ASTA 94 - GRANDI CANTANTI D'OPERA: LA COLLEZIONE LA GUARDIA DI FOTOGRAFIE CON AUTOGRAFO (1890 – ‘2000)
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Lot 73 Tamaki Miura (giapponese: 三浦環, 1884 – 1946)
Tamaki fece il suo esordio operistico a Tokyo nel 1911 e nello stesso anno andò in Europa per finire gli studi. Fu lanciata come Cio-Cio-San con l'innovativo regista Vladimir Rosing come parte della sua stagione lirica che terrà per gli alleati nel maggio e nel giugno 1915 al London Opera House.
Nell'autunno del 1915 ha interpretato il ruolo per la prima volta in America a Boston. La performance portò ulteriormente giudizi positivi sia in Madama Butterfly sia nell'Iris di Mascagni a New York, San Francisco e Chicago, prima di tornare a Londra per lavorare con la Beecham Company. Nel 1918 tornò negli Stati Uniti, dove per due stagioni si è esibita sia nella Madama Butterfly sia nella Madame Chrysanthème di André Messager. Quest'ultima non è stata ben accolta, essendo vista come un rifacimento della Madama Butterfly. Nel 1920 fu ospiti dei migliori teatri di Monte Carlo, Barcellona, Firenze e Roma. Al suo ritorno in Giappone da questo giro, si fermò a Nagasaki nel 1922 per una serie di concerti.
Nel 1924 Miura tornò negli Stati Uniti per esibirsi con la Compagnia Teatrale di San Carlo. Due anni più tardi tornò a Chicago per interpretare ruoli principali nella compagnia teatrale della Manhattan Opera di New York Namiko-San. Dopo questo ha partecipato a diversi tour e ha cantato in Italia (nel marzo del 1931 si è esibita al Teatro Verdi di Pisa con il tenore Armando Bini, al Carani di Sassuolo la cui costruzione terminò a fine anno 1930 e dove la Miura il 29 aprile 1931 inaugurò la stagione operistica, a Modena, a Livorno, Firenze, Lucca, Pistoia, Torino, Novi Ligure, Rimini) prima di tornare in Giappone nel 1932.
La sua statua, con quella di Puccini, può essere vista al Glover Garden di Nagasaki.
Scrive il quotidiano "Il Popolo Toscano" il 2 marzo 1931 dopo il successo al teatro Verdi di Pisa: " Tamaki Miura se non è la soprano di gran voce è però la donna tra le poche che sanno interpretare in tutta la sua più squisita sensibilità scenica il carattere del tipo impersonato. Non molta voce abbiamo detto ma fine, delicata, intonatissima che negli acuti rivela delle doti eccellenti. Assoluta padronanza di scena in tutti i punti più caratteristici e drammatici e tale da compensare ad usura ogni altra esigenza non soddisfatta. L'appassionata e dolorante figura di Butterfly nella figurina aggraziata e sentimentale della Miura emerge viva e palpitante, commovente ed avvincente mentre la dolcissima musica pucciniana trasporta e conquide".
Foto autografa della celebre soprano giapponese.
Ottimo stato
Fotografia; 25x19,2 cm -
Lot 74 Bruno Praticò (Aosta 1958)
Allievo del baritono Giuseppe Valdengo, ha frequentato i corsi di perfezionamento del Teatro alla Scala e di Rodolfo Celletti. Artista poliedrico, è considerato tra i maggiori interpreti dei ruoli da basso buffo. È regolarmente invitato nei più importanti teatri del mondo come il Metropolitan di New York, il Covent Garden di Londra e il Teatro alla Scala di Milano.
Con all'attivo più di cento ruoli debuttati, il suo ampio repertorio va dal Settecento napoletano, passando per Mozart e Rossini, fino a Bellini, Donizetti, Verdi e Puccini. La sua versatilità lo ha portato ad affrontare il repertorio del Novecento fino ad essere interprete di diverse opere contemporanee, come Divorzio all'italiana di Giorgio Battistelli (Nancy, 2009) e Cenerentola.com di Lucio Gregoretti e Nicola Sani (Palermo, 2011).
Particolarmente legato al Rossini Opera Festival di Pesaro, nel 1998 gli è stato assegnato il premio Rossini d'oro per la sua interpretazione del ruolo di Don Magnifico ne La Cenerentola di Rossini. Fra le numerose interpretazioni pesaresi si segnalano Il viaggio a Reims, La Cenerentola, La gazzetta, L'equivoco stravagante, Il Conte Ory e Torvaldo e Dorliska.
Della sua ricca produzione discografica si segnalano Il barbiere di Siviglia (Bartolo; EMI), L'elisir d'amore (Dulcamara; Erato), Il signor Bruschino e La cambiale di matrimonio (Claves), Lakmé di Delibes, Don Quichotte di Massenet e La bohème di Leoncavallo (Nuova Era), L'italiana in Londra (Bongiovanni e BMG), La romanziera e l'uomo nero di Donizetti (Opera Rara), nonché un recital con musiche di Mozart e Rossini (Bongiovanni).
Foto autografa del celebre basso-baritono in Don Bartolo. Datata 1994
Ottimo stato
Fotografia; 19,5x12,5 cm -
Lot 75 Eugenio Giraldoni (Marsiglia – Helsinki 1924)
Era il figlio di un altro importante baritono, Leone Giraldoni, e del soprano e violinista Carolina Ferni. Sua madre gli diede lezioni di canto ed egli fece il suo debutto a Barcellona, nel ruolo di Escamillo in Carmen, nel 1891.
Giraldoni consolidò la sua carriera presentandosi in varie teatri lirici in Italia e, nel 1898, con una tournée in Sud America. Poi, nel 1900, si guadagnò un posto nella storia dell'opera quando creò il ruolo del barone Scarpia in Tosca, al Teatro Costanzi di Roma. Cantò anche nella prima esecuzione de La figlia di Jorio di Alberto Franchetti nel principale teatro lirico italiano, La Scala di Milano, nel 1906.
Cantò in Russia e Polonia dal 1901 al 1907 e al Metropolitan Opera di New York durante la stagione 1904–05. Nel 1913, apparve all'Opéra-Comique di Parigi, nei ruoli di Scarpia e Sharpless.
Giraldoni aveva una voce scura e risonante (anche se poco chiara) e una forte presenza scenica, secondo le descrizioni contemporanee delle sue esibizioni. Oltre a Scarpia, i suoi ruoli importanti comprendevano: Don Carlo, Amonasro, Telramund, Amleto, Méphisto e Onegin. Ma come il suo diretto rivale, il baritono siciliano Mario Sammarco, lo stile di canto veemente di Giraldoni era più adatto alle opere di compositori del verismo come Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Andrea Chénier di Umberto Giordano, Germania e Cristoforo Colombo di Alberto Franchetti.
