Asta di Antiquariato, Pittura del sec.XIX e Arte Orientale
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Lot 0073 Colonna in terracotta a finto porfido fine sec.XVIII
h.cm.117 -
Lot 0074 Santi guerrieri coppia di busti Luigi XIV in rame sbalzato Toscana sec. XVII
cm. 45 x h. 70 -
Lot 0075 Antico mortaio in bronzo brunito sec.XVII
diam.cm.11x8 -
Lot 0076 Antico mortaio in bronzo brunito con decorazione ad alette sec.XVII
diam.cm.16xh.9 -
Lot 0077 Antico mortaio con alette fiori e testine in bronzo brunito con pestello sec.XVIII
diam.cm.10xh.8 -
Lot 0078 Testa di putto sorridente in terracotta Toscana sec.XVI
h. cm.18 -
Lot 0079 Francisco Bertos (1678-1741 attribuite)
Coppia di figure in bronzo montate in cornice in legno ebanizzato
h.cm.20 -
Lot 0080 Memento mori scultura in bronzo dorato sec. XVII
h. cm. 20 -
Lot 0081 Colonna in stile boulle in legno ebanizzato ricca decorazione in bronzo dorato Francia sec.XIX
cm. 52x42 h. 138 -
Lot 0082 Coppia di credenze in stile boulle con placche in porcellana di Sevres e ricca decorazione in bronzo Francia sec.XIX
cm. 92x43 h. 125 -
Lot 0083 GIOVANNI ANDREA ANSALDO (1584-1638)
Gloria di San Sebastiano e Assunta in gloria
olio su carta applicata su tavola
cm.27x19
Le due opere raffigurano la Vergine Assunta e San Sebastiano riconoscibile in quanto martire (per la palma) la cui pena fu inflitta con le frecce che si scorgono portate da un angioletto in basso a sinistra.
Il sapore squisitamente genovese di questi due bozzetti (figg. 1-2) traspira immediatamente quando li si osservi: la tavolozza la preparazione bruno-rossastra la velocità di tocco la fisionomia dei volti che si intuisce nonostante il loro carattere abbozzato e la posa di scorcio.
Si tratta altrettanto evidentemente di 'prime idee' che il pittore riversa sulla carta per studiare una composizione destinata a essere tradotta in grande su una tela di maggior formato se non addirittura ad affresco.
Proprio la qualità 'prospettica' di questi due dipinti che nonostante le dimensioni ridotte mostrano le abilità del pittore nella ricerca della costruzione dinamica dello spazio e nella resa del 'sottinsù' conducono all'ipotesi che si debba trattare di Andrea Ansaldo. Se la critica specie con la recente monografia di Margherita Priarone (2011) ne ha approfonditamete indagato l'opera di frescante e quella pittorica per dipinti di grande dimensioni resta ancora quasi del tutto scoperta l'indagine sulle sue modalità bozzettistiche (cfr. anche Orlando 2010).
Il pittore si mostra da subito estremamente ricettivo nei confronti dei molteplici stimoli culturali che riceve a Genova nei primi due decenni del Seicento: dalla lezione del maestro Orazio Cambiaso (il malnoto e probabilmente scadente figlio di Luca) alle suggestioni dei toscani a Genova (A. Lomi Passignano P. Sorri) e anche del Paggi che lo portano verso una cultura riformata al manierismo di Procaccini (a Genova nel secondo decennio) Cerano e Morazzone.
Negli anni intorno al 1620 proprio quelli di maggiore avvicinamento ai lombardi è suo allievo G. Assereto con il quale si può spesso rilevare una reciproca influenza.
Il Soprani lo definisce 'pittore prospettico'; felice espressione che sintetizza la grande abilità di costruire lo spazio tanto nell'affresco quanto nelle opere su tela soprattutto a partire dalla metà del terzo decennio del secolo.
Tra le sue opere più significative ed esemplari di questa dote celebrata dal suo primo biografo va ricordata la grande impresa ad affresco nella chiesa dell'Annunziata interrotta per la morte sopraggiunta molto presto nel 1638 e dunque proseguita da Giulio Benso. Si vedano per esempio le figure degli Evangelisti per la volta (figg. 3-4) e si noterà proprio come la postura specie delle braccia e delle gambe giocano un ruolo fondamentale e peculiare per la disposizione della figura nello spazio come a sfondarlo e dilatarlo secondo le nuove istanze barocche.
Si veda anche la Gloria di san Carlo nella volta affrescata nella chiesa di Nostra Signora della Concordia ad Albisola Marina (fig. 5). Vi si noterà un analogo sgambettare di putti così magistralmente disposti a rendere il dinamismo dell'ascensione anche in questi piccoli bozzetti.
Anna Orlando 2018
Inediti.
