Importanti Mobili, Arredi e Oggetti d'Arte, Porcellane e Maioliche
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Lot 25 TAPPETO MAHAL PERSIANO, SECOLO XIX
fondo rosa salmone con piccolo medaglione blu e avana, riquadri e bordura avana e giallo con decori rosa e blu, cm 430x325
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Lot 26 TAPPETO KIRMAN , PERSIA , SECOLO XIX
fondo blu cosparso da piccolo motivo floreale avorio, rosa e rosso, bordura avana con fiori rosa e blu, cm 385x300 -
Lot 27 TAVOLINO DA GIOCO, GENOVA, SECONDA METÀ DEL SECOLO XVIII
impiallaciato in bois de violette e filettato in bois de rose di forma triangolare, piano a libro decorato con motivi a rosone entro riserva triangolare, due cassettini sulla fascia, gambe troncopiramidali terminanti con dado, cm 82x111x55,5 (chiuso)
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Lot 28 CASSETTONE, GENOVA, XVIII SECOLO
impiallacciato in bois de violette e filettato in acero con piano in marmo sagomato e modanato; fronte e fianchi di linea mossa, due cassetti con maniglie e bocchette in bronzo dorato; gambe a sciabola calzate da zoccoli in bronzo cesellato e dorato, cm 87x101x60
Bibliografia di confronto
E. Baccheschi (a cura di), Mobili Genovesi , Milano 1972, p. 53 -
Lot 29 COPPIA DI VASI A VERSATOIO CON STEMMA DEMIDOFF, PARIGI, ULTIMO QUARTO DEL SECOLO XIX
in terracotta, rilievi alla barbotine e smalto piombifero. I due vasi hanno una foggia a versatoio di gusto neorinascimentale con un mascherone di satiro collocato sotto il versatoio e anse foggiate a forma di sirene. Il corpo è decorato da putti, animali e racemi fioriti a rilievo. Al centro sui due lati del corpo racchiusi in medaglioni circolari campeggia lo stemma della famiglia russa Demidoff: stemma formato da due lettere “D” capitali che s’incrociano trasversalmente, che si ritrova anche su un noto servito di vasellame Richard-Ginori della fine XIX secolo, espressamente eseguito per i Demidoff. Lo stesso blasone si riconosce pure in alcune foto antiche che ritraggono dei tendaggi appesi nei saloni della Villa Demidoff di San Donato. La villa fu eretta dal magnate russo Nicola Demidoff che tra il 1825 e il 1827 aveva rilevato l’antico monastero di San Donato in Polverosa, ubicato fuori dalle mura medievali di Firenze e documentato dal 1154, ormai abbandonato a causa delle soppressioni napoleoniche degli istituti religiosi del 1810. L’architetto Giovan Battista Silvestri fu incaricato di realizzare sui resti del monastero una grande villa in stile neoclassico dotata di un ampio parco. In seguito Anatolio Demidoff portò a termine la costruzione della suntuosa residenza, che fu arredata con opere di pregio. La successiva gestione di Paolo II Demidoff si ricorda soprattutto per la grandiosa asta delle raccolte d’arte della villa (1880), per la quale accorsero a San Donato nobili, collezionisti, antiquari ed emissari di musei internazionali, e per la vendita della residenza familiare nel 1881, prima di trasferirsi a Pratolino (dove ancora oggi è villa Demidoff). Per morfologia, materia e stile si pensa che i due vasi possano essere attribuiti alla manifattura di Thomas Victor Sergent, eccellente imitatore di Palissy attivo a Parigi tra il 1870 e il 1885, noto sia per le raffigurazioni naturalistiche sia per i pezzi di forma con personaggi, in particolare per l’uso di cariatidi nelle sue opere. Egli con Victor Barbizet (attivo tra il 1850 e il 1880) e George Pull (1810-1889 ) è tra i migliori rappresentanti della scuola di Parigi. -
Lot 30 VASO, PIEMONTE, SECOLO XIX
in legno rivestito in cuoio dipinto con ricche applicazioni in bronzo dorato; corpo piriforme su base quadrangolare, decorato da due ovali con scene di genere entro cornici in bronzo dorato; due grandi anse sagomate a motivi vegetali sui lati, alt. cm 70
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Lot 31 COPPIA DI PICCOLE CORNICI, BOLOGNA, SECONDA META'' SECOLO XVII
in legno intagliato e dorato di forma rettangolare, impreziosite da ricche decorazioni di ispirazione vegetale e sormontate da un bel fregio simmetrico; poggianti su due sottili piedini affusolati. Montate con specchio, cm 34x23x6,5, cm 16x7,5 la luce (2)
