500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE SECONDA
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Lot 302 Marino Berengo (Venezia 1928 - ivi 2000)
Sandra Secchi Olivieri
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: 22.III.1964
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata 22.III.1964 dell'illustre storico, accademico dei Lincei, autore del volume "Nobili e mercanti nella Lucca nel Cinquecento" (Torino, Einaudi, 1965-1999). "Eccoti una fulminea lettera per la Secchi. Sono, naturalmente, ben contento di farla, e spero che le serva. Ma dille che si faccia coraggio!...". Una pagina in-8. -
Lot 303 Vincenzo Botta (Cavallermaggiore 1818 - New York 1894)
Cavallermaggiore
Lettera autografa firmata
Due pagine in-8
Firma/data: 1 dicembre 1869
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Professore di filosofia nelle università di Torino e di New York, scrisse in inglese opere su Cavour e Dante; socio corrispondente dei Lincei, sua moglie fu la letterata Anne Charlotte. Lettera autografa firmata, datata 1 dicembre 1869, diretta all’editore Barbera: "vi inviai qualche tempo fa i libri dell’Holland, quattro volumi se ben ricordo". Due pagine in-8. -
Lot 304 Michele Buniva (Pinerolo 1761 - Piscina, Torino 1834)
Napoleonica
Minuta autografa firmata
Tre pagine in-4 su bifolio
Firma/data: Turin 20 juin 1828
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Illustre naturalista, medico e patriota, introdusse per primo in Piemonte il vaccino di Edward Jenner. Esiliato a Parigi per le sue simpatie repubblicane e filo francesi, nel 1800 viaggiò in Inghilterra ove apprese le tecniche vaccinali. Rientrato in Piemonte, con il ritorno dei Francesi, fu subito nominato Presidente del Magistrato di Sanità (divenuto poi Consiglio Superiore di Sanità), direttore della Scuola di Veterinaria, condirettore dell'Ospedale San Giovanni, professore di Igiene pubblica e privata e membro dell'Ospizio di Maternità. Interessante minuta autografa firmata diretta al veterinario francese Jean- Baptiste Huzard (1755-1838), da consegnarsi a quest'ultimo con il tramite del rinomato compositore Felice Blangini (1781-1841), residente a Parigi e intimo di Paolina Bonaparte. Datata Turin 20 juin 1828. Tre pagine in-4, su bifolio, in lingua francese (una frase in italiano). "Monsieur le chevalier Blangini directeur de la chapelle de votre souverain, votre compatriote et mon ancien ami est le porteur de cette lettre. Ma femme et mon fils (qui ne cessaient de me dire 'cosa abbiamo noi fatto alla Casa famiglia Huzard dalla quale non riceviamo più lettere?)… Que madame Huzard ne face point me femme de correspondante inseste, ou négligente, dans tous les cas le tort sera toujours à moi car je puis chargé de la réprésenter à cet egard…'. Indirizzo autografo alla quarta. Fogli staccati. -
Lot 306 Giuseppe Capra (Pont San Martin, Aosta 1873 - 1952)
Esplorazioni della Cina
Lettera autografa firmata e lettera dattilografa con firma autografa
Due pagine in- 8, Una pagina in-8
Firma/data: Pont Saint Martin (Aosta) 19 - VIII - (19)27
Lanchov (Kansu-Cina) 28 Sett. 1926
Stato di conservazione: buono (piccole lacune al margine sinistro; fori d’archivio ai margini non lesivi del testo)
Numero componenti del lotto: 2
Lettera autografa firmata dell’abate, etnografo ed esploratore valdostano, noto per le sue mission in Australia, Nuova Guinea, Cina. Datata Pont Saint Martin (Aosta) 19 - VIII - (19)27 su questioni professionali. "Signor Direttore mi voglia scusare se ancora non inviai le fotografie: attendeva una cassetta da Scianghai, nella quale v’erano quattro ventine di ottime negative (…). Giunse la cassetta, ma causa i cattivi trasporti in Italia, prese acqua e le negative sono rovinate. Sono desolato. Porterò io stesso, recandomi a Roma in Ottobre le fotografie di cui dispongo. Nel prossimo anno accademico insegnerò nella R. Università a Roma, Facoltà di Scienze politiche, titolo del Corso ‘Esplorazioni Italiane’…". Due pagine in- 8. Timbro postale, note di archiviazione a matita rossa. Unita lettera dattiloscritta con firma autografa datata Lanchov (Kansu-Cina) 28 Sett. 1926 nella quale fa richiesta di aiuti economici vista la situazione critica della regione cinese da cui scrive. "Chiarissimo Direttore quando riceverà questa mia starò attraversando il Deserto di Gobi, giorni 26 con tre oasi. L’assedio di Sianfu, che perdura da cinque mesi e ha già ucciso 40.000 persone di fame e di pestilenza, mi impedisce di avere la posta da oltre cinque mesi…". "Ho troppa necessità dell’aiuto Suo e di altri Signori di Firenze perché le spese del viaggio sono immensamente cresciute causa la guerra…". Una pagina in-8 obl. su carta velina. Timbro postale. Note di archiviazione a matita viola e blu. Accluso biglietto in carta velina (cm 12,5 x 5) con l’indirizzo datt. valido per "tutto Novembre": "Urumtsi (Ti-Hwa) Chinese Turkestan Via Siberia (Homs-Semikpalatinsk-Tacheng)". -
Lot 307 Joseph Croce-Spinelli (Monbazillac 1845 - 1875)
Le Divan Lepelletier - Aeronautica - LGBT
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Paris, 30 marzo 1871
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata dell'aeronauta francese e giornalista diretta all’avvocato Bouyon. «Dans la série des procès verbaux que je suis en train de recopier... manquent ceux pour lesquels vous avez pris des notes dans les séances de Décembre 1870...». Era il tempo della guerra franco-prussiana. In qualità di "Segretario della Lega A.M.", il giovane aeronauta chiede la collaborazione del suo corrispondente circa delle relazioni fatte al Divan Lepelletier luogo d’incontro dei Repubblicani. Croce-Spinelli morì per asfissia all'età di 29 anni, durante un’ascensione sulla mongolfiera “Zénith” che stava effettuando con Sivel e Gaston Tissandier per esplorare l'alta atmosfera (8600 metri). Solo Tissandier scampò alla morte. Citato da Jules Verne, Croce-Spinelli è, con Théodore Sivel, una icona LGBT. I due scienziati ascesero insieme in cielo, per morirvi, e sono oggi ricordati uno a fianco all'altro, mano nella mano, in un famoso monumento al cimitero di Père Lachaise.
