Asta N. 116 - Libri, Autografi e Stampe
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Lot 121 Aerostato - Charles, Jacques Alexandre César e Robert, Marie-Noël Représentation du Globe Aérostatique Parigi, Chez Esnauts et Rapilly, rue St. Jacques, à la ville de Coutances, [1783]. Estratto di 8 cc. dal Journal de Paris del 13-14 dicembre 1783, pubblicato col testo francese su una colonna e la relativa traduzione italiana sull’altra, due incisioni colorate a mano ripiegate, raffiguranti l’ascesa della gondola appesa all’aerostato avvenuta a Parigi, Tuileries Garden, il 1 dicembre 1783 e la relativa discesa, circa due ore dopo, nei pressi di Beaumont. La testimonianza in presa diretta del primo volo di un pallone ad idrogeno. Sulla scia dei Montogolfier, sfruttando gli studi di Henry Cavendish che nel 1766 scoprì che l’idrogeno è più leggero dell’aria, il fisico Jacques-Alexandre Charles costruì un pallone capace di sollevarsi per mezzo del gas. Il lancio di questo aerostato (noto come Charlière) avvenne il 27 agosto 1783 da Champs de Mars; il suo tragitto fu deviato ed esso precipitò a Gonesse con grande spavento degli abitanti che lo distrussero a colpi di forca credendolo un mostro disceso dal cielo. Questo secondo tentativo, invece, riuscì perfettamente.
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Lot 122 Africa - Cavazzi, Giovanni Antonio Istorica descrittione de' tre regni Congo, Matamba, et Angola situati nell'Etiopia inferiore occidentale e delle missioni apostoliche esercitatevi da religiosi capuccini Milano, Agnelli, 1690. In 4°. Una carta geografica doppia, 30 tavole incise in rame, testatine, capilettera e finalini xilografici, mancante l’antiporta segnalata nella copia censita in ICCU, che peraltro indica solo 25 tavole, qualche lieve fioritura e brunitura, legatura coeva in pergamena floscia, esemplare un po’ lento. Seconda rara edizione di quest’opera fondamentale per la conoscenza dell’Africa centrale ed occidentale, ad opera del padre cappuccino Cavazzi (1621-1680) che fu missionario in Congo dal 1654 al 1667, e di nuovo a partire dal 1670. Secondo il Graesse (I, 50) tutte le copie differiscono quanto a numero di tavole, comprese comunque fra le 25 e le 37. Brunet I, 1699: “Ouvrage estimé”.
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Lot 123 Agostino de Musi detto Agostino Veneziano San Matteo Bulino, c.ca 1514–36, I stato, datato e firmato in lastra in basso a destra “1518 / AV”, 2 piccoli fori, bruniture, restauri, mm. 174 x 240. § Marco Alvise Pitteri. Sanctus Philippus. Acquaforte, 1742, restauri, mm. 430 x 340. Da un disegno di Giulio Romano per la Cappella della Trinità. Blanc 32; Bartsch 95.Tavola n. VII dalla serie dei Dodici Apostoli, che Marco Pitteri realizzò in collaborazione con Giambattista Piazzetta, chiedendo al Senato della Serenissima il privilegio per la pubblicazione nel 1742. Succi, 1983, n. 374-381.
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Lot 124 Agricola, Giorgio De la generatione de le cose, che sotto la terra sono, e de le cause de' loro effetti e nature Venezia, Tramezzino, 1550. In 8°. Una tavola a c.142v, capilettera xilografici, esemplare privo di frontespizio e delle prime 28 pagine, contenenti indici e lettere di dedica, legatura del sec. XIX in mezza pergamena. Lotto non passibile di restituzione.
