WEB AUCTION 111 - MAIOLICHE E CERAMICHE ANTICHE
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Lot 1 Piatto in lustro dorato con stemma
SPAGNA, MANISES, sec. XV.
Ø 34,5 cm
Piatto in maiolica a larga tesa, stretto ingiro ed ampio cavetto piatto, dipinto a lustro oro e blu: in tesa decorazione miniaturistica a lustro oro e suddipinta in blu con quattro semicorolle inframezzate a quattro boccioli semiaperti; in cavetto, solo a lustro oro, quattro settori puntinati fra quattro settori fitomorfi; nel centro leggermente umbonato, Stemma di Valencia, città spagnola famosa per le maioliche lustrate. Nel verso, decorazione a tutto campo in lustro oro con foglie di prezzemolo alternate ad elementi filiformi di varia fantasia.
Trova riferimenti in un grande piatto nel Museo Gonzales Marti in Valencia con medesimo stemma e con qualche differenza nella decorazione miniaturistica, simbolo della ceramica di Manises, città manifatturiera famosa per le sue antiche ceramiche, in comune di Valencia, fin dal Medioevo, con apice nei secoli XV-XVI. [Cfr. C.Pinedo – E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p.53 e copertina] -
Lot 2 Sant’Agata in terracotta
PALERMO, scultore Antonello Gagini, sec. XVI, primi decenni.
55 cm altezza
Scultura che rappresenta Sant’Agata, patrona di Catania, realizzata in terracotta e poi ricoperta di “mistura”, composizione realizzata con gesso, cenere, stracci e colla, massa che veniva versata negli stampi; le singole parti venivano poi assemblate. Inventore ed unico esecutore di questo genere fu Antonello Gagini, o Gaggini (Palermo, 1478 –1536). Rarissime sono le sue opere in questo metodo, non più ripreso, neppure dai suoi figli.
La statua a tutto tondo, in piedi, è ispirata al busto realizzato a Limoges nel 1376 dall’orafo senese Giovanni di Bartolo che, ad oggi, è l’unica opera esistente ricondotta all’abilissimo orafo, essendo andate distrutte tutte le altre. Il Gagini volle riprendere la bellezza particolare dell’oreficeria inventando di ricoprire la terracotta con la mistura che era in grado di essere modellata con lievità per riprendere i minimi particolari della superfice nel reliquiario in argento sbalzato e con smalti traslucidi. -
Lot 3 Madonna col Bambino
FIRENZE, cerchia di Lorenzo Ghiberti, sec. XV, primi decenni.
35 x 28 cm
Piccola scultura in terracotta policroma con la Vergine che sostiene il piccolo Gesù. Ha un mantello azzurro che scende dal capo alla cintola e al di sotto ha una veste rossa. Il volto appare sereno e con un intimo sorriso; il Bimbo si appoggia con la guancia a quella della Madre. Gli occhi di lei appaiono leggermente a mandorla e tutto l’atteggiamento è di grande tenerezza.
La scultura rientra come modellato nel gruppo delle Madonne realizzate, per confraternite, e spesso anche per la devozione privata, inserite in un ambiente domestico, comunque elitario. Trova corrispondenza scultorea con una serie in piccola statuaria di stucco o terracotta con Madonne e Figlio, a mezzo busto, attribuite alla cerchia di Lorenzo Ghiberti. Sono assai numerose quelle note, sparse per il mondo, in Musei o in ambienti privati, che attraggono per la dolcezza e la grazia che emanano. Un riferimento importante si ha con “Madonna col Figlio” in stucco dipinto, nel Museo Bardini a Firenze. -
Lot 4 Tondo con mito di Paride del Palissy
FRANCIA, PARIGI, Tuileries, atelier Palissy, sec. XVI, ultimi decenni.
Ø 25 cm
Tondo in maiolica policroma con festone in rilievo, intervallato da sovrapposte quattro piastre a delimitare quattro segmenti; nell’ampio cavetto in rilievo scena mitologica: Giudizio di Paride.
Verso: nudo, con imperfezioni di lavorazione non ben lisciate prima di cottura.
