BENETTON, IL FERRO E L'ANIMA. II FASE. BASI D'ASTA RIBASSATE
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Lot 29 Toni Benetton (1910 - 1996)
Sintesi animale n. 5, 1972
Ferro modellato a caldo
34 x 46 x 73 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 369, scheda 238; F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, pp. 46-47; G. Bianchi, a cura di, "Magiche forme, disegni e sculture di Toni Benetton", Treviso, 2001
Esposizione: Palagio Fiorentino, Stia, 2000; Museo Bailo, Treviso, 2001
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
" Sintesi di animale n. 5" è in stretto rapporto con le "Linee generatrici, che proprio allora Benetton stava affrontando. La forma dell'animale ha ormai poco di figurativo; rappresenta invece linee di forza, l'energia del movimento che si fa forma. Esiste, di questo periodo, una ampia serie di animali fantastici, raccolta in quaderni. -
Lot 30 Toni Benetton (1910 - 1996)
Albero fermato, 1968
Ferro tagliato a fiamma ossidrica
92 x 605 x 6 cm
Bibliografia: G. Mandel, L. Rossi Bortolatto, C. Munari ed altri, testi di, "Toni Benetton", Treviso, 1970; F. Solmi, G. Marchiori, L. Rossi Bortolatto ed altri, testi di, "Toni Benetton", Treviso, 1975, foto n. 36; pieghevole della mostra "Benetton a Cortina" e antologica "Terrazza Cortina"; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 93, 134, 364, scheda 183
Esposizione: Rotonda della Besana, Milano, 1970; X Biennale del Bronzetto e della piccola Scultura, Prato della Valle, Padova 1975; Museo Cà da Noal, Treviso 1975; "Tono & Toni", Spinea, 1986; Opere nella città di Cortina, 1991
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
L'opera è conosciuta come "Albero fermato", in quanto la struttura ricorda il tronco e i rami di un possente albero. In realtà, però, può essere efficacemente paragonata ai lavori di Benetton sui temi dell’orizzonte e dell’onda.
Proprio la patinatura in argento dei tagli - lasciati da Benetton al vivo anche con i residui di fusione - fa intendere che il tema fondamentale è il passaggio della luce attraverso il ferro.
Si tratta della più grande scultura orizzontale - di impianto non architettonico - realizzata da Toni Benetton. In effetti, può essere considerata una vera e propria sfida.
Benetton, aveva fondato l'anno prima, nel 1967, l'Accademia Internazionale del Ferro, frequentata da studenti da tutto il mondo. Il tema della scultura orizzontale è - da sempre e in tutte le culture - uno dei più complessi da sviluppare. Sappiamo che l'opera non è stata realizzata per un committente ma per sé da Benetton, che la volle integrare nel parco della propria villa a Mogliano Veneto. Allora, la ragione che spinse il maestro a misurarsi con questa estrema difficoltà - tecnica ed estetica - può essere trovata proprio nella volontà di mostrare ai suoi allievi (tutti proiettati nella carriera della scultura internazionale) come gestire all'eccellenza il punto più complesso del mestiere.