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Lot 125 Agricoltura - Pattullo, Henry Essai Sur L'Amélioration Des Terres Parigi, Durand, 1759. In 12°. Vignetta al frontespizio, alla lettera di dedica stemma calcografico di M.me de Pompadour, dedicataria dell’opera, 3 tavole doppie a fine volume, testatine e finalini xilografici, qualche rara e leggera fioritura, legatura coeva in vitello screziato, titoli e fregi in oro al dorso, tagli colorati, lievi abrasioni ai piatti. Seconda edizione di questo importante trattato fisiocratico settecentesco sul miglioramento delle colture.
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Lot 126 Alamanni, Luigi Gyrone il cortese Parigi, Rinaldo Calderio, & Claudio suo figliuolo, 1548. In 4°. Frontespizio xilografico con sontuosa cornice architettonica, testo su due colonne, grande capolettera figurato su fondo criblé, legatura del sec. XIX da amatore firmata Chambolle-Duru, pieno marocchino marrone, armi gentilizie in oro incise al centro dei piatti, dorso con nervi con titolo in oro, dentelles, risguardi marmorizzati, tagli dorati. PRIMA EDIZIONE delle avventure di Girone il Cortese. Il poema, diviso in XXIV libri in ottava rima, narra l'origine e l'istituzione dei Cavalieri della Tavola rotonda. Luigi Alamanni, umanista fiorentino, fuggì in Francia nel 1522 a seguito di una cospirazione anti-medicea da lui guidata dove divenne uno dei principali rappresentanti della cultura italiana alle corti di Francesco I ed Enrico II. Gamba 21; Olschki, Choix XII, 18283.
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Lot 127 Alberti, Cherubino Putto di Barberini Foglio inciso al bulino, in basso a sinistra il monogramma dell'artista: “CAB”, buona inchiostratura, foglio attaccato a un passe-partout per due punti lungo il margine superiore, mm. 350 x 95 il foglio, strappi, alcune lacune ai margini e sul foglio, leggere macchie, mm. 305 x 195.
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Lot 128 Alberti, Girolamo Introduzione all'arte nautica Venezia, appresso Giambatista Albrizzi, 1737. In 4°. Occhietto, 2 pregevoli antiporte calcografiche, vignetta al frontespizio, complessive 31 tavole incise in rame, di cui 24 ripiegate, capilettera e fregi xilografici, legatura coeva in pergamena, titoli in oro al dorso, tagli a spruzzo, custodia in cartone. Ex libris al contropiatto. Raro figurato veneziano del '700. Le due splendide antiporte con figure simboliche sono disegnate da Luca Carlevarijs e incise da Francesco Baronio; quattro tavole illustrano bandiere e blasoni, cinque recano volvelle mobili; molto interessante la grande tavola più volte ripiegata raffigurante un galeone veneziano, corredata da tre legende che indicano con precisione tutte le sue parti. L'Alberti tratta tutti gli aspetti della navigazione e della nautica, dall'astrologia agli strumenti scientifici per tracciare le rotte, ai venti, alla lettura di mappe e carte; l'opera è un trattato pratico rivolto ai comandanti e ai marinai veneziani. Riccardi I, 14.
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Lot 129 Alberti, Leandro Descrittione di tutta l’Italia Venezia, Altobello Salicato, 1588. In 8°. 2 parti in un volume, ciascuna con suo frontespizio, marca tipografica xilografica ai due frontespizi, capilettera e testatine xilografici, 7 belle mappe a doppia pagina finemente incise in legno, lievi bruniture a qualche carta, una gora interessa il margine esterno delle ultime carte e del risguardo e piatto posteriore, legatura del sec. XVII in pergamena floscia, titolo manoscritto al dorso. Ex libris manoscritto al contropiatto, altro oscurato al frontespizio, al dorso tassello cartaceo di biblioteca estinta. Bella edizione, ricercata per le pregevoli mappe xilografiche raffiguranti la Corsica, la Sardegna, le isole dell’arcipelago Toscano, le isole antistanti Napoli, la Sicilia, le Tremiti e Venezia, contenute nella seconda parte del volume Isole appartenenti alla Italia. L’opera è ricchissima di notizie sulla storia, gli usi ed i costumi, le curiosità naturali delle singole regioni dell’Italia peninsulare e delle isole. Particolarmente interessante anche il breve riferimento ai viaggi di Vespucci. Adams A, 477.
