ASTA 355 ARTE ORIENTALE DA UN'IMPORTANTE COLLEZIONE PRIVATA E ALTRE COMMITTENZE
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Lot 99 Arte Cinese Radice a forma di leone
Cina, dinastia Qing, XIX secolo . . Cm 14,00 x 19,00. Interessante oggetto da meditazione in radice intagliata in forma di leone. Sculture naturalistiche di questo tipo, similmente alle "dreamstones", fanno parte del corredo dei letterati ed implementano la meditazione grazie all'interpretazione fugace delle loro linee. -
Lot 100 Arte Cinese Coppia di portacappelli in bambù
Cina, XIX secolo
. . Cm 11,00 x 27,00. Due portacappelli in bambù con pareti esterne baccellate e con fori lobati per l'areazione. Questo tipico accessorio, spesso realizzato in porcellana, prevedeva che il copricapo fosse appoggiato sulla estremità sommitale. I fori praticati sulla parete permettevano la ventilazione all'interno del cappello che si sarebbe mantenuto così potuto fresco ed asciutto. -
Lot 103 Arte Cinese Vaso in bronzo dorato
Cina, dinastia Qing, XVIII secolo. . Cm 12,50 x 20,00. Fusione in bronzo dorato a corpo pesante costituita da due vasi affiancati su cui sono rispettivamente avvinghiati due dragoni che si fronteggiano e base separata. Sul fondo è presente marchio inciso a sei caratteri di Qianlong. Quest'oggetto, di bella esecuzione, costituisce un classico accessorio da studiolo di erudito realizzato nel gusto cosiddetto “archeologico” in voga durante il corso di tutto il XVIII secolo e che faceva riferimento a modelli arcaici desunti dall'antichità classica cinese soprattutto di epoca Han (206 a.C.-220 a.D.). -
Lot 104 Arte Cinese Mandarino in bronzo
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 9,00 x 25,50. Scultura raffigurante un dignitario imperiale abbigliato alla maniera dei mandarini realizzata in fusione di bronzo a patina bruna, lavorata a cesello e con testa amovibile. -
Lot 105 Arte Cinese Portapennelli bitong in huanghuali
Cina, dinastia Qing, XVIII secolo. . Cm 14,50 x 15,00. Contenitore per pennelli di forma cilindrica realizzato in pregiato legno di dalbergia odorifera conosciuto in cina come huali o huanghuali, termine quest'ultimo preferito dai collezionisti da usarsi quando il colore del legno schiarisce per la lunga esposizione alla luce e vira verso una calda tonalità di giallo. Apprezzatissimo fin dall'antichità il huali, insieme a pochi altri tipi di essenza, sta ai vertici del mobile classico cinese, impiegato da sempre dalla classi più abbienti anche per la realizzazione di pregiati manufatti destinati agli arredi delle abitazioni o, come in questo caso, per i preziosi strumenti destinati agli studi dei nobili Letterati. -
Lot 106 Arte Cinese Incensiere zoomorfo
Cina, dinastia Ming (1368-1644). . Cm 13,00 x 16,00. Contenitore brucia-profumi in bronzo a patina bruno-rossastra raffigurante un'anatra sulle acque. Questo tipo di oggetti, spesso legati a modelli ricorrenti ispirati al mondo animale, come il cervo, il leone o appunto l'anatra mandarina, ebbero una notevole diffusione durante gli ultimi anni della dinastia Ming e gli inizi di quella Qing. Il pezzo qui presentato si contraddistingue per la bella fusione impreziosita da una piacevole patina rossastra abbastanza inconsueta in questo genere di manufatti. -
Lot 107 Arte Cinese Incensiere tripode in bronzo
Cina, dinastia Qing, periodo Kangxi (1661-1722). . Cm 15,50 x 11,50. Fusione in bronzo a patina scura in forma di tripode con corpo leggermente schiacciato, bocca eversa e doppia ansa. Marchio a quattro caratteri Kangxi sotto la base.