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lot 31 Toni Benetton (1910 - 1996)
Linee generatrici (bozzetto), 1975
Ferro, lamine e fili saldati
52,5 x 151 x 59 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 149, 280, 281; L. Rossi Bortolatto, a cura di, "Toni Benetton, anni e forme", Treviso, 1992, fig. 1; F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, pp. 13, 56
Esposizione: Galleria d'arte Moderna, Bologna, 1977; Casa dei Carraresi, Treviso, 1992; Palagio Fiorentino, Stia, 2000; Spinearte, Spinea, 2000
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
La scultura presenta la forma di un turbine che, realizzato in dimensione monumentale, il vento e le persone avrebbero potuto attraversare. Così la scultura-struttura permette una esperienza sonora e visiva: il rumore del vento e del metallo vibrante, da un lato; dall'altro la luce nel variare delle superfici, piene o aperte a seconda della posizione dell'osservatore rispetto al sovrapporsi delle lamine. Le lame in coltello restituivano la percezione del vuoto, mentre la visione delle stesse di piatto consentiva l'incontro con il pieno. Benetton si rese presto conto che la rappresentazione figurativa, in dimensione monumentale, non funzionava: nella grandissima dimensione, invece, l'astratto consentiva il dialogo tra l'osservatore e l'ambiente. Una figura umana è efficace in scultura fino ad un terzo o poco più della dimensione naturale, nella scultura monumentale c'è bisogno di forme che siano efficaci proiettate in dimensioni di decine di volte superiori a quella umana: il referente deve essere altro. Ricorda il figlio Giovanni, che "la figura umana è adeguata ad esprimere emozioni come la felicità o l'angoscia. Come può esprimere, però, l'infinito?". La scultura monumentale funziona, secondo Benetton, come amplificatore delle emozioni dell'osservatore. La serie delle "Linee generatrici" prende nome dalle linee che generano la forma: osservando la scultura, si identificano facilmente i tondini da cui prendono avvio le torsioni. Benetton, partendo dai progetti per l'ospedale di Treviso, aveva immaginato grandi strutture semimobili anche per altri importanti spazi. Per esempio, la rotonda di San Giuliano, oggi al centro del grande parco che si apre su Venezia, dove Benetton aveva proposto di posizionare una scultura di ben 26 metri (un progetto, peraltro, richiesto nuovamente al Museo Benetton nel 2017). La sfida tecnica posta dalla scelta dei materiali era enorme. Infatti, mentre i modelli, in ferro, non avevano il reale problema di gestire il vento, le strutture monumentali invece lavoravano come vere e proprie ali o vele. Benetton allora decise di impiegare l'acciaio corten, che conteneva una percentuale di rame e quindi si poteva battere a freddo col maglio raggiungendo, con l'assottigliarsi, una grande elasticità. Tuttavia negli anni Settanta non si potevano sviluppare simulazioni così complesse tramite i computer: gli ingegneri della università di Padova, a cui l'artista richiese un aiuto in fase progettuale, prima si dichiararono non in grado di scendere tanto nel dettaglio produttivo e poi rimasero impressionati dal fatto che l'esperienza e l'intuito matematico di Benetton aveva superato i loro mezzi. -
Lot 32 Toni Benetton (1910 - 1996)
Linee generatrici (studio), 1974
Penna a biro.matite colorate e acquarelli su carta liscia
21,1 x 35,7 cm
Firma: Monogramma "TB" a penna
Data; "74" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 85%
Si tratta di uno studio per una scultura della serie "Linee generatrici", di cui non si conosce la realizzazione. Siamo proprio all'inizio del processo creativo di Benetton, quando le idee si affollano nella mente e urge fissarle. In camera da letto, l'artista teneva un tecnigrafo: all'apparire di una idea, anche durante la notte, si alzava per appuntarla. Se ne era particolarmente colpito, svegliava anche la moglie Ada per discuterla subito. Ada era interlocutrice ideale di Benetton: lavorava con lui in laboratorio dal 1966, e la grande esperienza acquisita le era valsa anche l'attestato di forgiatore. -
Lot 33 Toni Benetton (1910 - 1996)
Scomposizione, 1968
Ferro tagliato a fiamma ossidrica
51 x 50 x 15 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 164, 262 e 365, scheda 187
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Si tratta del bozzetto pensato per il portale della chiesa di San Paolo, a Vicenza. Benetton voleva che la luce potesse entrare dal portale anche quando era chiuso. Perciò pensò di tagliare la lastra riprendendo la forma delle spine. Tuttavia, in fase realizzativa, le punte sporgenti verso l'esterno vennero considerate pericolose e quindi sostituite con tagli rettangolari, verticali. Giovanni Benetton ha rinvenuto nell'officina paterna alcuni calcoli matematici che mostrano le complesse riflessioni di Benetton prima della traduzione del pensiero in immagini definitive. Nel nostro bozzetto, che ha una spiccata struttura modulare, balza all'occhio la disposiozione degli elementi cinque per lato. -
Lot 34 Toni Benetton (1910 - 1996)
Forme (bozzetto), 1978
Lamine in ferro saldate
36 x 35 x 10 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 375
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Gli anni Settanta vedono nella produzione di Benetton l'emergere dell'interesse per le forme geometriche pure e l'unione di scultura e architettura. In questo contesto, diventa importante ridurre al massimo l'impiego dei materiali e le composizioni mostrano un'attenta valutazione dei rapporti matematici e geometrici.