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Lot 130 Alchimia ed esoterismo - Comiers, Claude [Federico Gualdi] La critica della morte ouero L'apologia della vita esposta in lingua francese dal signor di Comiers preuosto di Ternan... & aggiontoci vn racconto, con alcune lettere curiose per gli amatori della scienza ermetica Venezia, per Sebastiano Casizzi, 1690. In 12°. Ritratto calcografico in antiporta di Federico Gualdi firmato Portio, occhiello, legatura coeva in pergamena con piccoli strappetti al dorso. Nota di possesso del sec.XVIII all’occhiello, cassata con tratti di penna. Prima rara edizione di uno dei più intriganti alchimisti della storia.Federico Gualdi (1600 circa – ?) è stato un alchimista attivo nella Repubblica di Venezia. Sebastiano Casizzi, editore di cui non abbiamo alcuna notizia ulteriore, nel 1690 pubblica La Critica della Morte. Il testo, alla traduzione integrale dell’opuscolo di Comiers, affianca in effetti un Racconto intorno ai successi del Signor Federico Gualdi diretto dal Traduttore al Signor Prevosto di Ternan (pp. 106-120), che narra di alcune vicende veneziane del Gualdi, cui sono poi aggiunte una serie di lettere di soggetto alchimistico tra Federico Gualdi ed alcuni anonimi corrispondenti (pp. 121-172). Il testo conosce una pronta fortuna e se ne conoscono ben cinque riedizioni successive (1694, 1697, 1699, 1704 e 1717). Le notizie biografiche contenute nella Critica, (in cui finalmente il presunto Löuis Galdo diviene Federico Gualdi), il suo già citato tentativo di ottenere uno statuto di nobiltà dal governo di Venezia attraverso la risoluzione del problema dell’Acqua alta, la narrazione del suo amore respinto per la giovane figlia del casato dei Crotta, di cui egli aveva fatto prosperare le miniere, insieme ai riferimenti ermetici operativi delle lettere accluse al Racconto ed alla misteriosa sparizione del protagonista, costituiscono validi elementi per un sicuro successo della pubblicazione. Nel 1695 la Critica viene citata dall’alchimista napoletano Scipione Severino. Nel 1700 il testo viene tradotto in tedesco, scatenando una serie di reazioni avverse o favorevoli alla presunta età dell’eroe. Nel 1735, nella parte prima delle Lettere di Risposta del patrizio ascolano prospero Cataldi, dedicate alla pietra filosofale, le lettere alchemiche di Federico Gualdi raccolte nella Critica vengono lungamente commentate. Successivamente, nel 1740, la traduzione inglese dell’Hermippus Redivivus di Johann Heinrich Cohausen (1665–1750) riprende la leggenda di Gualdi, consegnandola al pubblico di lingua inglese. Nel 1799 William Godwin pubblica il romanzo St. Leon, a tale of the sixteenth century, in cui uno dei personaggi principali è chiaramente ispirato da Gualdi, inaugurando una genere di narrativa di tematica rosicruciana che arriverà fino allo Zanoni di Edward Bulwer Lytton. Nel frattempo, le affermazioni di Hultazob, di Cagliostro e di altri usurpatori del nome Gualdi contribuiscono a formare una leggenda di immortalità dai tratti confusi ed affascinanti. Giacomo Casanova nel 1763 smaschera ad esempio un presunto Gualdi, ed intorno al 1770 un altro Gualdi, stavolta in abito Talare, circola per Genova. Il processo di formazione della leggenda culmina con la ritualizzazione della memoria dell’iniziato veneziano. Hargrave Jennings, nel 1870, parla di Gualdi nel suo The Rosicrucians, their rites and mistery. Nel decennio degli ’80 il nome di Gualdi, divenuto un maestro ancestrale, è associato al grado di ‘’Zelator’’ nella ‘’Societas Rosicruciana in civitatibus foederatis’’, una massoneria rosicruciana americana. Nel 1934 Alice Bailey, in una dichiarazione, considera Gualdi (il Maestro Veneziano) come uno dei maestri della gerarchia invisibile della teosofica Grande Loggia Bianca. Nel 1988 Umberto Eco allude al personaggio ne Il pendolo di Foucault, creando nella logica del romanzo una nuova via a Milano: «La via Marchese Gualdi» destinata a ospitare la casa d’edizione Manunzio specializzata nelle pubblicazioni esoteriche.