Lo stile espresso in questo particolarissimo tondo che esula da consueti paradigmi della maiolica europea del’500, si attanaglia invece ad un momento unico della ceramica francese, esattamente nella Parigi degli ultimi decenni del secolo sedicesimo. Fu alla corte di Caterina dei Medici, moglie di Enrico II dal 1547 al 1559, poi reggente dal 1560 al 1563, che si espresse tutta la genialità di un eccentrico scienziato, versato anche nella creazione ceramica, Bernard Palissy (1510-1589), sì che ovunque alle Tuileries si ammiravano sue creazioni. Il laboratorio di Bernard alle Tuileries è stato riscoperto durante i lavori al Grand Louvre (1983 – 1990). Le migliaia di frammenti di terracotta provenienti dall'atelier, e dalla grotta artificiale da lui creata per Caterina, pongono Bernard Palissy fra i maggiori esponenti delle arti decorative francesi del XVI secolo.
L’iconografia con il mito di Paride che, avendo assegnato ad Afrodite il pomo con la scritta “alla dea più bella”, ebbe in moglie Elena, dando origine alla guerra di Troia, è ispirata ad una placchetta con Il Giudizio di Paride assegnato al Monogrammista Maestro Io.F.F, vissuto nel Cinquecento; ed una si trova alla Biblioteca Oliveriana di Pesaro. -
Lot 5 Brocca: Sü.Bisantino.Compo
SAVONA, sec. XVII-XVIII.
20 cm altezza
Brocca con ansa e cannello versatore. Maiolica in monocromia blu su fondo azzurrato. Al centro ampio cartiglio con la scritta farmaceutica: Sü.Bisantino.Compo (sciroppo bizantino composto). In alto e in basso “Angioletti entro paesaggio”. Il cartiglio termina ai lati con decoro raro: rotolo di pergamene (?)
Nel fondo: marca di Savona. -
Lot 6 Albarello con “Angioletto”: marca “Lanterna”
ALBISSOLA, sec. XVII.
19.5 cm altezza
Albarello a rocchetto in maiolica blu su fondo bianco con profili anche in marrone di manganese. In alto “Angioletto in paesaggio”; al centro cartiglio con scritta farmaceutica: Vng.popul: (unguento popolare). In basso “Paesaggio” Nel fondo: marca “Lanterna” e due etichette con il numero 171099 riferito ad antica collezione. -
Lot 7 Piatto con grande “Castello"; marca di Savona.
SAVONA, sec. XVII-XVIII.
Ø 36 cm; 4,8 cm altezza
Piatto a larga tesa defluente ed ampio cavetto in maiolica dipinta in monocromia blu su azzurrato a larga pennellata in tesa ed al centro un grande “Castello" con attorno decori fitoformi.
Nel verso pennellate fitomorfe e cartiglio di antica collezione: n. 1670; marca di Savona. -
Lot 8 Brocca con “Angioletti in volo”: Sy. Pol .Semp. Senza marca
LIGURIA, sec. XVIII.
20 cm altezza
Brocca con ansa e cannello versatore in maiolica monocroma blu su fondo azzurrato; in alto e in basso “Angioletti in volo” su paesaggio. Nel largo manico veloci decori. Al centro ampio cartiglio con la scritta farmaceutica: Sy. Pol .Semp. Senza marca. -
Lot 9 Brocca “Stile calligrafico”, OL. ROSATO. OMBLICATO
ALBISSOLA, sec. XVI- XVII.
19,5 cm altezza
Brocca con manico e cannello versatore; nel bordo incastro per coperchio. Maiolica dipinta in “Stile calligrafico” in monocromia blu su fondo bianco; nel collo decori fitomorfi; nella pancia Cani in corsa, fra cespugli e più in basso cartiglio con scritta in marrone: OL. ROSATO. OMBLICATO. Il manico termina a forma di Viso in rilievo.
In cartiglio la scritta “Pozzallo antichità”. -
Lot 10 Brocca con “OLEI APARICIS”
ALBISSOLA, sec. XVII.
23 cm altezza
Brocca con manico e cannello versatore; nel bordo incastro per coperchio; maiolica dipinta in blu su fondo azzurrato. In alto “Putti in paesaggio”; al centro cartiglio con la scritta “OLEI APARICIS” e al di sotto “Paesaggio”. Il manico termina con “Foglia”. Sul fondo cartiglio con il numero di antica collezione: 17230, ripetuto in due cartigli a lato della Marca: corona fra due stelle. -
Lot 11 Piatto a lustro con scrittura pseudocufica
SPAGNA, Manises; sec. XVI.