In questa opera - che è studio per un monumento di dimensioni architettoniche - la massa della scultura viene sostituita da un gioco di profondità creato dalle linee.
Il ferro è il materiale che meglio si presta - grazie alla sua resistenza - all'amplificazione delle dimensioni a fronte della riduzione della massa.
La scultura diventa così disegno nell'aria e nell'ambiente.
Esiste almeno un altro analogo bozzetto (cfr. F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 41). -
Lot 35 Toni Benetton (1910 - 1996)
Gatti in lotta, 1985
Matita e acquerelli su cartoncino liscio
45,6 x 66 cm
Firma: "ABt" a penna
Data; "85" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Già nel 1957 Benetton aveva realizzato una scultura sul tema dei "Gatti arrabbiati", oggi conservata al Museo Toni Benetton. Il soggetto è ripreso in modo molto simile in questo foglio del 1985: i margini dei corpi tracciati dalla matita in modo ondulatorio - in particolare le code - ricordano da vicino l'effetto della lamina tagliata con la fiamma ossidrica. Si osservi che anche in quest'opera ritornano due colori molto amati da Toni Benetton, l'azzurro e il rosso. Il primo è il colore del metallo quando esce dal laminatoio, il secondo è il colore delle superfici arrugginite. -
Lot 37 Toni Benetton (1910 - 1996)
Totem n. 2, 1967
Ferro modellato a caldo
313 x 20 x 20 cm
Bibliografia: L. Rossi Bortolatto, G. Mandel, C. Munari, testi di, "Toni Benetton", Treviso, 1970; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 145, 364, scheda 170
Esposizione: Castello di Pergine, 1995
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Il totem è certamente una forma fondamentale nell’immaginario comune, che tuttavia Toni Benetton risulta aver affrontato, in dimensione monumentale, solo due volte, e mai con richiami ad animali o simboli sacrali.
"Totem n. 2" mostra l’interesse dell’artista per la tridimensionalità e il dialogo con l'ambiente come elementi propri del linguaggio scultoreo. Il piatto di ferro viene sfrangiato di taglio e sottoposto a torsioni per ampliare al massimo l'incontro di ombra e luce, vuoto e pieno, mentre il corpo della scultura si slancia verso il cielo.
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lot 38 Toni Benetton (1910 - 1996)
Trio di figure, 1960
Ferro modellato a caldo
30 x 18,5 x 10 cm
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
"Trio di figure" appartiene alla produzione che Benetton realizzava personalmente, come svago durante le complesse lavorazioni su commissione. L'artista considerava queste opere un vero e proprio piacere. -
Lot 39 Toni Benetton (1910 - 1996)
Progetti per sculture, 1964
Penna biro e matita su carta
28,7 x 21 cm
Firma: Monogramma "TB" a penna
Data; "64" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 85%
