Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera
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Lot 49 Lobi, regione di Bouna (Burkina Faso)
H 25,5 cm
Legno a patina crostosa
Figura femminile di antenata.
Il corpo, in posizione frontale, è ripreso con braccia aperte: un atteggiamento insolito difficile da eseguire. Tutta la superficie del legno è ricoperta con una densa patina crostosa di colore scuro, una caratteristica dei pezzi più antichi. I piedi sono consumati per il lungo contatto con il terreno umido del santuario familiare sotterraneo dove erano custodite le sculture sacre.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 50 Kongo (Congo Brazzaville)
H 12 cm
Legno duro a patina naturale
Figura magica.
Queste sculture Kongo, così come quelle realizzate dai Teke e Yaka, rappresentano figure magiche usate per la protezione di un individuo. Le loro dimensioni possono variare da 7,5 a 35 cm. Erano associate ad altre sculture simili, collocate nei santuari familiari ubicati alla periferia dei villaggi. Le caratteristiche principali di queste figure magiche sono: capo coperto da un originale cappello, viso appena accennato, assenza di braccia, gambe leggermente piegate, assenza di piedistallo, ricettacolo sul ventre. A volte la superficie del legno è coperta con tracce di caolino biancastro o polvere di Tukula, un impasto rosso ottenuto con una miscela di grasso e polvere di legno. La confezione del feticcio era opera dello stregone che per renderlo attivo introduceva alcune sostanze magiche nel ricettacolo appositamente predisposto sul corpo della figura. Tutto il contenuto era quindi sigillato con un impasto di stoffa o resina.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 144);
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- LEHUARD RAOUL "Statuaire du Stanley-Pool" Villiers-le-Bel 1974;
- LEHUARD RAOUL “Art Bakongo: le centre de style” Arnouville, Francia 1989, volume II°, pag. 423; -
Lot 51 Kota (Gabon)
H 34 cm
Lama in acciaio forgiato, impugnatura avvolta con piattina di rame
Coltello rituale.
Nome Kota: Osele o Musele
Nome Fang : Onzil
E’ un’arma dei Kota ma, in forme simili, è stata realizzata anche dai Fang. La sua funzione è associata ai riti d’iniziazione dei giovani che, durante la cerimonia della loro circoncisione, brandiscono l’arma che diventa il simbolo della loro maturità.La forma di questo coltello ricorda la testa di un uccello dove il triangolo ritagliato costituisce l’occhio. La sua origine forse si ricollega ai coltelli da lancio a sperone diffusi nel Ciad, nel medio corso del fiume Sangha e nell’Alto Ubangi.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 447);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 40a;
- FISCHER WERNER & ZIRNGIBL MANFRED A. "Afrikanische Waffen" Passau 1978, pag. 187, fig. 343;
- FELIX MARC LEO “Kipinga: Throwing-Blades of Central Africa” Munchen 1991, pagine 186 - 191;
- PERROIS LOUIS “Art ancestral du Gabon dans les collections du Musée Barbier-Mueller” Genève 1985, pagg. 62, 63 e 187 (Osele, Musele, Onzil);
- ELSEN JAN “Les haches à tete d’oiseau. Société secrète et rites d’initiation”. Su Arts & Cultures 2020, Genéve, pagg. 152-157;
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Lot 52 Baulé, regione di Bouaké (Costa d’Avorio)
H 39,5 cm
Legno a patina nera, tracce di polvere bianca
Figura maschile.
La figura si presenta di fronte, simmetrica, con le braccia appoggiate sul ventre: per i Baulé un segno di pace. Gli occhi socchiusi a grano di caffè donano al volto un’espressione di raccoglimento. La raffinata pettinatura è quella riservata ai personaggi da rango elevato. Le scarificazioni del corpo, oltre ad avere una funzione estetica sono indicative per definire l’appartenenza etnica. I polpacci ben pronunciati sono caratteristici delle opere Baulé più arcaiche. I piedi isolati dal terreno segnalano l’immagine di un essere idealizzato che vive nell’aldilà. Un intervento indigeno di restauro, con sottili graffette di rame, è presente sul lato posteriore.