Dopo la prima guerra mondiale, Giraldoni cantò nel circuito dei teatri provinciali italiani. Si ritirò dal palcoscenico a Trieste nel 1921 e morì tre anni dopo in Finlandia, dove era andato ad insegnare. La sua ultima apparizione operistica era stata nel ruolo del Padre in Louise.
Giraldoni realizzò diverse registrazioni prima della prima guerra mondiale, alcune delle quali sono state ristampate su CD.
Foto autografa, datata 1920, del celebre baritono nella parte di Scarpia
Ottimo stato
Fotografia; 22,7x13,7 cm -
Lot 76 Mariano Stabile (Palermo 1888 – Milano 1968)
Nipote del patriota omonimo che fu anche sindaco di Palermo.
Studiò al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, sotto la guida di Antonio Cotogni, ed esordì nel 1909 nella sua città natale nella Bohème e nell'Aida. Negli anni successivi si esibì sia in Italia sia all'estero ma il grande successo giunse nel 1921 quando Arturo Toscanini lo chiamò alla Scala di Milano per interpretare il ruolo di protagonista del Falstaff verdiano (opera che aveva già interpretato nel 1918 a Buenos Aires, ma nel ruolo di Ford). Proprio Falstaff diventò il suo cavallo di battaglia, impersonato circa 1 200 volte nei teatri di tutta Europa.
Il periodo tra le due guerre fu quello di massimo splendore per il baritono siciliano. Tra le sue interpretazioni dell'epoca va anche citata la prima del Belfagor di Respighi, nella stagione 1923 alla Scala.
Abbandonò le scene nel 1959 e negli ultimi anni si dedicò all'insegnamento tenendo un corso presso il conservatorio di Pesaro.
Nonostante alcune insufficienze nella voce (estensione limitata e timbro quasi tenorile), le sue interpretazioni furono sempre lineari, la sua dizione perfetta e la sua presenza scenica notevolissima.
Era sposato con il soprano Gemma Bosini ed è stato membro della Massoneria.
RIposa tumulato in un colombaro del Cimitero Maggiore di Milano.
Foto autografa del celebre baritono.
Ottimo stato
Fotografia; 23x16,9 cm -
Lot 77 Francesco Merli (Corsico 1887 – Milano 1976)
Ha studiato nella sua città, debuttando poi al Teatro alla Scala di Milano nel 1916, nel ruolo di Alvaro nel Fernando Cortez di Gaspare Spontini. Il 12 settembre 1918 è Elisero nella prima di Moïse et Pharaon di Rossini diretto da Tullio Serafin con Nazzareno De Angelis ed in dicembre canta nella prima assoluta di Urania di Alberto Favara alla Scala.
Nel 1919 al Teatro San Carlo di Napoli diretto da Leopoldo Mugnone è Luigi ne Il tabarro con Domenico Viglione Borghese e Rinuccio in Gianni Schicchi con Gilda Dalla Rizza e Viglione Borghese ed al Teatro Comunale di Bologna Paolo in Francesca da Rimini (Zandonai) diretto da Serafin con Giuseppe Nessi, nel 1920 Walter von Stolzing ne I maestri cantori di Norimberga diretto da Serafin con Maria Zamboni, Ernesto Badini ed Enrico Molinari al Teatro Regio di Torino e nel 1921 a Bologna Walter in Loreley diretto da Serafin ed al Teatro Regio di Parma Enzo ne La Gioconda con Giannina Arangi-Lombardi.
Si è esibito in molti teatri europei e americani, tra cui il Covent Garden di Londra, dove è stato il primo interprete di Calaf nella Turandot di Giacomo Puccini, compiendo anche tournée in Belgio e in Australia. Ha cantato stabilmente nell'ambito della stagione lirica del Teatro alla Scala ed in quella del Teatro dell'Opera di Roma, dove negli anni trenta del XX secolo è stato celebre nelle parti di Otello, Dick Johnson (La fanciulla del West), Sansone e Don Josè (Carmen).
Ha cantato al Metropolitan di New York quattro opere (Aida, Lucia di Lammermoor, Simon Boccanegra e Madama Butterfly) nel 1932, a fianco di illustri artisti come Lily Pons, Giuseppe De Luca, Ezio Pinza, Lawrence Tibbett (Simone e Amonasro). Il 20 marzo 1932 cantò Ah si ben mio... Di quella pira, a conclusione di un concerto di beneficenza tenutosi al Met, a fianco di Georges Thill, tenore già affermato ed acclamato in tutto il mondo. Il giovane Merli fu molto apprezzato, tanto che fu invitato a prendere parte ad un altro concerto di gala il 10 aprile dello stesso anno, insieme a Lauritz Melchior, specializzato tenore wagneriano, dotato di una voce molto potente.
Merli cantò insieme al mezzosoprano Dreda Aves il duetto dell'Aida Già i sacerdoti adunasi e l'aria dalla Forza del Destino O tu che in seno agl'angeli. Nello stesso concerto si esibì anche Lily Pons in tre brani di virtuosismo.
Il ruolo che però dette più fama al tenore Merli fu indubbiamente l'Otello di Giuseppe Verdi, interpretazione sontuosa e storicamente importante perché dette poi l'ispirazione ai successivi grandi Mario del Monaco e Plácido Domingo. Fu interprete di questo ruolo in tantissimi teatri del mondo, offrendo una sua ultima esecuzione di Otello a Trieste nel 1946, in forma di concerto, nel trentennale della sua carriera.
Foto autografa del celebre tenore datata 5/12/1922.
Ottimo stato
Fotografia; 24,8x18,2 cm -
Lot 78 Augusto Beuf (Palermo 1887 - Verona 1969)
Studia e si diploma in violoncello al Liceo musicale di Palermo.
Pur senza una precisa preparazione tecnica inizia a cantare con la compagnia di operette “Lombardo”, partecipando a un tour in Egitto. In questo paese conosce l’impresario Castellani che lo ingaggia per una tournée in Grecia e nei Balcani con la sua Compagnia d’opera itinerante.
Tornato in Italia nel 1908, debutta il ruolo del titolo in Rigoletto al Teatro Comunale di Modica in provincia di Ragusa, e poi a Palermo nella Thaïs di Massenet (un servo) a fianco di Carmen Melis e Carlo Galeffi. Ritornerà al Massimo di Palermo nel marzo del 1920 come Alfio in Cavalleria rusticana con Francesco Merli quale Turiddu e infine nel marzo del 1931 come Kurwenal in Tristano e Isotta con Renato Zanelli quale Tristano.
Possiamo datare il suo debutto professionale “ufficiale” al 1913, quando al Teatro Biondo di Palermo canta il ruolo di Alfio in Cavalleria Rusticana.
Nell'ottobre del 1917 canta al Teatro Valle di Roma in Cavalleria rusticana (Alfio) e Pagliacci (Tonio); nel 1918 al Teatro Carcano di Milano (Un ballo in maschera).
Nel 1920 completa la sua formazione a Roma con il maestro Alfredo Martini.
