Asta N. 116 - Libri, Autografi e Stampe
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Lot 73 Andreotti, Giulio Stampa con dedica Incisione del sec.XVIII di Domenico Pronti del Foro di Trajano, 120 x 85 mm., applicata su passepartout con dedica in basso “Natale 1971 vivi auguri Livia e Giulio Andreotti”.
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Lot 74 Balbo, Italo Lettere e telegrammi Vasto corpus di corrispondenza - perlopiù privata - tra Italo Balbo e il nipote Lino, che include decine di lettere e telegrammi tra i due negli anni 1930-40. Nell’insieme anche foto e cartoline. Una fitta corrispondenza si dipana tra l’illustre Maresciallo e il giovane nipote, che a lungo occupa il ruolo di Segretario Federale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Ferrara, una corrispondenza fatta di riflessioni sul presente politico e sulla realtà quotidiana vissuta da Lino. Italo Balbo mostra di non dimenticare le sue origini ferraresi ed esprime tutto il suo orgoglio per i meriti della Federazione, riconosciuti anche dal Duce stesso. Tra episodi di vita familiare e vicende di politica provinciale, c’è tutto l’ardore politico dell’uomo che, solo, seppe contrastare Mussolini. E in una straordinaria missiva del 5 settembre [1939], da Tripoli, sempre inviata al nipote Lino suo fedele confidente, descrive tutta l’amarezza per le decisioni non sempre condivisibili del suo Benito: “Quaggiù mi preparo e preparo sul serio il paese. Chi può prevedere che cosa ci riserbi il domani? Se si deve combattere anche contro forze soverchianti e soprattutto contro mezzi bellici imponenti, la lotta sarà proporzionata ma l’esito incerto, perché faremo miracoli e sapremo morir bene. Certo che i tedeschi ci hanno trattato come scarpe fuori uso, perché non si sono affatti curati di mantenere i patti [il riferimento è all’allenza con la Russia stipulata con Stalin nell’agosto del ‘39] circa l’epoca in cui poteva scoppiare la guerra e circa il patto con i russi venuto subito dopo la guerra...ideologica di Spagna! Cose da pazzi.... Spero, anzi, sono sicuro che Mussolini avrà sentito lo schiaffo come lo abbiamo sentito tutti noi. Soldati veri, spogli d’abusata retorica. Ti dirò poi, in confidenza assoluta, che gli ufficiali intelligenti hanno la faccia scura ed incominciano a trangugiare certi bocconi in modo troppo visibile. Ma chissà? Spero sempre nella sterzata che spazzi via uomini insufficienti e sistemi insopportabili, senza linea. Il Capo ci ha dato esempi eloquenti nel passato ed il passato può anche ritornare! Non credere, dopo questo sfogo, che sia malinconico. Sono ancora giovane ed ho la fede intatta. Successo e gradi non mi hanno invecchiato lo spirito veramente rivoluzionario! A presto, spero, caro figlio. Salutami tutti i cari e buoni amici ed abbiti un abbraccio. Zio Italo”.Nemmeno 10 mesi dopo questa lettera, il 28 giugno 1940, Balbo veniva abbattuto per errore dalla contraerea italiana sopra Tobruch. Il tono è quello di un vero testamento spirituale, riletto con gli occhi della storia. Balbo prende qui direttamente le distanze dalla Germania e indirettamente dal suo Duce, anche se quella sferzata che si auspica da Mussolini non verrà mai. Le sue posizioni politiche, nel cruciale biennio 1938-’40, Balbo aveva avuto il coraggio di esprimerle sempre con molta chiarezza: e anche qui, al nipote (sentito quasi come un figlio) non si astiene dall’esprimere pesanti giudizi sulla condotta della Germania, sulle sue strategie politiche e sul ruolo che invece l’Italia avrebbe dovuto avere. Sui cieli di Tobruch, come molto hanno pensato sin da allora, forse è stato abbattuto un pericoloso oppositore del regime, di quel regime che Italo Balbo sino all’ultimo difese con orgoglio e virilità, dichiarando anche qui il suo “spirito veramente rivoluzionario” come segno tangibile della sua fedeltà all’ideale fascista. Che siano stati forse altri a tradire questo ideale? Ai posteri e alla storia l’ardua sentenza. Rimane, in questa lunga testimonianza (la lettera consta di 4 pagine), il vigore di un eroe che addirittura gli avversari onorarono: “Le forze aeree britanniche esprimono il loro sincero compianto per la morte del Maresciallo Balbo, un grande condottiero e un valoroso aviatore che la sorte pose in campo avverso”, due giorni dopo la sua morte un aereo britannico paracadutò sul campo italiano una corona