Datata Paris, 30 marzo 1871, una pagina in-8, in francese. -
Lot 311 Eduard Gerhard (Poznan 1795 - Berlino 1867)
Roma - Archeologia - Cista Borgiana
Lettera autografa firmata
Due pagine in-8 su bifolio
Firma/data: Roma 13 febbraio [18]46
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Illustre archeologo, co-fondatore e segretario della prima società internazionale di archeologia, visse a Roma e in altre città italiane (1822-37); profondo conoscitore di ogni ramo dell'archeologia classica, si dedicò specialmente agli studi di mitologia, pubblicando due volumi sull'argomento (1854-55), e a quelli di topografia romana, considerando i monumenti in quanto fonte per la ricostruzione e conoscenza della cultura antica. Fondò in Roma (1829) l'Istituto di corrispondenza archeologica, che poi (1871) si trasformò in Istituto archeologico germanico. Promosse la pubblicazione di grandi raccolte di varie classi di monumenti figurati, come i 4 volumi sugli specchi etruschi (1843-68) e i 4 su vasi in gran parte di provenienza etrusca (1840-58). Interessante lettera autografa firmata, datata "Roma 13 febbraio 1846" diretta al celebre archeologo e numismatico Giuseppe Fiorelli (1823-1896), noto per essere stato l'ideatore della tecnica dei calchi dei cadaveri di Pompei. Nella prima parte della missiva lo prega di fornirgli alcune notizie intorno alla "cista Borgiana osservata nel Museo Borbonico, ove mi ricordo averla veduta ancora nel 1840. La descrissi nell'opera mia Neapels Bildwerke (p. 185) e ne' Miroirs étrusques (p. 26). Spero che a questo insigne monumento non sia accaduta alcuna disgrazia...". In seguito ringrazia "dell'opuscolo Suo numismatico testé fornitomi...". Chiude esprimendo soddisfazione circa l'accettazione del giovane collega di entrare a far parte dell'istituto archeologico. "in conseguenza le sue dotte fatiche verranno talvolta in ajuto delle nostre stampe...". Due pagine in-8, su bifolio. -
Lot 312 Luigi Guidi (Santangelo in Lizzola 1824 - Pesaro 1884)
Scienza - Museo Guidi di Pesaro
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8, su bifolio
Firma/data: Santangelo in Lizzola il 25 dicembre del 1843
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata Santangelo in Lizzola il 25 dicembre del 1843 del naturalista, geofisico, paleontologo e letterato pesarese fondatore del Museo Guidi nel 1861 diretta a Monsignor Carlemanuele Muzzarelli, di cortesia. "Colgo l'occasione del rinnovamento dell'anno per rinnovare all'E.V.R. le sincere proteste dell'amore e della venerazione che Le porto nell'animo...".Una pagina in-8, su bifolio, indirizzo autografo, timbo postale e tracce di sigillo alla quarta. -
Lot 313 Giambattista Incisa di Santo Stefano (Torino m.1826)
Chirurgia - Scienza
Lettera autografa
Una pagina in-4
Firma/data: Turin ce 26 8bre 1808
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa, datata Turin ce 26 8bre 1808, firmata da "Incisa", "Governeur du Royal College des Provinces". Si dichiara che il dottor "Francois Rossi de Cinzano", chirurgo in capo dei principi Borghese e del grande ospedale di San Giovanni, fu nominato "Repetiteur d'anatomie pratique" di detto collegio per il biennio 1788-89. Una pagina in-4. -
Lot 314 Nerio Malvezzi de’ Medici (Bologna 1856 - ivi 1929)
Archivi - Cardinal Malvezzi
Due lettere e un biglietto autografi firmati
Sei pagine
Firma/data: 1899 e 1903
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 3
