Asta N. 727 - III Old Masters Paintings
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Lot 348 Scuola del XVI secolo
San Nicola
olio su tela
W. 45 - H. 72,5 Cm -
Lot 349 Scuola romana del XVII secolo
L'estasi di Maria Maddalena
olio su tela
W. 144 - H. 120 Cm -
Lot 350 Scuola romana del XVII secolo
Adorazione dei pastori
olio su tela
W. 75 - H. 105 Cm -
Lot 351 Scuola ferrarese del XVII secolo
Adorazione dei pastori
olio su tavola
W. 40 - H. 51 Cm -
Lot 352 Ceresa Carlo
Adorazione dei Magi
olio su tavola
W. 53 - H. 38 Cm -
Lot 353 Scuola lombarda del XVII secolo
Adorazione dei pastori
olio su tavola
W. 53 - H. 38 Cm -
Lot 354 Scuola veneta della fine del XVII secolo
Enea e Didone
olio su tela
W. 134 - H. 120 Cm -
Lot 355 Della Vecchia Pietro, e bottega
Enea e Didone
olio su tela
W. 152 - H. 104 Cm -
Lot 356 Spranger Bartholomäus attribuito a
Sacra Famiglia con angeli
olio su tavola
W. 22,5 - H. 32,5 Cm -
Lot 357 Miradori Luigi
Gesù Bambino tra angeli
olio su tela
W. 71 - H. 58 Cm
Si ringrazia il Dott. Camillo Manzitti per aver confermato l’attribuzione all’artista -
Lot 358 Caliari Paolo scuola di
Martirio di San Menna
olio su tela
W. 90 - H. 120 Cm
in cornice antica
L’esecuzione rapida e sommaria definisce questo dipinto come il modelletto preparatorio della grande pala appartenente al Museo del Prado, giudicata nella monografia di Pignatti e Pedrocco su Paolo Veronese, opera eseguita con la collaborazione della bottega, giudizio che può essere formulato anche per questo esemplare come confermano i pentimenti rilevati dai raggi X. -
Lot 359 Scuola fiamminga del XVII secolo
La promulgazione del decreto
olio su tela
W. 200 - H. 120 Cm -
Lot 360 Angeli Filippo,
Cristo mostrato alla folla
olio su tela
W. 140 - H. 87,5 cm
Il dipinto è da mettere in relazione con altre opere del pittore transitate in asta, simili per misure, composizione e tutte con soggetti tratti dalla Via Crucis, quali la Crocifissione battuta da Pandolfini nel settembre 2020 per 15.000 euro (esclusi i diritti) o l'Andata al Calvario esitata da Dorotheum nell'aprile del 2015 per 35.600 euro a presso di martello. Della stessa serie fanno altresì parte le opere inerenti episodi della vita di Cristo, pubblicate nella monografia di Marco Chiarini “Filippo Napoletano vita ed opere”, numero 41 (Calvario, cm. 92x 137, già collezione Carlo de’ Medici), numero 7 (Adorazione dei Magi cm. 84x146). In tali composizioni si ritrovano gli stessi personaggi con vesti alla “fiamminga” tratti da illustrazioni di libri dell’epoca e gli stessi cani molossi presenti anche nel nostro dipinto. -
Lot 361 De Wael Cornelio
Scene di carità
coppia di dipinti, olio su tela
W. 67 - H. 48 Cm -
Lot 362 Salvi detto il Sassoferrato Giovan Battista
Busto di Vergine orante
olio su tela
W. 38 - H. 48 Cm
Expertise Prof. Massimo Pulini, "(...) Questa commovente invenzione di Giovanni battista Salvi detto il Sassoferrato è stata replicata in differenti versioni dallo stesso autore, moltiplicata poi dalla bottega e da successivi seguaci, è diventata una delle icone più fortunate del XVII secolo. Non deriva, come in altri casi, da prototipi interpretati da Raffaello o Guido Reni, ma si pone come invenzione autonoma, e di moderna efficacia, dell'antichissimo tema della Madonna orante. , (...) Stupisce la capacità dell'artista marchigiano di mantenere un altissimo livello di tensione esecutiva anche nell'atto di ripetere più volte la stessa composizione, fornendo solo piccoli dettagli che variano l'assetto definito. Nelle opere pienamente autografe come questa in parola, la qualità di stesura pittorica rimane compatta, sensibile e la materia non risulta mai superficiale, scolastica. Si avverte sempre una continuità coerente della pennellata, senza le secche chiusure disegnate che caratterizzano le opere di bottega., Arduo stabilire una datazione stringente non solo dell'opera in esame, ma di tutta la produzione dell'artista. Il Sassoferrato comunque dovrebbe aver iniziato a elaborare questa immagine della Vergine in preghiera intorno agli anni Quaranta del secolo XVII secolo." -
Lot 363 Reni Guido
Figura di Bacco, frammento
olio su tela
W. 63 - H. 76 Cm