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Lot 75 Bellini, Vincenzo Partitura autografa da Il Pirata Una pagina musicale in 4° oblungo, 240 x 320 mm., contenente l’inizio della scena XII del II atto de Il Pirata (Milano, La Scala, 27 ottobre 1827), con autentica al margine superiore sinistro dell’avvocato Francesco Chiarenza, datata Catania 21 giugno 1902, erede dei fratelli Carmelo e Mario Bellini. Il pirata è un'opera di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, rappresentata in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 27 ottobre 1827 e diretta da Vincenzo Lavigna. A causa di una lacuna nell'epistolario belliniano, non si sa quasi nulla della genesi de Il Pirata. Il libretto fu tratto dal mélodrame di Isidore J. S. Taylor Bertram, ou le Pirate, andato in scena a Parigi nel novembre 1826, a sua volta ispirato alla tragedia in 5 atti Bertram, or The Castle of Saint-Aldobrand di Charles Maturin (1816).L'opera fece il suo debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 27 ottobre del 1827. Benché fosse la prima volta che il compositore catanese, all'epoca quasi venticinquenne, affrontava il pubblico scaligero, l'opera ottenne un successo clamoroso. Ad esso contribuì la qualità eccellente del cast, in cui spiccava il celebre tenore Giovanni Battista Rubini, mentre il ruolo di Imogene venne interpretato dal soprano Henriette Méric-Lalande. La trama, insolitamente romantica per il melodramma italiano dell'epoca, tra uragani e fatali premonizioni, nonché la struggente intensità delle melodie belliniane, qui più accese e patetiche che nelle opere successive, dovettero conquistare il pubblico milanese, sempre ansioso di novità. Al punto che a Bellini si attribuì la volontà di fondare una nuova scuola, scostandosi dal modello dominante di Gioacchino Rossini.Decisamente rare in asta le pagine musicali di Bellini.
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Lot 76 Brando, Marlon Lettera dattiloscritta firmata Una pagina in 4°, 265 x 182 mm., indirizzata a Ibrahim Moussa, in data 17 maggio 1977, firmata in calce ad inchiostro verde. Interessante lettera del grande attore americano, in cui discute con Moussa, il celebre produttore cinematografico marito di Nastassja Kinski, riguardo a due progetti: “The first Americans” e “The Fertile Crescent”.
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Lot 77 Braque, Georges Lettera autografa firmata Una pagina in 4°, 270 x 210 mm. di colore verdino, indirizzata a Mr.Caffola, Galerie Roma, inviata da Parigi in data 8 dicembre 1946. Interessante documento storico-artistico, riguardante l’autenticità di una sua opera. Braque dichiara di aver ricevuto dal pittore Severini “un tableau... représentant un Gueridon avec Guitare” firmato Braque, che è però falso! D’altra parte, dichiara Braque, di aver appreso che in Italia circolano altre opere dubbiose, che non vengono però mai sottoposte al suo giudizio. Georges Braque (Argenteuil, 13 maggio 1882 – Parigi, 31 agosto 1963) è stato un pittore e scultore francese, assieme a Pablo Picasso è stato l'iniziatore del cubismo; legato a Gino Severini (Cortona, 7 aprile 1883 – Parigi, 26 febbraio 1966) da una lunga amicizia maturata negli ambienti parigini di inzio secolo. Trasferitosi a Parigi nel 1906 per studiare la pittura d'oltralpe degli impressionisti e dei post-impressionisti, Severini conosce molti dei maggiori esponenti delle avanguardie artistiche della capitale francese, tra cui Paul Signac, Georges Braque, Juan Gris, Amedeo Modigliani, Pablo Picasso e i poeti Guillaume Apollinaire, Paul Fort e Max Jacob.
