Asta 79 - Dipinti, disegni, sculture e oggetti di antiquariato dal XV al XIX secolo
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Lot 145 SCUOLA SENESE, PRIMA META’ DEL XVI SECOLO
Figura di santa
Legno scolpito, dorato e dipinto, h. cm. 105
Questa figura di santa ben si colloca nel solco della scultura lignea policroma di scuola senese. Si tratta di un genere che ebbe un’eccezionale fortuna nell’ambito della produzione di destinazione ecclesiastica e che nel senese vide delinearsi senza soluzione di continuità una tradizione di alto stile ed espressività che ebbe il suo apice nel Quattrocento, con Jacopo Della Quercia e Francesco di Valdambrino, Vecchietta e Francesco di Giorgio.
Il nostro esemplare insiste in quest’ambito culturale in un chiave linguistica ormai cinquecentesca, come testimoniano la grazia accentuata del volto, il modellato libero, l’impianto sinuoso della figura cui corrispondono i morbidi panneggi. La scultura può essere così collocata intorno al quarto-quinto decennio del XVI secolo, non lontano della prove plastiche di Domenico Beccafumi per il Duomo di Siena e dalla coppia Angelo Annunciante e Vergine annunciata del Museo dell’Opera del Duomo di Siena.
6.000 -
Lot 146 SCUOLA CENTRO ITALIANA, FINE XVI / INIZIO XVII SECOLO
Vergine Orante
Scultura lignea, cm. 92x46x38
Assieme all'esemplare al lotto successivo doveva probabilmente far parte di un più ampio gruppo ligneo raffigurante un Compianto sul Cristo morto.
PROVENIENZA: Collezione privata, Roma. -
Lot 147 SCUOLA CENTRO ITALIANA, FINE XVI / INIZIO XVII SECOLO
San Giovanni evangelista
Scultura lignea, cm. 91x42x24
Assieme alla Vergine orante al lotto precedente doveva probabilmente far parte di un più ampio gruppo ligneo raffigurante un Compianto sul Cristo morto.
PROVENIENZA: Collezione privata, Roma. -
Lot 148 ARTISTA OLANDESE, SECONDA META’ DEL XVII SECOLO
Busto di governatore (Francisco de Moura y Corterreal?)
Bronzo, cm. 33x21,5x13
Al retro reca incisione con numero: “8”.
La bella scultura bronzea qui proposta fa parte di una serie di busti realizzati nella seconda metà del XVII secolo e oggi identificati con i ritratti dei Governatori dei Paesi Bassi spagnoli. Il gruppo più ampio di tale serie si compone di quattro esemplari provenienti dalla collezione di August de Ridder (1837-1911), poi frazionato nel corso del secolo scorso tra il Museum für Angewandte Kunst e il Liebieghaus Skulpturensammlung di Francoforte. Come per i busti tedeschi, anche nel nostro caso l’identificazione dell’effigiato può sostenersi solo tramite confronti, talvolta puntuali, con altri immagini dei personaggi ritratti. Il nostro busto trova delle somiglianze con il marchese di Castel-Rodrigo Francisco de Moura y Corterreal, governatore dal 1664 al 1668, in particolar modo nel ritratto oggi conservato presso il Museu da Quinta das Cruzes di Funchal, nell’sola di Madeira, e nell’incisione del ritrattista fiammingo Anselm van Hulle. Un esemplare chiaramente in relazione con il nostro è stato proposto in asta da Sotheby’s Londra l’8 dicembre 2006 (l. 101), con un’interessante ipotesi alternativa di riconoscimento del personaggio effigiato nell’Arciduca Leopoldo Guglielmo d’Austria. L’esemplare Sotheby’s recava sul retro inciso il numero “2” e nella relativa scheda di catalogo si rimandava all’esistenza di un altro busto bronzeo analogo, recante al retro il numero “8”, busto che evidentemente va identificato con quello che qui si presenta.
Proprio la numerazione di tale serie risulta di particolare interesse: il numero “8” inciso sul retro del busto qui in oggetto potrebbe infatti segnalare il numero progressivo di produzione, ma anche indicare una disposizione finale dei busti all’interno di una struttura architettonica (come ad esempio una biblioteca). L’attinenza all’area olandese nell'abbigliamento e nell’acconciatura della capigliatura e dei baffi, nonché l’analisi stilistica dell’opera, orientano l’attribuzione verso un artista dei Paesi Bassi attivo nella seconda metà del XVII secolo.