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Lot 32 CONSOLE, GENOVA, FINE DEL SECOLO XVIII
in legno intagliato e dipinto, piano sagomato dipinto a finta breccia di marmo, pendaglina traforata e intagliata a volute e motivi floreali, gambe mosse con decorazione scolpita e traforata a foglie di acanto e piccoli fiori, piedi a motivi fogliacei riuniti da traversa centrata da conchiglia rocaille , cm 90,5x175x65,5 -
Lot 33 COMODINO, GENOVA, FINE SECOLO XVIII
in palissandro filettato e bois de rose con piano in marmo incassato, fronte a due sportelli sottostanti un vano a giorno, gambe troncopiramidali su piedini affusolati, cm 86x46,5x31
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Lot 34 CASSETTONCINO, PIEMONTE, FINE SECOLO XVIII
in noce intarsiato con legni vari a motivi romboidali e piano in marmo; fronte a 2 cassetti inquadrati da lesene filettate ad imitare scanalature, gambe troncopiramidali, cm 85x58x33
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Lot 35 CASSETTONE A MEZZA LUNA, PIEMONTE, FINE SECOLO XVIII
in noce a patina chiara e scura con filettature ed intarsi in legni vari, fronte a due cassetti con cornici decorate da nastri e fianchi con sportelli decorati da analogo motivo; piano in marmo grigio, maniglie e bocchette in bronzo cesellato e dorato, gambe troncopiramidali, cm 91x129x54,5
Bibliografia di confronto
E. Baccheschi, a cura di, Mobili piemontesi del Sei e Settecento , Milano 1963, p. 112
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Lot 36 Albarello, Montelupo, seconda metà del secolo XVI
in maiolica decorata in policromia, corpo cilindrico con base carenata e piede piano; spalla stretta e alta molto inclinata, bocca ampia con orlo appena estroflesso e taglio netto. La superficie dell’albarello è interamente ricoperta da smalto color crema, su cui è tracciato con ampie pennellate un motivo a “palmetta persiana evoluta” associato a un motivo a linee parallele che corre sul collo e sulla spalla. Si tratta di una delle estenuazioni dei motivi decorativi rinascimentali in uso nelle botteghe montelupine, che ripetono, talvolta con una modalità stilistica più corriva, motivi decorativi in voga nel secolo precedente, alt. cm 25,5, diam. piede cm 9,5, diam. bocca cm 9
Bibliografia di confronto
F. Berti, S toria della ceramica di Montelupo, vol. III, Firenze 1999, p. 285 n. 118
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Lot 37 Coppia di albarelli, Montelupo, secondo quarto del secolo XVI
in maiolica decorata in policromia, corpo cilindrico con base carenata e piede piano; spalla stretta e alta molto inclinata, bocca ampia con orlo appena estroflesso e orlo a taglio netto. La superficie degli albarelli è interamente ricoperta da smalto color crema, su cui è tracciato con ampie pennellate un motivo a “decoro invadente” associato a un motivo a linee parallele che corre sul collo e sulla spalla. Si tratta di una estenuazione dei motivi decorativi rinascimentali che fa seguito alla crisi economica che si verificò nell’area fiorentina nel corso del XVI secolo e comportò una minore vivacità creativa nelle botteghe montelupine, che ripetono motivi decorativi di grande successo nelle produzioni precedenti: ciò giustifica quello che potrebbe intendersi come una modalità pittorica più corriva, alt. cm 24,5, diam. base cm 9,2, diam. bocca cm 9,2
Bibliografia di confronto:
F. Berti, Il Museo della Ceramica di Montelupo , Firenze 2008, pp. 312-315 n. 40g
