ASTA 268 - CONTEMPORARY ART FROM THE 21ST CENTURY
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Lot 98 Michele Servadio (Padova 1986)
Fooled Around Twice 10/30
Serigrafia a 4 strati su carta Salland, 300gr.
112x76 cm., edizione limitata di 30
Michele Servadio è nato in Italia nel 1986. È cresciuto in un piccolo paese della campagna veneta. Attratto dalla pittura e dal disegno fin da piccolo, Servadio ha frequentato il Liceo Artistico di Padova e l'Università di Arti Visive di Venezia. Nel 2007 si è avvicinato al mondo del tatuaggio, affascinato dalla sua tradizione e dal fenomeno culturale. Nel 2010 si è trasferito a Londra. Nel suo atelier di Hackney Wick, Servadio crea nuovi progetti che interconnettono le diverse pratiche del tatuaggio, della pittura, della stampa, della fotografia e della performance artistica. Fondendo queste discipline e alimentandole l'una con l'altra, crea un universo unico in cui è in grado di esplorare e descrivere la condizione umana e l'ambiente circostante. L'estetica del suo lavoro è cupa e malinconica; incarna il folklore, l'espressionismo e la desolazione di uno scenario post-industriale. Nel 2014 ha iniziato a sperimentare con il suono e il tatuaggio. È nato così "Body of Reverbs", un rituale contemporaneo che combina suono, dolore, agopuntura e segni permanenti sul corpo. Body of Reverbs è stato presentato sotto forma di performance dal vivo e installazioni nel Regno Unito, in Europa, Asia e America.Le sue opere sono state esposte in Inghilterra, Italia e Germania. -
Lot 99 Tomaso Pignocchi (Roma 1984)
Take me home - Chiang Mai
Stampa su carta Hahnemühle luster 260gr
30x45 cm.
Tomaso Pignocchi è nato e vive a Roma e attualmente si occupa di fotografia di strada e di viaggio, con un debole per gli scatti notturni, oscuri e gli scenari con scarsa visibilità . -
Lot 100 Tomaso Pignocchi (Roma 1984)
Umbrellas - Bangkok
Stampa su carta Hahnemühle luster 260gr
30x45 cm.
Tomaso Pignocchi è nato e vive a Roma e attualmente si occupa di fotografia di strada e di viaggio, con un debole per gli scatti notturni, oscuri e gli scenari con scarsa visibilità . -
Lot 101 Tomaso Pignocchi (Roma 1984)
Different levels - Bangkok
Stampa su carta Hahnemühle luster 260gr
30x45 cm.
Tomaso Pignocchi è nato e vive a Roma e attualmente si occupa di fotografia di strada e di viaggio, con un debole per gli scatti notturni, oscuri e gli scenari con scarsa visibilità . -
Lot 102 Tomaso Pignocchi (Roma 1984)
Dirty rain - Chiang Mai
Stampa su carta Hahnemühle luster 260gr
30x45 cm.
Tomaso Pignocchi è nato e vive a Roma e attualmente si occupa di fotografia di strada e di viaggio, con un debole per gli scatti notturni, oscuri e gli scenari con scarsa visibilità . -
Lot 103 Tomaso Pignocchi (Roma 1984)
Sunset gates - Milano
Stampa su carta Hahnemühle luster 260gr
30x20 cm.
Tomaso Pignocchi è nato e vive a Roma e attualmente si occupa di fotografia di strada e di viaggio, con un debole per gli scatti notturni, oscuri e gli scenari con scarsa visibilità . -
Lot 104 Alessandro Rosa (Roma 1982)
Simmetrosofia #06
Stampa digitale su alluminio
15x20 cm.
Alessandro Rosa nasce nel 1982 a Roma. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e collabora, a partire dal 2004 con il collettivo teatrale Santasangre, come video designer.Il suo lavoro, costituito principalmente da video installazioni, nasce e si sviluppa da una riflessione teorica che vede nella filosofia del linguaggio, nell’estetica e nella psicologia i suoi fondamenti, focalizzandosi sul problema della percezione da un punto di vista interpretativo. Elementi ricorrenti e tesi alla realizzazione delle sue opere sono: le macchie di Rorshach, che attraverso la specularità suggeriscono un’intenzionalità antropomorfa che induce ad un’interpretazione comparativa tra segno e oggetto; immagini come l’acqua, il cerchio e il quadrato, che introducono il problema della percezione da un punto di vista interpretativo. Mettendo in relazione questi elementi il rapporto referenziale tra segno iconico e valore ad esso attribuito dal senso comune viene meno: il significato non va cercato quindi nella relazione diretta tra segno e cosa ma, in termini propriamente linguistici, nell’interpretazione dei segni e dei termini che di volta in volta vengono proposti. Altro espediente che utilizza a questo scopo è quello di associare alle parole i relativi significati o le etimologie estrapolate dal dizionario, allo scopo di dimostrare che la nominazione, sia verbale sia iconica, non si fonda sulla relazione diretta tra segno e oggetto ma piuttosto sulla catena delle sostituzioni o traduzioni di un segno in un altro segno.
