con piattino; caffettiera; lattiera; zuccheriera tonda con coperchio; ciotola; piatto ovale polilobato a bordo rialzato. Profili in oro. Tazze basse tonde con manico a voluta. Le prese dei coperchi sono a forma di fiore. I beccucci della caffettiera e della lattiera sono a rilievo mentre i manici dei due oggetti sono modellati a rametto con sfumature verdi ed innesti sul corpo piriforme a fiori policromi a rilievo. Marca di fabbrica: spade incrociate con punto in blu. Meissen, seconda met‡ del sec. XVIII (restauri alla ciotola, a due tazzine e ad alcuni manici. Manca il piede della zuccheriera. Sbeccature ai profili) A porcelain Meissen service, second half of the 18th century (defects and restorations) La guerra dei Sette Anni (1756/1762) con la conseguente invasione prussiana in Sassonia, determina la chiusura temporanea della manifattura di Meissen. Alla riapertura, la fabbrica, pur conservando una qualit‡ altissima dei suoi prodotti, si trova a dover fronteggiare la concorrenza di Sevres; si diffondono cosÏ fondi colorati e decorazioni naturalistiche con fiori, uccelli, frutta, nastri. Dal 1780 inizia la gestione del conte Camillo Marcolini che compie il passaggio dal rococÚ al neoclassicismo con forme pi˘ severe e decori a medaglioni.
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Lot 547 Calamaio in terraglia policroma di gusto neoclassico. Composto da una base ovale a basso cilindro sorretta da quattro piedini a bulbo. La larga fascia centrale Ë modellata a stampo con festoni vegetali e mascheroni a rilievo. Ai lati superiori del corpo ovale sono presenti i recipienti tondi con coperchio per líinchiostro. Al centro si trova la vaschetta per la cenere ed ai lati altre due vaschette ovali con coperchio sormontati da mappamondi plastici ed oggetti di misurazione a guisa di pomolo (cm 35x18x24) Napoli, probabilmente manifattura Giustiniani, inizio sec. XIX secolo Polychrome-painted earthenware inkwell. Naples, probably Giustiniani manufactory, early 19th century A Napoli, tra la fine del XVIII secolo e líinizio del XIX, la produzione ceramica Ë caratterizzata anche dallíesistenza di molte manifatture di terraglia, spesso di piccole dimensioni e a conduzione familiare. Fra queste emerge la Manifattura Giustiniani che occupa circa 120 operai. Fondata nel 1760, si specializza nella produzione di terraglia avorio riproducente i vasi della Magna Grecia. La produzione non Ë limitata solo a questo genere, ma dal 1820 circa asseconda il gusto corrente ed alla moda del periodo.
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Lot 548 John e William Cary. Globo terrestre e globo celeste con fusi delineati e colorati. Globo con volta celeste inscritto e datato "Cary's new celestial globe on which are correctly lay down upwards 3500 stars...years ago" supporto in legno tornito (h. cm 45) Sec. XIX (difetti e restauri) John and William Cary. 19th-century terrestrial globe and celestial globe (defects and restorations)
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Lot 549 (Attr.) "Paesaggio fluviale con figure di pescatori e viandanti" tempera su cartoncino (cm 45x61,5) In cornice (difetti) reca firma indecifrata in basso a sinistra (Attr.to) "River Landscape with Figures" tempera on cardboard (cm 45x61,5) Framed (defects) undeciphered signature
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Lot 550 (Attr.) "Paesaggio fluviale con tempio gotico e figure" tempera su cartoncino (cm 40x54) In cornice (difetti) (Attr. to) "Landscape with Gothic Temple" tempera on cardboard (cm 40x54) Framed (defects)
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Lot 551 "Le quattro stagioni" gruppo di quattro oli su tela (cm 36,5x45)In cornice (difetti) uno riporta etichetta al retro, siglati F. F. "The Four Seasons" group of four oils on canvas (cm 36,5x45) Framed (defects). Initialled F. F. Francesco, il primogenito, dalla scuola paterna passÚ a quella di La Croix, uno dei pi˘ rinomati allievi di Vernet. Valente pittore, a Parigi prevalentemente, fu interprete di quello stile paesaggistico emotivo molto in voga allíepoca Il suo lavoro si combina con un vivo senso di armonia pittorica, le sue atmosfere irrequiete, ricche di suggestioni cromatiche, rappresentano un importante momento di passaggio tra il vedutismo decorativo del ë700 e il paesaggio della stagione romantica che si apre al realismo e al colore. Fidanza coglie, in questi quattro dipinti, effetti metereologici, squarci temporaleschi, mareggiate, nevicate e tramonti in un tripudio di nuvole, tingendo la tela della gamma dei rossi o mescolando i blu delle acque con il bianco della spuma, oppure creando líatmosfera ovattata ed offuscata della neve. I suoi personaggi, descritti da sicure e brevi pennellate sono integrati in una natura oggettiva carica di luce e colori, impaginati in una personale e delicata sensibilit‡ atmosferica, osservata e resa in particolari situazioni luministiche legate, oltre alle stagioni, alle ore del giorno o ad improvvisi mutamenti temporali. Bibliografia: AA. VV., Il Settecento a Roma, Roma, De Luca Editore, 1959.