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Lot 78 Bronte, Charlotte Lettera autografa firmata Due pagine in ottavo, 144 x 87 mm., datate 21 May 1849, e indirizzate a Ellen, probabilmente Ellen Nussey, montate su passepartout e incollate al margine interno. Charlotte Brontë (Thornton, 21 aprile 1816 – Haworth, 31 marzo 1855) è stata una scrittrice inglese, la maggiore di età tra le tre sorelle Brontë, i romanzi delle quali sono diventati dei classici della letteratura inglese. Lettera personale e privata della Bronte alla sua più fedele amica, in cui programma una visita a York e l’aiuto che Ellen potrebbe darle. Parlano della visita di un comune amico, le racconta che la sorella Anne è stata molto male il giorno precedente per problemi di respirazione ma oggi sembra stare meglio. Conclude dicendo che di tutto il resto gliene parlerà quando si vedranno. Ellen Nussey (1817-97) fu l’amica di una vita e la corrispondente più fedele di Charlotte, “... and, through more than 500 letters received from her, was a major source for Elizabeth Gaskell's 1857 biography The Life of Charlotte Bronte”.
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Lot 79 Buzzolla, Antonio Il Crociato di Venezia. Partitura musicale Partitura autografa in 4° oblungo, 175 x 265 mm., cc.4 nn. con notazione musicale mss. in pentagramma stampato, decorazione floreale policroma miniata in oro sui margini, alla prima pagina titolo e indicazione del paroliere, Giovanni Peruzzini, e del musicista, con la firma in fine di Buzzolla. Rarissima partitura autografa, con le note di un’inedita canzone, o arietta veneziana. L'opera reca in calce la firma dell'autore. Antonio Buzzolla, 1815-1878, valente musicista che fu direttore della cappella di S. Marco dal 1855, rimase soprattutto celebre per le canzonette e ariette veneziane, fra le quali anche la celebre "Ninetta monta in gondola". Definite da Casellati "piccole melodiche gemme sapientemente armonizzate", sono veri modelli di grazia e di freschezza: opere che lo stesso Rossini giudicava insuperabili e di cui si deliziava nel suo salotto a Passy. Giovanni Peruzzini, 1815-1869, poeta, librettista, traduttore, letterato, fu direttore della Fenice di Venezia. I due artisti collaborarono, producendo opere, arie e canzoni, a partire dagli anni '40. A. Casellati, Antonio Buzzolla, in “Musica d'oggi”, XII (1930), 7, pp. 311-317.
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Lot 80 Canova, Antonio Lettera autografa firmata Una pagina in 8°, 266 x 192 mm., datata martedì 4 maggio 1819. Galante lettera autografa, firmata del piu’ celebre scultore neoclassico. Lo scultore, all'epoca residente a Roma, si rivolge a una Signora che gli aveva inviato un invito scritto: si promette tuttavia che in uno dei prossimi giorni "non mancherò di assecondare il piacere del mio animo, e godere il vantaggio della onorata e graziosa di Lei compagnia in sua casa".