Tra il 2007 e il 2016 partecipa a diverse esposizioni collettive in Italia e all’estero tra cui Les intermittences du coeur, a cura di Manuela Pacella presso l’Ex elettrofonica di Roma; Icon, a cura di Davide Walter Pairone, presso la Quattrocentometriquadri Gallery di Ancona e Patria interiore, a cura di Manuela Pacella, alla Golden Thread Gallery di Belfast. Partecipa inoltre allla 54° Biennale di Venezia nell’ambito della rassegna Illuminazioni, Arsenale -Tese di San Cristoforo; My Generation, a cura di Manuela Pacella presso il Museo Pietro Canonica di Roma e Six steps to obviousness. Alessandro Rosa selected works 2009/2016, a cura di Giulia Tulino presso il MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma. -
Lot 105 Alessandro Rosa (Roma 1982)
Simmetrosofia #07
Stampa digitale su alluminio
15x20 cm.
Alessandro Rosa nasce nel 1982 a Roma. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e collabora, a partire dal 2004 con il collettivo teatrale Santasangre, come video designer.Il suo lavoro, costituito principalmente da video installazioni, nasce e si sviluppa da una riflessione teorica che vede nella filosofia del linguaggio, nell’estetica e nella psicologia i suoi fondamenti, focalizzandosi sul problema della percezione da un punto di vista interpretativo. Elementi ricorrenti e tesi alla realizzazione delle sue opere sono: le macchie di Rorshach, che attraverso la specularità suggeriscono un’intenzionalità antropomorfa che induce ad un’interpretazione comparativa tra segno e oggetto; immagini come l’acqua, il cerchio e il quadrato, che introducono il problema della percezione da un punto di vista interpretativo. Mettendo in relazione questi elementi il rapporto referenziale tra segno iconico e valore ad esso attribuito dal senso comune viene meno: il significato non va cercato quindi nella relazione diretta tra segno e cosa ma, in termini propriamente linguistici, nell’interpretazione dei segni e dei termini che di volta in volta vengono proposti. Altro espediente che utilizza a questo scopo è quello di associare alle parole i relativi significati o le etimologie estrapolate dal dizionario, allo scopo di dimostrare che la nominazione, sia verbale sia iconica, non si fonda sulla relazione diretta tra segno e oggetto ma piuttosto sulla catena delle sostituzioni o traduzioni di un segno in un altro segno.
Tra il 2007 e il 2016 partecipa a diverse esposizioni collettive in Italia e all’estero tra cui Les intermittences du coeur, a cura di Manuela Pacella presso l’Ex elettrofonica di Roma; Icon, a cura di Davide Walter Pairone, presso la Quattrocentometriquadri Gallery di Ancona e Patria interiore, a cura di Manuela Pacella, alla Golden Thread Gallery di Belfast. Partecipa inoltre allla 54° Biennale di Venezia nell’ambito della rassegna Illuminazioni, Arsenale -Tese di San Cristoforo; My Generation, a cura di Manuela Pacella presso il Museo Pietro Canonica di Roma e Six steps to obviousness. Alessandro Rosa selected works 2009/2016, a cura di Giulia Tulino presso il MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma. -
Lot 106 HUBE (Marco Ubertini, Roma 1982)
Savage Boys - A'DAM 2001 (Hube + Noyz)
Stampa su carta fotografica patinata opaca 200gr.
100x70 cm., con cornice
Marco Ubertini (HUBE) è nato a Roma nel 1982. Ha militato come autore nella Savage Boys Crew di Roma. Negli anni successivi inizia il suo percorso nel mondo della musica e fonda, insieme a Lucci, Coez, Nicco e Franz, il collettivo artistico "Brokenspeakers". Nel 2020 pubblica il suo primo libro: "33".
Anche in quest'opera la scrittura è un elemento fondamentale di questo percorso, come forma primordiale di affermazione ma soprattutto di attaccamento alla vita.