Il foglio ospita tre progetti per "Sculture vivibili" non realizzate. I primi due, a penna biro nera e a matita ben delineata, appartengono alla serie dei "Tetti", ossia alla riflessione di Benetton sul rapporto tra architettura e scultura nei grandi spazi pubblici, a partire dalle coperture, che interessa l'artista fin dai primi anni Sessanta. Il terzo, invece, oggi appena leggibile poiché in gran parte cancellato, è anch'esso una copertura, ma costruita intorno ad un palo. In una intervista del 1987, così Adriano Madaro a Benetton: "Ti è accaduto di avere più idee contemporaneamente?" L'artista: "Ma certo! Affronto contemporaneamente cinque o sei disegni o lavori, poi li lascio incompiuti a 'dormire', li riprendo in mano solo quando mi torna l'ispirazione. Anche certi bozzetti in creta li lascio fermi per cinque o sei mesi, anche di più. Poi li riprendo rinvigorito e riesco a portarli a termine senza difficoltà" ("Toni Benetton", Treviso, 1987, p. 45). -
Lot 41 Toni Benetton (1910 - 1996)
Toro, 1970
Matita, pennarello e acquarelli su carta da pacchi
49,5 x 70 cm
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Come ricorda Ada Benetton, moglie dell'artista e presidente del Museo Toni Benetton, "di tori Toni ne fece tantissimi. Una delle posture favorite era la carica, e anche qui l’animale punta il pilastro rosso". Il foglio è studio preparatorio realizzato da Benetton per una scultura su commissione. La schiena mostra, nel movimento del pennarello, la vibrazione dell'animale in corsa verso l'obiettivo. I colori sono nuovamente il rosso e l'azzurro, molto amati dall'artista e connessi ai colori della ruggine e del metallo fresco di laminatoio. -
Lot 42 Toni Benetton (1910 - 1996)
Colonna, 1982
Lastra di ferro tagliata a fiamma ossidrica
340 x 80 cm
Bibliografia: L. Rossi Bortolatto, a cura di, "Toni Benetton: anni e forme 1935-1992", Treviso, 1992, fig. n. 4; Pieghevole della mostra "Toni Benetton dialoghi con la città", 8 dicembre 2002 - 28 febbraio 2003, Treviso
Esposizione: Casa dei Carraresi, Treviso, 1992; "Toni Benetton, dialoghi con la città", Treviso 2002-2003; Centro Storico, Fano, 2003
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
"La mia scultura intitolata 'Colonna' parte da un cilindro. Io, su questo cilindro, senza distruggerlo come forma geometrica, ho praticato dei tagli, dei fori, sono intervenuto secondo la mia idea artistica. Ebbene, quello non è più un cilindro, ma è pur sempre un cilindro; in realtà al suo interno, proprio per effetto di quei tagli e di quei fori, si è prodotto un fenomeno nuovo. La luce, entrando attraverso quelle fessure crea un gioco di ombre e figure che prima non esistevano e che mutano continuamente secondo le ore della giornata e l'inclinazione del sole. Non hai idea della grande meraviglia che ciò ha prodotto in me. È stata una scoperta emozionante. Pensa ora a quel cilindro in dimensioni enormi: la torre Eiffel, per esempio. E dentro scale per salire fino alla vetta. E pensa infine alle figure magiche, mutevoli, che si proiettano all'interno della sua superfice tonda. Ecco un esempio di scultura vivibile: quali emozioni riuscirebbe, una scultura del genere, a provocare nella gente? Quali fantasie riuscirebbe a suscitare un miracolo di luci elicoidali? Sono altrettante sculture mobili proiettate all'interno di una scultura, la 'Colonna'." (Franco Battacchi, testi di, "Toni Benetton. Il genio del ferro", Stia, 2000, p. 86).