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Lot 81 Carducci, Giosuè Lettera autografa firmata In 8°, 210 x 134 mm. pp. 2 su carta intestata Senato del Regno. Onorevole signor Ministro. Il sacerdote don Zattini Brusaporci della chiesa di San Donato in Polenta è stato promosso a non so che officio, d'arciprete o d'altro, in Bertinoro. Io conosco il don Zattini come sacerdote temperato, moderato, onesto...Prego V.E. d'accordargli l'exequatur. Sono io che prego per un prete. Merito di essere esaudito…..Divertente lettera di “raccomandazione” di Carducci, per un prete!Curiosa e insolita lettera autografa firmata, scritta dopo 1890. Carducci raccomanda un amico parroco a un onorevole. Manca l'indicazione della data ma certamente fu scritta dopo il 1890, come si evince dall'intestazione "Senato del Regno". L'Exequatur era una formula con cui lo stato italiano, prima del Concordato del 1929, concedeva l'esecutività a determinati atti del Vaticano, specialmente in relazione ai benefici maggiori.
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Lot 82 Compositori - Mercadante, Saverio Lettere autografe firmate Bell’insieme di 5 lettere di celebri compositori: Saverio Mercadante, Manuel de Falla, Charles Gounod, Anton Grigorevic Rubinstein, Joaquim Turina. Lettera di Mercadante: raro e curioso autografo firmato di Mercadante. Il raffinato compositore scrive da Genova all'amico Giulio Ferrari di Milano, la lettera reca la data 8 dicembre 1832 e, poiché accenna al berretto nero di festa dimenticato dalla moglie, si riferisce alla prima del melodramma Ismalia, ossia Amore e morte, che si era tenuta alla Scala il 27 ottobre. È poi citato il celebre baritono Orazio Cartagenova, amico del compositore, insieme al quale si reca a Torino: l'occasione è la prima dell'opera Gabriella di Vergy, che si terrà nel regio Teatro durante il carnevale del 1833 alla presenza delle LL. SS. RR. MM.Lettera di Rubinstein: Raro autografo del grande pianista e compositore russo. La lettera, che fa riferimento alla regia di un'opera, è indirizzata a un Director e reca la data 22 September-3 Oktober: sono nominate Vienna e Dresda, città in cui Rubinstein aveva vissuto. Il pianista scrive da San Pietroburgo, ove aveva creato il Conservatorio che diresse dal 1862 al 1867 e dal 1887 al 1890. La lettera appartiene dunque all'ultima fase della vita di Rubinstein, giacché fu attivo all'estero come concertista e direttore d'orchestra a Vienna nel 1871-72 e dal 1891 visse a Dresda, tornando a Pietroburgo poco tempo prima di morire.
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Lot 83 Deledda, Grazia La via del Male - Nostalgie Roma, Nuova Antologia, 1905-06. 2 volumi, legatura in mezza tela blu. Presenti, rilegate in ciascun volume due lettere autografe firmate in 8°, 178 x 113 mm. di 4 pp. ciascuna. La prima delle due lettere è datata Roma, 4.10.1907, Via Sallustiana 4, ed è indirizzata ad una giornalista e scrittrice francese, Julie de Mestral Combremont, traduttrice in francese di diverse opere della Deledda: “Il vostro bellissimo articolo è stato riprodotto da molti giornali italiani. I miei romanzi sono tutti impegnati per la traduzione francese, ma ho ancora molte novelle, potrò mandarvene qualcuna.” Le annuncia che nella primavera dell’anno venturo verrà a Parigi a conoscere molti amici carissimi, tra cui vorrebbe annoverare anche lei. Poi si confida: “Io lavoro continuamente e la buona volontà di fare qualche cosa bella non mi manca. Sono ancora giovane e il mio carattere, le mie abitudini, il mio modo di veder la vita, tutto mi porta verso il lavoro coscienzioso e tranquillo. Io credo che il lavoro sia l’unica gioja della vita: il lavoro artistico specialmente”. Le annuncia che sta lavorando ad un nuovo romanzo, forse l’Ombra del passato, “nel quale studio una donna di sentimenti religiosi esagerati, e che, al contrario dell’Edera, causa del male per egoismo e mancanza di amore. Io sono pessimista, positivista, ma ho molta fiducia nel miglioramento morale e materiale della donna. Noi però dobbiamo cercare la nostra forza in noi stesse e non nella collettività.” E ancora, per la pagina successiva, si dilunga sulla sua visione della donna. Nella seconda lettera, datata 26.10.07, sempre indirizzata alla giornalista, si congratula per il bel romanzo scritto, Le Fantome du bonheur (Lausanne, Payot, 1907), e si dilunga sulle qualità dell’opera. Le riferisce poi di averle inviato tramite il marito 4 novelle, La Medicina, il Ciclamino, Cattiva Compagnia e Novella Sentimentale, da far tradurre. Le annuncia che sta lavorando ad un romanzo e ad un dramma: “Il romanzo si svolge in Sardegna, ed è lo studio di una donna intelligente ma non ancora evoluta che per amore e per gratitudine verso certi suoi benefattori cade di errore in errore fino al delitto, ma poi si redime.” Bellissimo insight nel laboratorio della scrittrice sarda, premio Nobel nel 1926.
