Asta N. 863 - Old Masters
-
Lot 73 Abraham van Cuylenborch 1620 Utrecht-1658 Utrecht, attribuito a, Diana e le ninfe al bagno in una grotta
reca firma indecifrabile, olio su tavola, Largh. 43 - Alt. 32 Cm -
Lot 74 Niccolò de Simone ? Liegi-1677 Napoli, Baccanale
in cornice dorata, olio su tela, Largh. 126 - Alt. 98 Cm -
Lot 75 Scuola napoletana del XVII secolo, La raccolta della manna
olio su tela, Cm 230X180 -
Lot 76 Scuola lombarda del XVII secolo, Ritratto di nobildonna con ventaglio
olio su tela, Cm 112X183 -
Lot 77 Scuola bergamasca del XVII secolo, Ritratto di gentiluomo con lettera
olio su tela, Cm 99X117 -
Lot 78 Carlo Ceresa 1609 Bergamo-1679 Bergamo, Ritratto di magistrato
al retro reca etichetta con una probabile identificazione dell'effigiato con un esponente della famiglia Bianchi Falgari di Bergamo, olio su tela, Cm 103X84,5 -
Lot 79 Franz Werner Von Tamm 1658 Amburgo-1724 Vienna, Natura morta con vaso di fiori
reca al retro sul telaio etichette, olio su tela, Largh. 63 - Alt. 74,5 Cm -
Lot 80 Tommaso Realfonso 1677 Napoli-1743 ?, Natura morta con vaso di fiori
olio su tela, Largh. 60 - Alt. 72 Cm -
Lot 81 Scuola napoletana del XVIII secolo, Natura morta con vaso di fiori
olio su tela, Cm 72X53,5 -
Lot 82 Scuola del XVII secolo, Natura morta con vaso di fiori
olio su tela, Largh. 45,5 - Alt. 59,5 Cm -
Lot 83 Scuola napoletana del XVII secolo, San Gerolamo
olio su tela, Cm 97X135 -
Lot 84 Scuola del XVII secolo, Santo in contemplazione
olio su tela, Cm 71X84 -
Lot 85 Scuola napoletana del XVII secolo, San Paolo eremita
olio su tela, Cm 110X79 -
Lot 86 Flaminio Torri 1621 Bologna-1661 Modena, attribuito a, San Gerolamo in contemplazione del crocifisso
olio su tela, Largh. 58,5 - Alt. 70 Cm -
Lot 87 Pietro Paolo Rubens 1577 Siegen-1640 Anversa, bottega di, Sacra Famiglia con San Giovannino e Sant’Anna
entro importante cornice in legno intagliato, olio su tela, Largh. 94 - Alt. 130 cm, Expertise Roberto Longhi (1966), Expertise Dott.ssa Fiona Healey (2022), Botticelli Antichità, Firenze, 1967, L'opera verrà pubblicata dalla Dott.ssa Fiona Healey in Corpus Rubenianum Ludwig Burchard: The Holy Trinity, The Life of the Virgin, Madonnanella, parte IV, volume II - in uscita nel 2024, “(…) La composizione della versione milanese è identica a un dipinto dell'Art Institute di Chicago, su tavola e di misure cm 114,5x91,5, accettato come opera originale di Rubens. , La composizione era popolare: fu ampiamente diffusa attraverso un'incisione (1620) di Lucas Vorsterman (1595-1675), con almeno nove versioni conosciute, dipinte successivamente alla tavola di Chicago, la maggior parte delle quali di dimensioni simili, con solo una piccola area sopra le teste di San Giuseppe e della Madonna. , La versione di Milano è un’eccezione (anche se non unica) essendo più alta delle altre versioni di 15,5 cm, presentando un’area più ampia sopra le teste. (…), Il riferimento inventariale fornisce un termine ante quem del 1620 per la versione di Chicago, stilisticamente collocabile intorno al 1615., Sebbene sia da tenere presente che l'appiattimento della superficie pittorica durante il trasferimento influisca negativamente sull'aspetto del dipinto, un confronto tra la modalità di esecuzione della tavola di Chicago e la versione di Milano mostra che quest'ultima sia un’opera realizzata dalla bottega. , Anche tenendo conto del fatto che il dipinto di Chicago è eseguito in maniera più sciolta e libera, le differenze di qualità tra i due sono notevoli., Ciò è evidente in aree come i capelli dei due bambini, che nel dipinto di Milano è mancante della pennellata sciolta e più spontanea che contraddistingue l'originale, che enfatizza la consistenza delle singole ciocche di capelli la resa del panneggio verde drappeggiato sul cappuccio della culla manca della qualità tridimensionale della versione di Chicago allo stesso modo la struttura e la trama della pelle di animale che avvolge San Giovanni sono elementi totalmente assenti nella versione di Milano. , Un ultimo esempio è il velo di garza nera indossato dalla Vergine, dove gli sforzi del pittore della versione milanese per imitare la resa sicura di Ruben della materia trasparente non sono del tutto riusciti., La diversa tecnica è particolarmente evidente nell'esecuzione dei volti, soprattutto nel confronto tra quelli di Sant'Anna. Durante l'esecuzione della versione di Chicago, Rubens ha utilizzato un’imprimitura di base marrone per creare le aree in ombra del collo, del mento e delle guance infossate e ha applicato il grigio per indicare le