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Lot 552 Il Canal Grande con Punta della Dogana - olio su tela (cm 99,5x143) In cornice Esposto alla mostra "Lo splendore di Venezia, Canaletto, Bellotto, Guardi e i vedutisti dell'Ottocento" Brescia, Palazzo Martinengo; pag. 110, tav. 15. Per la scheda completa si prega di consultare il catalogo cartaceo "The Grand Canal with Punta della Dogana " oil on canvas (cm 99,5x143) Framed
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Lot 553 Mobile a due corpi in noce e radica, filettato a motivi geometrici in legni vari, parte superiore a due ante a specchi con cappello sagomato, parte inferiore a due cassetti e anta ribaltabile celante vani e cassettini. Piedi torniti. Piemonte, sec. XVIII (cm 92x202x50) (difetti e restauri) 18th-century Piedmontese walnut and briar-root bureau-cabinet (defects and restorations)
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Lot 554 ComÚ lastronato in legni vari, piano intarsiato in ebano a volute e fiori in policromia, fianchi con riserva a paesaggi, fronte a tre cassetti. Lombardo-Veneto, sec. XVIII (cm 130x97x57) (difetti e restauri) Ebony inlaid wood commode. Lombardo-Veneto, 18th century (defects and restorations)
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Lot 555 Gruppo di sei appliques in legno intagliato e dorato a forma di cigni che sorreggono cinque bracci. Sec. XIX (difetti) Group of six carved giltwood appliques. 19th century (defects)
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Lot 556 Lotto composto da due appliques in legno a tre e due luci con pannello in legno di forma sagomata inciso e scanalato a volute e fiori. Sec. XVIII (cm 130x100) Reggitorciere in ferro e metallo di epoca posteriore (difetti e mancanze) Lot comprising two 18th-century wood appliques (defects and restorations)
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Lot 557 Specchiera in legno intagliato e dorato con fregi e cimasa traforati e scolpiti a vaso fiorito e volute fogliate. Cornice decorata a rilievo a fiori. Sec. XVIII (cm 143x100) (mancanze e restauri) 18th-century giltwood mirror (losses and restorations)
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Lot 557BIS Maestro del sec. XVIII. Testa di fanciullo, scultura in terracotta, poggiante su base in legno tornito ed ebanizzato (cm 23) (minimi difetti)
18th century terracotta sculptura -
Lot 558 detto Mario dei Fiori (Attr.) "Ghirlande di fiori con amorini" coppia di dipinti a olio su tela (cm 44x34) In cornici laccate
Attribuited to " Flowered GarIand with Cupids" pair of oil paintings on canvas (cm 44x34) Framed -
Lot 559 Frammento di arazzo di Bruxelles, secolo XVI/XVII, tessuto in lana e seta raffigurante una scena di caccia all'orso con due giaguari in primo piano in basso a destra e un paesaggio dettagliato sullo sfondo (cm 371x264) (vecchi restauri, mancanze, strappi) Fragment of Brussels tapestry depicting hunting scene, 16th/17th century (losses, restorations, tears)
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Lot 560 Antico mortaio in porfido di forma sferica scanalato nella parte superiore ed inferiore (cm 19x28) (minimi difetti) Cfr.: Lise G. - Bearzi B. (a cura di) "Antichi mortai di farmacia" Silvana ed. d'arte, Milano, 1975, tav. XLIV Antique porphyry mortar (minor defects)