PROVENIENZA
- Ex collezione Galleria Maria Wyss (Basilea);
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- VOGEL SUSAN M. “L’art Baoulé du visible et de l’invisible” Paris 1999;
- BOYER ALAIN MICHEL “Miroirs de l’invisible” articoli pubblicati sulle riviste: Arts d’Afrique Noire n° 44, pagg. 30 - 46 (Inverno 1982) e Arts d’Afrique Noire n° 45, pagg. 21 - 34 (Primavera 1983);
- BOYER ALAIN-MICHEL "Visions d'Afrique: Baule" Milano 2008
- GOY BERTRAND “Cote d’Ivoire - Premieres regards sur la sculpture - 1850 / 1935” Parigi 2012;
Rappresenta ciò che i Baulé chiamano “lo sposo dell’altro mondo” o di Blolo. Secondo le credenze religiose e le antiche tradizioni orali dei Baulé il Blolo è un luogo simile al Paradiso cristiano dove si svolgono le stesse attività della vita terrena e nel quale tutti gli esseri conoscono solo la gioia. In esso, come sulla terra, dimorano delle intere famiglie. L’individuo che vive in un determinato villaggio possiede una donna e dei bambini, che si aggiungono alla sua famiglia terrena e che non si manifestano più a lui dal giorno della sua nascita. Evento che segna il giorno della sua momentanea dipartita dal Blolo. Durante la sua adolescenza, dopo che si sono manifestati certi segnali premonitori, egli si rivolge al capo spirituale del villaggio per avere le spiegazioni di merito. Il “prete”, dopo averlo ascoltato, gli ordina di far eseguire dallo scultore una statuina. Essa lo accompagnerà, lo proteggerà nelle fasi della sua vita sulla terra, e sarà il segno della presenza dello sposo o della sposa celeste materializzata nella scultura. La statuina dovrà essere oggetto di adorazione e di cura e formerà con il suo proprietario una sorta di matrimonio spirituale. Le donne avranno una scultura di sesso maschile, mentre gli uomini, al contrario, ne avranno una femminile. E’ per questo motivo che le statuine sono numerose e divise al 50% tra gli esemplari femminili e maschili.Gli scultori Baulé si sono resi famosi nel mondo per la raffinatezza delle loro esecuzioni. Le continue cerimonie di adorazione, eseguite con olio di palma e burro vegetale, conferiscono a queste sculture una bella patina brillante. -
Lot 53 Baulé, regione di Bouaké (Costa d’Avorio)
H 24 cm
Legno a densa patina nera brillante
Figura femminile.
Il volto di questa figura femminile ricorda le maschere Baulé con bocca sporta in avanti nell'atteggiamento del broncio (moue). La fronte ampia ben levigata e la pettinatura a corona denotano l’importanza che lo scultore ha riservato alla testa.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 54 Baulé, regione di Bouaké (Costa d’Avorio)
H 34 cm
Legno a patina scura, perline di vetro;
Figura femminile.
La fronte ampia si chiude con una pettinatura a corona.Le gambe di dimensioni ridotte segnalano l’importanza che lo scultore ha riservato a tutto il resto della figura, impreziosita da collane di perle.
PROVENIENZA
- Ex collezione Serge Brignoni (Chiasso) (prima degli anni 1940);
- Ex collezione privata (Lugano);
Queste sculture Baulé, con la pettinatura a corona, scolpite senza proporzioni nelle parti del corpo, dove gli arti inferiori sono molto ridotti e anche le altre parti anatomiche sono trattate in modo grossolano, testimoniano uno stile arcaico della tradizione scultorea Baulé. Le molte opere, che nella regione sono state realizzate in tempi successivi, sono famose per la perfezione e l’equilibrio della figura umana. Ogni dettaglio, che gli scultori delle tante atelier hanno via via realizzato, è sempre ben curato nei particolari, soprattutto nelle proporzioni del corpo, nei tatuaggi, nella lavorazione delle dita di mani e piedi dove sono perfino scolpite alla perfezione tutte le ossa e le unghie. -
Lot 55 Baulé, regione di Bouaké (Costa d’Avorio)
H 41 cm
Legno a patina nera pittura bianca
Figura femminile.
Esemplare femminile che indossa un perizoma. Il corpo è equilibrato in tutte le sue parti ed impreziosito da tatuaggi ed orecchini di vetro. Indossa sandali infradito in uso nella regione degli Akan. I piedi sollevati dal terreno sono la testimonianza che la donna rappresenta un personaggio del pantheon Baulé.Un intervento di restauro indigeno con graffe di ferro è presente sul lato posteriore.