Canta al Costanzi in Boris Godunov, Carmen (Escamillo), e il 2 maggio del 1921 nella prima assoluta di Il piccolo Marat (Il capitano) a fianco di Hipolito Lazaro e Gilda Dalla Rizza.
Nell'estate dello stesso anno, sarà all'Anfiteatro Arena di Verona quale sacerdote di Dagon in Sansone e Dalila di Saint-Saëns, e il Capitano in Il Piccolo Marat ancora a fianco di Hipolito Lazaro. Qui, nel 1929 canterà inoltre il ruolo di Valentino nel Faust di Gounod a fianco di Ezio Pinza e Gina Cigna.
Nel 1921 lo troviamo a Genova come Giorgio Germont in La traviata.
nel 1923 torna a Roma, questa volta per la stagione del Teatro Adriano, con Guglielmo Tell,Otello (Iago), Pagliacci (Tonio), Tosca (Scarpia), Andrea Chénier (Gérard), Barbiere di Siviglia (Figaro), Lohengrin (Telramondo).
Dal 1934 inizia a cantare ruoli in tonalità di "basso", in questa nuova veste lo troviamo alla Scala di Milano come Hans Sachs in I Maestri cantori di Norimberga di Wagner, ruolo che nel 1936, canterà anche per l'EIAR (odierna RAI) di Torino, e per il Teatro Verdi di Trieste (febbraio/marzo) con Ettore Parmeggiani e Mariano Stabile.
Il 5 maggio 1935 partecipa a Firenze alla prima di Orseolo di Ildebrando Pizzetti (Alvise Fusinèr) con Tancredi Pasero, Ettore Parmeggiani, Franca Somigli e la direzione di Tullio Serafin.
Foto autografa a stampa del celebre baritono datata 1934.
Ottimo stato
Fotografia; 22,9x17 cm -
Lot 79 Renzo Mascherini (Firenze 1910 - Livorno 1981)
Dopo aver studiato con Titta Ruffo e Riccardo Stracciari debuttò nel 1937 ne La traviata. Nel 1939 debuttò al Teatro San Carlo di Napoli e nel 1940 alla Scala.
Terminato il secondo conflitto mondiale ebbe inizio la carriera internazionale, che lo portò a cantare a Parigi, Praga, Vienna, Chicago, Rio de Janeiro, Londra, San Francisco, Città del Messico, oltre alla presenza nei principali teatri italiani.
Tra il 1946 e il 1947 interpretò alla New York City Opera La bohème, La traviata, Rigoletto, Andrea Chénier, Il barbiere di Siviglia, Pagliacci. Il 7 dicembre 1949 debuttò con La bohème al Metropolitan di New York, dove cantò nella stessa stagione anche La traviata, Rigoletto, Manon Lescaut, Faust, per un totale di 7 recite.[1]. Nel 1949 partecipò alla versione cinematografica de Il trovatore.
Nel 1951 cantò ne I vespri siciliani, con Maria Callas, al Maggio Musicale Fiorentino e nello spettacolo d'apertura della Scala. Ancora in occasione dell'inaugurazione della stagione del teatro milanese, sempre con la Callas, interpretò l'anno successivo Macbeth. Nel 1955 partecipò a Firenze a una storica ripresa di Don Sebastiano. Dopo il ritiro dalle scene si dedicò all'insegnamento.
fotografia stampata con firma autografa del celebre baritono
Ottimo stato
Fotografia; 20,3x16,6 cm -
Lot 80 Emilio Ghirardini (Ferrara 1885 - Ferrara 1965)
Studiò con Lelio Casini e debuttò nel 1906 al Verdi di Trieste nel Canticum Canticorum di E.Bossi e successivamente si trasferì con la famiglia in Argentina. La prima parte della carriera si sviluppò interamente in Sudamerica e cantò al Municipal di Santiago del Chile, al Municipal di Rio de Janeiro ed all’Avana. Rientrato in Italia sul finire del 1916, per il servizio militare, prese parte alla Grande Guerra e successivamente decise di continuare la carriera in Italia. Probabilmente la prima recita che lo vide impegnato fu nel 1918 al Verdi di Ferrara in Madama Butterfly. Alternò sempre i ruoli baritonali con quelli di buffo (riuscitissima la sua interpretazione di Melitone nella Forza del Destino). Dopo il ritiro, avvenuto intorno al 1950, si dedicò all’insegnamento. Fu maestro di Renata Scotto e Luis Alva.
Foto autografa a stampa del celebre baritono datata 29/04/1925.
Ottimo stato
Fotografia; 26,2x20,5 cm -
Lot 81 Benvenuto Franci (Pienza1891 – Roma 1985)
Franci studiò canto lirico all'Accademia di Santa Cecilia a Roma con il baritono Antonio Cotogni e con Enrico Rosati.
Debuttò al Teatro Costanzi di Roma nel ruolo di Giannetto, nell'opera Lodoletta di Pietro Mascagni nel 1918, e subito dopo, sempre a Roma, interpretò il ruolo del Faraone nel Mosè di Rossini, e Ford nel Falstaff di Verdi. In seguito cantò nella prima assoluta dell'opera di Mascagni Il piccolo Marat, e come Amonasro nell'Aida di Verdi.
La sua carriera continuò brillantemente al Liceu di Barcellona, al Teatro Real di Madrid, all'Arena di Verona, al Covent Garden di Londra (dove cantò come Scarpia nella Tosca nel 1925 con la Jeritza, in Rigoletto nel 1931 e in Andrea Chénier nel 1946), all'Operà di Parigi, a Berlino, al Teatro Colón di Buenos Aires (dal 1926 al 1930). Al Teatro alla Scala di Milano cantò a partire dal 1923. Al Costanzi di Roma prese parte, interpretando Neri Chiaramantesi, alla prima assoluta dell'opera La Cena delle Beffe di Umberto Giordano, ed ebbe modo di interpretare il ruolo del protagonista del Guglielmo Tell di Rossini, accanto al tenore Giacomo Lauri Volpi, nell'edizione del centenario dell'opera.
Franci lavorò costantemente al Teatro dell'Opera di Roma dal 1928 al 1949, dove ebbe modo di lavorare con grandi colleghi e direttori illustri come il Maestro Gino Marinuzzi. Il suo repertorio comprendeva i ruoli verdiani e quelli veristi, perciò fu un grande Jago nell'Otello, Conte di Luna nel Trovatore, protagonista in Rigoletto e Simon Boccanegra di Verdi, così come fu Gerard nell'Andrea Chènier di Giordano, Scarpia nella Tosca, Jack Rance in La fanciulla del West; fu anche un ottimo Figaro nel Barbiere di Siviglia di Rossini e protagonista nel Guglielmo Tell.
Franci fu un cantante lirico molto versatile, eccelse non solo per le sue doti vocali, ma anche per quelle interpretative. La sua voce era bella e timbrata, e ben si adattava ai ruoli drammatici, impegnati del repertorio baritonale.