pieghe più morbide della pelle, il pittore della versione di Milano ha invece semplicemente applicato una vernice marrone scuro nel tentativo di imitare lo stesso effetto., , Lo sfondo architettonico della versione milanese è un'indizio del fatto che un buon assistente di bottega sia il responsabile della sua esecuzione. La divisione verticale dello sfondo in due metà è una caratteristica della versione di Chicago e di tutte le copie conosciute: ma, mentre tutte mostrano il cielo blu sul lato destro e lo sfondo marrone a sinistra, nella versione di Chicago sembra che quest'area sia stata lasciata incompiuta. In generale, pare che Rubens abbia concesso agli assistenti di studio, incaricati di realizzare le copie, un certo grado di libertà nel modo in cui decidere di gestire le aree meno importanti, come lo sfondo architettonico. La maggior parte delle copie dopo la composizione di Chicago sembrano mostrare un muro o un pilastro semplice, ma il pittore responsabile della versione di Milano ha ideato una disposizione più complessa, che include una semicolonna dietro la Vergine e quella che potrebbe essere una nicchia dietro Sant'Anna. , , Concludo che la Sacra Famiglia di Milano con San Giovanni Battista e Sant'Anna sia una buona copia di bottega, dipinta alla fine degli anni '10 o all'inizio degli anni '20.” -
Lot 88 Simone Barabino 1575 ca. Genova -1620 Milano, Sposalizio della Vergine, Adorazione dei Magi
coppia di dipinti, olio su tela sagomata, Cm 129X165, Menzionate all’interno di un antico inventario come opera dell’artista fiammingo Marten de Vos (Anversa 1532 circa-1603), le due tele qui presentate sono state recentemente ricondotte dalla critica alla mano del pittore genovese Simone Barabino., Egli fu, infatti, fortemente influenzato nella resa cangiante del colore e nelle soluzioni architettoniche dalla cultura nordica, con la quale ebbe modo di rapportarsi in occasione del suo trasferimento a Milano intorno al 1619., E’ probabile che le due tele in oggetto siano state commissione e realizzate dall’artista proprio nel capoluogo lombardo, dove risulta che fu molto attivo come attestato dalle fonti. , L’interno a pianta centrale, che fa da sfondo alle rappresentazioni, risulta simile a quello della chiesa di Santa Maria presso San Satiro, a riprova di quanto il soggiorno milanese e il contatto con rimase colpito l'architettura bramantiana influenzò profondamente la produzione di Barabino. -
Lot 89 Luca Saltarello 1610 Genova-1655 ca. Roma, Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia
olio su tela, Cm 200X149, C. Manzitti, Luca Saltarello: Un percorso artistico tra naturalismo e barocco, in 'Paragone', LVII, n. 70, 2006, p. 24, fig. 25b, “Il Saltarello sembra muoversi tra Fiasella e Orazio De Ferrari, meno aulico e accademico del primo, così come privo dell'enfasi sanguigna del secondo, ma teso al ricupero d'un intimismo espressivo più naturale e dimesso.” Con queste parole Camillo Manzitti, al quale si deve di aver ricondotto l’opera qui presentata al catalogo dell’artista, definisce la figura di Luca Saltarello, pittore genovese per lungo tempo poco noto ma di cui attualmente si conoscono circa una ventina di opere., Da questo corpus si evince come la poetica del Saltarello sia caratterizzata da una particolare perizia nei chiaroscuri, unita alla plasticità generale dei corpi e a una scenografia compositiva piuttosto complessa. , Come già segnalato da Manzitti, nel Mosè che fa scaturire le acque dalla roccia, si ritrova in alto a sinistra una figura femminile con un bimbo in braccio, ripresa nella medesima posizione in un altro dipinto del pittore, raffigurante San Pietro che risana un paralitico e conservato all’Accademia Linguistica di Genova. -
Lot 90 Cornelio De Wael 1592 Anversa-1667 Roma, Notturno con l'accampamento delle truppe
olio su tela, Cm 66X125, Expertises Dott.ssa R. Colace e Prof. F. Arisi, “ ‘Il suo genio era di fare figure piccole, e in queste era abbondantissimo... introducendo in quelle tali sue composizioni, huomini e donne di varie nationi... osservandosi nelle sue opere una propria naturalezza e verità’. Così scrive Raffaele Soprani ne Le vite de' Pittori, Scoltori, et Architetti Genovesi (1674) a proposito di Cornelis de Wael, artista fiammingo lungamente attivo in Italia e, in particolare, a Genova. Alla sua paternità riconducono lo stile e la composizione di questo dipinto, in cui ben riecheggiano le parole sopra riportate. Qui è raffigurato un bivacco di soldati: la scena si svolge entro una piana, dominata al centro, in posizione arretrata, da un'altura rocciosa con un torrione fortificato. Una moltitudine di piccole figure, scaglionate in gruppetti, occupa tutta la metà inferiore del campo spaziale, distribuendosi lungo la traiettoria marcatamente orizzontale del quadro. Protagoniste di una vivace tranche de vie, esse sono colte nei più svariati passatempi e attività (…)., L'atmosfera notturna rischiarata da una luce lunare proveniente da sinistra crea suggestivi contrasti e particolari effetti trascoloranti, sicchè ai vivaci colori delle figurette in primo piano si contrappongono i monocromatici timbri grigio-argentei di quelle più spostate nel fondo. (…)” -
