Asta 277 Arte Antica e del XIX secolo
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Lot 105 PORTA TOMASO (1686 - 1766) Paesaggio con cavaliere e villani nei pressi di un borgo. . Olio su tela . Cm 72,00 x 52,00. L'opera è accompagnata dalla scheda a cura di Federica Spadotto.. Cornice presente
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Lot 106 PITTORE DEL XV SECOLO Madonna con bambino e santo. Olio su tavola. Cm 70,00.
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Lot 107 ARTISTA FRANCESE DEL XVII SECOLO La morte di Euridice. . Olio su tela . Cm 99,00 x 80,00. . Cornice presente
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Lot 108 PHILIPP PETER ROOS DETTO ROSA DA TIVOLI (1657 - 1706) Paesaggio con armenti. . Olio su tela . Cm 127,00 x 96,00. . Cornice presente
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Lot 109 ARTISTA DEL XVII SECOLO Paesaggio con figure. . Olio su tela . Cm 75,00 x 61,00. . Cornice presente
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Lot 110 ARTISTA TOSCANO DEL XVIII SECOLO Madonna dei nodi. . Olio su tela . Cm 86,00 x 69,00. . Cornice presente
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Lot 111 BRANDI GIACINTO (1623 - 1691) San Giovanni evangelista. Olio su tela . Cm 63,00 x 80,00. In prima tela, Cornice antica.
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Lot 112 ARTISTA DEL XVI SECOLO Scena mitologica. Tempera su tela. Cm 158,00 x 108,00.
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Lot 113 TODESCHINI GIACOMO FRANCESCO DETTO CIPPER (1664 - 1736) Il venditore di ciliege. Olio su tela . Cm 44,00 x 58,00. Si ringrazia Maria Silvia Proni per aver confermato l'attribuzione. Cornice presente
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Lot 114 ARTISTA DEL XVIII SECOLO Coppia di nature morte di fiori. Olio su tela ovale. Cm 66,00 x 95,00. . Cornice presente
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Lot 115 BOTH JAN (1615 - 1652) Attribuito a. Paesaggio con fiume e cavalieri. Olio su tela . Cm 150,00 x 74,00. . Cornice presente
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Lot 116 ARTISTA DEL XVIII SECOLO Coppia di caricature. . Olio su tela . Cm 34,00 x 43,00. . Cornice presente
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Lot 117 EDDROP THEODORE (XVIII secolo) Marina in tempesta con scena di naufragio. Olio su tavola. Cm 25,50 x 17,50. Firmato in basso a destra. Provenienza: Collezione Privata. Bibliografia di riferimento: Dizionario enciclopedico Benezit, Ad vocem, Grund, Parigi 1999. Nonostante l'alta qualità dello stile pittorico di Theodore Eddrop, non esistono ancora notizie certe sulla sua vita. Eddrop è un artista di origine francese, vissuto intorno alla seconda metà del XVIII secolo, che ha dipinto numerosi paesaggi e marine, oltre ad alcune scene di genere. La sua produzione artistica si basa sulla conoscenza dei "paesaggi classici", di cui Claude Lorrain è l'interprete francese più noto, e si ispira alle opere dell'italiano Salvator Rosa.Grazie allo studio di questi celebri predecessori e dell'arte coeva del connazionale Claude-Joseph Vernet (1714-1789), Eddrop qualifica il suo stile, intensificando la descrizione dei sentimenti che si scatenano nell'esperienza della natura. Sono, infatti, gli anni in cui il concetto del "Sublime" comincia a diventare un nuovo criterio dell'esperienza estetica e in cui inizia a svilupparsi la coscienza del potere irrazionale della visione della natura, concetti che avranno grande sviluppo durante il Romanticismo e da cui deriverà la scelta di rappresentare, sovente in pittura, le tempeste marine. Alcune delle opere paesaggistiche di Eddrop sono conservate presso il Musée de Saint-Omer in Francia (Paesaggio filisofico, Paesaggio, Marina). Particolarmente ricercata per le tonalità cupe del cielo turbinoso e del mare in burrasca, la tavola di Eddrop lascia trasparire la secolare tradizione francese della pittura di marine. Nell'opera la capacità di catturare i valori luministici della particolare condizione atmosferica enfatizza l'aspetto poetico e pre-romantico della natura indomabile, forza avversa e incomprensibile