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lot 45 Toni Benetton (1910 - 1996)
Sintesi animale n. 11, 1972
Ferro modellato a caldo
56 x 120 x 23 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 369, scheda 244; F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, pp. 46-47
Esposizione: Palagio Fiorentino, Stia, 2000
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
"Sintesi di animale n. 11" mostra il lavoro di martello di Benetton. Il ritmo e l'energia sono tradotti, testimoniati, nella pelle del metallo. Ma - come sottolinea Ada Benetton - è evidente anche il rapporto con le sculture “Vivibili”, cui l'artista lavorava dalla fine degli anni Sessanta: questo dinosauro-uccello, arcuato verso il cielo e poggiato su una volta, è costruito come il modello di una grande struttura che l'osservatore potrebbe attraversare. -
Lot 47 Toni Benetton (1910 - 1996)
Forma, 1965
Matita e carboncino su carta
54 x 37,5 cm
Firma: "ABtt" a matita
Data; "65" a penna
Elementi distintivi: "F" a matita
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 85%
L'opera appartiene alla serie delle "Sintesi zoomorfe", ma è connotata da un notevole livello di astrazione che Benetton raggiunge a metà degli anni Sessanta e rispetto al quale le forme animali - qui forse un orso di spalle – sono suggestioni e pretesti. Il disegno mostra sia la forma della lastra - probabilmente affidata alle prime e più chiare linee a matita - sia la riflessione dell'autore su come modificarla in forgia, realizzata con le linee più scure, ripassate. -
Lot 48 Toni Benetton (1910 - 1996)
Sintesi zoomorfa n. 2, 1962
Ferro modellato a caldo
42 x 45 x 15,5 cm
Firma: "BENETTON A" inciso nel metallo
Data; "1962" incisa nel metallo
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 232 e 361, scheda 135
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Le "Sintesi zoomorfe" sono ritagli irregolari di lamiera che Benetton recuperava dalle ferriere. Osservandoli, l'artista vi riconosceva una certa similarità - come avviene guardando le nuvole o le macchie su un foglio - con elementi del vivente, anche se non proprio con forme di animali determinati. Benetton interveniva accentuando queste ispirazioni sollecitate dalla stessa apparente casualità dell'oggetto. Come? Prima di tutto le superfici piane, industriali, venivano messe in forgia, e il contatto con il calore e con il carbone produceva la calamina, quella superfice porosa ossidata, sorta di pelle, che conferisce senso di vita vissuta all'oggetto. Poi, battendole con precisione, le modificava lasciandosi anche guidare dagli esiti delle percussioni distribuiti in ogni punto del metallo, giallo per il calore. -
Lot 49 Toni Benetton (1910 - 1996)
Cavallino. Sintesi animale, 1972
Ferro modellato a caldo
84 x 56 x 60 cm
Bibliografia: F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, pp. 42 e 43 (con datazione erronea); M. Kleckarovà, a cura di, "Toni Benetton Plastiky a Kresby", Olomouc, 2003, p. 28
Esposizione: Palagio Fiorentino, Stia, 2000; Muzeum Komenského, Prerov (Cecoslovacchia), 2003; Lidicka Gallerie, Lidice (Cecoslovacchia), 2003; Severočeské Muzeum, Liberci (Cecoslovacchia), 2003
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Rispetto ai precedenti “Cavalli”, appartenenti alla serie del 1960 e in movimento, questa scultura è architettura: lineare e statica, potrebbe agevolmente essere realizzata in dimensione monumentale. Le "Sculture vivibili" e le "Linee generatrici" coesistono qui con l'immagine di un oggetto puro, che ricorda persino un viadotto. -
Lot 51 Toni Benetton (1910 - 1996)
Giraffa. Sintesi animale, 1965
Ferro modellato a caldo
66 x 22 x 18 cm
Bibliografia: A. Màdaro, a cura di, "Toni Benetton", Treviso, 1987, p. 20; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 235 e 362, scheda 151; G. Bianchi, a cura di, "Magiche forme, disegni e sculture di Toni Benetton", Treviso, 2001, pp. 31, 74
Esposizione: Sede banca Asolo e Montebelluna, 1987; Muzeum Komenského, Prerov (Cecoslovacchia), 2003; Lidicka Gallerie, Lidice (Cecoslovacchia), 2003; Severočeské Muzeum, Liberci (Cecoslovacchia), 2003; Centro culturale Brolo, Mogliano Veneto, 2006
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