PROVENIENZA
- Ex collezione Mario Fantin (Bologna) (*);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 412);
- Ex collezione privata (Lugano);
(*) Mario Fantin (Bologna 1921 - 1980). Fu un famoso alpinista di Bologna, ricercatore, fotografo, cineoperatore e regista. Nel 1954 partecipò con Ardito Desio e Achille Compagnoni alla spedizione italiana della conquista del K2. Dopo quell'impresa si dedicò a tempo pieno alla montagna e all'etnografia: partecipò a tantissime spedizioni in ogni parte del mondo: nell'Ande, nel Sahara, nell'Africa equatoriale, in Groenlandia, ecc. Realizzò film-documentari e pubblicò più di venti opere monografiche sull'alpinismo italiano nel mondo, sull'esplorazione e sull'etnografia di tutti i continenti. In particolare organizzò spedizioni in Africa: nel 1959 - 60 scalò la vetta del Kilimangiaro; nel 1961 in Egitto - Somalia; nel 1962 in Ciad - Tibesti; nel 1963 in Costa d’Avorio e Kenia; nel 1964 in Africa occidentale. Nei primi anni ’60 raccolse in Africa centrale molte sculture dei gruppi Baulé, Guro, Yoruba, Yaka, ecc.Nel 1973 presentò a Bologna una serie di sculture in una mostra organizzata alla Galleria Pro Arte. Prima della sua morte, vendette tutte le sue opere al suo amico e concittadino Morigi. Una decina sono illustrate nei cataloghi di Sotheby’s relativi alla vendita della collezione Morigi, Parigi, giugno e dicembre 2005. Altre 4 sono illustrate in questo catalogo: lotti 35, 56, 67, 73. -
Lot 56 Baulé, regione di Bouaké (Costa d’Avorio)
H 38 cm
Legno duro a patina nera, tracce di vernice bianca
Figura femminile.
Il corpo è ben scolpito e levigato con cura. Il viso è un ovale perfetto e corrisponde ad uno stilema molto diffuso tra le opere Baulé. I tatuaggi delle tempie, del collo e della schiena, sono elementi che lo scultore haeseguito magistralmente, così come la pettinatura a linee incise.Le gambe, con i polpacci ben pronunciati, sono una rappresentazione che si riscontra in alcune opere antiche della tradizione Baulé
PROVENIENZA
- Ex collezione Mario Fantin (Bologna);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 57 Senufo, Costa d’Avorio e Burkina Faso
H 15 cm
Legno a patina nera
Puleggia per la tessitura.
Rappresenta un bucero (Calao in lingua Senufo), una specie di uccello della grandezza di un tacchino che ha un grosso corno sulla testa. E’ un animale che ricorre nella mitologia Senufo perché spesso si trova scolpito sulle loro maschere rituali.
PROVENIENZA
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 58 Baulé, regione centrale (Costa d’Avorio)
H 24 cm
Legno a densa patina nera, rocchetto di fattura indigena
Puleggia per la tessitura.
Qui lo stile Baulé si nota dal viso: un modello di maschera in miniatura.
PROVENIENZA
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- LOUDMER GUY “Poulies de métier a tisser sculptures ivoiriennes” Parigi, Nouveau Drouot, asta del 2 Luglio 1987;
- VOGEL SUSAN M. “L’art Baoulé du visible et de l’invisible” Paris 1999, pag. 274;
Nell'Africa occidentale la tessitura è molto sviluppata e la tradizione risale a tempi remoti. La praticano anche i gruppi Guro, Senufo, Dogon, Bambara, ecc.Il tessitore, che usa i metodi tradizionali, utilizza queste pulegge nella lavorazione del filo di cotone. Le pulegge, appese al telaio, guidano la catena di fili che sostengono le staffe nel movimento verticale impresso all'ordito. Sugli esemplari che sono stati utilizzati per lungo tempo, come in questo caso, si può notare l’usura del rocchetto consumato dal passaggio del filo e anche i segni che la sua rotazione ha lasciato sui bordi interni della puleggia. -
Lot 59 Baulé, regione centrale (Costa d’Avorio)
H 17 cm
Legno a densa patina nera
Puleggia per la tessitura.
Qui lo stile Baulé è quello delle grandi maschere di bufalo.
PROVENIENZA
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- HOLAS B. “Sculptures ivoiriennes” Parigi 1973, pag. 102;
Nonostante le loro ridotte dimensioni, le pulegge dal punto di vista estetico, rappresentano un insieme molto apprezzabile. I soggetti a cui si sono ispirati gli scultori sono elementi che rivelano la forma di modelli tradizionali allegorici, sia nelle sembianze umane che in quelle di animali. L’assortimento delle rappresentazioni e la loro esecuzione tecnica riflette la situazione generale della tradizione indigena dei diversi gruppi. -
Lot 60 Yoruba (Nigeria)
H cm 27,5
Legno duro a patina scura
Figura di culto.