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Lot 38 ALBARELLO, FAENZA, 1530-1550 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia; la forma ripropone la morfologia classica degli albarelli faentini, con bocca larga appena estroflessa, collo breve con marcata rastrematura che si ripropone anche nella parte inferiore, corpo di forma leggermente troncoconica con spalla e calice dal profilo angolato. Il decoro ricopre tutta la superficie dei vasi con una vivace policromia nei toni del blu e dell’arancio. La spalla e il piede sono decorati da un motivo con un ramo sinuoso delineato in giallo su fondo verde intenso. Il corpo mostra un decoro “a grottesche”, con teste di amorini, mascheroni, racemi accartocciati e delfini che si mostrano simmetricamente sui due lati del contenitore con uno sfondo blu, e in riserve verdi e arancio. Il decoro è centrato da un medaglione contenente una figura femminile che incede in un paesaggio montuoso sorreggendo in mano un ramoscello. Sull’altro lato un medaglione, di proporzione minore, è decorato da un cagnolino in corsa sormontato da tre stelle. Sotto il medaglione corre poi un cartiglio che contiene la scritta apotecaria in caratteri gotici. Numerosi i confronti in collezioni private e musei, che ci confortano nell’attribuzione a una bottega Faentina della metà circa del secolo XVI; alt. cm 32, diam. cm 11, diam. piede cm 10,8
Bibliografia di confronto
C. Ravanelli Guidotti, Ceramiche occidentali del Museo Civico Medievale di Bologna, Bologna 1985, p. 91 n. 61;
A.V.B. Norman, Wallace Collection Catalogue of Ceramics 1: Pottery, Maiolica, Faience, Stoneware , Londra 1976, pp. 121-122 n. c53;
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux . Parigi, p. 313 n. 920 e p. 315 n. 964 (con decoro a quartieri) -
Lot 39
ALZATA O SOTTOCOPPA, FAENZA, “PITTORE DELLE SCENE DI CACCIA”, INIZIO DEL SECOLO XVII
in maiolica decorata in policromia, piatto a fondo liscio con bordo rialzato e breve dall’orlo arrotondato, poggiante su un piede alto poco svasato. La decorazione interessa l’intera superficie del piatto e descrive una scena di caccia: in un ampio paesaggio caratterizzato da un grande albero con chioma larga e da un casolare con tetto a cuspidi, entrambi inseriti in uno scenario di montagna, un cacciatore con cappello armato di archibugio e accompagnato da un cane bianco affronta un centauro con arco spiegato, anch’esso accompagnato da un cane. L’opera è stata recentemente pubblicata sulla rivista “Faenza” a cura di Carmen Ravanelli Guidotti e assegnata ad un artefice denominato convenzionalmente come “ il pittore delle scene di caccia”, che ben emerge nel panorama del Seicento compendiario per coerenza stilistica; alt. cm 5, diam. cm 25,5, diam. piede cm 11,5
Bibliografia:
C.Ravanelli Guidotti in “ La maiolica italiana di stile compendiario. I bianchi ”, a cura di V. de Pompeis, Torino 2010, p. 148 n. 25;
C.Ravanelli Guidotti, Per il Pittore delle scene di caccia , in “Faenza” anno CI, n. 1, 2015, pp. 62-67
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Lot 40
PIATTO, DERUTA, 1520 CIRCA
in maiolica decorata in policromia, cavetto profondo e larga tesa piana con orlo arrotondato, piede a fondo leggermente concavo. Il decoro al centro del cavetto, tipico dei piatti cosiddetti “amatori”, raffigura due mani che si stringono sopra una fiamma ardente, sormontate da una corona affiancata dalle iniziali “E.” ed “E.” scritte in blu in caratteri capitali; mentre la tesa è interessata da un motivo decorativo a tralci incrociati con spine sporgenti, detto a “corona di spine”. Il piatto in esame ha uno smalto povero alla derutese, molto crettato e ricco di difetti e bolliture; il decoro sul retro si limita a una serie di archetti appena visibili in prossimità dell’orlo. L’opera, già appartenuta alla Collezione Imbert nel 1911 (n. 44), reca sul retro l’etichetta di esposizione alla Mostra Nazionale di Antiquariato, che si svolse a Palazzo Reale di Milano nel 1960; alt. cm 4,1, diam cm 22,2, diam. piede cm 7,9
Bibliografia di confronto
J.Poole, Italian maiolica and incised slipware in the Fitzwilliam Museum , Cambridge 1 995, pp. 191-192 n. 267 -
Lot 41 COPPA SU ALTO PIEDE, DERUTA, META'' SECOLO XVI