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Lot 131 Alchimia - Maier, Michael Lusus serius, quo Hermes sive Mercurius Oppenheim, Hieronymus Galler, Sumptibus Lucas Jennis, 1616. In 4°. Vignetta simbolica al frontespizio, testatine e capilettera ornati. Legato con Oluf Borch. De ortu, et progressu chemiae dissertatio. Hafniae [Kopenhagen], typis Matthiae Godicchenii, 1668. Marca al frontespizio, su tutto il volume usuale uniforme brunitura, legatura del sec. XIX in mezza pelle con angoli, titoli e filetti in oro al dorso. Rarissime edizioni originali di alchimia e chimica.I opera: Importantissima opera sull'alchimia e sulla filosofia ermetica dei Rosa Croce, dedicata dall'autore ai suoi amici medici e chimici. La splendida vignetta del titolo, attribuita a Ackermann de Bry, illustra la scena con i sette esseri, un'oca, un'ape, un vitello, un baco da seta, una pecora, un'ostrica, un fascio di lino, davanti al re del mondo sul trono; insieme a loro anche Ermes. Il titolo ambivalente, Gioco serio, diventerà un topos della tradizione ermetica, giungendo sino al Flauto magico di Mozart. Ferguson II, 63; Gardner 418; Ackermann IV, 122; Rosenthal 570: "tres rare". II opera: sostiene l'origine divina della chimica, tramandata dagli antichi egizi, e considerata la più importante di tutte le scienze, ed è una strenua difesa dell'alchimia; fu attentamente studiata da Isaac Newton.
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Lot 132 Alchimia - Ruland, Martin Progymnasmata alchemiæ, siue Problemata chymica, nonaginta & vna quaestionibus dilucidata: cum Lapidis philosophici vera conficiendi ratione Francofurti, E Collegio Musarum Paltheniano, 1607-1606. In 8°. Due parti in un vol. Bruniture, legatura del sec. XVII in piena pergamena, tagli scuri. Marginalia e lunga nota nelle ultime 6 pagine, di mano secentesca. Rarissima prima edizione. Importante opera sull'alchimia, divisa in due parti: la seconda, datata 1606, reca il titolo Lapidis philosophici vera conficiedi ratio, cioè "il vero metodo per realizzare la pietra filosofale. Verginelli, che possiede solo questa seconda parte, nota: "Questo trattato è degno di essere letto con molta attenzione." Molto interessante anche la marca tipografica che riunisce i principali simboli della filosofia ermetica, il caduceo, la cornucopia, Athena e la sua civetta. L'esemplare è annotato da un conoscitore raffinato della materia, che appone una lunga nota nelle pagine bianche finali, verosimilmente composta all'epoca della rilegatura in pergamena. Fra l'altro indica l'autore del Tractatus che comincia a pagina 86 della seconda parte: si tratta dell'alchimista polacco Michal Sedziwój, 1566-1636, conosciuto come Michael Sendivogius o con l'anagramma del nome latino, Divi Leschi Genus Amo. È interessante notare che l'opera di Ruland fu anche studiata e fittamente annotata da Isaac Newton. Martin Ruland, 1569-1611, conosciuto anche come Martinus Rulandus o Martin Rulandt, celebre alchimista tedesco, discepolo di Paracelso, fu medico di Rodolfo II. L'esemplare studiato e annotato da Newton fa parte della The Frederick E. Brasch Collection of Newton and Newtoniana ora nella biblioteca della Stanford University. Ferguson II, 303; Duveen, p. 520; Verginelli 289; Ferchl 460; Krivatsy 10038; Thorndike VII, 159; Partington II, 161.
