Antiquariato, Arte Orientale e dipinti XIX Secolo
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Lot 0240 Mortaio con pestello a due manici in bronzo brunito e cartiglio nella fascia, Italia del Nord sec.XVII
diam.cm.25xh.17 -
Lot 0241 Coppia di candelieri a panettone in bronzo brunito, Venezia sec.XVI
h.cm.18 -
Lot 0242 Grande monetiere lastronato in palissandro e filettato in avorio, nove cassetti più sportello centrale, Lombardia fine sec.XVII
cm. 96x30 h. 48,5 -
Lot 0243 Tobia e l'Angelo, fregio in legno intagliato e dorato, Italia Meridionale sec.XVIII, cornice Carlo X in legno intagliato e dorato
cm.tot.75x100 -
Lot 0244 Ecce Homo, placchetta in bronzo brunito con motivi gotici, Veneto sec.XVI
cm. 10x15 -
Lot 0245 Scuola italiana sec.XVIII "Madonna della Rosa" olio, cornice dorata
cm. 57x73 -
Lot 0246 Coppia di angeli porta cero in legno intagliato e dorato, Toscana sec. XVI
h. cm.42 -
Lot 0247 Versatoio gotico in rame dorato, sec.XV
h.cm.40 -
Lot 0248 GIOVANNI BERNARDO CARBONE (1614-1683)
La Beata Vergine Limbania in adorazione del Crocifisso
olio su tela, cm 220 x 145
Bern.us Carbonus /conf.es 1666 (in basso a destra)
La grande tela è eccezionalmente firmata e datata (fig. 1) e aggiunge dunque un importante tassello cronologico al corpus dei dipinti di Giovanni Bernardo Carbone, più noto per i ritratti, ma assai apprezzato anche per i soggetti sacri. Le dimensioni della tela suggeriscono di interpretarla come pala destinata a un altare, sia esso all"interno di una cappella di un palazzo o castello, di una chiesa o di un convento.
Per ciò che concerne l"interpretazione iconografica si deve rilevare che la mancanza dell"aureola sulla figura femminile porterebbe a escludere che si tratti di una santa. Non paiono infatti potersi collegare a nessuna figura neanche gli attributi: il grande Crocifisso, il libro con il titolo indicato a chiare lettere sul dorso, un piccolo libro d'ore appoggiato sopra e, sempre nello stesso bellissimo inserto di natura morta, il pettine di ferro strumento del martirio (fig. 2). Nel loro insieme gli oggetti parrebbero alludere ai doveri della vita monacale: la preghiera, la lettura e lo studio dei testi sacri e il sacrificio, per una completa offerta di sé stessi a Gesù.
Proprio per la ben nota fama del pittore come ritrattista, non è infatti da escludersi che il dipinto sia in realtà un vero e proprio ritratto di una giovane di casa fattasi suora, visto anche che i tratti fisionomici sono descritti con cura e con la capacità di trasmettere anche la dolcezza della ragazza (fig. 3). Potrebbe trattarsi della figlia del committente, che la famiglia vuole ricordare, magari come exemplum, per la scelta della vita monacale, tanto consueta allora quanto sentita, specie in alcune famiglie particolarmente religiose tra quelle del Patriziato genovese. Il volto, meravigliosamente tratteggiato dal pennello capace del Carbone parrebbe confermare la ragionevolezza di questa ipotesi.
Anche la Lanterna sullo sfondo, e cioè l"inserimento del celebre simbolo di Genova, pare un elemento di personalizzazione dell"immagine, quasi nel rispetto di quel senso di appartenenza e identificazione con la città, così sentito dall"aristocrazia genovese.
L"opera è inoltre di grande importanza per la presenza della data (1666), oltre che della firma.
Il settimo decennio del secolo, entro cui cade la sua esecuzione, è notoriamente quello che contiene "il nucleo più compatto" delle opere di Carbone (D. Sanguineti, Giovanni Bernardo Carbone, Soncino 2007, p. 23) e cade al ritorno da un proficuo viaggio di studio a Venezia alla fine del decennio precedente. È il momento in cui si registra "una felicissima fascinazione cromatica" e un realismo già notato anche dalle fonti (F. Alizeri) che possiamo apprezzare anche in questo inedito, soprattutto se lo immaginiamo pulito e ripristinato nei suoi valori timbrici con un auspicabile restauro.
Il primo biografo del pittore, Carlo Giuseppe Ratti (1769) è particolarmente stringato nel tracciarne il profilo e la descrizione delle opere esposte al pubblico è davvero succinta e non consente, al momento, di indicare l"originaria provenienza di questa tela.
Fig. 1. La firma e la data.
Fig. 3. Il dettaglio con la natura morta.
Fig. 3. Il dettaglio del volto.
Anna Orlando 8-2019
Bibliografia: D. Sanguineti, Giovanni Bernardo Carbone 1616-1683, SAGEP, 2020, Scheda A10 pag 232 -
Lot 0249 Santo vescovo con San Giovanni, placca in alabastro, sec. XVII
cm. 52x45 -
Lot 0250 Madonna con Bambino tra angeli e Santi, grande terracotta, cornice in legno ebanizzato, Emilia sec.XVII (rotture e mancanze)
cm. 66x83 -
Lot 0251 Scuola Italia Centrale sec.XVI "Madonna con Bambino" terracotta policroma, cornice coeva
cm. 37x46 -
Lot 0252 Croce pastorale in rame sbalzato con applicazioni di smalti, Francia sec.XVI
cm. 125x34 -
Lot 0253 Cassina in legno ricoperta in cuoio lumeggiata in oro, Toscana sec.XVII
cm. 19x31 h. 18 -
Lot 0254 Mortaio con pestello in bronzo brunito con stemma di San Bernardino, Toscana sec.XVII
cm. 15x11 -
Lot 0255 Scuola toscana fine sec.XVI "Il Tempo strappa le ali ad Amore" olio
cm. 170x142 -
Lot 0256 Scatoletta in agata, nel coperchio scena classica in cristallo di rocca, sec.XIX
cm. 8x6 h. 2 -
Lot 0257 Scatoletta in stile Luigi XIV in smalto raffigurante scene di vita di pescatori, sec.XIX
cm. 10x7 h. 3,5 -
Lot 0258 Svuotatasche in papier machè dorato, Venezia sec. XVIII
cm. 35x34 -
Lot 0259 "La volpe nel pollaio" olio su rame, sec.XVII
diam.cm. 20 -
Lot 0260 Cofanetto in vetro eglomizzato con ricca decorazione in metallo dorato, sec.XVIII
cm. 24x18 h. 14 -
Lot 0261 # "Fanciulla con colletto bianco" olio, sec.XVII
cm.28x32 -
Lot 0262 Sansiera in ceramica marmorizzata con decorazioni in bianco, Seirullo metà sec.XIX
cm. 50x h. 100, con base h..cm.136 -
Lot 0263 Monumentale orologio in legno finemente intagliato e dorato con personaggi e medaglione in stucco, f.to Johane Vellauer in Vienna, fine sec.XVIII
cm. 50x h. 96