Nonostante la forma di questo manufatto sia tipica del periodo Kangxi, raramente incensieri di questo tipo presentano uno specifico marchio del suo regno poichè spesso hanno un generico marchio Ming. -
Lot 108 ARTE GIAPPONESE Grande teiera tetsubin
Giappone, periodo Meiji, XIX secolo. . Cm 33,00 x 43,00. Bollitore in ghisa per la cerimonia del tè. La forma a campana impreziosita da una fitta costolatura su cui spicca un ramo fiorito a rilievo. Questo tipo di accessorio per la complessa cerimonia del tè probabilmente prese origine dal tedorigama, un bollitore per acqua di uso domestico. L'uso delle teiere in Giappone crebbe in popolarità durante il periodo Edo nella seconda metà del XVII secolo, quando i mercanti cinesi introdussero massicciamente in Cina l'uso del tè. Il chanoyu, la complessa cerimonia legata all'assunzione di questa preziosa bevanda, prevedeva l'uso di teiere in terracotta che, solo intorno alla fine del XVIII secolo, cominciarono ad essere sostituite con quelle realizzate in ferro, usate all'interno di un cerimoniale semplificato, il senchado, più adatto al pubblico allargato della emergente classe borghese. -
Lot 109 Arte Cinese Lavapennelli in vetro di Pechino
Cina, dinastia Qing, XVIII secolo. . Cm 12,50 x 7,00. Contenitore per acqua da calligrafo destinato alla pulizia dei pennelli realizzato in vetro bianco con sfumature porpora. Questo tipo di produzione fu sviluppata in Cina nei primi anni del XVIII secolo a seguito dell'inaugurazione nel 1696 del primo atelier imperiale dedicato alla lavorazione del vetro e realizzata con l'apporto delle tecnologie occidentali introdotte dai Gesuiti di stanza presso la corte imperiale. I manufatti emessi dalle vetrerie imperiali si contraddistinsero ben presto per l'alto livello qualitativo e per la straordinaria varietà ed eleganza di forme e colori. Molta di questa produzione presenta la particolare lavorazione “a cammeo”, che sfrutta i diversi strati colorati sovrapposti lavorati a freddo con l'ausilio delle mole. Nel caso dell'oggetto qui presentato invece il contrasto cromatico, particolarmente efficace e gradevole, è affidato al sapiente uso dei pigmenti colorati disciolti nella pasta vitrea e nella superficie perfettamente levigata. -
Lot 110 ARTE GIAPPONESE Sashi netzuke in avorio
Giappone, Meiji (1868-1912), secolo XIX. . Cm 15,50. intaglio a patina color miele in forma di due bacche di melanzana con foglie e tralci. La sinuosa forma allungata, colloca questo manufatto tra i cosiddetti sashi netsuke identificati proprio da questa specifica caratteristica. Il tema della melanzana, che in giapponese si pronuncia “nasu” , viene tradizionalmente associato per omofonia all'espressione “che ciò si possa avverare” investendo così questo frutto di importanti valenze bene augurali, tanto da essere uno dei tre temi, insieme al monte Fuji ed al falco, dell' Hatsuyme (primo sogno dell'anno) in cui, secondo la tradizione, si concretizza l'augurio di fortuna e felicità per l'anno che verrà.
Lotto corredato di perizia indipendente sull'antichità dell'avorio. -
Lot 111 ARTE GIAPPONESE Netsuke con serpente
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), secolo XIX. . Cm 6,00 x 3,00. Intaglio in avorio a patina naturale raffigurante un serpente avviluppato su se stesso reso in maniera naturalistica con scaglie incise, evidenziate da pigmento nero, e occhi in ossidiana. Questa tipologia di netsuke, nota come katabori, si caratterizza per la piacevole rotondità delle forme dell'insieme e per la scelta dei soggetti spesso legati al mondo animale.