Il lotto è corredato di Attestato di Libera Circolazione, rilasciato il 23/07/2019. -
Lot 149 SCULTORE NEOCLASSICO, FINE XVIII / INIZIO XIX SECOLO
Busto muliebre
Marmo bianco, cm. 25x19x46 -
Lot 150 MANIFATTURA ROMANA E SCULTORE ROMANO, PRIMI DECENNI DEL XVIII SECOLO
Cornice in bronzo cesellato e dorato, a bordo frastagliato con ricco ornato a volute e fregi architettonici; all'interno Compianto di Cristo in bronzo dorato applicato su placca in lapislazzulo, cm. 55x41.
Questo superbo lavoro di oreficeria e scultura va ricondotto alla migliore manifattura di inizio Settecento tra Roma e Firenze, e reca chiaramente l'influssi dell'esempio di Gian Lorenzo Bernini e Giovanni Battista Foggini. Si possono rinvenire stretti termini di paragone con coevi lavori di argenteria e intaglio prodotti nell'Urbe per gli arredi delle dimore dell'aristocrazia romana, dove tornano spesso soluzioni ornamentali analoghe a quella che caratterizzano la nostra cornice. -
Lot 151 SCUOLA SICILIANA, XVIII SECOLO
San Michele Arcangelo
Alabastro dipinto, cm. 60,5x28x16 -
Lot 152 MANIFATTURA ROMANA, PRIMA META’ DEL XIX SECOLO
Modello della Colonna dell’Imperatore Foca
Marmo giallo antico con base in marmo nero, cm. 81x28 -
Lot 153 MAESTRO PLASTIFICATORE NAPOLETANO
Allegoria del Tempo
Scultura in cera dipinta, cm. 86x52x68 (base cm. 16)
Ai piedi del vecchio un cartiglio reca l’iscrizione latina: “TEMPUS EDAX RERUM”.
3000 -
Lot 154 MANIFATTURA DEL XVIII / XIX SECOLO
Memento mori
Bassorilievo in rosso antico, cm. 31x22x2,5 -
Lot 155 ANONIMO XIX SECOLO
Placca con ritratto di Carlo Maratti
Placca in bronzo, cm. 27x21,5. Con cornice
Iscrizione a rilievo: "CAROLUS / EQUES / MARATTI".
PROVENIENZA: Collezione privata, Veneto. -
Lot 156 MANIFATTURA VENEZIANA, XVIII SECOLO
Coppia di leoni reggitorcia
Legno di noce scolpito e dipinto, cm. 43x48x20 -
Lot 157 MANIFATTURA NEOCLASSICA ITALIANA
Coppia di sculture raffiguranti Venere su globo
Legno intagliato, dipinto e dorato con base a plinto poligonale mistilineo, cm. 84x26x26 -
Lot 158 BELLA SPECCHIERA, XVIII SECOLO
Cornice barocca con ricche volute a traforo e cimasa floreale.
Legno intagliato, scolpito e dorato. Misure esterne, cm. 104x83; Luce, cm. 53x41. -
Lot 159 MANIFATTURA DI MURANO, XIX SECOLO
Grande specchiera interamente rivestita in vetro di Murano con piastre ovali e rettangolari mistilinee incise con figure femminili, ricca cimasa e corpo in legno
Cm. 177x102,5 -
Lot 160 SCUOLA EMILIANA, SECONDA META’ DEL XVII SECOLO
Martirio di San Sebastiano
Olio su tela, cm. 114x82. Con cornice
Questa tela raffigura in una chiave originale il Martirio di San Sebastiano, frequentatissimo dalla pittura del Seicento e specialmente in area emiliana. Con la sua gestualità teatrale e la ruvidezza massiccia del suo corpo il santo esprime un’accentuata energia monumentale. La rappresentazione esclude qualsiasi efferatezza senza però ricorrere alle estenuazioni sensuali che contraddistinguono il modello di Guido Reni, del quale pure il nostro pittore ha contezza. Ma più che di quest’ultimo riconosciamo qui una memoria della grave monumentalità di Ludovico Carracci. Appare chiara la vicinanza con la maniera di Guido Cagnacci: si pensi alla Maddalena penitente in collezione Spadoni a Bologna o alla Lucrezia della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Relazioni ancor più strette si possono rilevare con dipinti la cui paternità è da considerare sub judice, come il Sant’Antonio da Padova della Pinacoteca di Forlì e il Sant’Ignazio di Loyola della collegiata di Sant’Arcangelo di Romagno, oggi ricondotto all’interno del corpus di Cristoforo Savolini. -
Lot 161 AMBITO DI GUIDO RENI (Bologna 1575 - 1642)
Suicidio di Lucrezia
Olio su tela, cm. 90x69. Con cornice
Al retro della tela reca antico numero d'inventario: "T 203".
