Russia e Ucraina. 1960-1980

Russia e Ucraina. 1960-1980

Wednesday 13 September 2023 hours 18:00 (UTC +01:00)
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  • Ilya Iosifovich Kabakov (1933 - 2023). Il grande edificio, 1967
    Lot 25

    Ilya Iosifovich Kabakov (1933 - 2023)
    Il grande edificio, 1967
    Matite colorate, gessetti, carboncino e matita su carta applicata su foglio di supporto
    12,8 x 18,8 cm
    Data: "67", a penna, al recto
    Firma: "Kabakov", a penna, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90% (gora)
    Stato di conservazione supporto: 90%
    Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 20 (ill.)
    Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009

    Kabakov è il principale artista concettuale emerso in Unione Sovietica nella seconda metà del '900. Nato a Dnipropetrovsk, in Ucraina, ha lavorato per trent'anni a Mosca, dagli anni '50 fino alla fine degli anni '80. Ora vive e lavora a Long Island, negli Stati Uniti. Durante i suoi oltre quarant'anni di carriera, Kabakov ha prodotto una vasta gamma di dipinti, disegni, installazioni e testi teorici. A differenza di alcuni artisti sovietici clandestini, Kabakov si unì all'Unione degli artisti sovietici nel 1959 e ne divenne membro a pieno titolo nel 1962, una posizione prestigiosa nell'URSS. Specializzatosi nel 1957 all'Istituto d'Arte Surikov di Mosca, si dedicò principalmente alla illustrazione per l'infanzia.
    Nel 1965 raggiunse la notorietà internazionale, attraverso una serie, "Shower", in italiano "Desiderio di lavarsi", in cui un uomo è rappresentato sotto una doccia, da cui però non esce acqua: l'immagine ebbe immediato successo come metamora delle promesse non soddisfatte (in particolare, così venne intesa in occidente, dal socialismo reale). La serie "Desiderio di lavarsi" fu pubblicata in Italia, nel 1965, proprio da Antonello Trombadori. Alla fine del 1967, Kabakov, insieme a Ülo Sooster, creò un laboratorio nella soffitta dell'ex condominio Rossiya su Sretensky Boulevard, cui si aggregarono molti artisti non allineati al realismo socialista ma in stridente contrasto con i cosiddetti artisti non conformisti, raccolti invece intorno ad Oscar Rabin (1928-2018), che invece erano di indirizzo astratto. In questo periodo Kabakov si allontana dalla produzione di disegni di piccole dimensioni - serie a cui appartengono anche le opere in asta - per dedicarsi alla pittura e quindi virare verso le installazioni. L'artista incomincia ad integrare i dipinti con testi, che compongono con le immagini delle unità concettuali: il testo non spiega l'opera ma ne è parte. Si accentua in questo periodo il carattere simbolico dei colori, per esempio gli smalti onnipresenti nell'edilizia sovietica, il rosso che simboleggia lo stato, il grigio comunemente utilizzato per tinteggiare, che uniti danno un marrone simile al colore del suolo su cui cammina il popolo sovietivo. Un altro tema elaborato in questi anni è quello delle mosche, che Kabakov utilizza come metafora della vita umana entro le attuali società che egli considera "così noiose che anche le mosche ne muoiono". Negli anni Settanta Kabakov accentua ulteriormente gli elementi concettuali delle sue opere, assumendo un ruolo guida nel movimento concettuale russo, tra l'altro sottolineando che sia la posizione degli artisti conformati al regime sia la posizione degli artisti dissidenti in realtà non consente di osservare il divario tra il mondo capitalistico e il sistema socialita, ed affermando per l'artista una terza via, di neutralità, come esigenza della riflessione e delle creazione. Realizza in questo periodo 50 album di disegni, quasi i prototipi delle installazioni che lo renderanno famoso nel mondo. I primi dieci album costituiscono una serie chiamata "Dieci personaggi" (1972-75). Nella storia dei dieci personaggi, un uomo, tentando di scrivere la sua autobiografia, si rende conto che non gli è mai successo niente e che la maggior parte della sua vita è stata fatta di impressioni su persone, luoghi e oggetti. Così crea dieci diversi personaggi per spiegare la sua percezione del mondo. In uno degli album di "Dieci Personaggi", chiamato "I Komarov volanti", normali cittadini sovietici afferrano le ali di versioni