L'opera, ricavata da una unica lastra battuta e sagomata in forgia, è stata interpretata come la forma essenziale di una giraffa. In realtà, si tratta di un pretesto per creare un movimento di torsione. La curva amplifica la verticalità e guida l’occhio dell’osservatore verso l'alto. Giustifica formalmente, inoltre, la base larga e stabilizzante. La forma avvolgente gradua ,infine, magistralmente il rapporto tra luce e ombra. -
Lot 52 Toni Benetton (1910 - 1996)
Animale onirico, 1988
Matita, penna biro nera e acquarelli su cartoncino ruvido
11,8 x 12,3 cm
Firma: "ABenttn" a penna
Data; "88" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
"Anche i sogni rispecchiano la realtà, ma, come i disegni, simboleggiano qualcosa che è diverso" (Toni Benetton, "Segni e sogni: pensieri e disegni di Toni Benetton", Mogliano Veneto, 1995, p. 52). L'opera fa parte di una serie dedicata agli animali onirici, in particolare di una selezione di sei raffigurante un animale di forma simile ad una palla. Come ricorda, il figlio Giovanni, che talvolta aiutava Benetton a preparare i disegni per gli auguri di Natale, l'artista partiva disegnando la sagoma, poi faceva cadere l'acqua con poco colore che si spandeva sul foglio. Solo alla fine caricava ulteriormente colore che, scivolano sulla tensione dell'acqua, tendeva a raccogliersi sul perimetro del disegno. In questi fogli la tecnica ha accentuato il senso di rotondità. -
Lot 53 Toni Benetton (1910 - 1996)
Linee generatrici (bozzetto), 1973
Ferro, lamine e fili saldati
165 x 77 x 72 cm
Bibliografia: Pieghevole della mostra, Cavallino, 1999; F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, p. 57
Esposizione: Union Lido Cavallino; Venezia, 1999; Palagio Fiorentino, Stia, 2000; Spinearte, Spinea, 2000
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Il bozzetto appartiene alle "Linee generatrici", come riflessione sulla forma della vela. Questa idea, mai realizzata in forma monumentale, esiste in due soli modelletti, il presente e uno di alcuni anni successivo, in acciaio inox per l'esposizione all'aperto. -
Lot 54 Toni Benetton (1910 - 1996)
Croce greca, 1968
Ferro tagliato a caldo, forgiato e sagomato
210 x 210 x 5 cm
Bibliografia: Catalogo generale “ XVIII Biennale d’Arte Triveneta”, 1969; C. Munari in G. Mandel, L. Rossi Bortolatto, C. Munari ed altri, testi di, "Toni Benetton", Treviso, 1970; G. Marchiori, F. Solmi, G. Mazzotti e L. Rossi Bortolatto, testi di, "Toni Benetton oggi", Treviso, 1975; "Toni Benetton. 50 anni 'A tu per tu' con il ferro 1936-1986, Castelfranco, 1986; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 119, 132, 134, 264, 265, 337, 341, 365, scheda 192; F. Licht, L. Rossi Bortolatto ed altri, testi di, “Toni Benetton”, Treviso, 1992; G. Campolieti, "Fouoweme", anno IV n. 37, nov. 1992, p. 50
Esposizione: XVIII Biennale d’arte Triveneta,”sala ragione”, Padova, 1969; Rotonda della Besana, Milano, 1970; Giardino del Giorgine, Castelfranco Veneto, 1986; Aerostazione internazionale, Marco Polo, Venezia, 1992; Castello di Pergine, Trento, 1995; Centro storico, Stia, 1993; Union Lido, Venezia, 1999; Opere nella città di Treviso, 2002-2003; Spinearte, Venezia, 2003
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Dopo essersi sperimentato nelle grandi sagome ispirate a figure umane e animali, Benetton si rese conto che nella dimensione monumentale le sue opere diventavano enormi masse scure. Decise così di utilizzare diversamente il rapporto tra vuoto e pieno, rendendo protagonista la luce all'interno della struttura metallica. In questa opera - una grande lastra tagliata in forgia a colpi di scalpello e ricomposta in modo non diverso, per esempio, dalle coeve "Persiane" di Tano Festa - Benetton prima incornicia la luce, creando un vero e proprio quadro in cui la scultura è assenza e presenza nello stesso tempo (ecco allora il parallelo con le sculture invisibili cui Gino De Dominicis lavora proprio dal 1968), e poi ne accentua la leggerezza lasciando aperto l’angolo superiore a sinistra. Il titolo - "Croce greca" - non risale a Benetton, ed in effetti è una pura suggestione derivante dalla visione dell'opera, e delle sue quattro braccia uguali con la luce al centro. L'opera non ha significato religioso ma è una riflessione sulla forma.