Dottore onorario del Collegio filologico, accademico onorario della Reale Accademia delle scienze, fu membro del Consiglio superiore degli archivi di stato e socio della Regia deputazione di storia patria per le province della Romagna. Senatore del Regno d'Italia dal 1909 al 1929. Grazie alla sua mediazione la casa e la biblioteca Carducci furono comprate dalla regina Margherita di Savoia e da essa donate alla città di Bologna. Tre lettere autografe firmate (solo due recanti anno: 1899 e 1903), indirizzate ad un professore. Riportiamo un passo a titolo di esempio. "A Bellagio mi giunse la cartolina sua accettissima, che conserverò nel domestico archivio tra le memorie del cardinale Malvezzi, violento bensì contro i gesuiti, ma del resto pio e benefico. Mi è gratissimo che la notizia di un dono del buon arcivescovo mi sia venuto da lei, ottimo insegnante del mio caro figlio. Io lo raccomando alla sua memoria e alla sua benevolenza. Ella avrà sempre voce per esortarlo agli studi...". Per un totale di 6 pagine in diverso formato, carta intestata. -
Lot 315 Lorenzo Martini (Cambiano 1785 - Torino 1844)
Medico, fisiologo e pedagogista
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8 su bifolio
Firma/data: Torino il dì 21 Gennajo 1832
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Medico, fisiologo e pedagogista, fu il primo insegnante in assoluto di medicina legale presso l'università di Torino (1832), ateneo del quale fu in seguito nominato rettore. Tra le opere scientifiche si ricordano: "Della colera indica" (Tip. Fodratti, Torino 1831); "Manuale d'igiene" (Tip. Fontana, 1829), "Manuale di medicina legale" (Tip. Fontana, 1839). Tra gli scritti pedagogici: "Emilio o sia del governo della vita" (Tip. Fontana, 1829); "Riforma della prima educazione" (Tip. Marietti, 1834); dodici volumi dell'"Emilio" pubblicati tra il 1821 e il 1823,in cui tratta argomenti quali il 'viver sano', il 'governo della famiglia', le 'tendenze morali' e i modi tramite i quali 'sopportare le avversità' della vita. Lettera autografa firmata, datata "Torino il dì 21 Gennajo 1832", diretta ad un collega dell'università di Pavia, nella quale gli raccomanda un amico "il Dottor Ratti che viene a Pavia per rubarvi una parte del vostro Sapere...". Una pagina in-8, su bifolio. Indirizzo autografo alla quarta. -
Lot 317 Emidio Pacifico Mazzoni (Ancona 1834-1880)
Giurisprudenza Italiana
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Di Casa 14 aprile 1874
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata dal giurista Emidio Pacifici Mazzoni. Intraprese gli studi giuridici nell’Università di Camerino, dove si laureò ad honorem nel 1857. Si trasferì a Roma dove conseguì il diploma di avvocato della Rota romana. Pacifici Mazzoni collaborò con il 'Giornale del Foro' diretto da Bartolomeo Belli mettendo a punto la sua prima impresa editoriale: il 'Dizionario domestico di legislazione e giurisprudenza civile commerciale amministrativa e penale', sottotitolato per l'uso dei parroci, magistrati e segretari comunali. Sfumata l’occasione di una nomina a professore di diritto commerciale a Siena, tentò di ottenere la cattedra di diritto romano nell’Università di Bologna ma il posto andò invece a Filippo Serafini, già professore a Pavia. La facoltà giuridica bolognese, nel 1869, propose che la cattedra vacante di introduzione alle scienze giuridiche e storia del diritto fosse conferita a Pacifici Mazzoni senza concorso. Nel 1869, divenne professore straordinario di diritto romano a Modena per l’anno 1869-70. Nel 1870 furono istituite nuove cattedre, presso l'Università La Sapienza di Roma, e fu chiamato Pacifici-Mazzoni, che divenne una delle figure eminenti del decollo culturale della Sapienza. La qualifica di professore ordinario di codice civile gli venne conferita il 27 agosto 1872.