sottodimensionate di aeroplani. Alcuni vengono tirati da corde come sciatori d'acqua nel cielo. Le illustrazioni raffigurano anche, in stile cartone animato, i cittadini che si tengono per mano e formano grandi cerchi mentre fluttuano nell'aria. I disegni sono molto fantasiosi e potrebbero essere facilmente usati per un libro per bambini, se non in Unione Sovietica, sicuramente in Occidente. La spiegazione scritta, tuttavia, suggerisce un significato più profondo, cinico. La fama internazionale di Kabakov si deve all'ultima produzione, sviluppatasi negli anni 80, in particolare alle cosiddette installazioni totali, così bene raccontate alla mostra monografica della Tate Gallery nel 2017. Nel 1985 l'artista sfonda il soffitto di un appartamento, a fianco ad una branda disfatta, ad una tavola spostata, tra i calcinacci si vedono due scarpe: sono la traccia, con le immagini sovietiche alle pareti, del "L'uomo che è volato dal suo appartamento nello spazio". Questo tipo di ambienti immersivi - in cui la scenografia serve ad avvolgere l'osservatore con emozioni e concetti - sono il principale apporto di Kabakov all'arte contemporanea internazionale.
    L'artista è emigrato negli Stati Uniti nel 1988, ma la sua posizione nell'orizzonte culturale russo resta molto peculiare. In una intervista sugli artisti dissidenti sovietici ha dichiarato: "Non ero un dissidente. Non ho combattuto nessuno o niente. Questo termine non si applica a me" ("Soviet Dissident Artists", Yurchak, 2014, p. 220). Benché la guerra russo-ucraina abbia portato molti intellettuali a schierarsi a favore di una delle parti, Kabakov ha mantenuta ferma la definizione della propria nascita "nella Repubblica Socialista di Ucraina, entro l'Unione Sovietica". Un tema centrale nella ricerca intellettuale di Kabakov è stata proprio la nascita e la morte dell'Unione Sovietica, che egli ritiene la prima società moderna scomparsa. Nell'Unione Sovietica, Kabakov rileva elementi comuni a ogni società moderna, e così facendo esamina la frattura tra capitalismo e comunismo come fattore ben più pregnante del conflitto ideologico e politico svoltosi nel '900. Piuttosto che dipingere l'Unione Sovietica come un progetto socialista fallito sconfitto dall'economia occidentale, Kabakov la descrive come un progetto utopico tra tanti, incluso il capitalismo. Secondo Kabakov, ogni progetto utopico è destinato a fallire se si innesta in esso la volontà di potenza e con ciò l'autoritarismo.
    Dall'inizio degli anni 2000, l'artista ha ripreso a esporre attivamente in Russia al massimo livello istutuzionale (Moscow House of Photography, 2003; Galleria Tretyakov, 2004; Hermitage, Palazzo dello Stato Maggiore, 2004; Museo statale di belle arti Pushkin, Centro Winzavod per l'arte contemporanea, il Garage Center per l'arte contemporanea, 2008 etc) e le sue opere hanno costituito la base per la collezione d'arte contemporanea dell'Hermitage. Nella mostra "Russia!", nel 2006, il Guggenheim Museum di New York ha esposto l'installazione "L'uomo che volò nello spazio dal proprio appartamento" insieme alle icone di Andrei Rublev e Dionisio il Greco, ai dipinti di Bryullov, Repin e Malevich assicurando lo status di Kabakov come uno dei più importanti artisti sovietici e russi della generazione del dopoguerra. Sono entrambi di Kabakov i due record mondiali d'asta per l'arte russa del secondo '900 ("The Beetle", € 3.4 milioni; "Suite Room", € 2.6 milioni). In particolare nell'ambito del disegno, appartengo a Kabakov i primi tre record mondiali ("where are they?", € 321.000; "Die Toilette", € 312.000; "I Komarov volanti", € 234.000).
    Nell'agosto 2018, Ilya ed Emilia Kabakov hanno donato il loro studio alla Galleria Tretyakov, che nel 2019 ha annunciato l'apertura di un museo dedicato a Kabakov, che è stato anche insignito del titolo di Membro Onorario Straniero dell'Accademia Russa delle Arti. Nel 1993 Kabakov ha vinto il premio d'onore della Biennale di Venezia per il progetto "Padiglione Rosso". Nel 2008, insieme alla moglie Emilia, è stato insignito del Praemium Imperiale per la scultura, il premio istituito nel 1989 dalla famiglia imperiale giapponese, insieme alla Japan Art Association.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1964
    Lot 26