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Lot 84 Dumas, Alexandre figlio Lettera autografa firmata Lettera autografa firmata senza indicazione di data, in 8°, 175 x 110 mm., pp.1 di testo. § Victorien Sardou. Lettera autografa firmata e datata Galatz 18 oct. 1873. In 8°. 205 x 130 mm., pp. 4. I lettera: scritta e firmata dello scrittore francese autore de La Dame aux Camelias nella quale comunica al corrispondente di non poter recarsi ad un incontro precedentemente concordato perché deve recarsi a Londra, dove è stato chiamato "à l'improviste". Nell'ultima pagina una annotazione a matita indica l'importante destinatario della missiva: "au chevalier De Stuers… ministre du Pays-Bas et Paris de 1885 à 1919”.II lettera: Interessante lettera personale del celebre drammaturgo francese. Sardou, in partenza per l'Egitto, si trova a Galati in Romania e si scusa per non aver potuto incontrare l'amico e la sua famiglia, augurandosi che essi possano trovare a Scutari "un bon exile mieux que l'exile ici".
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Lot 85 Fabrizi, Aldo Rugantino Libretto di scena del mitico Rugantino di Garinei e Giovannini, Roma, Teatro Sistina, 15 dicembre 1962, con Aldo Fabrizi, Enrico Montesano ed Alida Chelli. Dedica autografa di Fabrizi, datata 18.2.1979, “Ripensanno a quell’Angelo der cielo che sta a le trecannelle”.
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Lot 86 Fellini, Federico Lettere dattiloscritte con parti autografe Due lettere dattiloscritte, la prima di due facciate in 4°, 280 x 220 mm., la seconda di tre facciate, 303 x 206 mm., in entrambe parti autografe di pugno di Fellini per diverse righe, insieme 5 foto di scena di vario formato, in b/n e a colori. Due splendide lettere felliniane, entrambi indirizzate a Norma Giacchero, la mitica segretaria di produzione del Maestro. Per 30 anni lavorò come segretaria di edizione, iniziando nel 1963 con Giulietta degli Spiriti, sino al 1993, anno della morte del regista. Le due lettere rivelano un’amicizia profonda, che sfuma, in certi momenti, in forme di sottile infatuazione. La prima lettera è scritta alla madre di Norma ed è datata 9 agosto 1967: in essa dichiara tutto il suo profondo legame con Norma, il suo bene profondo. “Nessun ragionamento può far diminuire l’ardore e la freschezza di questo rapporto, né offuscare la gioia che provo con lei o, me lo lasci dire, l’inebriante spensieratezza di certi momenti della nostra giornata... Norma mi dà pace, mi fa sentire calmo, responsabile pur accendendo al massimo d’incandescenza sangue cuore fantasia. Norma mi fa vivere meglio. Non è meravigliosa una creatura capace di questo miracolo?”. Nella seconda lettera, diretta a Norma, il tono diventa più caloroso e coinvolgente: “Sei diventata il mondo, la vita, tutto quello che c’è da questa parte e da qualunque parte su cui si possa fantasticare”. In un’intervista rilasciata nel 2008, Norma così si esprimeva in merito alla sua relazione con Fellini: “Mi legava a lui non solo un rapporto professionale ma anche umano.” Alla luce di queste due lettere questo rapporto si arricchisce di una profonda intimità e una ricchezza sconosciute, illuminando aspetti di una relazione professionale che ha contribuito a fare la storia del cinema mondiale. Le foto fanno da contorno alle due lettere, immortalando momenti di allegria delle troupe cinematografiche.