Marchio a due caratteri inciso. -
Lot 112 Arte Sud-Est Asiatico Bracciale in forma di Disco Pi
Tailandia, cultura Ban Chiang, circa I millennio a.C. . Cm 13,50. Bracciale in pietra bianca rastremato verso la circonferenza esterna e provvisto di bordo rialzato in corrispondenza del foro centrale. Manufatti di questo tipo, la cui funzione resta tuttora piuttosto incerta,
Questo tipo di manufatto, diffuso in molte culture orientali, testimonia dell'eccezionale grado astrazione simbolica raggiunto dalle popolazioni asiatiche del neolitico (IV-I millennio aC). Il disco Pi, inteso come rappresentazione metafisica del firmamento, sembra fare la sua prima comparsa in Cina intorno al IV millennio aC, nella regione del delta dello Yangtse, spesso associato alla sua controparte “terrena”, il Cong, manufatto di forma quadrangolare attraversato per tutta la sua lunghezza da un foro circolare, simboleggiante la terra. Le linee essenziali e rarefatte del Pi e quelle solide e “muscolari” del Cong sono entrambe accumunate dalla presenza del foro centrale, passaggio mistico delle energie primordiali che formano l'asse invisibile su cui eternamente ruota il mondo sensibile. La funzione di questi manufatti durante il neolitico resta tuttora piuttosto incerta, ma evidenze storiche confermano che pur trattandosi di importanti veicoli rituali, essi fossero impiegati anche come monili o valuta di scambio. -
Lot 113 Arte Sud-Est Asiatico Moneta a disco
Tailandia, cultura Ban Chiang, ca. I millennio a.C. . Cm 15,00 x 6,00. Disco “Pi” in roccia corallina, rastremato verso la circonferenza esterna e provvisto di foro centrale. La forma di questo elegante manufatto ripete quella dei contemporanei bracciali a disco realizzati in marmo o pietra dura, ma differisce per il materiale impiegato, che in questo caso è una una roccia bianca attraversata dal prezioso tessuto corallino. Anche in questo caso si tratta di un oggetto legato a pratiche religiose contestualmente impiegato come prezioso monile e valuta di scambio. -
Lot 114 Arte Sud-Est Asiatico Due collane in conchiglia e pasta vitrea
Tailandia, cultura Ban Chiang, ca. IV millennio a.C . . Cm 45,00 x 3,00. Collane ricomposte formate da fitta serie di dichetti in conchiglia alternati a grani biconici in pasta vitrea color lapislazuli. Il tipo di lavorazione impiegato per questi elementi di collana corrrisponde a quello riscontrabile su manufatti analoghi rinvenuti nel sito archeologico di Ban Chiang. -
Lot 115 Arte Sud-Est Asiatico Coppia di orecchini
Tailandia, cultura Ban Chiang, ca. IV millennio a.C. . Cm 6,00 x 2,30. Coppia di monili realizzati in conchiglia. Il guscio spiraliforme del mollusco marino, tagliato a metà, costituisce la base per la creazione di due eleganti orecchini un tempo impreziositi da colori brillanti e incrostazioni in metalli pregiati. Nel sito archeologico di Ban Chiang sono stati rinvenuti molti monili di questo tipo, realizzati tutti col solido guscio di turbinella, elegante gasteropode marino dell'oceano indiano. -
Lot 116 Arte Sud-Est Asiatico Coppia di bracciali
Cambogia, Khmer (IX -XV secolo). . Cm 8,50. Coppia di monili in bronzo, ad anello aperto con la sezione terminale leggermente svasata e ornata da un motivo geometrico di cerchietti umbonati a rilievo. Originariamente lucidi, i due bracciali appaiono oggi rivestiti da una bella patina verde smeraldo. -
Lot 117 Arte Sud-Est Asiatico Coppia di bracciali
Cambogia, Khmer (IX -XV secolo). . Cm 10,00. Coppia di monili in bronzo, ad anello terminante con motivo serpeggiante attorcigliato.
Originariamente lucidi, i due bracciali appaiono oggi rivestiti da una bella patina verde smeraldo. -
Lot 118 Arte Sud-Est Asiatico Coppia di bracciali in bronzo con sonagli
Cambogia, Periodo Khmer, (IX -XV secolo). . Cm 10,50. Coppia di monili in bronzo di forma toroidale, cavi all'interno e impreziositi da un fitto decoro a motivi spiraliformi realizzato in filigrana applicata. Questi due oggetti, rivestiti da una morbida patina “archeologica” verde, in origine dovevano essere probabilmente lucidati in modo da fare risaltare il colore giallo del bronzo. L'interno cavo contiene sonagli. -
Lot 119 Arte Cinese Disco Pi in giada
Cina, dinastia Qing, secolo XIX (?). . Cm 14,00 x 21,00. grande intaglio in giada calcificata lavorato a rilievo secondo il gusto “archeologico” con motivo “a chicco di miglio” ed elaborata cuspide sommitale operata a traforo con figure di draghi, qilong e taotiè. Questo oggetto, conosciuto come “Pi”, costituisce uno dei oggetti rituali più iconici della millennaria cultura cinese. I più antichi riscontri storici legati a questa particolare tipologia di manufatti risalgono al neolitico e sono riconducibili alla cultura di Liangzhu, l'ultima delle grandi culture del neolitico cinese, fiorita sul delta dello Yangtze intorno al quarto millennio avanti Cristo. Secondo gli studiosi la particolare forma a disco forato al centro sarebbe da ricondurre ad una iperstilizzazione dell'universo, legata a simbologie metafisiche che vedono nel foro centrale un’immagine dell'asse celeste su cui è incardinato l'intero firmamento. Questa interpretazione, oggi universalmente condivisa, sembra che nel XVIII secolo non dovesse essere stata ancora formulata, considerato che lo stesso imperatore Qianlong, erudito possessore di una formidabile raccolta di oggetti archeologici, facesse iscrivere sul più bello dei suoi dischi in giada un poemetto di sua creazione in cui descriveva l'elegante manufatto come “un porta tazza di epoca Song”.