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Lot 133 Alciati, Andrea Emblemata Padova, Pietro Paolo Tozzi, 1618. In 8°. 211 emblemi incisi in xilografia, fioriture, legatura coeva in piena pergamena. Note di mano coeva alle carte di guardia ed ex libris alla controguardia. Rara e importante opera figurata. Questa affascinante edizione, impreziosita da figure assai nitidamente incise, è nata dalla collaborazione di Lorenzo Pignoria con lo stampatore padovano Tozzi, ed è particolarmente significativa per il gran numero di emblemi illustrati. Gli Emblemata di Alciati ebbero una straordinaria diffusione in tutta Europa: si tratta di una collezione di allegorie e simboli riprodotti in xilografie e spiegati da brevi testi in versi latini che mirano a un insegnamento a carattere morale. Oltre alla cura e alle annotazioni del Pignoria, questa edizione si avvale dell'ampio commento dell'eminente erudito e antichista Claude Mignault. BMC Italian 17 Century, p. 13.
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Lot 134 Alciati, Andrea Emblemata cum commentarijs Claudij Minois i.c. Francisci Sanctij Brocensis, & notis Laurentij Pignorij Patavini Padova, Lorenzo Pasquato e Pietro Paolo Tossi, 1621. In 4°. Frontespizio figurato inciso in rame, marca gesuitica sul secondo frontespizio, grande marca tipografica al colophon, 214 illustrazioni emblematiche nel testo, macchia al p. 307, legatura coeva in piena pergamena rigida con titolo ed autore in oro, tagli a spruzzo policromi. Edizione completa che contiene anche la figura 80 “Adversus naturam peccantes” mancante nelle edizioni precedenti. Landwehr 99: “This is by far the most extensively commentated of Alciati’s editions. It was edited by Joannes Thuilius, professor in Freiburg im Breisgau, who combined also the commentaries by Mignault, Sanchez, and Pignorius”.
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Lot 135 Aldina - Retori greci - Isocrate Logoi toutoni ton retoron. Aiskinou. Lysiou. Alkidamantos ... Orationes horum rhetorum Aeschinis. Lysiae. Alcidamantis Venezia, Aldo Manuzio il vecchio e Andrea Torresano, 1513. In 2°. 3 parti in un volume. Ancora con delifino e la scritta ALDUS M.R. in cornice su tutti e tre i frontespizi e in fine, la prima carta brunita con delicati restauri e piccoli forellini di tarlo che corrono anche sulle prime pagine successive, marginalia di mano coeva in greco, legatura in vitello biondo con impressioni a secco del sec.XVIII, dorso a sette comparti con decorazioni in oro e iscrizione del titolo, tagli a spruzzo rossi.
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Lot 136 Alighieri, Dante La Divina Commedia Serie di tavole ad illustrare l’edizione veneziana di Zatta, 1757-’58, ogni foglio contiene due incisioni dall’Antiporta fino alle illustrazioni per il XXXIII del Paradiso, fioriture, carta un po’ consunta, legatura in cartonato dell’epoca. Lotto non passibile di restituzione.