La figlia di Franci, Marcella, fu un buon soprano e cantò nel secondo dopoguerra, e il figlio Carlo (nato nel 1927) è stato un celebre direttore d'orchestra e compositore. Fu direttore stabile dell'Orchestra della Radio di Dublino e direttore dell'Orchestra del Teatro di Roma e della Fenice di Venezia in numerose stagioni liriche. Ha composto l'opera L'imperatore, su libretto di Luigi Silori, rappresentata per la prima volta a Bergamo nel Teatro Donizetti nel 1958.
Foto autografa del celebre baritono al teatro la Scala datata 1940.
Ottimo stato
Fotografia; 23,7x18,2 cm -
Lot 82 Eugenio Giraldoni (Marsiglia – Helsinki 1924)
Era il figlio di un altro importante baritono, Leone Giraldoni, e del soprano e violinista Carolina Ferni. Sua madre gli diede lezioni di canto ed egli fece il suo debutto a Barcellona, nel ruolo di Escamillo in Carmen, nel 1891.
Giraldoni consolidò la sua carriera presentandosi in varie teatri lirici in Italia e, nel 1898, con una tournée in Sud America. Poi, nel 1900, si guadagnò un posto nella storia dell'opera quando creò il ruolo del barone Scarpia in Tosca, al Teatro Costanzi di Roma. Cantò anche nella prima esecuzione de La figlia di Jorio di Alberto Franchetti nel principale teatro lirico italiano, La Scala di Milano, nel 1906.
Cantò in Russia e Polonia dal 1901 al 1907 e al Metropolitan Opera di New York durante la stagione 1904–05. Nel 1913, apparve all'Opéra-Comique di Parigi, nei ruoli di Scarpia e Sharpless.
Giraldoni aveva una voce scura e risonante (anche se poco chiara) e una forte presenza scenica, secondo le descrizioni contemporanee delle sue esibizioni. Oltre a Scarpia, i suoi ruoli importanti comprendevano: Don Carlo, Amonasro, Telramund, Amleto, Méphisto e Onegin. Ma come il suo diretto rivale, il baritono siciliano Mario Sammarco, lo stile di canto veemente di Giraldoni era più adatto alle opere di compositori del verismo come Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Andrea Chénier di Umberto Giordano, Germania e Cristoforo Colombo di Alberto Franchetti.
Dopo la prima guerra mondiale, Giraldoni cantò nel circuito dei teatri provinciali italiani. Si ritirò dal palcoscenico a Trieste nel 1921 e morì tre anni dopo in Finlandia, dove era andato ad insegnare. La sua ultima apparizione operistica era stata nel ruolo del Padre in Louise.
Giraldoni realizzò diverse registrazioni prima della prima guerra mondiale, alcune delle quali sono state ristampate su CD.
Foto autografa, datata 1910, del celebre baritono.
Ottimo stato
Fotografia; 26,4x119,2cm -
Lot 83 Enzo Dara (Mantova 1938 – Mantova2017)
Il debutto nell'opera avviene a Fano nel 1960 come Colline nella Bohème pucciniana. È invece a Reggio Emilia nel 1967 che, interpretando Don Bartolo ne Il barbiere di Siviglia, prende coscienza a pieno della propria vis comica.
Al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1969 è Mustafà ne L'italiana in Algeri, e alla Scala, due anni dopo, è di nuovo Don Bartolo nell'edizione del Barbiere di Siviglia diretta da Claudio Abbado. In tournée, sempre con la Scala, alla Royal Opera House di Londra nel 1976 è Dandini ne La Cenerentola.
È ancora Don Bartolo al Metropolitan Opera di New York nel 1982. Altri teatri in cui ha cantato sono la Staatsoper di Vienna, l'Opéra national de Paris, il Liceu di Barcellona, l'Opéra di Monte Carlo, l'Opera di Houston. È stato inoltre il primo Barone di Trombonok nella ripresa moderna de Il viaggio a Reims.
«Le sue doti migliori sono l'agilità vocale, sia nel canto vocalizzato sia soprattutto nella sillabazione veloce», e una comicità innata, «mai debordante».[1]. Grazie all'interpretazione di ruoli come Don Pasquale, Don Bartolo, Don Magnifico, a partire dagli anni settanta rappresenta «una pedina essenziale per la rinascita del belcanto»[2].
Dalla fine degli anni novanta si dedica prevalentemente alla regia teatrale.
Enzo Dara è stato anche scrittore e giornalista pubblicista. Nel 1994 ha dato alle stampe il suo primo libro Anche il buffo nel suo piccolo, raccolta di ricordi, aneddoti e osservazioni sul mondo del teatro d'opera vissuto prima come appassionato e studente poi come cantante nelle varie fasi della carriera.
Foto autografa del celebre basso, nell'opera La Cenerentola al Teatro La Scala
Ottimo stato
Fotografia; 17,9x23,8 cm -
Lot 84 Alessandro Ziliani (Busseto 1906, Milano 1977)
Alessandro Ziliani, nato il 3 giugno 1906 a Busseto, morto il 12 febbraio 1977 a Milano. Studia a Milano con il tenore Alfredo Cecchi.
Il suo debutto avvenne nel 1929 in "Madama Butterfly" al Dal Verme di Milano, ed ebbe abbastanza successo che Ziliani ottenne un contratto per registrare "La traviata" per His Master's Voice l'anno successivo (con Anna Rósza e Luigi Borgonovo). Quello stesso anno, 1930, fece un tour di concerti nei Paesi Bassi, sperando di ottenere un contratto con la Compagnia d'Opera Italiana in tournée, cosa che fece nel 1931. Cantò in "Bohème", "Traviata", "Tosca", "Rigoletto", e "Lucia" nei Paesi Bassi.
Nel 1932, ebbe un grande successo a Parma come Rodolfo, e nel 1934, debuttò alla Scala in "La Gioconda" (con Cigna, Stignani e Galeffi), e all'Arena di Verona, in "Lucia" (con Dal Monte e Armando Borgioli). Sarà uno dei pilastri della Scala per diversi anni, creandovi "Maria Egiziaca" di Respighi. Altre importanti apparizioni alla Scala furono i ruoli principali in "Louise", "Francesca da Rimini", "Mefistofele" e "Madama Butterfly". Altri dischi della HMV furono fatti in quegli anni.
Nel 1938, era negli Stati Uniti, cantando a San Francisco con Mafalda Favero (sua moglie). Fu anche ospite regolare nella Germania nazista, cantando principalmente a Berlino, Monaco e Vienna, e vi girò anche un film, "Liebeslied", in due versioni, tedesca e italiana. (La sua dizione tedesca era impeccabile, probabilmente il miglior tedesco che un cantante italiano abbia mai raggiunto). Nel 1942, passò anche a una casa discografica tedesca, la Telefunken. Cantò anche nell'operetta in Germania.