all'uomo. Questa marina in tempesta si inserisce, infatti, nella linea del paesismo francese di Nicolas Poussin e Claude Lorrain per lo studio della luce, fedele al vero e al tempo stesso evocativa di misteriose atmosfere. La tela è, tuttavia, debitrice anche della pittura di Salvador Rosa per l'agilità del tocco, materico e sintetico, e la ricerca di effetti luministici, riconducibili al gusto barocco, che rappresentano una significativa anticipazione della sensibilità romantica, oltre che per la tenebrosità e il patetismo delle atmosfere. Eddrop in questa tavola sviluppa inoltre i nuovi repertori tematici tentati per primo da Claude-Joseph Vernet: una nuova drammaticità che investe la natura, proiezione poetica di un'inquietudine metafisica. La luce dissolve le forme in un misterioso universo senza limiti di tempo e spazio. Il filo d'orizzonte e le lontananze - un taglio molto ampio è riservato al cielo tempestoso -, il decentramento del motivo dominante ( il salvataggio di una donna) perchè appaia più naturale, lo spessore delle nubi e le differenti intonazioni della luce sono invece esperienze che si ricollegano al linguaggio del paesaggismo fiammingo. Tali diverse componenti mostrano la complessità della cultura dell'artista e la qualità dei suoi riferimenti artistici. . Cornice presente
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Lot 118 ARTISTA FRANCESE DEL XVIII SECOLO Paesaggio con ruderi e figure presso un fiume. Olio su tela . Cm 85,00 x 168,00. E' una vasta ed armoniosa composizione, animata da alcune figure in primo piano sulla sinistra e abbellita al centro da antiche rovine in parte ispirate dal "Tempio della Tosse" nelle campagne che circondano Tivoli che sembrano, del resto, aver servito da base al paesaggio qui esaminato. Si tratta di un'opera molto interessante, attribuita a Jean Baptiste Lallemand, probabilmente eseguito dopo il ritorno dell'artista in Francia nel 1761. Il francese Pierre-Jean Mariette, celebre amatore d'arte e suo contemporaneo, ha lasciato su di lui il seguente giudizio: "Jean Baptiste Lallemand visse a Roma dove si è occupato di dipingere dei paesaggi nello stile di quelli del Vanvitelli; ma quello che lui ha fatto mi sembra più freddo e di tocco più pesante. Tuttavia ne ho viste, di lui, eseguite "a guazzo" che non erano prive di pregio". Recenti ricerche hanno permesso di collocare molto meglio questa pittura molto originale nel mondo del paesaggio classico e del "ruinismo", essendosi formato a Roma sotto l'influenza del Panini e degli studi teorici del Piranesi, esprimendosi, in seguito, nelle composizioni che somigliano talvolta, ingannevolmente, a Hubert Robert. . Cornice presente
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Lot 119 CALANDRUCCI GIACINTO (1646 - 1707) Madonna e angeli. . Olio su tela . Cm 94,00 x 127,50. Si ringrazia Giancarlo Sestieri per aver suggerito l'attribuzione del presente dipinto.Per confronto Fototeca Zeri scheda n. 48633. Cornice presente
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Lot 120 ARTISTA FRANCESE DEL XVIII SECOLO Ritratto di gentiluomo. . Olio su tela ovale. Cm 63,50 x 69,50. In cornice antica. . Cornice presente
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Lot 121 ARTISTA DEL XVI SECOLO Deposizione. . Olio su tavola. Cm 48,50 x 68,50. . Cornice presente
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Lot 122 VOSMAER JACOB WOUTERSZ (1584 - 1641) Studio di Insetti. Olio su tavoletta. Cm 12,00 x 11,00. Firmato e datato 1639 in basso a destra.Provenienza: Collezione Privata. Pittore olandese, probabilmente parente di Wosmaert de Delft, Jacob Vosmaer si forma nella sua città natale, Delft, della cui Gilda entra a far parte prima del 1613. Verso il 1608 compie un primo viaggio in Italia e vi ritorna ancora nel 1629. Ad eccezione di questi due spostamenti, tuttavia, trascorre tutta la sua esistenza nella città olandese. Dopo esser entrato pienamente tra le fila della classe borghese benestante di Delft, Vosmaer viene insignito del titolo di "Capitano Maggiore" della Guardia Civica. Inizialmente si dedica alla pittura di paesaggio (secondo la testimonianza