Nel 1876 venne designato consigliere di Stato nella sezione di grazia e giustizia. Il 29 aprile 1877, infine, Pasquale Stanislao Mancini lo nominò consigliere della Cassazione di Roma. Lettera autografa firmata circa un nuovo progetto editoriale, datata "Di Casa 14 aprile 1874" diretta ad un "Chiarissimo collega ed amico Preg.mo", l'avvocato, giurista e politico italiano Pasquale Stanislao Mancini, la cui figlia, Grazia Pierantoni Mancini, sposò a Firenze il Pierantoni. "Debbo recarmi a Torino per ordinare colla Un. Tip. Torinese la pubblicazione di un giornale giuridico. Vuole onorarlo del suo nome? Mi manda il titolo di uno o più suoi lavori da pubblicarsi in avvenire a suo bell'agio? Attendo analoga risposta dal suo genero e mio amico Pierantoni...". Una pagina in-8. -
Lot 318 Domenico Paoli (Pesaro 1783 - ivi 1853)
Lettere a Giuseppe Molini
Due lettere autografe firmate
Quattro pagine in-8
Firma/data: Pesaro, 28 febbraio 1816
Pesaro, 26 gennaio 1824
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 3
Due lettere autografe firmate, datate 1816 e 1824, dell'illustre fisico, chimico e medico, amico di Giacomo Leopardi (che a partire dal 1827 favorì i contatti dell'amico con l’ambiente accademico pisano e con il circolo fiorentino del Gabinetto Scientifico-Letterario di Giovan Pietro Vieusseux). Nella prima lettera, l'autore si firma 'D. Paoli Semprini', inserendo anche il cognome della madre, Marianna dei Semprini di Cesenatico, sorella di Pier Maria Semprini di Antonio. Personaggio di spicco della famiglia Semprini salvò dalla rovina l'Abbazia di Santa Maria del Monte requisita e posta in vendita nel 1812 dall'arrivo dei francesi. Dopo ave acquistato dal Demanio il monastero, lo donò nel 1814 a Papa Pio VII, di passaggio a Cesena durante il suo viaggio di ritorno dalla prigionia di Fontainebleau a Roma. La sorella del Semprini, Marianna, sposò il conte Vincenzo Maria Paoli di Pesaro dai quali nacque Domenico. Le lettere sono dirette a Giuseppe Molini, noto libraio, editore e bibliotecario della Palatina di Firenze. Le missive (per un totale di quattro pagine in-8), vertono su questioni bibliografiche: "Di questi io bramerei continuare l'associazione cioè Journ. de Physique - Ann. de Chim. - Nouv. Bullet. de Philom. - Bullet. des Pharmac. - Poiché non v'ha altro modo converrà adattarsi a riceverli di sei in sei mesi. Intorno al Giorn. inglese di Thompson io gradirò moltissimo se nell'occasione di portarsi in Inghilterra potesse procurarmelo quando ci fosse una certa lusinga di poterne avere in seguito il proseguimento. Se gli arretrati non fossero una cosa esorbitante io bramerei averlo fino dal suo principio...". E' acclusa una elencazione di minerali in inglese, anch'essa autografa. -
Lot 320 Luigi Amedeo di Savoia-Aosta (Madrid 1873 - Villaggio Duca degli Abruzzi 1933)
Italia coloniale, Società Agricola Italo-Somala, Rivista Italiana delle Essenze e Profumi
Lettera dattiloscritta firmata
Due pagine in-4
Firma/data: Villaggio Duca Abruzzi 31.5.1921
Stato di conservazione: discreto (restauri al margine superiore)
Numero componenti del lotto: 1
Lettera dattiloscritta, datata 'Villaggio Duca Abruzzi 31.5.1921', firmata da Luigi Amedeo di Savoia-Aosta. Ammiraglio, esploratore e alpinista italiano, fu uno dei più celebri membri della famiglia reale italiana, compiendo spedizioni che lo hanno reso internazionalmente celebre: nel 1897 la prima ascensione del Monte Saint Elias, in Alaska; nel 1900 la spedizione al Polo nord (a bordo della nave Stella Polare) che raggiunse la latitudine Nord più avanzata dell'epoca; nel 1906 l'esplorazione del massiccio africano del Ruwenzori e l'ascesa delle sue cime maggiori; nel 1909 la spedizione nel Karakorum, con il fallito tentativo di ascesa del K2 e il nuovo record mondiale di altitudine. Durante la prima guerra mondiale è stato al comando della flotta alleata. In seguito si è dedicato fino alla sua morte a un innovativo progetto di sperimentazioni agricole e di cooperazione con popolazioni locali in Somalia. Essendo il primo figlio maschio nato dopo l'ascesa al trono del padre, viene investito del titolo di Infante, ma la sua nascita avviene in un momento critico per il regno di Spagna, in una situazione di massima insicurezza, con il paese sul punto di esplodere. La famiglia rientra a Torino. Luigi ha poco più di tre anni e mezzo quando nel 1876 muore la madre Maria Vittoria e ne ha appena sei e mezzo quando nel 1879 viene arruolato come mozzo nella Regia Marina, per ricevere un'educazione militare. Luigi trascorre gran parte delle sue vacanze in montagna e durante l'estate Amedeo affida i figli allo scienziato e frate barnabita Francesco Denza, che li introduce alla pratica sportiva dell'alpinismo intesa come strumento