Dopo la seconda guerra mondiale, cantò ancora per qualche anno in Italia; quella che sembra essere l'ultima testimonianza della sua voce è una registrazione dal vivo del 1952 dell'"Armida" di Gluck con la Callas. Poco dopo, Ziliani abbandonò il canto e divenne uno dei più importanti agenti di cantanti italiani (Alci era il nome della sua agenzia).
Foto autografata del famoso artista. datata 14/02/1932
Ottimo stato
Fotografia; 23,4x17,4 cm -
Lot 85 Antenore Reali (Verona 1897 – Milano 1960)
Dotato di una voce estremamente ampia, di colore particolarmente scuro e molto estesa ha trovato nel repertorio drammatico, da Verdi a tutto il verismo, il proprio terreno di elezione. Tra i ruoli più frequentati Scarpia, Alfio, Tonio, Rigoletto, Amonasro, Gerard, oltre al Figaro rossiniano.
L'attività artistica, iniziata nel 1921 nella città natale in Rigoletto, si è svolta prevalentemente in Italia (tra gli altri La Scala, il Teatro dell'Opera di Roma, il Teatro Regio di Parma, il Teatro Donizetti di Bergamo, La Fenice di Venezia, il San Carlo di Napoli, il Teatro Comunale di Bologna. All'estero si è esibito in Belgio e nei Paesi Bassi (Amsterdam, Rotterdam).
Ha preso parte a svariate prime esecuzioni assolute, tra cui Maria d'Alessandria di Giorgio Federico Ghedini nel 1937 a Bergamo.
Per motivi di salute si è ritirato dalle scene nel 1952.
Foto autografata del famoso baritono. datata 14/02/1938
Ottimo stato; la foto presenta segni di sbiadimento
Fotografia; 23,2x17 cm -
Lot 86 Francesco Fazzini (Venezia ? - ?)
Ha debuttato come baritono. Accadde nel 1900 quando al Teatro Manzoni di Pistoia cantò il ruolo di David ne "L'Amico Fritz" di Mascagni. Nel 1903 Fazzini fece il suo secondo debutto come tenore nel ruolo di Loris in "Fedora" di Giordano. Nel 1906 apparve al Covent Garden di Londra come Don Jose in "Carmen" con Angelo Scandiani e Louise Kirkby Lunn. Nel 1913 si esibisce al Teatro La Fenice di Venezia come Otello nell'Otello di Verdi con Enrico Nani e Sara Fidelia Solari. Circa dal 1920 cominciò ad apparire come comprimario.
Foto autografata del famoso tenore
Ottimo stato
Fotografia; 25,17,9 cm -
Lot 87 Fernando De Lucia (Napoli 1860 – Napoli 1925)
Entrò giovanissimo nel conservatorio di San Pietro a Majella, nella sua città, per studiare il fagotto, il contrabbasso e, successivamente, il canto. Dopo un intenso lavoro con i maestri Beniamino Carelli e Vincenzo Lombardi, debuttò al Teatro San Carlo di Napoli il 5 marzo 1885, nel Faust di Gounod. La notorietà raggiunta gli procurò subito un contratto per il Teatro Comunale di Bologna e per la Pergola di Firenze, dove ottenne grande successo nel 1886, con la Mignon di Thomas e con la Carmen di Bizet.
Nel 1890 andò in tournée in Argentina, dove fu raggiunto dalle notizie sui successi travolgenti della Cavalleria rusticana, la prima opera del giovane compositore Pietro Mascagni, con la quale, al suo ritorno in Italia, si presentò al pubblico del San Carlo con esito trionfale. Il 30 ottobre 1891, al Teatro Costanzi di Roma, creò il ruolo titolo de L'amico Fritz di Mascagni, al quale seguirono I Rantzau alla Pergola di Firenze il 10 novembre 1892, Silvano alla Scala di Milano il 25 maggio 1895 e l'Iris al Teatro Costanzi di Roma il 22 novembre 1898.
L'11 dicembre 1893 De Lucia debuttò al Metropolitan di New York con i Pagliacci di Leoncavallo, al fianco di Nellie Melba e di Mario Ancona, e il 15 marzo 1897 tornò alla Scala per una lunghissima serie di rappresentazioni de La bohème di Puccini, con i soprani Angelica Pandolfini e Camilla Pasini, e sotto la direzione di Leopoldo Mugnone. Tuttavia, la conversione stilistica costò a De Lucia un prematuro decadimento delle qualità vocali; infatti, per tutto l'inizio del XX secolo, dopo numerosi successi, il tenore iniziò drasticamente a diminuire i suoi impegni. Nel 1917, dopo essersi esibito per l'ultima volta nella sua Napoli ne L'amico Fritz di Mascagni, decise di chiudere la sua carriera.
Il 4 agosto 1921, nella Basilica di San Francesco di Paola, ai funerali di Enrico Caruso, De Lucia cantò il Pietà, Signore di Niedermeyer (fu prima interpellata Luisa Tetrazzini, ma la Chiesa vietò l'esibizione di una donna). Nel 1922 apparì per l'ultima volta in pubblico, nel corso di un concerto di beneficenza, dopodiché si diede all'insegnamento, prima al Conservatorio di San Pietro a Majella e poi privatamente, avendo tra i suoi allievi Gianna Pederzini e Georges Thill
Foto autografata del famoso tenore datata 7/01/1912
Ottimo stato
Fotografia; 22,2x16,3 cm -
Lot 88 Ida Bergamasco ( Firenze ? 1880 - ? 1954)
Ricevette la sua educazione nella scuola di canto del maestro Teofilio Toledano a Firenze. Lì fece anche il suo debutto al Teatro Della Pergola come Emilia nell'"Otello" di G. Verdi (1903). Nella stagione 1905-1906 apparve al Teatro Dal Verme di Milano. Al Teatro Costanzi di Roma cantò i ruoli di Maddalena ne ''I maestri cantori di Norimberga'', Erodiade in ''Salome'' di R. Strauss, ed Eufemia nella prima italiana dell'opera ''Don Procopio'' di G. Bizet. Fece apparizioni al Teatro Municipale di Piacenza (1908, come Marguerite in ''La damnation de Faust'' di H. Berlioz, nel 1913 come Adalgisa in ''Norma''), al Teatro Comunale di Reggio Emilia (1916, come Charlotte in ''Werther'' di J. Massenet). Si sentì anche al Teatro Alla Scala di Milano, dove debuttò nel 1918 come Amneris in ''Aida'' e cantò il ruolo principale nella prima dell'opera ''Urania'' di A. Favara. Nel 1919 cantò all'Arena di Verona il ruolo di Nefte ne "Il Figliuol prodigo" di A. Ponchielli. Il suo repertorio comprendeva ruoli come Azucena nel "Trovatore", Eboli nel "Don Carlos" di G. Verdi, Preziosilla in "La forza del destino", Ulrica in "Un ballo in maschera", Leonora in "La forza del destino" di G. Donizetti. La Favorita di Donizetti, Dalila in Samson et Dalila di C. Saint-Saëns, Ortrud in Lohengrin, Fricka in Die Walkure, Laura in La Gioconda di A. Ponchielli e Suzuki in Madame Butterfly. Apparve nelle prime delle opere ''Sperduti nel buio'' di Stefano Donaudy (Palermo, nel 1907 come Livia Blanchard) e ''La Sposa di Corinto'' di Pietro Canonica (1918, Teatro Argentina Roma).