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Lot 137 Alighieri, Dante La Divina commedia di Dante Alighieri con tavole in rame Firenze, nella tipografia all'insegna dell'ancora, 1817-1819. In 2°. 4 voll. 125 incisioni disegnate da Luigi Adamollo e Francesco Nenci incise in rame da G. Massetti, G. Lapi, I. Migliavacca, Lasinio Figlio e V. Benucci, aloni di umidità nel testo ma nel complesso bell'esemplare con ampi margini, legatura coeva in mezza pelle e cartone, danneggiata e con mancanze. Pregevole edizione, con i tre canonici volumi per le tre cantiche più un quarto volume contenente la Vita di Dante Alighieri, scritta da Lionardo Aretino; Breve trattato sopra la forma, posizione e misura dell'Inferno di Dante Alighieri; Discorso intorno al canto 4. dell'Inferno di Dante di ... il Sig. conte Gianfrancesco Galeani Napione di Cocconato.Mambelli, 113: "Questa magnifica edizione...stampata in ristretto numero d'esemplari, fu curata sul testo degli Accademici da Antonio Renzi, Gaetano Marini, Gaetano Muzzi, che la dedicarono al Canova... I disegni di questa Opera servirono ad alcune composizioni di Paolo de la Roche. Al III volume [sic IV] e aggiunto un discorso sulle Teologiche dottrine di Dante attorno al Limbo, scritto dal conte Giovan Francesco Nepione. Il IV volume contiene la Vita scritta da Leonardo Aretino e le annotazioni alle tre Cantiche, tratte da diversi codici, da un anonimo (Abate Renzi). Il De Batines giudicò questa edizione veramente magnifica per la bellezza e splendidezza del lavoro tipografico e per la eccellenza dei disegni che contiene".
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Lot 138 Alimentazione - Malattie - Balardini, Lodovico Della Pellagra del Grano Turco quale causa precipua di quella malattia e dei mezzi per arrestarla Milano, Società degli Editori degli Annali Universali, 1845.In 8°. Brossura editoriale con cornice ornata. Esemplare in barbe. Edizione originale. Una delle prime monografie dedicate all'alimentazione prevalente a base di grano turco individuata quale causa precipua della pellagra, frutto di approfondite ricerche soprattutto nelle province lombarde, corredata anche di prospetti statistici. L'autore invita a diversificare le colture, e a limitare il fenomeno delle grandi affittanze legate alle monocolture agricole e a logiche speculative. Hirsch, I, pp. 297-8.
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Lot 139 Almanacchi L’Indispensabile Almanacco Geografico, Storico, Volitivo per l’Anno 1819 Anno decimo-Anno XXIX (1838) Firenze, G.Pagani, 1819-1838. In 12°. 14 voll. con le annate 1819-20-21-22-24-27-28-29-33-34-35-36-37-38, illustrazioni varie fuori testo, legatura d’attesa coeva in cartone marmorizzato. Perfetto esempio di tradizione almanacchistica; la serie stampata da Pagani a Firenze si colloca nel solco di una tradizione antica che agli inizi dell’Ottocento viene però rinnovata e ripensata soprattutto in direzione di un prodotto più giornalistico e cronachistico, in parallelo alla nascita e diffusione delle prime Gazzette.
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Lot 140 Alpi - Cabias, Jean Baptiste de Les Merveilles des Bains d'Aix en Savoye: dediées à Monseigneur le Serenissime Prince Thomas de Savoye Lione, par Iaques [sic] Roussin, 1623. In 8°. Diffuse bruniture e fori di tarlo, legatura in piena pergamena coeva. Edizione originale, assai rara, di quest'opera che costituisce la prima monografia sulle celebri terme di Aix. L'opera si apre con un cenno topografico sulle terme ed il loro sito, quindi descrive le qualità delle acque e le cure balneoterapiche, con capitoli sul bitume, il sale, il nitro, lo solfo, l'allume e le virtù delle acque solforose e alluminose. Il testo è preceduto da alcune stanze in lode del'autore e della sua opera. Wellcome, n. 1172; Manno, n. 7128; Bonino, Biogr. Med. Piem., I/364.