Il disco qui presentato, caratterizzato dal prezioso ed elaborato decoro riprende modelli conosciuti riconducibili al periodo cosiddetto “degli Stati Combattenti”(475 a.C- 403 a.C), periodo di guerre caratterizzato, al contempo, da una suprema eleganza formale che diventerà la cifra distintiva della successiva cultura Han (202 a.C-220 d.C). -
Lot 120 Arte Cinese Grande Bixie in giada
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 23,50 x 8,50. Intaglio in giada marezzata raffigurante un Bixie, bestia mitica appartenente al pantheon taoista, qui presentata come un dragone alato dai tratti leonini. Questo soggetto, tutt'ora molto amato dai cinesi, cominciò a diffondersi in modo massiccio durante il periodo Han (206 a.C- 220 a.D.), diventando uno dei temi preferiti dei preziosi intagli in giada destinati ai corredi palaziali. Considerato di buon auspicio, il tema dalla chimera alata fu replicato nei secoli successivi spesso, come in questo caso, ad imitazione delle linee aggressive ed eleganti desunte dai modelli archeologici in contrasto con l'immagine grottesca e divertente a cui la leggenda lega questa bizzarra creatura. Si dice che nella notte dei tempi il Bixie, animale famelico e smodato, avesse osato defecare nelle sacre stanze del Palazzo Celeste e per questo fosse stato severamente punito dall'imperatore di Giada che lo fece frustare cosi malamente sul fondoschiena da provocargli l'occlusione definitiva dell'ano. Non potendo più defecare il povero Bixie sarebbe morto se l'imperatore, mosso a compassione, non lo avesse salvato stabilendo che da quel giorno in poi, per tutta l'eternità, la sua dieta si sarebbe dovuta limitare solo ad oro, argento e gioielli,evidentemente poco digeribili. Da questa storia parte lo strano legame che i cinesi hanno con questa elegante creatura, almeno dal punto di vista formale, vista come un vero e proprio salvadanio ambulante, promessa certa di meravigliose fortune e straordinarie ricchezze. -
Lot 121 Arte Cinese Sigillo da calligrafo in saponaria
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 5,50 x 8,50. Sigillo quadrangolare in pietra saponaria color verde pallido sormontato da un intaglio in forma di Qiulong, realizzato nel gusto archeologico. Il Qiulong, letteralmente “dragone attorcigliato” è un motivo decorativo caro alla tradizione cinese che mostra questo animale mitico come un dragone privo di ali. Il tema del Qiulong fu sfruttato grandemente in epoca Han per la decorazione a rilievo delle splendide giade prodotte in questo periodo. -
Lot 122 Arte Cinese Sigillo da calligrafo in giada
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 11,50 x 7,00. Intaglio in giada bianca con inclusioni rossastre raffigurante Budai disteso sorridente con lo Yuan Bao stretto nella mano destra. L'intaglio, di buona fattura, presenta iscrizione sulla schiena e largo sigillo da calligrafo sul fondo. L'iconografia di Budai, spesso indicata come “Buddha sorridente” molto diffusa ed apprezzata in Cina, fa riferimento a un monaco cinese vissuto, secondo la tradizione, intorno al X secolo la cui figura viene spesso associata a quella di Maitreia, il Buddha del futuro. L'immagine di Budai, rassicurante e divertente, è solitamente quella di un personaggio grasso, sorridente, talvolta circondato di bambini, spesso rappresentato con un sacco pieno di monete o, come in questo caso, con un prezioso lingotto d'oro in mano. -
Lot 123 Arte Cinese Coppa libatoria in giada
Cina, dinastia Qing, secolo XVIII (?) . . Cm 9,00 x 6,00. Coppa rituale in giada bianca realizzata secondo il gusto archeologico ispirato a modelli di epoca Han. -
Lot 124 Arte Cinese Versatoio da calligrafo in giada
Cina, XX secolo . . Cm 11,00 x 3,50. Intaglio in giada verde pallido a forma di piccola teiera, con decoro a rilievo di pipistrelli e zucche entrambi simboli di buon auspicio spesso associati tra loro.