didattico per l'apprendimento delle scienze naturali. Nel dicembre 1884 si imbarca a bordo della fregata 'Vittorio Emanuele', condividendo l'addestramento con Manlio Garibaldi, figlio dell'eroe risorgimentale. Nel luglio 1889, a soli sedici anni, viene nominato guardiamarina nel Corpo dello Stato Maggiore generale della Regia Marina e si imbarca sul brigantino 'Amerigo Vespucci', con cui compie la sua prima navigazione intorno al mondo. Nel 1890 viene insignito del titolo di 'Duca degli Abruzzi', per lui creato. Nel 1893 Luigi è assegnato come ufficiale in seconda alla cannoniera 'Volturno' e nel giro di due mesi è promosso al grado di tenente di vascello. In settembre la nave è inviata in Somalia per sedare dei disordini e rimane a presidiare per un mese il porto di Mogadiscio, concedendo a Luigi la possibilità di avere un primo contatto con una terra di cui si innamora subito e a cui dedicherà gli ultimi anni della sua vita fino a considerarla la sua vera casa e a scegliere di morirvi. Nel 1894 salpa da Venezia sull'incrociatore 'Cristoforo Colombo' per una missione diplomatica che dura ventisei mesi e che gli consente di compiere la sua seconda circumnavigazione del globo. Tra il 1902 ed il 1904 affronta, per la terza volta, la circumnavigazione del globo a bordo dell'incrociatore 'Regia Nave Liguria'. All'inizio degli anni venti, il Duca ebbe una relazione molto seguita dalla stampa italiana e d'oltreoceano, sempre attenta agli scandali che riguardavano le teste coronate, con una ricca ereditiera americana, Katherine Elkins figlia del re del carbone e dell'acciaio, il senatore statunitense Davis Elkins, ma il cugino del Duca, il Re Vittorio Emanuele III (e soprattutto la regina madre Margherita) non gli concesse il permesso di sposarla per motivi mai ben chiariti. Forse per non destare il sospetto che un principe di casa Savoia potesse contrarre matrimonio con una donna non di sangue blu per motivi di interesse. Intraprese in seguito un'operazione di una grande bonifica agraria in Somalia lungo la valle del fiume Uebi Scebeli di cui, nel 1928, nel corso della sua ultima esplorazione, scoprirà le sorgenti. Muore il 18 marzo 1933 nel villaggio "Duca degli Abruzzi" (oggi Johar), in Somalia, senza figli. Sembra che negli ultimi anni della sua vita, il Duca avesse una relazione con una giovane principessa somala di nome Faduma Ali. Secondo le sue volontà vienne sepolto sulle sponde del fiume Uebi Scebeli. Nel 1992 la missione militare Restore Hope di supporto ai civili, tentò di recuperare i resti del Duca per sottrarli al rischio di profanazione ma infine, su richiesta della popolazione locale (cui acconsentì anche Amedeo d'Aosta), ancora molto legata al ricordo di un uomo che portò loro una vita dignitosa, la tomba fu lasciata in Somalia. Nel 2006, però, delle milizie islamiche entrarono in Giohar, distrussero il villaggio e si accanirono contro la tomba, profanandola e disperdendo i resti. La missiva è diretta all'amministratore della 'Rivista Italiana delle Essenze e Profumi', circa la possibilità di sfruttare alcune piante autoctone nella regione del Medio Scebeli, in Somalia, da utilizzare nell'industria dei profumi: "Nella regione de medio Scebeli (Scidle), dove fervono alacremente i lavori per l'impianto della grande Impresa Agricola, solo un numeroso gruppo di acacie mimose (acacia Seyal var: fistula, acacia adansonia, acacia Bussei, Diorostachis nutans, etc. etc.) Possono forse offrire, all'industria dei profumi, un interesse notevole con i loro fiori odorosissime di gaggia. E le piante di acacia ricoprono gran parte del territorio della Colonia. Sarebbe certamente interessante distillare da queste diverse specie di acacie e di altre leguminose dei campioni di essenze odorose, che potrebbero, per l'esame, essere inviati alla Società Anonima R. Subinaghi." Infine il Duca: "La prego quindi di mandarmi cataloghi e listini di piccoli apparecchi di distillazioni, di cui uno adatto e poco costoso potrebbe essere, per il suddetto scopo, acquistato dalla mia Società", si tratta della sua “Società Agricola Italo-Somala”, impresa fondata nel 1920 nella regione dello Scidle sul fiume Uebi Scebeli. Notevole, quale segno della parsimonia tradizionale dei Savoia, l'accenno al risparmio nelle forniture. Due pagine in-4. -
Lot 321 Federico Paolo Sclopis (Torino 1798 - ivi 1878)
Gaspare Gorresio
Carteggio costituito da quattordici lettere autografe firmate
Diciotto pagine
Stato di conservazione: buono (due delle missive presentano lacune al margine superiore)
Numero componenti del lotto: 14