Foto autografata della famosa mezzo-soprano datata 8/12/1912
Ottimo stato
Fotografia; 22x12,3 cm -
Lot 89 Fernando De Lucia (Napoli 1860 – Napoli 1925)
Entrò giovanissimo nel conservatorio di San Pietro a Majella, nella sua città, per studiare il fagotto, il contrabbasso e, successivamente, il canto. Dopo un intenso lavoro con i maestri Beniamino Carelli e Vincenzo Lombardi, debuttò al Teatro San Carlo di Napoli il 5 marzo 1885, nel Faust di Gounod. La notorietà raggiunta gli procurò subito un contratto per il Teatro Comunale di Bologna e per la Pergola di Firenze, dove ottenne grande successo nel 1886, con la Mignon di Thomas e con la Carmen di Bizet.
Nel 1890 andò in tournée in Argentina, dove fu raggiunto dalle notizie sui successi travolgenti della Cavalleria rusticana, la prima opera del giovane compositore Pietro Mascagni, con la quale, al suo ritorno in Italia, si presentò al pubblico del San Carlo con esito trionfale. Il 30 ottobre 1891, al Teatro Costanzi di Roma, creò il ruolo titolo de L'amico Fritz di Mascagni, al quale seguirono I Rantzau alla Pergola di Firenze il 10 novembre 1892, Silvano alla Scala di Milano il 25 maggio 1895 e l'Iris al Teatro Costanzi di Roma il 22 novembre 1898.
L'11 dicembre 1893 De Lucia debuttò al Metropolitan di New York con i Pagliacci di Leoncavallo, al fianco di Nellie Melba e di Mario Ancona, e il 15 marzo 1897 tornò alla Scala per una lunghissima serie di rappresentazioni de La bohème di Puccini, con i soprani Angelica Pandolfini e Camilla Pasini, e sotto la direzione di Leopoldo Mugnone. Tuttavia, la conversione stilistica costò a De Lucia un prematuro decadimento delle qualità vocali; infatti, per tutto l'inizio del XX secolo, dopo numerosi successi, il tenore iniziò drasticamente a diminuire i suoi impegni. Nel 1917, dopo essersi esibito per l'ultima volta nella sua Napoli ne L'amico Fritz di Mascagni, decise di chiudere la sua carriera.
Il 4 agosto 1921, nella Basilica di San Francesco di Paola, ai funerali di Enrico Caruso, De Lucia cantò il Pietà, Signore di Niedermeyer (fu prima interpellata Luisa Tetrazzini, ma la Chiesa vietò l'esibizione di una donna). Nel 1922 apparì per l'ultima volta in pubblico, nel corso di un concerto di beneficenza, dopodiché si diede all'insegnamento, prima al Conservatorio di San Pietro a Majella e poi privatamente, avendo tra i suoi allievi Gianna Pederzini e Georges Thill
Foto autografata del famoso tenore datata 26/4/1902
Ottimo stato
Fotografia; 13,5x10,5 cm -
Lot 90 Sesto Bruscantini (Civitanova Marche 1919 – Civitanova Marche 2003)
Fin dall'infanzia manifestò il proprio talento teatrale "recitando" il Minuetto di Luigi Boccherini a soli otto anni. Nel 1939 cantò nella commedia musicale La Geisha di Sidney Jones al Teatro Beniamino Gigli di Civitanova Marche (oggi Teatro Rossini).
Il giovane Bruscantini era stato “stregato” dall'opera, conquistato in particolare dal Mefistofele di Giulio Neri. Pur conseguendo la laurea in legge, deluse le speranze del padre avvocato e, incoraggiato da successi in piccoli concerti, complice uno zio melomane, proseguì gli studi musicali, debuttando nel 1946 nella città natale come Colline ne La bohème. Nello stesso anno fece una felice audizione in casa di Beniamino Gigli, che ne confermò il registro di basso.
Perfezionatosi in seguito al Conservatorio Santa Cecilia con il maestro Luigi Ricci, nel 1947 vinse il “Torneo per giovani cantanti lirici” indetto dalla neonata RAI, con la quale iniziò un periodo di intensa collaborazione. Il debutto scaligero del marzo 1949 ne Il matrimonio segreto sancì definitivamente l'avvio di una carriera quarantennale.
Iniziò l'attività internazionale al Festival di Glyndebourne nel 1951, imponendosi subito come raffinato interprete mozartiano e rivestendo successivamente i panni di un gran numero di celebri personaggi del repertorio comico sette-ottocentesco: da ricordare in particolare Dandini ne La Cenerentola, Selim ne Il Turco in Italia, Figaro, sia de Le nozze di Figaro che de Il barbiere di Siviglia, oltre a Don Pasquale e Dulcamara. Partecipò a spettacoli di portata storica: uno per tutti, la prima rappresentazione in epoca contemporanea del già citato Turco in Italia, il 22 ottobre 1950 al Teatro Argentina di Roma, direttore Gianandrea Gavazzeni, con Maria Callas e Mariano Stabile.
A partire dagli anni sessanta si distinse anche nel repertorio di marca belcantistica e drammatica: notevolissimi furono l'Alfonso di Castiglia de La Favorita, Zurga de Les pêcheurs de perles e diversi personaggi verdiani, come Rigoletto, Germont, Posa, Falstaff, Melitone.
A soli due anni dal tardivo debutto al Metropolitan, fu ospite d'onore, il 23 ottobre 1983, nella serata di gala per il centenario del massimo teatro newyorkese.
Una voce estremamente duttile e una presenza scenica straordinaria, unite a grande classe e compostezza, hanno sempre caratterizzato Bruscantini, permettendogli di percorrere in pratica l'intero arco storico della musica vocale, da Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi del 1624, alla modernità dell'Oedipus rex di Igor' Stravinskij, passando attraverso le Cantate bachiane e la musica da concerto di più varia estrazione, rendendo la sua esperienza artistica pressoché unica nella storia dell'interpretazione lirica.
Fu sposato con il soprano austriaco Sena Jurinac dal 1953 al 1956.Foto autografa del celebre basso.
Ottimo stato
Fotografia; 23,5x17,7 cm -
Lot 91 Angelo Lo Forese (Milano 1920 – Milano 2020)
A 18 anni intraprese gli studi musicali, che dovette interrompere nel 1943 a causa della guerra, durante la quale visse in Svizzera.
Terminato il conflitto rientrò in Italia e proseguì gli studi con il tenore Primo Montanari, debuttando nel 1948 come baritono nel ruolo di Silvio in Pagliacci. Negli anni 50, sotto la guida del baritono Emilio Ghirardini, passò al registro di tenore, nel quale esordì nel 1952 ne Il trovatore a Casablanca. Fu anche allievo di Aureliano Pertile.