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Lot 87 Filippo IV di Spagna - Philippe d'Anneux, Marquis de Wargny Patente nobiliare - Paesi bassi spagnoli Patente pergamenacea ripiegata più volte, 655 x 490 mm., grande stemma nobiliare - 105 x 90 mm. - in basso a sinistra acquarellato in oro, rosso, nero e celeste, firma del re in calce, al verso firme di cancelleria di Brecht, Colbrant e altri, datata Bruxelles 1 novembre 1645. “Patentes de rehabilitation de noblesse” di Filippo IV di Spagna (1605-1665), regnante sui Paesi Bassi dal 1621 al 1665, concessa a Philippe d'Anneux, Marquis de Wargny ou Wargnies, baron de Crèvecoeur, seigneur d'Abancourt, de Buath et de la principauté de Barbançon (Barbençon), premier pair, châtelain et vicomte de Cambrai, gouverneur d'Aire, de Courtrai et de Ath, général de bataille au service du roi d'Espagne. Lo stemma nobiliare a tre crescenti in oro su sfondo nero con cimiero, è di una delle più antiche famiglie nobili belghe, al servizio di Filippo IV.
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Lot 88 Fogazzaro, Antonio Lettera autografa firmata Lettera autografa firmata, datata Vicenza 24 nov. 1907, 1 pagina in 8°, 180 x 110 mm. Insieme nel lotto anche due lettere di Luigi Settembrini e Gian Pietro Vieusseux. Mi perviene l'invito della Dante per il 1 dicembre. Su conto mio rispondo che l'avere fissata la seduta durante le vacanze, all'Alta Corte mi costringe a scusarmi. Comunicazione personale e letteraria. Lo scrittore vicentino avverte un "Caro amico" che non potrà recarsi alla riunione della Società Dante Alighieri. Due anni dopo scriverà per la Società Dantesca un importante saggio su Dante politico. Interessante la lettera di Vieusseux, che scrive al rinomato incisore parmense Paolo Toschi, 1788-1854, riguardo ad una spedizione di materiale destinato Cavalier De Gilles, studioso ginevrino all'epoca Bibliotecario dell'Imperatore di Russia.
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Lot 89 Garibaldi, Giuseppe Foto autografata Foto formato carte de visit, 107 x 64 mm., al verso timbrata Rovira Y Duran, Barcellona, recante in calce la firma di Garibaldi. Cimelio garibaldino, pregevole.