Carteggio costituito da quattordici lettere autografe (1864-1877) firmate del magistrato e giurista Federico Paolo Sclopis. A vent'anni si laureò in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Torino, due anni dopo fu chiamato da Prospero Balbo fra i collaboratori diretti della Segreteria degli Interni. Come giurista ebbe un ruolo di rilievo nella redazione dello Statuto Albertino, stilando il preambolo. Nel Senato del Regno di Italia ricoprì l'incarico di vicepresidente nel 1861 e di Presidente dal 25 maggio 1863 al 24 ottobre 1864, dimettendosi al trasferimento delle Camere alla nuova capitale, Firenze. Dal 1870 al 1872 fu presidente dell'arbitrato tra il Regno Unito e gli Stati Uniti che portò al 'Trattato di Washington', riguardante la posizione del primo durante la guerra di secessione. Le missive sono dirette al celebre indologo e linguista Gaspare Gorresio (segretario perpetuo dell'Accademia delle Scienze di Torino). Si riportano alcuni passi a puro titolo esemplificativo. "E' indispensabile che si stampi la bella ed applaudita memoria del Caro Collega Gorresio. Il quale è pregato di consegnare sine mora il manoscritto per la stampa...". "Sarà bene che si pensi al programma pel grafico sui Monti Pietà, affinché possa essere stampato prima che io parta...". Per un totale di 18 pagine in vario formato. Sono unite alcune buste con indirizzo autografo. -
Lot 322 Ignazio Somis (Torino 1718 - Cavoretto 1793)
Bibliografia e questioni personali
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Torino addì 19 maggio 1770
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Importante lettera autografa firmata, con notizie inedite, datata 'Torino addì 19 maggio 1770', del medico, scienziato e poeta, nominato archiatra regio nel 1773, noto tra gli arcadici con lo pseudonimo di Genunte, diretta ad un "Amatissimo amico". Nel 1737, dopo un periodo di interesse per il diritto, seguì i corsi universitari di medicina. Nel 1766 fu nominato medico di corte, nel 1773 archiatra regio e nel luglio del 1783 capo del protomedicato. Il favore del sovrano gli fu concretamente attestato dal conferimento nell'agosto 1787 del feudo e titolo comitale, estensibile ai discendenti, di Chiavrie (l'odierna Caprie, in Val di Susa). Fu membro di numerose accademie ed istituti scientifici: dell'Arcadia, col nome di Genunte; delle accademie degli Agiati di Rovereto, degli Umbri di Foligno, della Reale di Napoli. Sposò Rosa Tempia, che gli dette tre figli ed una figlia. Due dei figli, Giovanni Battista e Luigi, avranno un ruolo di importanza nella vita piemontese tra Settecento ed Ottocento. Il primo (1763-1839), magistrato, fu amico di Manzoni nei suoi anni parigini, e nel 1825 sarà presidente della Camera dei conti di Torino; il secondo, dottore in legge, sarà in seguito segretario di Stato per gli affari interni. La prima parte della missiva verte su questioni bibliografiche: "Colle barche partite di quà nello scorso mese ò mandato, indirizzandoli al Pasquali, due pachetti, l'uno venuto dall'amico di Berna, l'altro con un volume degli Atti Elvetici...". In seguito scrive relativamente alla moglie "co' dolori di parto, e sto aspettando o la seconda ragazza, o il quarto maschio...". E' questa un notizia biografica inedita e rilevante poiché mostra che il parto non ha avuto buon esito, non essendo registrato in bibliografia né una seconda femmina né un quarto maschio.
Una pagina in-8. -
Lot 323 Carlo Verga (Vercelli 1814 - Milano 1894)
Storia sabauda, Luigi Guala, Andrea Podestà, raccomandazioni
Due lettere autografe firmate
Tre pagine in-16
Due pagine in-16
Firma/data: A. Roma 18 gen, 1887
Vercelli 29 agosto 1884
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 2
Due lettere autografe firmate dell'uomo politico, prefetto delle province di Como, Reggio, Parma e commissario straordinario in Lunigiana durante la seconda guerra d'indipendenza. La prima, datata 'Roma 18 gen, 1887', verte su una questione storiografica riguardante la dinastia sabauda e il Deputato Luigi Guala, politico e senatore del Regno d'Italia nella XVII legislatura:"Sarà bene dare una lezione di storia patria al Dep. Guala che mandò uno strano telegramma al Re in occasione del nuovo anno. Si accenna in esso alla rinnovazione dei patti, della fede e dei voti giurati ad Amedeo VII il Conte Rosso. Ora perché non appartenne mai ad Amedeo 7° essa fu ceduta ad Amedeo 8° successore di Amedeo 7° nel 1427 da Filippo Maria Visconti che sposava Maria figlia di Amedeo 8° e così dava la dote invece di riceverla come fu detto...". Tre pagine in-16, carta intestata 'Senato del Regno’. Nella seconda , datata 'Vercelli 29 agosto 1884', scrive al corrispondente di averlo segnalato per un concorso scolastico ad Andrea Podestà, nominato Senatore nel 1883: "Non so se sia già aperto il concorso a qualche cattedra, ad ogni modo la raccomandazione al Sen. Podestà è fatta ed egli avrà sicuramente molta influenza nelle nomine...".