Durante la lunga carriera cantò in più di ottanta opere, esibendosi in molti teatri di Europa, America ed Africa, nonché in Giappone. Dopo il ritiro dalle scene svolse l'attività di insegnante. Lo scrittore Domenico Gullo gli dedicò nel 2012 il libro Angelo Loforese - Il tenore con la valigia pronta sotto il letto.
Il 16 marzo 2013 al Rosetum di Milano, a 93 anni, festeggiò 60 anni dal debutto nel ruolo di Manrico esibendosi, tra le altre arie, nella celebre cabaletta "Di quella pira", con l'esecuzione di due do di petto[1].
Angelo Loforese è morto centenario a Milano nel 2020. Dal 2016 viveva nella Casa di Riposo per Musicisti - Fondazione Verdi. È stato sepolto nel cimitero di Bruzzano.
Fotografia autografa del celebre tenore datata 8/05/1956
Ottimo stato
Fotografia; 14,5x10,2 cm -
Lot 92 Giorgio Merighi (Ferrara 1939 – Jesi 2020)
Dopo gli studi presso il Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro, ha debuttato nel 1962 come Riccardo in Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi con Renato Bruson allo Spoleto Festival.
A Bilbao nel 1964 canta in Macbeth (opera) con Bonaldo Giaiotti ed Enzo Dara e ne La Gioconda con Adriana Lazzarini.
Al Teatro alla Scala di Milano nel 1964 è L'Ufficiale nella prima di Cardillac di Paul Hindemith diretto da Nino Sanzogno con Wladimiro Ganzarolli e Giacomo Aragall e Malcolm in Macbeth (opera) diretto da Hermann Scherchen con Giangiacomo Guelfi, Ivo Vinco, Leyla Gencer e Bruno Prevedi, nel 1966 B. F. Pinkerton in Madama Butterfly con Virginia Zeani ed Eumolpo nella prima di Perséphone di Igor Stravinsky con Annie Girardot e nel 1967 Rodolfo ne La bohème con Rolando Panerai ed Il Principe Andrej Chovanskij nella prima di Chovanščina diretto da Gianandrea Gavazzeni con Nicolai Ghiaurov e Clara Petrella.
Nel 1967 è Cavaradossi in Tosca (opera) diretto da Bruno Bartoletti con Marcella Pobbe e Giuseppe Taddei alle Terme di Caracalla per il Teatro dell'Opera di Roma, B.F. Pinkerton in Madama Butterfly con Mario Sereni debuttando al Wiener Staatsoper ed Il duca di Mantova in Rigoletto diretto da Lamberto Gardelli con Matteo Manuguerra, Nicola Zaccaria e Mady Mesplé al Grand Théâtre di Ginevra.
Ancora alla Scala nel 1968 è Giglio nella prima di I Capricci di Callot di Gian Francesco Malipiero con Fedora Barbieri, Dino Dondi e Mirto Picchi. Allo Sferisterio di Macerata nel 1968 è Cavaradossi in Tosca con la Pobbe e Tito Gobbi. Al Teatro Comunale di Firenze nel 1968 è Roberto in Roberto il diavolo con Renata Scotto e Boris Christoff di cui esiste una registrazione.
Nel 1969 è Il Cavaliere Renato Des Grieux in Manon Lescaut al Teatro Verdi (Trieste) e Don Alvaro ne La forza del destino con Rita Orlandi Malaspina e Piero Cappuccilli allo Sferisterio.
Successivamente ha cantato nei principali teatri lirici d'Europa, tra cui il Deutsche Oper Berlin.
Nel 1970 ha fatto il suo debutto americano come Luigi ne Il tabarro di Giacomo Puccini alla Dallas Opera. È anche apparso alla Lyric Opera di Chicago sempre nel 1970 come Alfredo Germont ne La traviata con Maurizio Arena (direttore d'orchestra). Ancora alla Scala nel 1970 è Il duca di Mantova in Rigoletto, a Ginevra è Riccardo in Un ballo in maschera diretto da Nello Santi e L'angelo ne La visita meravigliosa di Nino Rota diretto da Fernando Previtali con Nicola Rossi-Lemeni e Jolanda Gardino al Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo.
Fotografia autografa del celebre tenore
Ottimo stato
Fotografia; 14,6x10,2 cm -
Lot 93 Georges Thill (Parigi 1897 - Draguignan 1984)
Studiò al conservatorio di Parigi e a Napoli con F. De Lucia; esordì (1918) all'Opéra-Comique di Parigi, affermandosi rapidamente a livello internazionale soprattutto come interprete del repertorio lirico francese.
Fotografia autografa del celebre tenore datato 1982
Ottimo stato
Fotografia; 18X12 cm -
Lot 94 Ottavio Garaventa (Genova 1934 – Savignone2014)
Cresciuto in una famiglia di origini popolari dedita alla musica (il nonno materno fu un rinomato tenore di canto popolare genovese e la zia Rosetta Noli un soprano di primo piano degli anni cinquanta), nel 1959, a 19 anni, dopo un breve periodo di studio con il maestro Magenta, debuttò come baritono in Lucia di Lammermoor ma, nonostante le qualità vocali, la carriera non riuscì a decollare.
Interrotti gli studi, trovò lavoro come gruista nel porto di Genova. In seguito, dopo il matrimonio e la nascita della figlia, e dopo aver superato un serio problema di salute, riprese lo studio e nel 1963 debuttò come tenore in Cavalleria rusticana a Cincinnati. Nel 1964 vinse nel nuovo registro il concorso "Voci Nuove" e nel 1965 quelli "Voci Verdiane" di Busseto e As.Li.Co., debuttando in Italia, al Teatro Nuovo di Milano, ad oltre dieci anni dal primo esordio e iniziando una luminosa carriera.
Si è esibito nei più grandi teatri del mondo, tra cui il San Carlo di Napoli, la Staatsoper di Vienna, La Scala di Milano, il Bunkakaikan di Tokio, il Teatro dell'Opera di Roma, l'Earl Court di Londra, l'Arena di Verona, il Kennedy Center di Washington, oltre al Festival di Aix en Provence. Con il teatro alla Scala ha collaborato in diverse produzioni di rilievo internazionale: due edizioni di Bohème di Puccini, dirette da Georges Prêtre e da Carlos Kleiber, Maria Stuarda, rappresentata dopo 136 anni, e nella stagione del bicentenario americano Simon Boccanegra, Messa di requiem e Macbeth, diretti da Claudio Abbado. Ha eseguito inoltre Madama Butterfly, Luisa Miller, Tosca, Linda di Chamounix, Nona sinfonia di Beethoven, Arabella, Maria di Rohan.