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1964
    Pastelli su carta
    39,4 x 29,5 cm
    Data: "64", al recto
    Firma: Monogramma, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 85% (sporadiche emersioni di muffa)
    Stato di conservazione supporto: 90%

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation, ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Principessa spagnola, 1970 ca.
    Lot 27

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Principessa spagnola, 1970 ca.
    Pastelli, tempera e collage su carta preparata
    29,5 x 39,5 cm
    Data: "6.", al recto
    Firma: Monogramma, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 85% (rare e contenute emersioni di muffa)
    Stato di conservazione supporto: 90%

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Volto di ragazza, 1961
    Lot 28

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Volto di ragazza, 1961
    Tecnica mista e collage su carta applicata su foglio di supporto
    29,3 x 20,6 cm
    Data: data "61", a gessetto, al recto
    Firma: Monogramma, a gessetto, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 85% (sporadiche emersioni di muffa, depositi rugginosi, macchie, decolorazioni)
    Stato di conservazione supporto: 85%

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Amore, estate, inverno, bambini, autunno, nuvole, alpinisti e scalatori (disegno biverso), 1965
    Lot 29

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Amore, estate, inverno, bambini, autunno, nuvole, alpinisti e scalatori (disegno biverso), 1965
    Inchiostro nero a penna e matita su carta
    34,8 x 55,7 cm
    Data: "65", a matita, al recto
    Firma: Monogramma, a matita, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 85% (macchie)
    Stato di conservazione supporto: 80% (uno strappo, per abrasione, sulla superfice del primo disegno; tagli e abrasioni sulla superficie del secondo)

    Il foglio di supporto è stato utilizzato per il secondo disegno a matita, cui si riferiscono i titoli. La superficie del secondo disegno è stata forse usata da Nolev-Sobolev come base per la smarginatura delle stampe: lo suggeriscono i numerosi segni di tagli.

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1965
    Lot 30

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1965
    Puntasecca su carta
    27,7 x 40,8 cm
    Data: "65", al recto
    Firma: Monogramma, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 95%
    Stato di conservazione supporto: 85% (pieghe, leggera abrasione dei bordi)

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1970
    Lot 31

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1970
    Xilografia su carta
    33,3 x 38,4 cm (lastra)
    48,1 x 53,8 cm
    Data: "70", a matita, al recto
    Firma: Monogramma e firma "Juri", a matita, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento, alcune macchie)
    Stato di conservazione supporto: 85% (piccoli strappi ai margini, ondulature, pieghe)

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1965
    Lot 32

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1965
    Calcografia su carta
    19,6 x 28,9 cm (lastra)
    22,7 x 32,8 cm
    Data: "65", in lastra
    Firma: Monogramma, al recto, in lastra
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 85% (piccole macchie)
    Stato di conservazione supporto: 90%

    Nella impressione una linea di frattura della matrice.

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1965
    Lot 33

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1965
    Calcografia su carta
    19,6 x 29,1 cm (lastra)
    24,4 x 34,4 cm
    Data: "65", in lastra
    Firma: Monogramma, al recto, in lastra; firma, a matita, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90% (poche piccole macchie)
    Stato di conservazione supporto: 90%

    Nella impressione una linea di frattura della matrice.