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Lot 107 Luca Vecchi (Roma 1985)
Laura
Stampa a getto d’inchiostro su carta lucida Hahnemühle
50x50 cm., con cornice
Luca Vecchi è nato a Roma nel 1985 è un attore, regista, sceneggiatore e fotografo, è noto per essere un componente del gruppo comico The Pills. -
Lot 108 Luca Vecchi (Roma 1985)
Sole
Stampa a getto d’inchiostro su carta lucida Hahnemühle
50x50 cm., con cornice
Luca Vecchi è nato a Roma nel 1985 è un attore, regista, sceneggiatore e fotografo, è noto per essere un componente del gruppo comico The Pills. -
Lot 109 Luca Vecchi (Roma 1985)
Kitty
Stampa a getto d’inchiostro su carta lucida Hahnemühle
50x50 cm., con cornice
Luca Vecchi è nato a Roma nel 1985 è un attore, regista, sceneggiatore e fotografo, è noto per essere un componente del gruppo comico The Pills. -
Lot 110 Luca Vecchi (Roma 1985)
Chiara
Stampa a getto d’inchiostro su carta lucida Hahnemühle
50x50 cm., con cornice
Luca Vecchi è nato a Roma nel 1985 è un attore, regista, sceneggiatore e fotografo, è noto per essere un componente del gruppo comico The Pills. -
Lot 111 MOTOREFISICO Lorenzo /Gianmaria Pagliara / Zonfrillo (XX secolo)
Palazzo del Comune, Cassino
Modellino, tecnica mista
29x10x12 cm.
MOTOREFISICO è un duo composto da Lorenzo Pagliara e Gianmaria Zonfrillo, entrambi architetti e designer romani. Lavorano in vari campi tra cui decorazioni d’interni, installazioni tridimensionali, allestimento e video art. Dal 2015 decorano pareti e pavimentazioni per case, scuole, uffici, hotel e locali. Sono molto rare le opere di questo collettivo non site-specific come questa. -
Lot 112 13TRUTH Alessandro Sabong (Roma 1990)
Truth
Scultura in resina e pittura spray
86,5x51x6,5 cm.
Alessandro Sabong, Truth, classe 1990, è romano di prima generazione e inizia il suo percorso come writer. Nel 2015 passa il test d’ammissione alla Scuola d’Arte della Zecca dello Stato, dove si diploma.I suoi riferimenti iconografici e concettuali si fondano nel writing ma sono legati strettamente all'immaginario classico e rinascimentale, che in ogni forma popola le strade, le piazze, i palazzi e i vicoli di Roma. La retorica del degrado della periferia lascia spazio all’esperienza reale di chi ha iniziato da subito, da ragazzino, a confrontarsi e a mettere in comunicazione due universi con un immaginario così sfaccettato e luminoso da non poter essere più contenuto ed espresso solo nelle linee finite di un Throw-Up. -
Lot 113 13TRUTH Alessandro Sabong (Roma 1990)
Latenza
Scultura in resina e pittura spray
86,5x51x6,5 cm.
Alessandro Sabong, Truth, classe 1990, è romano di prima generazione e inizia il suo percorso come writer. Nel 2015 passa il test d’ammissione alla Scuola d’Arte della Zecca dello Stato, dove si diploma.I suoi riferimenti iconografici e concettuali si fondano nel writing ma sono legati strettamente all'immaginario classico e rinascimentale, che in ogni forma popola le strade, le piazze, i palazzi e i vicoli di Roma. La retorica del degrado della periferia lascia spazio all’esperienza reale di chi ha iniziato da subito, da ragazzino, a confrontarsi e a mettere in comunicazione due universi con un immaginario così sfaccettato e luminoso da non poter essere più contenuto ed espresso solo nelle linee finite di un Throw-Up. -
Lot 114 Alessandro Rosa (Roma 1982)
Dice
Acrilico su legno
5x5x5 cm.