Per una bibliografia di riferimento sul pittore cfr.:
A. Orlando Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato Torino Allemandi 2010 pp. 10-15;
M Priarone Andrea Ansaldo 1584-1638 Sagep Genova 2011. -
Lot 0084 Bacco busto in marmo bianco poggiante su base in bardiglio
h.tot.cm.70 -
Lot 0085 Scuola genovese fine sec.XVII 'Venere e Amore' olio
cm. 150x125 -
Lot 0086 Comò Luigi XIV lastronato in palissandro ricca decorazione in bronzo dorato stampigliato STUMP piano in marmo Francia sec.XVIII
cm. 134x64 h. 93 -
Lot 0087 Vaso portaprofumo in porcellana policroma ricca montatura in bronzo dorato Francia sec. XIX
h. cm. 45 -
Lot 0088 Poltrona a pozzetto con schienale curvo gambe intagliate Francia sec.XIX
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Lot 0089 Coppia di vasi in cristallo molato con ricca decorazione in bronzo dorato prese a forma di caproni Francia inizi sec.XIX
h.cm.29 -
Lot 0090 Coppia di portagioie in porfido svedese a sedici sfacettature prese in ottone sec.XIX
diam.cm.8xh.8 -
Lot 0091 Tavolino da centro in stile Luigi XV lastronato in palissandro e filettato in bois de rose ricca decorazione in bronzo maniglie laterali Francia sec.XIX
cm. 86x58 h. 66 -
Lot 0092 Scuola veneta sec.XVIII 'Scena Biblica' disegno a china
cm. 26x38 5 -
Lot 0093 Caronte antico disegno a sanguigna sec.XVII
cm. 25x32 -
Lot 0094 Episodio storico disegno a matita inizi sec.XVIII
cm. 48x58 -
Lot 0095 SEMINO OTTAVIO (1530-1604)
'La Madonna in trono con il Bambino San Cristoforo San Francesco e il committente' disegno
cm. 26 3x38
L'opera è con tutta probabilità il disegno preparatorio di una pala d'altare o di un affresco vista la presenza della quadrettatura della costruzione dei lumi tramite la biacca e del tracciato più o meno fitto e incrociato delle zone in ombra. La tecnica della quadrettatura il cui primo esempio si ha in Paolo Uccello nel 1436 è uno dei modi di trasposizione in proporzione del disegno al dipinto finito su tavola tela o muro. In questo particolare caso ha una spaziatura di un centimetro per lato ed è eseguita a matita come dimostrano le macro fotografie e le immagine agli infrarossi ed è osservabile anche nel Giove e Antiope realizzato dallo stesso artista e conservato nel fons des dessins et miniatures del Louvre inventario 3771.
Il disegno presenta in alcune parti la presenza di pentimenti e riposizionamenti come nella mano sinistra di San Cristoforo e la mano sinistra di San Francesco che denotano una elaborazione sul foglio che modifica l'idea iniziale durante lo sviluppo del progetto disegnativo.
Questo modo di procedere è confermato anche dalle analisi diagnostiche tramite gli infrarossi che individuano che il tratto disegnatico finale è formato da un inchiostro carbonioso perché è restituito in nero mentre il primo abbozzo è totalmente trasparente come si vede dall'immagine e si può pertanto ipotizzare che sia costituito da un inchiostro in metallo-gallico. Dall'osservazione del macro fotografie si vede facilmente che le gambe di San Cristoforo erano state abbozzate in modo molto semplice lineare con una traccia sottile e una forma arcuata ma senza essere definite. Successivamente sono ampliate rielaborate fino alla struttura definitiva; questo modo di procedere lo troviamo oltre che sulle gambe di San Cristoforo anche nel piede sinistro della Madonna e nelle linee costruttive delle architetture. Il disegno è stato costruito oltre che nel tracciato anche sviluppando le parti in luce e quelle in ombra in modo raffinato e preciso. Si osserva infatti che le lumeggiature a biacca sono eseguite a campiture larghe e con piccoli tratteggi paralleli proprio per accompagnare il colpo di luce dalle parti in ombra verso il massimo della luminosità. Specularmente le parti in ombra sono eseguite a tratteggio parallelo nelle parti in mezzo a ombra più o meno calcato mentre quelle maggiormente scure presentano un andamento incrociato o più fitto.
Questo modo di operare grafico si ma anche pittorico e coloristico è osservabile nel disegno veneto del Cinquecento in pittore come Tiziano Bassano e Tintoretto. E' noto infatti che Ottavio Semino assieme a Luca Cambiaso fondò l'accademia a Genova che oltre all'osservazione dei pittori romani in particolare Raffaello ma soprattutto Perin Del Vaga-presente a Genova a Palazzo Fassolo- si volgeva anche a Venezia tramite la presenza di Valerio Corte. Quest'ultimo era arrivato in città nei anni cinquanta del sedicesimo secolo e secondo le fonti si era formato a bottega da Tiziano.
Inoltre è risaputo che Ottavio Semino e il fratello Andrea fecero il famoso viaggio studio a Roma per aggiornarsi sulle tendenze del romanismo contemporaneo.
Nel nostro disegno sono individuabili i tratti veneziani del colorismo e dell'impianto scenico sommati alla monumentalità romana di Perino. Proprio da un'opera attribuita all'allievo di Raffaello Madonna in trono con i Santi Pietro e Paolo passata sul mercato antiquario è possibile che derivi la composizione che Ottavio sviluppa nel suo disegno. In questo progetto grafico di Ottavio si possono anche indicidura e le impostazioni sceniche di Giovanni Battista Castello il Bergamasco per la costruzione dei tendaggi come nel disegno Venere ammonisce Amore (Edimburgo National Gallery of Scotland inventario d.1167) o nella spazialità del disegno sempre del Bergamasco progetto per -
Lot 0096 Scuola fiamminga sec.XVIII 'Paesaggio con pastori' olio
cm. 110x70