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1965
    Lot 34

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1965
    Calcografia su carta
    14,7 x 20,3 cm (lastra)
    19,2 x 26,3 cm
    Data: "65", a penna, al recto
    Firma: Monogramma, al recto, a matita
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90%
    Stato di conservazione supporto: 90%

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1965
    Lot 35

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1965
    Calcografia su carta
    14,9 x 21,6 cm (lastra)
    29,2 x 38,8 cm
    Data: "65", a penna, al recto
    Firma: Monogramma, al recto, a matita
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90% (poche piccole macchie)
    Stato di conservazione supporto: 90% (smarginatura irregolare, danni ai margini, un piccolo strappo)

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1971
    Lot 36

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1971
    Xilografia su carta
    20,7 x 33,4 cm (lastra)
    33,8 x 47,3 cm
    Data: "71", a matita, al recto
    Firma: Monogramma, a matita, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 85% (maculazione sul lato sinistro)
    Stato di conservazione supporto: 90%

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002). Senza titolo, 1964
    Lot 37

    Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
    Senza titolo, 1964
    Calcografia su carta
    19,6 x 19,7 cm (lastra)
    19,1 cm x 36,6 cm
    Data: "64", a penna, al recto
    Firma: Monogramma e firma "Sobolev", al recto, a penna
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90% (poche piccole macchie)
    Stato di conservazione supporto: 80% (smarginatura irregolare e danni ai margini)

    Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
    Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
    Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
    Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda.

  • Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - ). Ritratto di Ernst Neizvestny, 1962
    Lot 38

    Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - )
    Ritratto di Ernst Neizvestny, 1962
    Xilografia su carta
    22,7 x 25,7 cm
    Data: "62", a matita, al recto
    Firma: "A. Brusylowskij", a matita, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 95%
    Stato di conservazione supporto: 90% (ondulature, piccoli danni ai margini)

    L'opera ritrare un grande amico di Brusylowskij, l'artista e filosofo Ernst Iosifovich Neizvestny (1925–2016). Emigrato negli Stati Uniti nel 1976, a New York, il suo cognome in russo significa letteralmente "Sconosciuto". Il commediografo americano Arthur Miller descrisse Neizvestny come un "un'artista dell'Est" considerato rispettato dai russi "espressione del paese, della sua lingua, del suo spirito" e come un "profeta del futuro" che rappresenta "la coscienza filosofica del suo paese". Alexander Calder, l'artista americano, disse a Neizvestny: "In tutta la mia vita ho creato il mondo dei bambini, mentre tu hai creato il mondo dell'uomo adulto" (New York City Tribune, 29 marzo 1988).

    Brusylowskyj è un pittore e fotografo ucraino-russo, particolarmente noto per l'apporto dato alla nuova figurazione russa nell'ambito del movimento non conformista. È membro dell'Unione Russa degli Artisti e dell'Unione Russa dei Giornalisti e Fotografi, ed ha insegnato alla San Diego State University. Terminati gli studi a Kharkov nel 1957, nel 1961 illustra il libro "Il ponte" di Manfred Gregor e nel 1964 "Il giovane Holden" di J. D. Salinger. In una serie fotografica molto celebre, "Studio", l'artista documenta i suoi colleghi artisti dell'underground russo: ogni singolo ritratto è stato preparato attraverso disegni compositivi, selezione di scenografie, accessori e illuminazione. Il servizio fotografico, per il quale si prendeva sempre un giorno, è stato avviato da lunghe conversazioni in cui sono stati scoperti e determinati l'umore caratteristico e le espressioni facciali, l'espressione degli occhi, la postura e i gesti della persona. In questo modo Brusylovskyj impone nella fotografia il modello di composizione multimediale che si afferma negli altri campi grazie al gruppo Sretenskij Bulvar diretto da Jurij Nolev-Sobolev. Nella pittura e nel disegno egualmente egli pone al centro l'interpretazione psicologica della figura.
    Ha esposto in Germania, Polonia, Italia, Francia, Svizzera, Russia, Israele e Stati Uniti. È rappresentato dalle gallerie Sandmann a Berlino e Gmurzynska a Zurigo.

  • Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - ). Sebastiano, 1965
    Lot 39

    Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - )
    Sebastiano, 1965
    Xilografia su carta
    34,5 x 40 cm
    Data: "65", a matita, al recto
    Firma: "A. Brusylowskij", a matita, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento)
    Stato di conservazione supporto: 90% (infiorescenze recenti e appena visibili)
    Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 26 (ill.)
    Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009