Questa notevole rappresentazione del Suicidio di Lucrezia presenta una chiara relazione formale con le invenzioni compositive elaborate da Guido Reni fra il terzo e il quarto decennio del Seicento. Il soggetto, assieme a quello "gemello" del Suicidio di Cleopatra, fu in effetti tra i prediletti dal grande maestro bolognese che lo sviluppò in un paio di moduli compositivi, a figura intera e a mezzo busto. Pur derivando da quest'ultima tipologia, la nostra versione non replica nessuna delle redazioni reniane note e, anche in ragione della sua elevata qualità pittorica ed espressiva, si presenta come un'elaborazione autonoma del modello. -
Lot 162 CERCHIA DI BERNARDO STROZZI (Genova, 1581 - Venezia, 1644)
Carità cristiana
Olio su tela, cm. 72,5x56,5. Con cornice
Il dipinto costituisce una replica del dipinto di Bernardo Strozzi conservato presso il Vescovado di Casale Monferrato di misure leggermente più ampie (cm. 90 x 67). cfr. C.Spantigati e G.Romano, Da Musso a Guala , Catalogo della mostra, Casale Monferrato, 1999, pp.142-143. -
Lot 163 SCUOLA NAPOLETANA, PRIMA META' DEL XVII SECOLO
Busto di profilo dell'Apostolo Taddeo
Olio su tela, cm. 53x43. Con cornice -
Lot 164 PITTORE FIAMMINGO ATTIVO IN ITALIA, XVII SECOLO
Scena di esecuzione in una piazza toscana
Olio su tela, cm. 71x103. Con cornice antica -
Lot 165 SCUOLA VENETA, XVII SECOLO
Satiro con nifa e putti in un paesaggio
Olio su tela, cm. 114x164,5 -
Lot 166 SCUOLA OLANDESE, XVII SECOLO
Scena di seduzione
Olio su tela, cm. 128x103,5. Con cornice
La tela si richiama alle rappresentazioni di tema erotico, generalmente di significato allegorico, diffuse nella produzione veneziana del Cinquecento (Tiziano, Bordon, Palma il Vecchio, Tintoretto), traslati nei modi della pittura olandese del Seicento. In particolare si riconscono affinità col pittore di Haarlem Pieter de Grebber, che nella sua pittura combina l'influenza di Rembrandt con un orientamento classicista. -
Lot 167 CERCHIA DI GASPARD DUGHET (Roma, 1615 - 1675)
Paesaggio con figura e vestigia classiche
Olio su tela, cm. 88x121. Con cornice -
Lot 168 ATELIER DI PIERFRANCESCO MOLA (Coldrerio, 1612, - Roma, 1666)
Paesaggio con figure in vesti rinascimentali
Olio su tela, cm. 63,5x48,5. Con cornice
Questo raffinato paesaggio con figure replica la felice composizione di Pier Francesco Mola nel dipinto oggi conservato al Nationalmuseum di Stoccolma. La medesima composizione, ma sviluppata nel formato orizzontale e priva della figura femminile, si ritrova in un esemplare di analoghe misure già di proprietà della Galleria Megna di Roma. La stretta aderenza al linguaggio pittorico del Mola paesaggista, che bilancia attentamente la lezione carraccesca e l’influenza della pittura veneta di pieno Cinquecento, riconduce l’attribuzione allo stretto ambito dell'atelier di Mola, dove operavano artisti di eccellente qualità capaci di un'adesione mimetica allo stile del maestro.