Due pagine in-16. -
Lot 324 Giuseppe Volpi di Misurata (Venezia 1887 - Roma 1947)
Pilade Polazzi, Scena Illustrata, San Francesco d'Assisi
Lettera dattiloscritta con firma autografa
Una pagina e 1/2 in-8
Firma/data: Roma 1 settembre 1926
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera dattiloscritta con firma autografa, datata 'Roma 1 settembre 1926' del Governatore della Tripolitania, Ministro delle finanze del Regno d'Italia e Presidente di Confindustria dal 1934 al 1943, Giuseppe Volpi di Misurata. La missiva è diretta a Pilade Pollazzi (1852-1940) direttore della 'Scena Illustrata', in occasione dei settecento anni della morte di San Francesco d'Assisi: "...ha chiesto un mio pensiero che ricordi e celebri il Santo di Assisi. Al cortese suo invito mi è grato aderire, inviandole questo mio pensiero: Il Santo serafico d'ardore, che in mistiche nozze sposò la Povertà, che più ebbe sete di sacrifici e che sulle sue stesse carni ricevè le vestigia della Passione di Cristo, Passione di Amore, è il più gran Santo d'Italia e del mondo, è gloria d'Italia e monito agli Italiani...". Una pagina e 1/2 in-8, su carta intestata 'Ministero delle Finanze - Il Ministro'. -
Lot 326 Gaetano Palloni (Montevarchi 1766 - Livorno 1830)
Medicina, Biografia di Gaetano Palloni, Nove carte, Diagnosi e ricetta di cura, La difesa sul proprio operato
Quattro pagine, Tre pagine in 8, Due pagine in 8
Firma/data: 27 settembre 1827
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 11
Incartamento di grande importanza per la storia della medicina italiana. Gaetano Palloni fu un celebre medico toscano per il quale fu istituita la Cattedra sulle malattie dell’infanzia a Firenze. All'età di 18 anni, decise di iscriversi alla facoltà di medicina dell'Università di Pisa. Non avendo la famiglia il denaro necessario per mantenerlo agli studi, Palloni si appellò al Granduca Ferdinando III di Toscana con una supplica che non solo il sovrano accolse con favore ma che gli permise, in via del tutto eccezionale, di ottenere l'accesso gratuito agli studi universitari. A Firenze si applicò ai due anni di pratica e di tirocinio obbligatori. Durante questo periodo si dedicò particolarmente allo studio dell'anatomia patologica, branca ancora agli albori della medicina moderna, e al perfezionamento dell'inglese e del francese. La fama che Palloni si acquistò sia come medico che come studioso gli valsero, nel 1796, l'elezione a membro dell'Accademia dei Georgofili e poco dopo fu ascritto all'Accademia fiorentina. ll Governo granducale lo chiamò ad esaminare e ad intervenire su un'epidemia animale, che infieriva da qualche tempo tra il bestiame del Valdarno e che si estinse proprio grazie al suo nuovo codice di profilassi medico-veterinaria. Nel 1798, non appena Edward Jenner pubblicò i risultati positivi dei suoi esperimenti sulla vaccinazione contro il vaiolo, Palloni si dedicò alla sensibilizzazione degli ambienti scientifici toscani e italiani e alla diffusione del vaccino. Ormai considerato un luminare, con titolarità di cattedra sia all'ospedale Bonifacio sia all'ospedale Santa Maria Nuova, venne nominato professore onorario dell'Università di Pisa e lettore in Firenze delle malattie dell'infanzia, cattedra creata espressamente per lui tanto che si può considerare Palloni il padre della pediatria moderna e non solo in Italia. Alla sua scienza di pediatra ricorse più volte Maria Luisa di Borbone, regina reggente d'Etruria, per curare le infermità dei figli Carlo Ludovico e Maria Luisa Carlotta. Passata la Toscana sotto il governo francese, Palloni fu insignito del titolo di Medico dell'epidemie, e venne nominato membro del Giurì di Medicina nel dipartimento del Mediterraneo. Da Gioacchino Murat fu creato Cavaliere dell'Ordine reale delle Due Sicilie. Gli è oggi dedicato l'Istituto per la Salute Gaetano Palloni di Montevarchi (Arezzo).
Il lotto include: la biografia di Gaetano Palloni scritta "da lui medesimo", apparentemente inedita, quattro pagine, datata '27 settembre 1827', documento fondamentale poiché, posta alla fine della vita, la ripercorre pressoché integralmente; nove carte di diverso formato contenenti ricette mediche, pagine sul lavoro a Livorno ecc.. ; diagnosi e ricetta di cura per il Signor Collai o Cellai, tre pagine in 8; la fondamentale difesa sul proprio operato contro le calunnie dei colleghi, due pagine in 8.
Alla fine della vita, il Palloni tira le somme dell'intera propria esistenza privata e scientifica. -
Lot 328 Giuseppe Fracassetti (Fermo 1802 - ivi 1883)
Etudes sur les reformateurs contemporains di Louis Reybaud
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: di Villa il 29 ott. 1850
Stato di conservazione: discreto (restauri)
Numero componenti del lotto: 1
Letterato e filologo, fu noto soprattutto per i suoi studi sul Petrarca. Fu dal 1822 al 1827 a Roma, addetto al Tribunale della Sacra Rota; ritornò poi a Fermo dove esercitò la professione legale e ricoprì varie cariche pubbliche. Lettera autografa firmata, datata 'di Villa il 29 ott. 1850', nella quale prega il corrispondente di inviargli un volume di Louis Reybaud 'Etudes sur les reformateurs contemporains'. Una pagina in-8. -
Lot 329 Gaetano Giordani (Budrio 1800 - Bologna 1873)
Raccomandazioni al Conte Macchirelli
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8, su bifolio
Firma/data: Bologna li 2 giugno 1839