Ha avuto all'attivo un vastissimo repertorio di 113 titoli di tenore lirico e lirico-spinto, soprattutto del teatro verdiano e donizettiano, non disdegnando i ruoli pucciniani e veristi. Ha preso parte alla prima mondiale de Il Gattopardo di Angelo Musco a Palermo e ha cantato nel Falstaff di Giuseppe Verdi a Firenze, con la regia di Eduardo De Filippo. Ha partecipato ad alcune riprese di opere non eseguite da decenni: I Lituani di Ponchielli alla RAI, Les Martyrs e Il diluvio universale di Donizetti, rispettivamente a Genova e alla Fenice di Venezia.
Nel 1981 a Firenze gli è stato conferito il titolo di Accademico delle Muse.
Per alcuni anni è stato direttore artistico del Festival Internazionale di Musica di Savignone e ha fondato con la figlia Marina un'associazione musicale che si occupa di giovani artisti. Garaventa era anche un buon pittore, con all'attivo diverse mostre in Italia e all'estero.
Pur non essendo di grandi dimensioni, il suo catalogo discografico è significativo, oltre che per l'aspetto esecutivo, per la particolarità di diversi titoli.
Fotografia autografa del celebre tenore al fistival di Gljnderbourne ne la Bohèmé
Ottimo stato
Fotografia; 18X12 cm -
Lot 95 Francesco Albanese (Torre del Grecoo 1912 – Roma 2005)
Dotato di una voce calda ed espansiva, si trasferì giovanissimo negli Stati Uniti d'America e studiò a Boston, riuscendo a vincere un importante concorso nazionale.
Tornato in Italia, incise nel 1937 le canzoni del repertorio napoletano Luna nova e 'A vucchella, per interpretare, l'anno successivo la colonna sonora del film Napoli che non muore di Amleto Palermi. Successivamente fu anche protagonista di Canto, ma sottovoce... di Guido Brignone (1946).
Esordì sulla scena lirica il 10 giugno 1940 al Teatro dell'Opera di Roma come Evandro in Alceste, a cui seguì nel 1942 Don Ramiro ne La Cenerentola alla Fenice di Venezia. Da allora si esibì nei principali teatri lirici italiani ed esteri, particolarmente in Germania, Spagna, Portogallo e Sudamerica. Nel 1952 cantò al Maggio Musicale Fiorentino nella ripresa di Armida con Maria Callas, La traviata e Medea.
Si ritirò dalle scene nel 1961 con Lo schiavo di sua moglie di Francesco Provenzale al San Carlo di Napoli.
Si distinse in titoli come Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni, Falstaff, La traviata, La bohème, Faust, Louise, Il franco cacciatore. Tra le migliori interpretazioni nella musica leggera si ricordano Voce 'e notte, Santa Lucia luntana, Marechiare, Piscatore 'e Pusilleco, Silenzio cantatore, 'O surdato 'nnammurato, Santa Lucia, Carcerato, Addio, mia bella Napoli!, Surdate e Na sera 'e maggio.
Sposò in seconde nozze il soprano Onelia Fineschi.
Fotografia autografa del celebre tenore datata 1955
Ottimo stato
Fotografia; 17,6x12,8 cm -
Lot 96 Gianfranco Cecchele (Galliera Veneta 1938 – Galliera Veneta 2018)
Da ragazzo, pur interessato al canto, si proponeva di diventare pugile, ma l'opposizione del padre gli impedì di intraprendere questa carriera. Appassionatosi all'opera lirica, la sua voce venne apprezzata dal maestro Marcello Del Monaco, che nel 1962 lo iniziò seriamente allo studio. Dopo pochi mesi di lezioni, nel 1963, si aggiudicò un concorso indetto dal Teatro Nuovo di Milano.
Il 5 marzo 1964 debuttò al Teatro Bellini di Catania ne La Zolfara di Giuseppe Mulè. Nei mesi successivi apparve al Teatro alla Scala nel Rienzi di Wagner al fianco di Giuseppe di Stefano; quindi a Roma e alla Fenice di Venezia nell'Aida.
Nel 1965 interpretò Norma all'Opéra di Parigi accanto a Maria Callas e Giulietta Simionato, regia di Franco Zeffirelli.
La vocalità prorompente conquistò presto le platee di tutto il mondo e Cecchele accettò di cantare fin da subito le opere più impegnative del repertorio verdiano e verista; memorabile il film della Cavalleria rusticana di Mascagni prodotto dal Teatro alla Scala e diretto da Karajan per la regia di Strehler.
Nel 1969, in seguito a ripetute tonsilliti, fu costretto ad un intervento per asportare le tonsille, con la conseguente interruzione dell'attività professionale per 9 mesi. Nei primi cinque anni di carriera, tra il 1964 e il 1969, aveva effettuato 269 recite.
La ripresa fu lunga e sofferta, la rieducazione degli organi della voce richiedendo tempo e costanza, ma già nel 1970 poté riprendere gli impegni e partecipare con grande successo ad una bellissima edizione cinematografica di Turandot con Birgit Nilsson e Georges Pretre; riprese quindi in pieno la carriera affrontando ruoli sempre molto impegnativi, come Otello a Bonn (1981); ha partecipato a numerosi programmi televisivi, come la serie C'è musica e musica di Luciano Berio e Una voce nel West a Cinecittà, a lui dedicata.
Gianfranco Cecchele abbraccia il figlio Lorenzo dopo un loro concerto
Ha proseguito la carriera fino al 2012 (Pagliacci l'ultima opera in teatro nel 2006 più vari concerti fino al 2012), per un totale di 48 anni di carriera e circa 2000 recite nel mondo.
Ha ricevuto moltissimi premi (Verdi D'oro, Viotti d'oro, Diapason, Melvin Jones), in particolare due premi "Enrico Caruso", a Lastra a Signa (Firenze) e Milano.
Il 2 agosto 2017 ricevette a Verona il premio alla carriera del Festival Internazionale Scaligero Maria Callas.
La famiglia è sempre stata al primo posto nella sua vita, dal 1960 era unito in matrimonio alla moglie Antonia dalla quale ha avuto i 5 figli.
Di lui viene spesso ricordato, oltre al grande livello artistico, il carattere schietto e amante della correttezza e della giustizia, oltre a profondo amor di patria; celebre la battaglia condotta per l'istituzione di un sindacato degli artisti lirici (Analpi) che soprattutto tutelasse il lavoro dei cantanti italiani, e il contenzioso legale col Teatro alla Scala (amministrazione 1980) per inadempienze contrattuali e diffamazione, da lui vinto al 100% dopo 12 anni ma che ha "disturbato" notevolmente la sua carriera.
Era inoltre grande benefattore e fervido credente, nel 2006 partecipò a Totus Tuus, Primo Concerto in memoria di Papa Giovanni Paolo II nel Santuario di Loreto.
È morto dopo lunga malattia nella natia Galliera Veneta il 12 dicembre 2018
Fotografia autografa del celebre tenore nel teatro dell'opera di Roma
Ottimo stato
Fotografia; 17,7x12,8 cm