Asta 667 - Arte Moderna e Contemporanea
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Lot 99 Joan Mirò
Senza titolo
acquaforte su carta
cm 33x50
es. 10/30
firmato in basso a destra -
Lot 100 Giorgio De Chirico
Il circo Giorgio De Chirico (1888-1978)
litografia a colori su carta
cm 47,5x64,5
es. 39/96
firmata in basso a destra
Difetti -
Lot 101 Mario Ceroli
Senza titolo, 1971
Multiplo
legno, cm 44,5x17x43
firmato e numerato 1/33 alla base
Collezione privata, Milano -
Lot 102 Enrico Castellani
Senza titolo, 1978
incisione su carta a mano
stampatore Lafranca Lugano
cm 21x14,5
tiratura CXX copie con numeri romani e 120 con, numerazione araba
firmate a matita dall'artista.
edizione Plura Milano -
Lot 103 Renato Guttuso
Edicola, 1970 ca
ottone smaltato
cm 26x16,5x33,5
firmata sulla base, non numerata -
Lot 106 Renato Guttuso
Edicola, 1970 ca
ottone smaltato
cm 26x16,5x33,5
firmata sulla base, non numerata -
Lot 107 Superstudio Group
Un viaggio nelle regioni della ragione, 1972
litografia in bianco e nero su carta
cm 86x68,5
es. 184/500, Ed. Pluraedizioni Milano
timbrata in basso a destra -
Lot 108 Superstudio Group
Niagara o l’architettura riflessa, 1970
off set acetato
cm 87x69
es. 259/500, Ed. Pluraedizioni Milano
timbrata in basso a destra -
Lot 109 Superstudio Group
Istogramma di architettura, 1969
litografia in bianco e nero su carta
cm 86x69
es. 126/500 , Ed. Pluraedizioni Milano
timbrata in basso a destra -
Lot 110 Mario Schifano
Coca cola, 1962
serigrafia a colori su carta kraft
cm 103x106
firmata in basso a destra e numerata p.a. in basso a sinistra -
Lot 111 Peter Phillips
Senza titolo, 1972-1973
serigrafia a colori su carta
cm 136x186
es. 82/120
firmata e datata in basso a destra -
Lot 112 Antonio Dias
The occupied country, Desert
litografia a colori su carta
cm 70x50
Tiratura in 100 esemplari
firmata in basso a destra -
Lot 114 Alighiero Boetti
Saltando di palo in frasca, 1986
serigrafia a 11 colori su carta
cm 70x50
es. 48/50
firmata in basso al centro -
Lot 116 Gaetano Pesce
Fioca Extracolor L, 2017
Fish design serie 2017
resina
cm 33x23x25
firmato sulla base
Realizzato il 07 Dicembre 2017 -
Lot 117 Robert Indiana
Love Blue
polystone dipinto
cm 15x7x15
es. 11/500, Editions Studio C.O.A.
L’opera è accompagnata da un certificato di autenticità della Editions Studio -
Lot 118 Gino Severini
Prelude, 1930 ca
pochoir su carta
cm 32,3x46
firmata in basso a destra
Si tratta della prima tavola delle 16 che formano l'album nominato "Fleurs et Masques"
eseguito in 125 esemplari nel 1930
L’autenticità dell’opera è stata confermata via email dalla Dott.ssa Romana Severini Brunori.
Collezione privata, Roma, Francesco Meloni, Gino Severini tutta l'opera grafica., Liberia Prandi, Reggio Emilia, 1982, ripr. a p. 132 -
Lot 119 Gino Severini
Natura morta con violino e chitarra poggiata in terra, 1942-1943 ca
china su carta
cm 21x30
firmato in basso a destra
L’autenticità dell’opera è stata confermata via email dalla Dott.ssa Romana Severini Brunori.
Collezione privata, Roma -
Lot 120 Gino Severini
L'Homme Futur, 1937
tempera su cartoncino
cm 20x20
firmato in basso a destra
L’autenticità dell’opera è stata confermata via email dalla Dott.ssa Romana Severini Brunori.