Lot 91 Jaques Courtois 1621 Saint Hyppolite-1676 Roma, ambito di, detto il Borgognone, Scontro di cavalleria
coppia di dipinti, olio su tela, Largh. 119 - Alt. 75 Cm -
Lot 92 Joost Cornelisz Droochsloot 1586 Utrecht-1666 Utrecht, Saccheggio di un villaggio
siglato a lettere intrecciate in basso a sinistra: "JD", olio su tela, Largh. 70,5 - Alt. 90 Cm, Expertise Dott.ssa Raffaella Colace, “ (…) Nell'ambito della produzione di Droochsloot che, dato il successo incontrato, va assestandosi su un tipo di composizione standardizzata, con la tipica veduta di villaggio percorsa centralmente da una strada costellata da un popolo minuto, quest'opera rivela una freschezza pittorica ed un'originalità che lasciano pensare ad un momento non troppo avanzato della lunga carriera dell'artista, probabilmente tra gli anni '30 e 40. Le figure, che col tempo diverranno rigide ed un poco legnose nei gesti, sono qui rese con grande scioltezza e minutamente descritte. Il formato verticale, inoltre, costituisce quasi un unicum., Evidentemente Droochsloot traeva ispirazione sempre dallo stesso villaggio, dato che il campanile che svetta nel fondo tra i tetti è lo stesso che ricompare in molti altri dipinti.” -
Lot 93 Pietro Domenico Olivero 1679 Torino-1755 Torino, Rissa in piazza
olio su tela, Cm 81X119, Expertise Dott. Alberto Cottino, “ Dipinto finora inedito di eccellente qualità esecutiva e di notevole impegno, certamente riferibile alla mano del pittore torinese Pietro Domenico Olivero. , Davanti ad una casa, che si staglia a sinistra con il suo balcone in legno un po' fatiscente (ma che utilizza in parte la struttura portante di quello che sembra un antico acquedotto romano, che chiude la scena formando una sorta di ‘quinta’ teatrale) doveva esserci un convivio (si vede davanti una tavola imbandita, in fondo alcuni suonatori).,ma è successo qualcosa che ha scatenato una gigantesca rissa. Tutti contro tutti, con grande enfasi. ma senza sangue e con accenti anche umoristici. I suonatori brandiscono i loro preziosi strumenti come mazze ferrate (passi quello col violoncello ma un po' più in fondo quello col violino non credo possa fare del gran male....). , (…) Non manca neppure il nostro pittore, che si ritrae inconfondibilmente nel povero sciancato che fatica a malapena a stare in piedi, ma che non rinuncia a tirare di spada, con una dignità che fa tenerezza ma che appare allo stesso tempo un po' grottesca. Conosciamo molto bene l'effigie dell'Olivero: egli ama ritrarsi spesso all'interno delle scene rappresentate, partecipando agli eventi. Ben noto ad esempio e l'autoritratto in basso a destra nella Festa notturna con luminaria (Torino, Museo Civico), del 1743, in cui egli appare in basso a destra un po' più anziano che nel quadro qui schedato, col suo fido cagnolino mentre brinda al pubblico con un fiasco con su scritto ‘PAX’, ma è altrettanto noto il folgorante disegno (sempre conservato al Museo Civico) in cui egli brinda alla salute dello spettatore mentre un cartiglio in basso recita così: ‘Ecco in scorcio dipinto il Xeusi arguto/ Di Bacco epilogato ecco il colosso/ S'ei stringe il penel pinge a minuto/ se impugna il bicchier beve all'ingross’. , Pietro Domenico Olivero era effettivamente disabile (forse era nato con una lussazione all'anca, che all'epoca non si poteva curare)., Dalle fattezze riportate nell'autoritratto, Olivero dimostra una cinquantina d'anni, per cui ritengo che la datazione più logica per questo dipinto sia sul 1730 circa. (…)” -
Lot 94 Scuola toscana del XVII secolo, Maddalena in estasi
olio su tela, Cm 86X109 -
Lot 95 Federico Bianchi 1635 Milano-1719 Milano, Maddalena penitente
olio su tela, Largh. 63 - Alt. 77 Cm, Expertise Dott.ssa Odette d'Albo -
Lot 96 Giovanni Battista Piazzetta 1683 Venezia-1754 Venezia, Sant’Orsola
in cornice veneziana del XVIII secolo, olio su tela, Largh. 38 - Alt. 47 Cm, Collezione privata, Milano