Sul rapporto tra titoli (peraltro variabili) e opere, l'artista era stato molto chiaro: "Lascio agli altri il compito di mettere il titolo alle mie cose e mi diverto in questa caccia alla definizione; alla fine ognuno vede quello che vuole o, forse, quello che vuole sognare" (Toni Benetton, "Segni e sogni: pensieri e disegni di Toni Benetton", Mogliano Veneto, 1995, p. 6)
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lot 55 Toni Benetton (1910 - 1996)
Linee generatrici n. 4 (bozzetto), 1974
Ferro, lamine e fili saldati
74,5 x 120,5 x 53 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 370, scheda 261; G. Bianchi, a cura di, "Magiche forme, disegni e sculture di Toni Benetton", Treviso, 2001, pp. 33, 93; M. Kleckarovà, a cura di, "Toni Benetton Plastiky a Kresby", Olomouc, 2003; Marzio Favero, a cura di, "Toni Benetton. Townscapes", Torino, 2010, p. 31
Esposizione: Museo Ca' da Noal, Treviso, 1975; Museo Bailo, Treviso, 2001; Muzeum Komenského, Prerov (Cecoslovacchia), 2003; Lidicka Gallerie, Lidice (Cecoslovacchia), 2003; Severočeské Muzeum, Liberci (Cecoslovacchia), 2003
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
"Linee generatrici n. 4" è un esempio perfetto di come Benetton amasse giocare con gli effetti ottici. Se in una prospettiva, il percorso delle linee rimane nitidamente separato, nell'altra sembrano avvitarsi su se stesse in un gioco di "montagne russe": tra i progetti di questo tipo, è il più barocco ed eccessivo negli effetti. L'artista si è infatti distanziato dalle forme legate al vento - le ali e le vele che caratterizzano le altre opere della serie - per inseguire il movimento in se stesso. Dell'opera esiste anche un disegno preparatorio, molto articolato. Per la complessità, il progetto non fu realizzato in dimensione monumentale. -
Lot 56 Toni Benetton (1910 - 1996)
Linee generatrici (studio), 1974
Penne biro su carta liscia
20,9 x 35,8 cm
Firma: Monogramma "TB" a penna
Data; "74" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
L'opera, pur datata dall'artista "1974", è uno studio per "Linee generatrici n. 3", del 1973. Raramente Benetton firmava e datava le sue opere, fino a che non veniva 'costretto' dalla moglie Ada, che si occupava anche della catalogazione ed aveva quindi bisogno di punti fermi. Allora, preso un blocco di disegni li firmava e datava in una unica occasione, senza troppa convinzione, e precisione. -
Lot 57 Toni Benetton (1910 - 1996)
Sintesi animale, 1965
Ferro modellato a caldo
16,5 x 30 x 25 cm
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Un rapace e, forse, un pipistrello insieme: ma soprattutto, come indica il figlio Giovanni, l'occasione per Toni Benetton di applicare la volta ad una forma zoomorfa. In generale, sculture di piccole dimensioni come questa erano realizzate da Toni Benetton per se stesso nelle prime ore della mattina, oppure nei tempi morti nella realizzazione delle grandi sculture, mentre il ferro si riscaldava. In realtà, però, è facile osservare che questi piccoli oggetti hanno la funzione di sperimentare e integrare le idee fondamentali di Benetton sulla forma, in modo molto simile a quello che capitava nei disegni preparatori. -
Lot 58 Toni Benetton (1910 - 1996)
Animale onirico, 1986
Matita e acquerelli su carta ruvida
35 x 49,5 cm
Firma: "ABenetton" a penna
Data; "86" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Si tratta di un disegno di invenzione, ispirato ad un animale fantastico, forse un uccello, che l'artista mostra di pensare già realizzato in ferro. Si distingue infatti molto bene la planarità della lastra, in colore azzurro come esce dal laminatoio.