Alessandro Rosa nasce nel 1982 a Roma. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e collabora, a partire dal 2004 con il collettivo teatrale Santasangre, come video designer.Il suo lavoro, costituito principalmente da video installazioni, nasce e si sviluppa da una riflessione teorica che vede nella filosofia del linguaggio, nell’estetica e nella psicologia i suoi fondamenti, focalizzandosi sul problema della percezione da un punto di vista interpretativo. Elementi ricorrenti e tesi alla realizzazione delle sue opere sono: le macchie di Rorshach, che attraverso la specularità suggeriscono un’intenzionalità antropomorfa che induce ad un’interpretazione comparativa tra segno e oggetto; immagini come l’acqua, il cerchio e il quadrato, che introducono il problema della percezione da un punto di vista interpretativo. Mettendo in relazione questi elementi il rapporto referenziale tra segno iconico e valore ad esso attribuito dal senso comune viene meno: il significato non va cercato quindi nella relazione diretta tra segno e cosa ma, in termini propriamente linguistici, nell’interpretazione dei segni e dei termini che di volta in volta vengono proposti. Altro espediente che utilizza a questo scopo è quello di associare alle parole i relativi significati o le etimologie estrapolate dal dizionario, allo scopo di dimostrare che la nominazione, sia verbale sia iconica, non si fonda sulla relazione diretta tra segno e oggetto ma piuttosto sulla catena delle sostituzioni o traduzioni di un segno in un altro segno.
Tra il 2007 e il 2016 partecipa a diverse esposizioni collettive in Italia e all’estero tra cui Les intermittences du coeur, a cura di Manuela Pacella presso l’Ex elettrofonica di Roma; Icon, a cura di Davide Walter Pairone, presso la Quattrocentometriquadri Gallery di Ancona e Patria interiore, a cura di Manuela Pacella, alla Golden Thread Gallery di Belfast. Partecipa inoltre allla 54° Biennale di Venezia nell’ambito della rassegna Illuminazioni, Arsenale -Tese di San Cristoforo; My Generation, a cura di Manuela Pacella presso il Museo Pietro Canonica di Roma e Six steps to obviousness. Alessandro Rosa selected works 2009/2016, a cura di Giulia Tulino presso il MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Rom -
Lot 115 Alessandro Rosa (Roma 1982)
Remember to Forget
Neon su plexiglas
130x75 cm.
Alessandro Rosa nasce nel 1982 a Roma. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e collabora, a partire dal 2004 con il collettivo teatrale Santasangre, come video designer.Il suo lavoro, costituito principalmente da video installazioni, nasce e si sviluppa da una riflessione teorica che vede nella filosofia del linguaggio, nell’estetica e nella psicologia i suoi fondamenti, focalizzandosi sul problema della percezione da un punto di vista interpretativo. Elementi ricorrenti e tesi alla realizzazione delle sue opere sono: le macchie di Rorshach, che attraverso la specularità suggeriscono un’intenzionalità antropomorfa che induce ad un’interpretazione comparativa tra segno e oggetto; immagini come l’acqua, il cerchio e il quadrato, che introducono il problema della percezione da un punto di vista interpretativo. Mettendo in relazione questi elementi il rapporto referenziale tra segno iconico e valore ad esso attribuito dal senso comune viene meno: il significato non va cercato quindi nella relazione diretta tra segno e cosa ma, in termini propriamente linguistici, nell’interpretazione dei segni e dei termini che di volta in volta vengono proposti. Altro espediente che utilizza a questo scopo è quello di associare alle parole i relativi significati o le etimologie estrapolate dal dizionario, allo scopo di dimostrare che la nominazione, sia verbale sia iconica, non si fonda sulla relazione diretta tra segno e oggetto ma piuttosto sulla catena delle sostituzioni o traduzioni di un segno in un altro segno.
Tra il 2007 e il 2016 partecipa a diverse esposizioni collettive in Italia e all’estero tra cui Les intermittences du coeur, a cura di Manuela Pacella presso l’Ex elettrofonica di Roma; Icon, a cura di Davide Walter Pairone, presso la Quattrocentometriquadri Gallery di Ancona e Patria interiore, a cura di Manuela Pacella, alla Golden Thread Gallery di Belfast. Partecipa inoltre allla 54° Biennale di Venezia nell’ambito della rassegna Illuminazioni, Arsenale -Tese di San Cristoforo; My Generation, a cura di Manuela Pacella presso il Museo Pietro Canonica di Roma e Six steps to obviousness. Alessandro Rosa selected works 2009/2016, a cura di Giulia Tulino presso il MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma. -
Lot 116 108 (Guido Bisagni, Alessandria 1978)
È Difficile Restare nel Centro
Scultura in Pyrex Clay realizzata a mano da Sogaja
32x25x7 cm., edizione limitata di 3
108 (Guido Bisagni) è nato ad Alessandria nel 1978. Inizia a dipingere avvicinandosi ai graffiti tradizionali, utilizzando diversi pseudonimi. Alla fine degli anni '90, si è evoluto sia formalmente che concettualmente e diventa uno dei primi artisti europei post-graffiti che lavorano con forme astratte, dipingendo grandi e misteriose figure che invadono spazi abbandonati. È stato il primo writer a usare i numeri al posto delle lettere per il suo nome. Le sue opere sono apparse nelle strade di Milano, Parigi, Londra, Berlino, New York e San Francisco... Era sua ferma intenzione creare un caos visivo, lavorando anche con oggetti 3D, suoni e installazioni. -
Lot 117 MOTOREFISICO Lorenzo /Gianmaria Pagliara / Zonfrillo (XX secolo)
Mosaico
Mosaico a waterjet in travertino di Acquasanta e basalto resinato, gamba in ferro smaltato rosso cotto al forno
75x75x78 cm.