Collezione privata, Roma, Daniela Fonti, Gino Severini
Catalogo ragionato, Mondadori/Edizioni Philippe Daverio, Milano, 1988, n. 591a -
Lot 121 Fortunato Depero
Ballerina, 1949 ca
china e china diluita su carta
cm 13x21
firmato in basso a destra, al verso autentica della vedova in data 9.3.1971 (con datazione errata al 1917)
Opera archiviata nella sezione dei DISEGNI del Catalogo Generale Ragionato delle Opere dell’Artista, Rovereto, con il n. FD-4460-DIS, Collezione D’Agostino, Mestre
Collezione privata, Milano
Dopo il suo rientro da New York (nel 1930) dove aveva visto realizzato tutto quello che i futuristi sognavano, De- pero si richiuse nel suo Trentino e la sua pittura divenne via via sempre più “rustica”. Ma, durante il secondo soggiorno Newyorkese (1947-1949), specie nell’ultimo anno passato nelle quiete campestre di New Milford, lontano dalla metropoli, Depero riprese vecchi temi degli anni Dieci, rifacendoli ovviamente con la tecnica e la “mano” di trenta anni dopo. E così è per questo disegno che riprende la figura di una ballerina dei Balli Plastici, che l’autentica della vedova (ormai in età avanzata) attribuisce al 1917, mentre i Balli Plastici sono invece del 1918. Insomma, un disegno che si può definire come di “memoria di visione”, appunto ripensando ai suoi anni migliori. -
Lot 122 Fortunato Depero
Fiori tropicali, 1944 ca
china e china diluita su carta
cm 17x20
firmato in basso a destra, al verso autentica della vedova in data 16.6.1971
Opera archiviata nella sezione dei DISEGNI del Catalogo Generale Ragionato delle Opere dell’Artista, Rovereto, con il n. FD-4459-DIS, Collezione D’Agostino, Mestre
Collezione privata, Milano
Dopo il suo rientro da New York (nel 1930) dove aveva visto realizzato tutto quello che i futuristi sognavano, Depero si richiuse nel suo Trentino e la sua pittura divenne via via sempre più “rustica”. Poi, nel 1941, Depero si rifugia a Serrada, paese sull’altipiano di Folgaria, per sfuggire ai bombardamenti in Valle dell’Adige, e durante il soggiorno in montagna, spesso ri- prende vecchi temi e li rifà alla nuova maniera. E così è per questo disegno che riprende l’idea della “Flora fantastica”, lo scenario di fiori e piante tropicali che aveva ideato per il balletto “Le chant du Rossignol” di Stawinsky nel 1917. In realtà, questi fiori divennero già nello stesso anno, un piccolo dipinto su tavola che poi fu acquistato dall’amico Gianni Mattioli., -
Lot 123 Fortunato Depero
Prismi lunari, 1944 ca
china e china diluita su carta
cm 23x23
siglato in basso a destra, al verso autentica della vedova in data 1.7.1971
in basso titolo “La casa del mago” (non autografo)
Opera archiviata nella sezione dei DISEGNI del Catalogo Generale Ragionato delle Opere dell’Artista, Rovereto, con il n. FD-4458-DIS
Collezione D’Agostino, Mestre, Collezione privata, Milano
Dopo il suo rientro da New York (nel 1930) dove aveva visto realizzato tutto quello che i futuristi sognavano, Depero si richiuse nel suo Trentino e la sua pittura divenne via via sempre più “rustica”. Poi, nel 1941, Depero si rifugia a Serrada, paese sull’altipiano di Folgaria, per sfuggire ai bombardamenti in Valle dell’Adige, e durante il soggiorno in montagna, spesso riprende vecchi temi, e li rifà alla nuova maniera. E così fu per un dipinto del 1932 titolato “Prismi lunari” nel quale una casa era sezionata in modo tale da vedere gli interni e come sospesa nello spazio, il tutto in una cupa luce blu lunare e con la luna che occhieggiava dalla finestre. Quadro ancora del tutto futurista, ed anche un po’ metafisico, mentre in questo disegno, seppur con la stessa ispirazione, il contesto è altro... ed è appunto l’albero, secco, sulla sinistra a riportarci sulla Terra. -
Lot 124 Fortunato Depero
Personaggi dei balli plastici, 1949 ca
china e china diluita su carta
cm 15x21
firmato in basso a destra
