Dipinti Antichi
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Lot 171 Scuola Italia centrale, sec. XVIII
LA VERGINE PIANGE LA MORTE DI CRISTO
tempera su carta applicata su tavoletta, cm 23,5x20
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Lot 172 Seguace di Gaspard Dughet, fine sec. XVIII
PAESAGGI ITALIANIZZANTI CON FIGURE
coppia di tempere su carta, cm 36,5x51,5 ciascuno
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Lot 173 Abraham-Louis Ducros
(Moudon 1748- Losanna 1810)
IL VESUVIO DA CASTELLAMMARE
penna e inchiostro di china, acquarello e tempera su fogli di carta uniti e incollati su tela, cm 77x117
Obbligato a lasciare Roma a causa dei disordini seguiti a una insurrezione antifrancese nel gennaio 1793, Ducros si trasferì a Napoli nell’estate di quell’anno avendo lasciato nella Città eterna, affidati all’architetto Asprucci, il contenuto del suo studio e i materiali raccolti in oltre quindici anni di lavoro in Italia. A Napoli, dove si era recato una prima volta nel 1778 nel corso di un lungo viaggio nel Regno delle due Sicilie, l’artista svizzero rinnovò i contatti con Sir William Hamilton, che già nel 1791 aveva acquistato suoi acquarelli e con il ministro John Francis Edward Acton, per il quale sembra eseguisse un numero così elevato di paesaggi e vedute da arredare un’intera stanza. Almeno sei di queste opere di grande formato, tra cui quelle raffiguranti il varo di una nave nel cantiere di Castellammare, da poco terminato e la villa di proprietà del ministro affacciata sul golfo sono oggi identificate.
Sebbene la provenienza del nostro dipinto, inedito e non replicato, non sia documentata, non c’è dubbio che esso sia stato eseguito in relazione all’esplorazione di Castellammare e dei suoi pittoreschi dintorni compiuta nel 1794-95. E’ quello infatti il punto di vista di questa veduta, che al di là del bosco inquadra il golfo con l’isolotto fortificato di Rovigliano, la pianura alla foce del Sarno e, sullo sfondo, il Vesuvio. Il complesso monastico sulla riva del mare compare, inquadrato a distanza, nella Veduta di Villa Acton a Castellammare un tempo a Londra presso Hazlitt, firmata e datata del 1794 (In the Shadow of Vesuvius. Views of Naples from Baroque to Romanticism 1631-1830, Napoli 1880, pp. 119-20; ill. p. 90) tanto da far supporre che il nostro punto di vista sia il “bosco” appena a destra della villa. Anche l’inquadratura romantica della veduta al di là del fogliame, così diversa dal taglio ampio e disteso dei suoi soggetti romani, appare tipica dell’ultimo periodo italiano di Ducros.
Probabilmente di invenzione il parapetto che in primo piano racchiude una sorta di belvedere animato dalle figurine; queste sono aggiunte, come di consueto, dalla mano di un collaboratore non identificato, forse dopo il ritorno dell’artista a Losanna, nel 1807 e l’apertura di una accademia che operò fino alla sua morte improvvisa nel 1810.
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Lot 174 Scuola franco-fiamminga, sec. XVIII
GESU’ BAMBINO E SAN GIOVANNINO DIPINTI A MONOCROMO ENTRO GHIRLANDA DI FIORI
olio su tela ovale, cm 72x57 senza cornice
tela probabilmente in origine di formato differente
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Lot 175 Pittore italiano, prima metà sec. XIX
VASO CON FIORI, VOLATILI, FARFALLA E INSETTI
tempera su carta, cm 35x45,5
firmato “Tancredi Fontebuoni Fe:c” e datato 1847
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Lot 176 Pittore francese, fine sec. XVIII
RITRATTO DI DUE GIOVANETTI
pastello su carta, cm 50x60
firmato e datato “Roslin pinxit 1787”
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Lot 177 Scuola veneta, inizi sec. XIX
VEDUTA DI VENEZIA
olio su tela, cm 24,5x38,5
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Lot 178 Scuola lucchese, sec. XVIII
VEDUTA DELLA CHIESA DELLA CARITÀ
olio su tela, cm 56x83
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Lot 179 Maniera di Michele Marieschi
VEDUTA DEL CANAL GRANDE CON PALAZZO LABIA
olio su tela, cm 75x100
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Lot 180 Scuola italiana, sec. XIX
VEDUTA LACUSTRE DAL GIARDINO DI UNA VILLA
olio su carta riportata su tela, cm 28x39
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Lot 181 Scuola olandese, fine sec. XVIII-inizi XIX
PAESAGGIO LACUSTRE CON ARMENTI
olio su tela, cm 78x97
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Lot 182 Pittore francese, fine sec. XVIII-inizi XIX
VEDUTA DELLA MONTAGNA DI CASTELLAMMARE
olio su carta, cm 23,2x29,5
Corredato da attestato di libera circolazione
Accompagnato da parere scritto di Luigi Gallo, 20 febbraio 2013, Parigi
Lo studioso riconduce il dipinto al pittore Simon Denis (Anversa 1755-Napoli 1813), allievo di Jean-Baptiste Le Brun, che a seguito del suo viaggio in Italia nel 1786 si stabilì definitivamente nella penisola, prima a Roma e poi a Napoli. Eseguì numerose vedute e paesaggi caratterizzati da impasti vigorosi dall’effetto fresco e immediato con libertà d’esecuzione e d’inquadratura molto simili agli studi di Pierre-Henri de Valenciennes (Tolosa 1750-Parigi 1819).