    Brusylowskyj è un pittore e fotografo ucraino-russo, particolarmente noto per l'apporto dato alla nuova figurazione russa nell'ambito del movimento non conformista. È membro dell'Unione Russa degli Artisti e dell'Unione Russa dei Giornalisti e Fotografi, ed ha insegnato alla San Diego State University. Terminati gli studi a Kharkov nel 1957, nel 1961 illustra il libro "Il ponte" di Manfred Gregor e nel 1964 "Il giovane Holden" di J. D. Salinger. In una serie fotografica molto celebre, "Studio", l'artista documenta i suoi colleghi artisti dell'underground russo: ogni singolo ritratto è stato preparato attraverso disegni compositivi, selezione di scenografie, accessori e illuminazione. Il servizio fotografico, per il quale si prendeva sempre un giorno, è stato avviato da lunghe conversazioni in cui sono stati scoperti e determinati l'umore caratteristico e le espressioni facciali, l'espressione degli occhi, la postura e i gesti della persona. In questo modo Brusylovskyj impone nella fotografia il modello di composizione multimediale che si afferma negli altri campi grazie al gruppo Sretenskij Bulvar diretto da Jurij Nolev-Sobolev. Nella pittura e nel disegno egualmente egli pone al centro l'interpretazione psicologica della figura.
    Ha esposto in Germania, Polonia, Italia, Francia, Svizzera, Russia, Israele e Stati Uniti. È rappresentato dalle gallerie Sandmann a Berlino e Gmurzynska a Zurigo.

  • Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - ). Gioco, 1962
    Lot 40

    Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - )
    Gioco, 1962
    Xilografia su carta
    34,6 x 42,3 cm
    Data: "62", a matita, al recto
    Firma: "A. Brusylowskij", a matita, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 95%
    Stato di conservazione supporto: 95%

    Brusylowskyj è un pittore e fotografo ucraino-russo, particolarmente noto per l'apporto dato alla nuova figurazione russa nell'ambito del movimento non conformista. È membro dell'Unione Russa degli Artisti e dell'Unione Russa dei Giornalisti e Fotografi, ed ha insegnato alla San Diego State University. Terminati gli studi a Kharkov nel 1957, nel 1961 illustra il libro "Il ponte" di Manfred Gregor e nel 1964 "Il giovane Holden" di J. D. Salinger. In una serie fotografica molto celebre, "Studio", l'artista documenta i suoi colleghi artisti dell'underground russo: ogni singolo ritratto è stato preparato attraverso disegni compositivi, selezione di scenografie, accessori e illuminazione. Il servizio fotografico, per il quale si prendeva sempre un giorno, è stato avviato da lunghe conversazioni in cui sono stati scoperti e determinati l'umore caratteristico e le espressioni facciali, l'espressione degli occhi, la postura e i gesti della persona. In questo modo Brusylovskyj impone nella fotografia il modello di composizione multimediale che si afferma negli altri campi grazie al gruppo Sretenskij Bulvar diretto da Jurij Nolev-Sobolev. Nella pittura e nel disegno egualmente egli pone al centro l'interpretazione psicologica della figura.
    Ha esposto in Germania, Polonia, Italia, Francia, Svizzera, Russia, Israele e Stati Uniti. È rappresentato dalle gallerie Sandmann a Berlino e Gmurzynska a Zurigo.

  • Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - ). Una danza, 1964
    Lot 41

    Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - )
    Una danza, 1964
    Xilografia su carta applicata a foglio di supporto
    43 x 34,3 cm
    Data: "64", matita, al recto
    Firma: Firma "A. Brusylowskij", a matita, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento, poche macchie)
    Stato di conservazione supporto: 90%
    Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 26 (ill.)
    Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009

    Brusylowskyj è un pittore e fotografo ucraino-russo, particolarmente noto per l'apporto dato alla nuova figurazione russa nell'ambito del movimento non conformista. È membro dell'Unione Russa degli Artisti e dell'Unione Russa dei Giornalisti e Fotografi, ed ha insegnato alla San Diego State University. Terminati gli studi a Kharkov nel 1957, nel 1961 illustra il libro "Il ponte" di Manfred Gregor e nel 1964 "Il giovane Holden" di J. D. Salinger. In una serie fotografica molto celebre, "Studio", l'artista documenta i suoi colleghi artisti dell'underground russo: ogni singolo ritratto è stato preparato attraverso disegni compositivi, selezione di scenografie, accessori e illuminazione. Il servizio fotografico, per il quale si prendeva sempre un giorno, è stato avviato da lunghe conversazioni in cui sono stati scoperti e determinati l'umore caratteristico e le espressioni facciali, l'espressione degli occhi, la postura e i gesti della persona. In questo modo Brusylovskyj impone nella fotografia il modello di composizione multimediale che si afferma negli altri campi grazie al gruppo Sretenskij Bulvar diretto da Jurij Nolev-Sobolev. Nella pittura e nel disegno egualmente egli pone al centro l'interpretazione psicologica della figura.
    Ha esposto in Germania, Polonia, Italia, Francia, Svizzera, Russia, Israele e Stati Uniti. È rappresentato dalle gallerie Sandmann a Berlino e Gmurzynska a Zurigo.

  • Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023). "I fiori del male", per Baudelaire
    Lot 42

    Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
    "I fiori del male", per Baudelaire
    Inchiostro a penna e acquerelli su carta applicato a foglio di supporto
    43 x 30,5 cm
    Data: "70", a penna, al recto
    Firma: "B. Zhutovsky", a penna, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 80% (macchie)
    Stato di conservazione supporto: 90% (leggere pieghe, fissaggio)
    Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 42 (ill.)
    Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009

    Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
    Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
    Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
    Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
    Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
    Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
    Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
    Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
    Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc.

  • Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023). Senza titolo
    Lot 43

    Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
    Senza titolo
    Pennarello nero su carta, 1965
    59,6 x 43,2 cm
    Data: "65", a pennarello, al recto
    Firma: "B. Zhutovsky", a pennarello, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 95%
    Stato di conservazione supporto: 90%

    Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
    Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
    Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
    Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
    Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
    Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
    Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
    Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
    Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc.

  • Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023). Senza titolo
    Lot 44

    Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
    Senza titolo
    Pennarello e collage su carta
    42,8 x 59,7 cm
    Data:
    Firma: "B. Zhutovsky", a matita, al recto su carta
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90%
    Stato di conservazione supporto: 90%

    Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
    Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
    Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
    Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
    Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
    Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
    Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
    Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
    Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc.

  • Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023). Senza titolo, 1965
    Lot 45

    Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
    Senza titolo, 1965
    Matita e pennarello nero su carta
    29,4 x 38,6 cm
    Data: "65", al recto
    Firma: "B. Zhutovsky", a pennarello, al recto
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90%
    Stato di conservazione supporto: 90% (spelatura della carta in alto a sinistra, piccole pieghe)

    Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
    Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
    Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
    Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
    Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
    Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
    Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
    Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
    Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc.

  • Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023). Mani
    Lot 46

    Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
    Mani
    Tecnica mista su carta aplicata su foglio di supporto
    28,9 x 40,9 cm
    Data: "1964", a matita, su passepartout
    Firma: "B. Zhutovsky", a matita, su passepartout
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 90% (maculazione)
    Stato di conservazione supporto: 90% (ondulatura, fissaggio a colla)

    Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
    Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
    Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
    Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
    Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
    Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
    Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
    Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
    Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc.

  • Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023). Ogni "per" è preceduto da un "contro", 1967
    Lot 47

    Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
    Ogni "per" è preceduto da un "contro", 1967
    Calcografia su carta
    37,1 x 52,1 cm
    Data: "1967", in lastra
    Firma: "B. Zhutovsky", in lastra; firma, a matita, al recto su carta
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 70% (diffusi residui paglierini da muffe non più attive)
    Stato di conservazione supporto: 90% (piccoli strappi ai margini, leggere pieghe)

    Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
    Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
    Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
    Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
    Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
    Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
    Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
    Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
    Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc.

  • Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023). Destino, 1967
    Lot 48

    Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
    Destino, 1967
    Maniera nera su carta
    21,3 x 31 cm (lastra)
    45,9 x 64,1 cm
    Data: "67", in lastra
    Firma: "B. Zhutovsky", in lastra; firma, a matita, al recto su carta
    Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
    Stato di conservazione superficie: 95%
    Stato di conservazione supporto: 90% (leggere pieghe e danni ai margini)

    Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
    Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
    Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
    Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
    Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
    Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
    Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
    Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
    Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc.

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Russia e Ucraina. 1960-1980

94 disegni e stampe dei maggiori innovatori dell’arte sovietica tra il 1960 e 1990, dalla collezione di Antonello Trombadori. Da Kabakov a Neizvestnyĭ a Infante-Arana, a Sooster tra discorso sociale, indagine scientifica e visione interiore. Un tuffo nell’altro 1968!

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