Figura femminile del culto dei gemelli “Ibeji”. Indossa collana e cintura di perline di vetro. Tatuaggi sul corpo.Il legno è stato ricoperto con un impasto di terra beige.
PROVENIENZA
- Antica collezione galleria Maria Wyss (Basilea);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 61 Yoruba, regione di Ede/Oyo (Nigeria)
H 27 cm
Legno duro a patina scura, residui di terra beige
Figura di culto.
Figura femminile del culto dei gemelli “Ibeji”. Indossa collana e bracciali di perline di vetro e alle caviglie porta grossi anelli di rame. La patina brillante è dovuta ai continui sfregamenti di adorazione che hanno lasciato sul legno tracce indelebili. I tatuaggi incisi sulle gote, in blocchi di quattro più quattro, più tre verticali, sarebbero i segni distintivi di alcune famiglie nobili della comunità Oyo. Li adottarono già nel 19° secolo.
PROVENIENZA
- Antica collezione Helmut Gernsheim (Castagnola di Lugano);
- Antica collezione George F. Keller (Davos/New York) (Inv. G.F.K. 194);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (*);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Berna 1980, Musée des Beaux Arts;
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 195, pag. 195;
- FAGG WILLIAM & PEMBERTON JOHN 3rd "Yoruba Sculpture of West Africa" New York 1982, pag. 158.;
- CORNETTE DE SAINT CYR “Arts d’Afrique et d’Ocèanie” Paris asta del 9 marzo 2015;
- STOLL MAREIDI & GERT STOLL & Cooperation Ulrich Klever “IBEJI: Twin Figures of the Yoruba” Munchen, Germany 1980, pag. 94;
(*) La scheda di Morigi riporta: Figura Ibeji dell’artista Agobunde. Regione di Ede/Oyo, Nigeria. Il nome di questo artista scultore, tra i tanti che hanno scolpito gli Ibeji, è segnalato da due specialisti sull'arte Yoruba come William Fagg e John Pemberton 3rd in "Yoruba Sculpture of West Africa" New York 1982. A pagina 158 è citato il suo nome in riferimento alla descrizione di uno Shango, un bastone divinatorio Yoruba. L’attività dello scultore Agobunde si sarebbe sviluppata nella Nigeria meridionale già dalla fine del 1800 a Ede, sua città natale in prossimità di Ife, due famose località dell’antico Stato di Oyo. Come scultore avrebbe ricevuto il massimo riconoscimento dai sui concittadini. Il nome dell’artista Agobunde sarebbe associato ad una rara coppa di divinazione del culto Agéré Ifa :una superba rappresentazione di donna seduta a gambe incrociate che allatta il suo bambino. Inoltre, il nome dell’artista Agobunde è segnalato anche nella descrizione di un’altra sua opera che appartiene alle collezioni dell’Art Institute of Chicago, Illinois.“Female figure with offering bowl”. Late 19th century, wood. -
Lot 62 Yoruba, regione di Abeokuta (Nigeria sud orientale)
H 12,5 cm
Legno duro a patina scura
Figura di culto.
Piccola figura di culto che rappresenta Eshu (Esu) una delle divinità più rispettate nella regione Yoruba e nei culti divinatori correlati. Indossa due grosse collane di conchiglie.Scolpita a mezzo busto, questa scultura, lascia intravedere il caratteristico volto della rappresentazione Yoruba. Le file di Cipraee, appese a grappolo all'anello di cuoio che avvolge il collo, sono una tradizione associata alle tante variabili stilistiche che testimoniano questa divinità del pantheon Yoruba.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 463);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 63 Yoruba, regione di Abeokuta (Nigeria sud orientale)
H 23 cm
Legno duro a patina scura
Figura di culto.
Figura maschile del culto dei gemelli “Ibeji”. Appartiene alla regione stilistica Egbado, una zona occidentale dello Yorubaland al confine con il Benin. E’ la regione dove si sono sviluppate le maschere a casco Gelede. Il viso è ben curato in tutti i particolari: testa, volto, corpo con gonnellino e piedistallo.Elaborata pettinatura incisa a linee sottili.La scultura è stata impreziosita con orecchini e collana di grosse perle. Una bella patina scura brillante, dovuta ai continui sfregamenti di adorazione, testimonia un utilizzo prolungato.
PROVENIENZA
- Antica collezione George F. Keller (Davos/New York) (Inventario n° G.F.K.198);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Berna 1980, Musée des Beaux Arts;
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 189, pag. 190; -
Lot 64 Yoruba (Nigeria)
Esemplare maschie: H 26,5 cm / Esemplare femminile: H 27 cm
Legno duro a patina scura
Coppia di gemelli “Ibeji”.