Piatto a larga tesa e cavetto umbonato; decori in lustro dorato con bellissima e
articolata raggera in tesa e nell’ingiro scrittura pseudo cufica; al centro dell’umbone un Uccellino; nel verso: cartellino con timbro e scritta: Collezione Simonetti Roma
Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione Piero Bonali (1903-1998) n°11455
Esposto nella mostra “Ancona e la Marche nel Cinquecento”, 1992, AAVV, Catalogo 1991, pag.415. [Cfr. C.Pinedo – E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p.85.]; T. Sacchi Ladispoto-Sabrina Spinazzi, “Attilio Simonetti, Pittore alla moda e antiquario a Roma (1843-1925)”, Roma, Galleria Berardi, Catalogo Mostra 2019. -
Lot 12 Piatto in lustro dorato con vari motivi
SPAGNA, MANISES; sec. XVI.
Ø 39,2 cm
Piatto a larga tesa e cavetto umbonato; decori in lustro dorato con vari motivi in tesa, ingiro a raggera, e quattro semi al centro dell’umbone.
Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11440.
Esposto in Urbania, Palazzo Ducale nella mostra “La ceramica rinascimentale metaurense”, catalogo a cura di C. Leonardi, 1982, n.77. Esposto in Urbino, Palazzo ducale, sale del Castellare, nella mostra “La collezione della Fondazione Cassa di Risparmio e collezioni private in Pesaro”, 1998, a cura di C. Leonardi, catalogo 1998, n.165. [Cfr. C.Pinedo –E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p. 84.] -
Lot 13 Piatto in lustro dorato con “Cerbiatto”
SPAGNA, MANISES; sec. XVII.
Ø 39,2 cm
Piatto a larga tesa ed ampio cavetto; decori in lustro dorato con festone in tesa, e in cavetto Cerbiatto su tappeto a decori fitomorfi. Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11441.
Esposto in Urbania, Palazzo Ducale nella mostra “La ceramica rinascimentale metaurense” Catalogo a cura di C. Leonardi, 1982, n.79.
Esposto nella mostra “Ancona e la Marche nel Cinquecento”, 1992, AAVV, Catalogo 1991, pag.412. [Cfr. C.Pinedo –E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p. 95.] -
Lot 14 Piatto in lustro dorato con raggere fitomorfa
SPAGNA, MANISES; sec. XVI.
Ø 34 cm
Piatto a larga tesa e cavetto umbonato; decori in lustro dorato con bellissima e articolata raggera fitomorfe in tesa, nell’ingiro e al centro dell’umbone.
Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11442.
Esposto in Urbania, Palazzo Ducale nella mostra “La ceramica rinascimentale metaurense”; catalogo a cura di C. Leonardi, 1982, n.78.
Esposto nella mostra “Ancona e la Marche nel Cinquecento” 1992, AAVV, Catalogo
1991, p. 420.
Esposto in Urbino, sale del Castellare, Palazzo ducale, nella mostra “La collezione della Fondazione Cassa di Risparmio e collezioni private in Pesaro”, 1998, a cura di C. Leonardi; catalogo 1998, n.166.
[Cfr. C.Pinedo –E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, pp. 84-85.] -
Lot 15 Piattello a lustro
SPAGNA, MANISES, sec. XIV-XV.
Ø 32,5 cm
Piattello a lustro dorato con tesa divisa in quattro settori a decori di tipologia orientale, separati da linee blu in settori più piccoli con decori a treccia. Buco per appendere. Nel verso in inchiostro nero numero di antica collezione:1046. Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11456.
[Cfr. C. Pinedo – .Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979,p.73] -
Lot 16 Piatto in lustro dorato con raggera solare
SPAGNA, MANISES, sec. XV.
Ø 33 cm
Piatto a larga tesa e cavetto umbonato; decori in lustro dorato con in tesa bellissima e articolata raggera solare, intramezzata da decori di fantasia; ingiro con cordone in rilievo, quindi cerchi e al centro umbone decorato.
Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11457
[Cfr. C. Pinedo –E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p. 73] -
Lot 17 Conca a lustro dorato con “Pardalot”
SPAGNA, MANISES, sec. XVII.
Ø 36 cm ; 8,5 cm altezza
Conca con parete decorata a lustro dorato in due registri geometrizzanti e al centro entro vari decori il Pardalot (uccello) in volo. Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11457. -
Lot 18 Piatto in lustro dorato, motivi geometrizzanti
SPAGNA, MANISES; sec. XVI.
Ø 31 cm
Piatto a larga tesa e cavetto umbonato; decori in lustro dorato; in tesa motivi geometrizzanti; al centro umbone con abrasioni.
Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11459. -
Lot 19 Grande conca in lustro rubino e un “Pardalot” in volo
SPAGNA, MANISES; sec. XVII.
Ø 35,5 cm; 7,5 cm altezza
Grande conca in lustro rubino con parete decorata a tappeto con boccioli (?) entro cui si innesta come un velo quadrangolare che contiene un Pardalot in volo su tappeto decorato. Pittura molto bella e rara. Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11469.