al verso autentica della vedova in data 9.3.1971 (con datazione errata al 1917)
Opera archiviata nella sezione dei DISEGNI del Catalogo Generale Ragionato delle Opere dell’Artista, Rovereto, con il n. FD-4461-DIS
Collezione D’Agostino, Mestre
Collezione privata, Milano
Dopo il suo rientro da New York (nel 1930) dove aveva visto realizzato tutto quello che i futuristi sognavano, De- pero si richiuse nel suo Trentino e la sua pittura divenne via via sempre più “rustica”. Ma, durante il secondo soggiorno Newyorkese (1947-1949), specie nell’ultimo anno passato nelle quiete campestre di New Milford, lontano dalla metropoli, Depero riprese vecchi temi degli anni Dieci, rifacendoli ovviamente con la tecnica e la “mano” di trenta anni dopo. E così è per questo disegno che riprende due personaggi dei Balli Plastici, tra i quali “L’uomo coi baffi”, che l’autentica della vedova (ormai in età avanzata) attribuisce al 1917, mentre i Balli Plastici sono invece del 1918. Insomma, un disegno che si può definire come di “memoria di visione”, appunto ripensan- do ai suoi anni migliori. -
Lot 125 Roberto Marcello Baldessari
Riflessi su paese di Romagna, 1917 ca
olio su tela
cm 61,5x50
siglato in basso a destra “R.M.B.”
Etichetta al retro della Galleria del Milione, Milano, con titolo “Paesaggio futurista” e data “1916/18”
Opera registrata presso il Catalogo Generale Ragionato delle Opere dell’Artista con il n. B17 - 91, in data 16 novembre 2021
Opera importante dell’iconografia romagnola di Baldessari, cioè delle opere realizzate durante e dopo (come “memoria di visione”) il soggiorno a Lugo di Romagna nella primavera del 1916. Si trattò di un momento intenso, perché Baldessari strinse amicizia con altri fu-, turisti e soprattutto incontrò la maestra Dafne Gambetti che divenne il soggetto di molte sue opere a ritratto. E dunque, la continua reiterazione di questo “paesaggio romagnolo”, dove grazie al taglio visivo a “volo d’uccello” il paese sembra “crescere” così come cresce, la luce del giorno, diviene un leit-motiv della sua iconografia del paesaggio futurista. Quest’opera è preceduta da una lunga serie di “studi” con variazioni di luce e composizione (in Cat. Gen.: 16-81, 17-26, 17-53, 17-59, 17-71, 17-78, ed altre ancora non archiviate) ed è, a differenza delle altre dipinte su cartone, tra le poche stese ad olio su tela, supporto che Baldessari destinava solo alle opere ritenute “finali”. -
Lot 126 Alfredo Gauro Ambrosi
Seconda squadra atlantica su New York, 1933
olio su tavola
cm 158x108
firmato in basso a sinistra
iscritto al retro entro cartiglio “A-G-AMBROSI/VERONA/II -SQUADRA ATLANTICA/SU NEW YORK/1933-XI” (autografo)
Opera registrata presso l’Archivio Unico per la catalogazione delle opere futuriste, Rovereto, con il n. AF-AGA06-2021, in data 10 novembre 2021
Collezione privata, Bologna
Dopo la prima trasvolata atlantica verso il Sud America e su Rio de Janeiro del 1931, Italo Balbo nel 1933 ne organizzò una seconda, questa volta verso il Nord America con tappe a Chicago e quindi New York. Le foto dell’arrivo della folta squadriglia di aeroplani, che sorvolavano a bassa quota Chicago, e quindi i grattacieli di Manhattan, a New York, riempirono tutti i giornali dell’epoca., Il futurista veronese Ambrosi, prendendo a modello alcune di queste foto (perché, evidentemente, non partecipò all’impresa) realizzò due dipinti: il primo del sorvolo di Chicago, ed il secondo (questo) del sorvolo di New York. Il primo fu omaggiato a Marinetti che lo fece girare in varie mostre futuriste già all’epoca, mentre il secondo fu invece donato a Gianni Caproni, pioniere dell’aeronautica italiana, e soprattutto suo sponsor di lungo termine. Quest’ultimo rimase sempre in casa Caproni sino ad anni recenti. Dunque un’importante opera non solo di Aeropittura ma anche di storia dell’Aeronautica Italiana del ‘900.