Il volto è caratteristico dello stile Yoruba con grossa pettinatura a mitra. Occhi a bulbo segnati da palpebre scolpite a quadretti e tatuaggi a tre linee sulle gote. Impasto di terra beige spalmato su tutto il corpo.Pettinatura dipinta con polvere blu cobalto.Collana di perle sull'esemplare femminile.
PROVENIENZA
- Antica collezione galleria Maria Wyss (Basilea);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 65 Yoruba (Nigeria)
H 27 cm
Legno duro a patina scura
Figura di culto.
Figura maschile di gemello “Ibeji”. Stile del corpo con elaborata pettinatura e lunghe braccia che toccano le caviglie. Collana di perle colorate, corpo ricoperto con terra beige.
PROVENIENZA
- Antica collezione galleria Maria Wyss (Basilea);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 66 Yoruba (Nigeria)
H 26,5 cm
Legno duro a patina scura
Figura di culto.
Figura femminile del culto dei gemelli “Ibeji”. Il corpo ben scolpito, con braccia allungate, presenta un’elaborata pettinatura dipinta con polvere blu cobalto. I tatuaggi incisi sulle gote, in blocchi di quattro più quattro, più tre verticali, sarebbero i segni distintivi di alcune famiglie nobili della comunità Oyo. Li adottarono già nel 19° secolo. La figura è stata impreziosita con una serie di collane di vetro e bracciali di rame.
PROVENIENZA
- Antica collezione galleria Maria Wyss (Basilea);
- Ex collezione privata (Lugano);
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Lot 67 Ashanti, regione di Kumasi (Ghana meridionale)
H 30 cm
Legno a densa patina nera, motivi allegorici sul retro
Bambola “Akua-ba”
Apparteneva ad una donna in attesa di un bambino. Rappresenta l’idea della bellezza per questo gruppo.Era utilizzata come un amuleto perché aveva il potere magico di portare fortuna alla donna durante il parto e al neonato nel corso della sua infanzia.
PROVENIENZA
- Ex collezione Mario Fantin (Bologna);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 68 Ashanti (Ghana)
H 33,5 cm
Legno a patina nera lucida, perline di vetro
Bambola “Akua-ba”.
Bambola scolpita a figura intera. La testa, sostenuta da un collo inanellato, è stilizzata secondo una forma più evoluta rispetto al modello classico. Il corpo mostra tutti i dettagli anatomici di una figura femminile.Le braccia, con i palmi delle mani aperti, prefigurano il segno di pace secondo le tradizioni del mondo Akan. La scultura è impreziosita da collane di perline di vetro.
PROVENIENZA
- Ex collezione Galleria Walu (Zurigo);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 69 Ashanti, regione di Kumasi (Ghana meridionale)
H 26,5 cm
Legno a patina nera, incisioni a motivi geometrici sul retro
Bambola “Akua-ba”.
Modello classico con testa circolare, occhi piccoli, naso sottile che segue la curva delle sopracciglia, collo inanellato, corpo cilindrico e braccia appena accennate. Segni di un prolungato utilizzo.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 70 Ashanti (Ghana)
H 25 cm
Legno a patina nera
Bambola “Akua-ba”.
Forma classica impreziosita da una moltitudine di perline di vetro colorate appese anche ai fori della testa.
Una vecchia etichetta rotonda applicata sotto la base segnala: “Sotheby’s, New York, lotto 170
PROVENIENZA
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 71 Ashanti (Ghana)
H 38 cm
Legno a patina nera, perline di vetro
Bambola “Akua-ba”.
Forma classica a tronchetto sostenuto da una base cilindrica. Perline di vetro come orecchini e collane intorno al corpo.
Una vecchia etichetta rotonda applicata sotto la base segnala:“Sotheby’s”
PROVENIENZA
- Ex collezione privata (Lugano); -
Lot 72 Ashanti, regione di Kumasi (Ghana meridionale)
H 38 cm
Legno a patina nera
Bambola “Akua-ba”.
Bambola scolpita a figura intera. Testa stilizzata secondo la forma circolare del modello classico. Il corpo mostra tutti i dettagli anatomici di una figura femminile.Le braccia con le mani sul ventre prefigurano un segno di pace.Sul retro compare un elaborato disegno.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 447);
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- FAGG WILLIAM “La sculpture africaine de Eliot Elisofon” Londra 1958, pag. 107, ill. 136;
- FALGAYRETTES LEVEAU CHRISTIANE “Ghana - hier et aujourd’hui” Musée Dapper, Paris 2003, pag. 63;