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Lot 90 Guarini, Alessandro Lettera con sottoscrizione autografa Una pagina in 4°, 297 x 200 mm., vergata da Bartolomeo Ferrini Cancelliere ducale e datata Modena dieci novembre 1536, con sigillo ducale a secco e firma in basso a destra di Alessandro Guarini. In alto a destra timbro a inchiostro della collezione di autografi di Augusto Maestri, Modena. Bella pagina con sigillo a rilievo, in cui si autorizza il porto d’armi a Geminiano Ventura e Alberto Conte de Cefis “con uno famulo”, i quali “habent licentiam ferendi arma etiam hastis prefixa iunctim et divisim, diei noctuque cum lumini...”. Alessandro Guarini nacque a Ferrara nel 1486 da Battista di Guarino. Ebbe sei sorelle e due fratelli, uno dei quali, Alfonso, fu letterato e commediografo. Addottoratosi in una data imprecisabile in leggi civili, il Guarini ottenne una cattedra presso l'università cittadina e il suo nome rimase, circondato da un indiscusso prestigio, nell'elenco dei docenti ferraresi fino alla morte. A tale formazione è da riconnettere la sua brillante carriera politica, al servizio dei duchi di Ferrara Alfonso I (1505-34) ed Ercole II (1534-59). L'ufficio principale che ricoprì a corte gli valse il soprannome di Segretario, con il quale gli eruditi locali lo distinsero dal suo omonimo più tardo.
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Lot 91 Hardy, Thomas Lettera autografa Una pagina in 8°, 180 x 114 mm., con firma autografa in calce, datata 15 feb.1879. Interessante lettera di Thomas Hardy (Upper Bockhampton, 2 giugno 1840 – Dorchester, 11 gennaio 1928), celebre poeta e scrittore britannico. Parla al suo corrispondente della copia speditagli di Desperate Remedies e di una possibile correzione da inserire. Desperate Remedies è un romanzo di Thomas Hardy, pubblicato in forma anonima col nome di Tinsley Brothers nel 1871, ascrivibile al filone gotico tardo ottocentesco.
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Lot 92 Leone XIII [Cardinale Vincenzo Gioacchino Pecci] Quattro lettere autografe firmate Tre recano la data: 18 marzo 1846; 4 Maggio 1874; 21 settembre 1878. La quarta è scritta nel periodo del Cardinalato, 1853-1878. Diversi formati, in totale 6 pagine di testo, nitida scrittura in corsivo, inchiostro nero e bruno, due con sigillo in cera rossa. Interessanti lettere autografe del futuro Papa Leone XIII. La prima è scritta da Bruxelles, ove era Nunzio Apostolico, e si riferisce alla recentissima nomina ad Arcivescovo di Perugia, avvenuta il 19 gennaio 1846. Due contengono riflessioni intorno alla poesia con annotazioni e spiegazioni stilistiche. Il Cardinale Pecci aveva una grande passione per il latino e la letteratura. Ultimo dei Papi ad essere socio dell'Arcadia con il nome di Neandro Ecateo, fu un ottimo poeta.
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Lot 93 Letterati italiani del ‘700 - Bettinelli, Saverio Lettere autografe firmate Lettera in 8°, 240 x 192 mm., 3 pp. di testo, elegante corsivo scritto con inchiostro nero, lettera su carta azzurrina, accluso documento autografo firmato e datato Mantova 13 7bre 1806, Quietanza di pagamento della pensione dell'Istituto Nazionale su carta da bollo di Soldi 2 filigranata. Insieme nel lotto altre tre lettere di Antonio Cesari, Luigi Cibrario e Leopoldo Cicognara. I lettera: "Aspetto dal Cav. Pindemonte le due satire dovendo egli frappoco passar di qua nel gire a Parma e Piacenza, ov'ha la sorella, poi a Milano, Pavia… " Interessante conversazione letteraria di Bettinelli. Missiva autografa firmata, diretta al Conte padovano Giovanni de Lazara: vengono citati alcuni fra i più noti letterati dell'epoca, tra cui Rosmini e Ippolito Pindemonte. Il gesuita, poeta e scrittore mantovano, divenne molto famoso per aver pubblicato nel 1757 un libro intitolato Lettere a Virgilio, che conteneva una provocatoria stroncatura della Divina Commedia.Bella la lettera di Cibrario, per il suggestivo e interessante studio comparativo del Galateo di Della Casa e di quello di Erasmo da Rotterdam. Lo storico, numismatico e uomo politico piemontese invia questo corposo saggio, intitolato Galateo Olandese del 1500 - Galateo Italiano del 1300, all'editore Vallardi di Milano. Sono messi a confronto l'opera di Della Casa e il De civilitate morum puerilium pubblicato nel 1530 da Erasmo.