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata datata 'Bologna li 2 giugno 1839' di Gaetano Giordani, bibliografo, scrittore e accademico, ispettore della pinacoteca della Pontificia Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1822 al 1859. La missiva è diretta al Conte Odoardo Macchirelli, al quale raccomanda un amico: "il dottore Pietro Ruggieri, candidato alla condotta medica di Mondolfo". Una pagina in-8, su bifolio. Piegatura. Indirizzo, timbri postali e sigillo ceralacca rossa alla quarta. -
Lot 330 Annesio Nobili (Norcia 1777 - Senigallia 1835)
Pietro Manni - Medicina - Libro della seconda età
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Bologna li 26 aprile 1823
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 2
Bella lettera autografa firmata di Annesio Nobili, tipografo-libraio ed editore, datata 'Bologna li 26 aprile 1823' e indirizzata all'illustre medico e ostetrico Pietro Manni (1778-1839), su questioni editoriali: "A seconda dell'ultima mia oggi il Professore Ronzani ti rimetterà un ordine di (...) 20 che io spedisco in effettivo al mio amico Sig. Giuseppe Porcelli in un gruppo sigillato che tu girerai al Sig. Riccioli...". "Nella settimana entrante spero di portare a termine il Libro della seconda età...". Una pagina in-8, indirizzo autografo alla quarta. E' unito documento a stampa (in parte manoscritto) datato 'Pesaro li 13 9bre 1835'. Distinta per consegna di libri. Due pagine in-8. -
Lot 331 Lanfredino Lanfredini
Atti istruttori della causa nullitatis promossa da Lanfredino del fu Bartolomeo Lanfredini, 1572
Documento manoscritto
Ventiquattro pagine
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Atti istruttori della causa nullitatis promossa davanti ai giudici «secundarum appellationum et nullitatis» della città di Firenze da Lanfredino del fu Bartolomeo Lanfredini, anche per conto dei fratelli Antonio e Giacomo, e relativa alla controversia vertente fra Giovanni del fu Giacomo «de Macchauribus» da una parte e Diamante, vedova del fu Cristoforo Lanfredini dall'altra. La causa riguarda evidentemente un atto di donazione o di successione in cui viene contestata la linea diretta discendenza dei Lanfredini; l'escussione di testimoni riguarda infatti la ricostruzione della genealogia dei Lanfredini (da un Lanfredino che lasciò un Orsino e un Salimbene; Orsino lasciò poi un Giovanni che generò un Bernardo e questo generò il Giuseppe «assertum donatorem,
et qui habuit rem carnalem cum dicta domina Diamante, uxor infrascripti Christofori»; Salimbene ebbe un Giovanni che ebbe Cristoforo, «qui fuit vir et maritus domine Diamante»).
A questi atti segue appunto la copia della supplica - accolta - inviata il 4 luglio precedente da Lanfredino del fu Bartolomeo Lanfredini al «Serenissimo Principe» [Cosimo I de° Medici, Granduca di Toscana (+ 1574)] per essere ammesso «a fare certe posizioni e provare la parentela che era intra Cristoforo di Giovan Battista Lanfredini e Giovanni di Bernardo Lanfredini». -
Lot 332 Giovanni Treccani Degli Alfieri (Montichiari 1877 - Milano 1961)
Centro Nazionale di Studi sul Rinascimento - Sezione Lombarda
Lettera dattiloscritta firmata
Una pagina in-8
Firma/data: 6 dicembre 1941 XX
Stato di conservazione: buono (strappo al margine destro; lievi restauri)
Numero componenti del lotto: 1
Lettera dattiloscritta firmata, datata '6 dicembre 1941 XX' di Giovanni Treccani. Imprenditore, editore e mecenate fu insieme a Giovanni Gentile il fondatore dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana (18 febbraio 1925) a Roma per la pubblicazione della Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti e del Dizionario Biografico degli Italiani. All'età di 17 anni emigrò in Germania come semplice operaio tessile alla scuola di Krefeld. Qualche anno dopo tornò con un piccolo capitale e un bagaglio tecnologico che mise a frutto nell'industria tessile italiana, prima come piccolo imprenditore, poi come capitano d'industria. Negli anni del primo dopoguerra fu presidente di diversi cotonifici tra cui il "Cotonificio Rossi". Nel 1919 elargì una cospicua somma all'Accademia dei Lincei e nel 1923 donò allo Stato italiano la Bibbia di Borso d'Este, un capolavoro della miniatura rinascimentale, che acquistò per 5 milioni di lire a Parigi per evitare che finisse oltreoceano. Nel 1924 fu Senatore del Regno d'Italia e nel 1931 costituì la società Treves-Treccani-Tumminelli che divenne poi Istituto della Enciclopedia Italiana. Dal 1925 al 1937 fu direttore della Sezione Industria dell'enciclopedia, e poi dal 1933 al 1938 vicepresidente. Nel 1937 fu insignito del titolo di conte e nel 1939 ricevette una laurea honoris causa in Lettere e filosofia dall'Università di Milano, per il grande interesse dimostrato negli anni in campo storico e culturale con la fondazione del Comitato lombardo della Società per la Storia del Risorgimento. Nel 1942 istituì la Fondazione Treccani degli Alfieri, che pubblicò la Storia di Milano. La missiva è diretta a Pier Luigi Ponti: "Sono lieto di annunciarVi che ho disposto affinché vi sia inviata in omaggio la seconda pubblicazione di questa Sezione Lombarda: L. Prosdocimi, Il diritto ecclesiastico nello Stato di Milano dall'inizio della Signoria Viscontea al periodo tridentino, nella fiducia di farvi cosa gradita...". Una pagina in-8, su carta intestata 'Centro Nazionale di Studi sul Rinascimento - Sezione Lombarda'.