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Lot 141 Altomare, Donato Antonio De Medendis Humani Corpori Malis: Ars Medica Venezia, Marco De Maria, 1558. In 4°. Marca tipografica al frontespizio, iniziali figurate, notazioni di mano antica, frontespizio con piccole lacune ai margini, macchie, legatura dell’epoca in pergamena, ai piatti ed al dorso liscio decorazione impressa in oro, difetti. Seconda edizione accresciuta di quest’opera importante di medicina galenica. Il trattato è particolarmente interessante perché presenta le più antiche descrizioni di diverse sindromi psichiche, fra cui la mania, la malinconia e la catalessi, nonché delle malattie cardiache. Hirsch, I, 105; Wellcome, n. 244; Durling, n. 193; Laehr, Die literatur der psychiatrie, I, p. 50 e 553.
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Lot 142 Amira, Georgius Grammatica Syriaca, sive Chaldaica Roma, Tipografia Medicea Orientale per Giacomo Luna, 1596. In 4°. Testo in Siriaco e Latino, impaginazione retroversa sul modello arabo, bruniture e fioriture, fori di tarlo, legatura in pergamena coeva, titolo manoscritto al dorso. Timbri di antica biblioteca estinta al frontespizio. Ex libris "Flavio Camillo Borghese Principe di Sulmona" al contropiatto. Prima rara edizione. Importante opera stampata nella prestigiosa Tipografia Medicea Orientale. Scritta dall'erudito sacerdote maronita, che era stato inviato a Roma nel 1583 per insegnare siriaco nel Collegio Maronita Romano, nelle prime pagine presenta l'alfabeto siriaco in tre forme grafiche: estrangelo, serto e orientale, ovverossia nestoriano. La Tipografia Medicea Orientale fu creata a Roma nel 1584 dal cardinale Ferdinando de' Medici, allo scopo di pubblicare testi religiosi e scientifici nelle lingue orientali e specialmente in arabo. La direzione della tipografia venne affidata all'orientalista G.B. Raimondi, il quale ne acquistò la proprietà nel 1596. Adams A965; Smitskamp, Philologia orientalis, 184.
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Lot 143 Anatomia - Bèche, Jean-François Essai sur les monstruosités humaines ou vices congéniaux de conformation Paris, Didot le Jeune, 1829. In 4°. 4 tavole litografiche, di cui 2 doppie, fuori testo, lievi fioriture e bruniture, legatura coeva in mezza pelle, piatti in cartone marmorizzato, titoli in oro al dorso. Timbri di biblioteca privata al frontespizio e in fine. Edizione originale. Studio su alcune mostruosità e malformazioni agli arti inferiori del corpo umano, e loro possibile ereditarietà, accompagnato da dettagliate e impressionanti raffigurazioni anatomiche. L'esemplare faceva parte della collezione privata del Dott. Ernest Théodore Hamy, la cui biblioteca fu venduta all'asta nel 1909.
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Lot 144 Anatomia - [Beddevole, Dominique] Essais d'Anatomie, où l'on explique clairement la constitution des Organes & leurs opérations méchaniques selon les nouvelles hypothèses Léide, chez Pierre Vander Aa, 1686. In 12°. Antiporta incisa in rame da Schoonebeck, antiporta rifilata e rimarginata, frontespizio controfondato, legatura coeva in vitello spugnato, dorso ornato, tagli a spruzzo, sciupata. Rarissima edizione originale. In quest'opera il medico svizzero, esponente della scuola iatrochimica, si propone di spiegare il funzionamento e la chimica del corpo umano; interessanti le ipotesi sull'anatomia ghiandolare e sulla circolazione del sangue, ove sono riprese le ricerche di Harvey. Partington: "D. Beddevole... distinguished five degrees of fermentation: boiling, elevation, sparkling, effervescence, and exhalation; he supposed that blood contains phlegm, volatile sulphur, volatile alkali, fixed alkali, and a small quantity of acid disengaged by the fixed alkali, and the nervous fluid is composed of sulphur and volatile alkali." Hirsch, I, 419; Partington, II, 297. Manca a Wellcome, Osler, Walleriana, che possiedono solo le edizioni successive. No in Norman.