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Lot 94 Liber Amicorum Libro di firme del celebre ristorante Mastro Stefano di Roma in piazza Navona, 242 x 195 mm., 145 cc., dal 1956 al 1991. Straordinario spaccato nella Roma della Dolce Vita, dei ristoranti alla moda, delle cene politiche e dei cenacoli di artisti. Tutto questo è stato il ristorante dela famiglia Mastro Stefano per oltre 40 anni, gestito da Ennio, Giulio e Virginia. E alla loro ospitalità gli avventori, più o meno occasionali, hanno dedicato disegni, scritte, dediche, ricordi, memorie etc. Passare in rassegna la lista dei personaggi è impresa improba, un piccolo elenco può essere questo: Alberto Moravia, Alida Valli, Alberto Lupo, Delia Scala, Giulietta Masina, W. Chiari, Anna Magnani, Leonardo Sinisgalli, Giorgio Albertazzi, Alice ed Ellen Kessler (che disegnano le loro gambe stilizzate nel classico passo a due), De Sica che insieme a Philippe Leroy, Vittorio Gassman e Dino Risi firmano una pagina memorabile nel novembre del 1967 (insieme forse per il film Il Tigre?), Enrico Montesano con poesia in romanesco e disegno, Charles Bronson, Raphael Alberti con disegno, Aligi Sassu con disegno, Schifano con disegno etc.
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Lot 95 Libri, Guglielmo Lettera autografa firmata Due pagine in 8°, 205 x 182 mm., su bifolio, rapida grafia in corsivo, inchiostro nero. Interessante e istruttiva lettera dall'esilio di Parigi, firmata e datata Parigi 24 settembre 1847. Guglielmo Libri, eminente matematico, era all'apogeo della carriera: insignito della Legion d'onore, cattedratico presso il College de France. Ma era anche nel pieno della sua attività di trafficante di libri e l'anno seguente sarà formalmente denunciato. In questa lettera ragguaglia il suo corrispondente sul modo più sicuro per iniviargli "lettere o altro": utilizzando la copertura del Sig. Guizot "ogni cosa giungerà sicuramente". Nel 1847 Guillaume Guizot era presidente del Consiglio.
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Lot 96 Lichtenthal, Pietro Lettere autografe firmate 8 pagine in 8° gr., 250 x 200 mm., su 6 bifogli. Lettere viaggiate, scrittura in corsivo, inchiostro bruno. Scrivendo un'opera Botanica assai complicata, prendo la libertà di rivolgermi a lei… avrei molto bisogno della Flora Veronensis del Pollini, stampato a Verona… Non bramo spendere denaro, ma fare il cambio con l'unica copia nuova che posseggo del mio Dizionario e Bibliografia della musica… a Vienna comunque non paghino così bene gli autori come nella Germania settentrionale, danno però buoni compensi agli scrittori di buone opere.Interessantissimo carteggio scientifico con curiose annotazioni personali. Si tratta di sei lettere autografe firmate del grande bibliografo e musicologo, tutte indirizzate all'Abate Carlo Racca di Novara, comprese tra il 1836 e il 1838. Riguardano notizie su volumi, bibliografie, ricerca di libri, invio di pubblicazioni, compensi agli scrittori, opere in corso. Si fanno numerosi riferimenti al Dizionario e bibliografia della musica, edito a Milano nel 1823, all'opera sul Duomo di Novara del Racca, inviata in omaggio a Lichtenthal, al lavoro di quest'ultimo sull'Acqua comune e minerale, in quel momento in procinto di essere pubblicato, con amplissima descrizione dei caratteri tipografici del volume. Si tratta in definitiva di un carteggio densissimo di notizie bibliografiche e di informazioni sul mercato editoriale italiano di primo ottocento.