Bibliografia di riferimento:, D. Stephen Pepper, Guido Reni. A complete catalogue of his works with an introductory text, Oxford 1984, p. 278, n. 169, A. Emiliani, Sir Denis Mahon, in Bacco e Arianna di Guido Reni. Singolari vicende e nove proposte, catalogo della mostra (Bologna, Pinacoteca Nazionale, 2018), a cura di A. Emiliani, Rimini 2018, pp. 15-17, D. Benati, Guido Reni per Henrietta Maria di Borbone: Un nuovo frammento, in ibidem, pp. 59-62, S. Guarino-C. Seccaroni, Il Bacco e Arianna di Guido Reni: uno sfortunato originale ma un fortunato prototipo, in ibidem, pp. 39-57, , Opera dichiarata di interesse storico-artistico particolarmente importante, soggetta a vincolo da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio., , Work declared of particularly important historical and artistic interest, it is subject to constraint by the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Italian National Heritage) so it cannot be exported out of Italy., , La figura di Bacco qui presentata è, con ogni probabilità, il frammento della porzione centrale del famigerato dipinto raffigurante le Nozze di Bacco con Arianna, realizzato da Guido Reni nel 1640, su ordine di Urbano VIII e dal cardinale Antonio Barberini, quale dono pontificio alla regina d'Inghilterra, Maria Enrichetta di Borbone, sposa cattolica di Carlo I Stuart, al fine di poter risollevare le sorti della Chiesa di Roma in suolo britannico. , La scelta di questo particolare soggetto tratto dalla mitologia classica, infatti, nonostante possa apparire come una semplice allegoria nuziale, in realtà celava da parte della Santa sede una precisa finalità politica per poter auspicare una possibile riconciliazione tra la fazione cattolica e protestante su suolo inglese. [...] -
Lot 364 Scuola cremonese del XVI secolo
Venditori di pollame
olio su tela
W. 175 - H. 111 Cm -
Lot 365 van Schrieck Otto Marseus nei modi di
Sottobosco
olio su tavola
W. 67 - H. 90 Cm -
Lot 366 Scuola toscana del XVII secolo
Natura morta frutti, cacciagione e pentola in rame
olio su tela
W. 110 - H. 90 Cm -
Lot 367 Scuola napoletana del XVII secolo
Natura morta con frutta, verdure e una pentola in rame
olio su tela
W. 108 - H. 50,5 Cm -
Lot 368 Scuola fiamminga del XVII secolo
Sottobosco
olio su tela
W. 57 - H. 51 Cm -
Lot 369 Recco Giuseppe
Interno di cucina
olio su tela
W. 235 - H. 165,5 Cm -
Lot 370 Sustermans Justus
Ritratto di dama, probabilmente Vittoria della Rovere
olio su tela ovale
W. 60 - H. 70 cm
Expertise di Odoardo H. Giglioli, Firenze 1955, Collezione Privata, Genova, Collezione marchesi Scassi, Ricevuta un'educazione marcatamente religiosa nel convento fiorentino della Crocetta, Vittoria della Rovere sposò nel 1637 il Granduca di Toscana Ferdinando. Ricordata per il suo moralismo intransigente e per una rigida concezione della vita e dei costumi, in realtà Vittoria era animata da una rara curiosità intellettuale, dall'amore per il lusso, e da un gusto musicale sopraffino. A questa passione sembra alludere il nostro bel ritratto, dove la Granduchessa, affidata alle consuete abilità introspettive del ritrattista ufficiale di corte Justus Sustermans, è ripresa di scorcio mentre stringe uno spartito. Importanti e recenti studi sulla committenza degli ultimi Medici hanno rilevato il lungimirante mecenatismo in campo musicale di Vittoria che non mancò di patrocinare esecuzioni di musiche ed esercitare la protezione su cantanti e musicisti. Nell’inventario dei suo affetti personali custoditi nella Villa di Poggio Imperiale, datato 1692, figura, per esempio, un elenco cospicuo di strumenti musicali che la Granduchessa faceva suonare per il suo intrattenimento personale. Sembra che l’artista fiammingo naturalizzato italiano, fissando la sovrana in un’immagine più informale e poetica, abbia voluto restituirci proprio questo volto inedito e privato della sua vicenda umana. -
Lot 371 Dandini Pier
Probabile ritratto di Francesco Redi
olio su tela
W. 73 - H. 87 Cm
Bibliografia di riferimento:, S. Bellesi, Vincenzo Dandini e la pittura a Firenze alla metà del Seicento, Pisa 2003, pp. 60 e 5gg., 141- 143, , "II ritratto, firmato "Magistro depinctor Pietro Dandini" in calce alla lettera che l'effigiato è intento a mostrare, corrisponde a quello di un giovane uomo a mezzo busto ripreso di tre quarti, che indossa un abito di velluto nero dalle ampie maniche, su cui risaltano il colletto rabat liscio e la camicia bianca dai polsini a frappe. La morbida e lunga capigliatura castana incornicia l'espressivo volto, , quasi frontale, e dai lineamenti decisi, in particolare nel naso piuttosto pronunciato e nei vividi occhi incorniciati dalle sopracciglia aggrottate., Il foglio esibito reca il seguente testo, non completamente decifrabile, scritto in italiano corsivo: "Gentilissimo Signo. ...... dice il proverbio che l'indugio piglia vizio lo confesso, ma però il suo ritratto che sono circa cinque lustri che si compiesse (o "è da compiere"?) pria che si ritirasse, avendolo goduto presso di mia magione in questo temp (…) di esempio a stare sano e si compiaccia giudice per mia memori (…) sua pietade ossequio. (…) misera obbligazione mia / Magistro depinctor Pietro Dandini”. [...]