[Cfr. C.Pinedo –E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p. 99] Esposto in Urbania, Palazzo Ducale nella mostra “La ceramica rinascimentale metaurense”, 1982; Catalogo a cura di C. Leonardi, 1982, n.76. -
Lot 20 Grande conca in lustro rubino “Pardalot” in volo
SPAGNA, MANISES; sec. XVII.
Ø 38 cm; 8 cm altezza
Grande conca in lustro rubino con parete decorata a tappeto con boccioli (?) entro cui si innesta come un velo quadrangolare che contiene un Pardalot in volo su tappeto decorato. Pittura molto bella e rara.
Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11471.
Esposto in Urbania, Palazzo Ducale nella mostra “La ceramica rinascimentale metaurense”, 1982; a cura di C. Leonardi, catalogo 1982, n.80.
Esposto in Urbino, sale del Castellare Palazzo ducale, nella mostra “La collezione della Fondazione Cassa di Risparmio e collezioni private in Pesaro”, 1998, a cura di C. Leonardi; Catalogo 1998, n.167.
[Cfr. C.Pinedo –E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p. 99] -
Lot 21 Piattello in lustro con “Uccellino” in volo
SPAGNA, MANISES; sec. XVII.
Ø 21 cm.
Piattello in lustro rubino con parete a fascia orientaleggiante con suddipinti quattro rami in blu; al centro Uccellino in volo.
Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11439.
[Cfr. C.Pinedo –E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p.99] -
Lot 22 Piattello in lustro dorato con segno di usura nell’umbone
SPAGNA, MANISES; sec. XVII-XVIII.
Ø 21 cm.
Piattello in lustro dorato con sei settori a segnetti separati da cerchietti; al centro fascia più piccola simile ma con segno di usura nell’umbone.
Provenienza: Roma, Collezione Simonetti (1843-1925); Pesaro, Collezione, Piero Bonali (1903-1998) n°11443
[Cfr. C.Pinedo –E.Vizcaino, La ceramica de Manises en la historia, Leon 1979, p.99] -
Lot 23 Statua della Madonna del Rosario, in maiolica policroma
Perù, scultore scuola di Cuzco
181 x 61 cm
Statua della Madonna del Rosario, in maiolica policroma; è in piedi su complesso piedistallo in maiolica e sostiene con la mano sinistra il piccolo Gesù che poggia un piedino su una fascia verde la quale sale dalla vita verso la mano destra dove la Mamma tiene il rosario. Le avvolge il capo, su cui poggia una torre, un lungo mantello azzurro, per poi scendere ai lati delle spalle; è formato da due elementi ad onde come rose, ed è aperto sulla lunga veste rossa. Attorno al volto e sul collo è adorna di perle. Figurazione molto complessa che richiama i ricchi stilemi stilistici del barocco andino, chiamato “Stile di Cuzco”. Come si nota, la figura della Madonna, pur partendo dall’iconografia europea della Madre divina, è adattata al folclore locale, secondo quei caratteri autoctoni di cui fu massimo rappresentante Diego Quispe Tito (1611-1681), determinando le basi del “Barocco Andino” o Scuola di Cuzco. Nel retro molti vuoti per alleggerire la struttura e per inserimento.
Provenienza: collezione Piero Bonali (1903-1998) n°1.81 -
Lot 24 Piatto in maiolica policroma
FERMIGNANO (PU), Manifattura di Felice Armaroli; 1710-1720.
Ø 21,5 cm
Piatto in maiolica policroma a tesa con decori di fantasia, basso ingiro con bella decorazione a pseudo cornici barocche e cavetto con Paesaggio entro fascia raggiata. Nel retro timbro in blu con le lettere A F M.
Il paesaggio può ricordare nelle architetture, e soprattutto nel ponte ad arcate sul fiume, alcuni tratti di Fermignano, paese sul Metauro a pochi km. da Urbania; quindi le lettere sarebbero riferite ad Armaroli Francesco Maria, abbate, che nel 1710 favorì ed aiutò il fratello Felice ad ottenere il permesso di aprire nel vallato del mulino del Granduca di Toscana, erede dei Della Rovere, in Fermignano, una piccola manifattura di maiolica, anche con l’aiuto del principe Orazio Albani. La manifattura durò dieci anni. Il piatto rappresenta egregiamente i moduli decorativi di una manifattura fino ad ora sconosciuti.
Provenienza: collezione Piero Bonali (1903-1998) n°7.13.