in maiolica decorata in blu, verde giallo arancio con applicazione di lustro dorato. La coppa, dalla forma cilindrica, poggia su un alto piede a calice ed è corredata da due anse a nastro dal profilo spesso, che dal bordo scendono per terminare a metà circa del corpo. Il decoro occupa l’intera superficie e mostra un motivo floreale che si allarga verso le anse tramite due ramificazioni sinuose, anch’esse adornate da fioretti. Uno spesso strato di lustro riempie le superfici restanti, accompagnato da una fitta puntinatura. Il piede è ricoperto da una densa decorazione fitoforme. Per morfologia e decoro l’opera si inserisce nelle produzioni derutesi della fine del secolo XVI, quando al lustro si affiancano ornati a policromia, delineati con minore rigore decorativo, alt. cm 17,9, diam. 16,5, largh. massima cm 23, diam. piede cm 10,4
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux , Parigi 1974, p. 193 n. 620 (per la forma)
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Lot 42 ALBARELLO, PESARO, 1510-1520
in maiolica decorata in policromia, corpo cilindrico appena rastremato al centro, spalla pronunciata dal profilo fortemente inclinato. L’imboccatura, dall’orlo dritto, si apre su un collo cilindrico piuttosto alto; il piede, basso, è a base piana. Il corpo ceramico color beige chiaro è coperto e smaltato anche all’interno del vaso. La decorazione mostra al centro del vaso un amorino che danza suonando il liuto su un prato, compreso in una riserva che ne segue il profilo. Intorno corre per tutto il resto del corpo un tessuto decorativo a losanghe arancio e blu dall’andamento simmetrico. Un motivo a baccellature interessa la spalla, mentre sul piede corre una corona di foglie lanceolate coerente. Nel cartiglio farmaceutico delineato in blu si legge DIACINAMOMO , un preparato a base di cannella: antiossidante, antipiretico. Per forma e caratteristiche decorative, si ritiene che l’opera si possa inserire nella produzione di manifatture pesaresi dei primi decenni del secolo XVI, alt. cm 25, diam. bocca cm 11,2, diam. base 12.
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Lot 43 CROCIFISSIONE, ITALIA SETTENTRIONALE, FINE SECOLO XVI – INIZI XVII
in argento e cristallo di rocca; Crocifisso in argento montato su croce in metallo di rocca impreziosita da finali con trottole in argento, poggiante su base circolare incisa sulla quale stanno anche Maria e San Giovanni stanti, anch’essi scolpiti a tutto tondo in argento; piedi a cipolla schiacciata, alt. cm 28, diam. cm 13
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Lot 44 PICCOLO MONETIERE, VENEZIA, SECOLO XVI
in legno ebanizzato, intagliato e lumeggiato in oro; parte superiore a urna da alzarsi con vano segreto e cassettino, sportello a ribalta sulla fronte celante interno a prospetto architettonico con tre grandi cassetti centrali ed un cassetto sottostante, decorati con intarsi in madreperla dipinta e inquadrati da colonne su plinto, cm 30x35x26
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Lot 45 CASSETTONE, LOMBARDIA, SECOLO XVIII
in noce e radica di noce, fronte e fianchi mossi decorati da filettature sagomate, piano decorato da motivi romboidali; tre cassetti sul fronte con maniglie e bocchette in bronzo cesellato e dorato di ispirazione vegetale, pendaglina sagomata, gambe a sciabola calzate da piedi in bronzo cesellato e dorato a motivi fogliacei, cm 85,5x145x57,5
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Lot 46 LUMIERA, TOSCANA, FINE SECOLO XIX
in metallo dorato e cristallo, corpo caratterizzato da tre palchi circolari di dimensioni crescenti impreziositi da pendenti in cristallo e suddivisi da foglie stilizzate; sei luci sul palco inferiore su bracci decorati a tralci vegetali arricchiti da gocce in cristallo, alt. cm 90, diam. cm 70
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Lot 47 COPPIA DI PROFILI, JULES WEYNS, PARIGI, 1900
in avorio e bronzo dorato raffiguranti Mercurio e Minerva, firmate e datate Jules Weyns, Paris 1900 , montate su pannelli in legno ebanizzato e cornici dorate, cm 35x27 (2)
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Lot 48 COPPIA DI POLTRONE, TOSCANA, PERIODO IMPERO, INIZI SECOLO XIX
in legno intagliato, laccato bianco con profili dorati, spalliera rettangolare, braccioli mossi a giorno configurati a cariatidi egiziane, gambe anteriori troncopiramidali su piedi a zampa leonina, posteriori a sciabola, ricoperte in seta giallo oro, alt. cm 88,5 (2)