MOTOREFISICO è un duo composto da Lorenzo Pagliara e Gianmaria Zonfrillo, entrambi architetti e designer romani. Lavorano in vari campi tra cui decorazioni d’interni, installazioni tridimensionali, allestimento e video art. Dal 2015 decorano pareti e pavimentazioni per case, scuole, uffici, hotel e locali. Sono molto rare le opere di questo collettivo non site-specific come questa. -
Lot 118 13TRUTH Alessandro Sabong (Roma 1990)
Senza Titolo
Piatto in ceramica dipinta,
Ø 30 cm.
Alessandro Sabong, Truth, classe 1990, è romano di prima generazione e inizia il suo percorso come writer. Nel 2015 passa il test d’ammissione alla Scuola d’Arte della Zecca dello Stato, dove si diploma.I suoi riferimenti iconografici e concettuali si fondano nel writing ma sono legati strettamente all'immaginario classico e rinascimentale, che in ogni forma popola le strade, le piazze, i palazzi e i vicoli di Roma. La retorica del degrado della periferia lascia spazio all’esperienza reale di chi ha iniziato da subito, da ragazzino, a confrontarsi e a mettere in comunicazione due universi con un immaginario così sfaccettato e luminoso da non poter essere più contenuto ed espresso solo nelle linee finite di un Throw-Up. -
Lot 119 13TRUTH Alessandro Sabong (Roma 1990)
Holy Fire
Piatto in ceramica dipinta,
Ø 30 cm.
Alessandro Sabong, Truth, classe 1990, è romano di prima generazione e inizia il suo percorso come writer. Nel 2015 passa il test d’ammissione alla Scuola d’Arte della Zecca dello Stato, dove si diploma.I suoi riferimenti iconografici e concettuali si fondano nel writing ma sono legati strettamente all'immaginario classico e rinascimentale, che in ogni forma popola le strade, le piazze, i palazzi e i vicoli di Roma. La retorica del degrado della periferia lascia spazio all’esperienza reale di chi ha iniziato da subito, da ragazzino, a confrontarsi e a mettere in comunicazione due universi con un immaginario così sfaccettato e luminoso da non poter essere più contenuto ed espresso solo nelle linee finite di un Throw-Up. -
Lot 120 Unga (BFC) (Haifa XX Secolo)
Obsessive Thoughts 22/30
Scultura in gesmonite dipinta a mano
25,5x13,5x7 cm., edizione limitata di 30
Quest'opera è stata realizzata in collaborazione con ADP Studio, la scatola è stata serigrafata da 56Fili; prodotta da Varsi Art&Lab
La Broken Fingaz Crew (BFC) di Haifa, Israele, è composta dai quattro artisti multidisciplinari Deso, Kip, Tant e Unga. Emersi tra la prima generazione di writer del Medio Oriente, il loro lavoro è influenzato dalle condizioni geografiche e politiche della regione, oltre che dall'interesse per le tradizioni pittoriche occidentali e la cultura popolare contemporanea.
Una nota parabola buddista racconta la storia di due monaci, uno vecchio e uno giovane. Arrivano a un fiume con una forte corrente, dove incontrano una giovane donna che non riesce ad attraversarlo da sola e chiede aiuto ai monaci. I monaci fanno il voto sacro di non toccare mai le donne; tuttavia il monaco più anziano la aiuta e la trasporta sull'acqua fino all'altra sponda. I due monaci continuano il loro cammino, ma il giovane monaco non riesce a smettere di pensare al fatto che l'anziano ha infranto il suo voto. Posseduto da questo pensiero, alla fine ha la meglio su di lui, finché non riesce più a trattenere la domanda: "Perché hai portato quella donna quando abbiamo fatto un voto?". L'anziano risponde. "L'ho lasciata sulla riva del fiume. Perché la porti ancora con te?".