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Lot 561 Maestro romano del sec. XVIII "Cristo crocifisso" scultura in avorio (h. cm 41) montato su croce in legno ebanizzata entro cornice sagomata di epoca posteriore su pannello in velluto. Siglato a inchiostro sul retro (lievi difetti e restauri) Roman master of the 18th century "Christ crucified" ivory sculpture on ebonised wood crucifix. Signed on verso (minor defects and restorations. Frame of a later date)
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Lot 562 (Attr.) "Le prove di MosË" olio su tela (cm 69x109) In cornice (difetti) (Attr. to) "The Trials of Moses" oil on canvas (cm 69x109) Framed (defects) Pittore fiammingo, si trasferÏ in Italia attratto, come molti suoi connazionali, dalle allettanti prospettive di formazione e di committenze. La sua presenza a Genova dovrebbe collocarsi a partire dal 1625 circa e sino a tutti gli anni Trenta del XVII secolo. Da uno stile improntato sui modelli del tardo-manierismo, MalÚ formulÚ nella maturit‡ un linguaggio riferito a Rubens e Van Dick; lo sviluppo di tale maniera fu favorito soprattutto dal dialogo con la nutrita comunit‡ di pittori nordici operanti a Genova nel Seicento. Le due opere in esame vengono strutturate dalla gestualit‡ dei personaggi intenti nelle celebrazioni fastose, dal coinvolgente incrocio di sguardi che modulano líopera laddove líartista amalgama la linea curva díintonazione manierista ad una sensibilit‡ cromatica tipicamente barocca quasi fossero parate, mascherate, che lasciano impressa la grandiosit‡ del soggetto religioso dipinto. Teatralit‡, spazi affollati e piani prospettici, senza ordine, scalano in profondit‡ nelle due composizioni elegantemente artificiose che puntano (Il Davide) al bizzarro fantastico con sapiente intenzione tesa a incrementare il tasso di raffinatezza materiale e spirituale. Bibliografia: E. Gombrich "Dizionario della Pittura e dei Pittori" Einaudi Editore (1997)
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Lot 563 (Attr.) "Trionfo di Davide" olio su tela (cm 69x109)In cornice (difetti) (Attr.to) "The Triumph of David" oil on canvas (cm 69x109) Framed (defects) Pittore fiammingo, si trasferÏ in Italia attratto, come molti suoi connazionali, dalle allettanti prospettive di formazione e di committenze. La sua presenza a Genova dovrebbe collocarsi a partire dal 1625 circa e sino a tutti gli anni Trenta del XVII secolo. Da uno stile improntato sui modelli del tardo-manierismo, MalÚ formulÚ nella maturit‡ un linguaggio riferito a Rubens e Van Dick; lo sviluppo di tale maniera fu favorito soprattutto dal dialogo con la nutrita comunit‡ di pittori nordici operanti a Genova nel Seicento. Le due opere in esame vengono strutturate dalla gestualit‡ dei personaggi intenti nelle celebrazioni fastose, dal coinvolgente incrocio di sguardi che modulano líopera laddove líartista amalgama la linea curva díintonazione manierista ad una sensibilit‡ cromatica tipicamente barocca quasi fossero parate, mascherate, che lasciano impressa la grandiosit‡ del soggetto religioso dipinto. Teatralit‡, spazi affollati e piani prospettici, senza ordine, scalano in profondit‡ nelle due composizioni elegantemente artificiose che puntano (Il Davide) al bizzarro fantastico con sapiente intenzione tesa a incrementare il tasso di raffinatezza materiale e spirituale. Bibliografia: E. Gombrich "Dizionario della Pittura e dei Pittori" Einaudi Editore (1997)
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Lot 564 "Sacrificio di Isacco" olio su tela (cm 123,5x172,5) In cornice antica Opera accompagnata da expertise del Pof.Carofano "The Sacrifice of Isaac" oil on canvas (cm 123,5x172,5) Old frame With expertise by Prof. Carofano