dello storico Houbraken), motivo per il quale la sua produzione può essere accostata a quella di Helias Verhulst (1570-1620 circa, Paesi Bassi) : un suo Paesaggio marino è citato infatti in un inventario di Delft del 1626 (riportanto da Montias) e una veduta di Mookerheide è elencata nell'inventario redatto alla sua morte. In un secondo momento i suoi interessi si indirizzano invece verso il genere della Natura morta - attualmente si conoscono suoi dipinti solo di questa tipologia - e l'artista predilige prevalentemente composizioni di fiori e frutta. Sovente, in questo tipo di raffigurazioni, Vosmaer inserisce fiori molto rari, che riesce a vendere ai collezionisti a prezzi molto elevati, ulteriore testimonianza della fama che l'artista ha raggiunto. Un dipinto dal titolo A vase with Flowers, firmato e datato 1613 (olio su tavola, inv. n. 71.5), è conservato presso il Metropolitan Museum di New York. La tavoletta in oggetto, firmata e datata, rappresenta certamente una rarità nella produzione di Vosmaer, per le piccole dimensioni e per il soggetto. L'accostamento di curiosi insetti e la loro dimensione, quasi naturale, che permette la visione dei loro più piccoli particolari anatomici, rimandano più che alle Nature morte pittoriche alle composizioni naturalistiche dei trattati scientifici dell'epoca. Nell'opera è infatti apprezzabile l'elevata qualità della pennellata, sottile e meticolosa. Le indagini rilettografiche a cui la tavola è stata sottoposta hanno documentato inoltre come la firma sia autentica e il disegno sottostante sia molto accurato, delimitando con estrema precisione i contorni delle figure. . Cornice presente
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Lot 123 ROSA CARLO San Giorgio e il drago. . Olio su tela . Cm 107,00 x 141,50. L'opera è accompagnata dalla scheda a cura di Giorgio Fossaluzza. Il santo cavaliere, come di consueto, è rappresentato mentre lotta con il drago che, secondo la leggenda agiografica, sta facendo strage di uomini. Il mostro ne risulterà ammansito, pertanto la principessa che si scorge in secondo piano a destra, tenendolo al guinzaglio, potrà esibirlo nella città dove regna suo padre, rappresentata turrita nell'ultimo piano. La scena è molto studiata dal punto di vista compositivo. Cavallo e cavaliere sono collocati in primissimo piano e assumono una forte evidenza scultorea. Tale risultato è accentuato dall'illuminazione che, condotta radente da sinistra, si concentra sul bianco destriero e sul cavaliere. Le decise capacità compositive dell'autore si desumono anche delle smarginature, specie a osservare in alto l'esuberante piumaggio variopinto dell'elmo e il tergo del cavallo. Tale osservazione permette, inoltre, di congetturare che il dipinto non è stato ridotto. In particolare, non doveva essere dotato della centina che è diffusa nelle pale d'altare. Di conseguenza - e tenuto conto delle misure relativamente ridotte dell'opera - si può pensare che non nascesse come pala d'altare. Non si esclude, pertanto, che fosse destinata alla devozione privata, anzichè a un luogo di culto. Del resto, il dipinto presenta un carattere che si potrebbe definire "profano", più che devozionale. Emerge un'interpretazione all'antica del santo cavaliere. Lo si osserva anche nella tipologia classica dell'armatura che il santo indossa, elmo compreso, e nei finimenti della bardatura del cavallo. Questi aspetti, e soprattutto i caratteri stilistici generali dell'opera, consentono di proporre una datazione del dipinto alla metà del Seicento. Si deve fare riferimento a un artista segnato da un'esperienza maturata a Roma o dalla conoscenza della cultura di questa capitale nella fase contrassegnata dal lascito classicistico di Annibale Carracci e degli artisti a lui collegati, ma con qualche interesse secondario anche per il naturalismo e i valori chiaroscurali di ascendenza caravaggesca. Queste due coordinate del classicismo postcarraccesco e di naturalismo mitigano in quest'opera l'esuberanza barocca, come avviene nei maestri di riferimento di questa fase. A fronte di queste osservazioni generali, si propone l'accostamento di quest'opera che è di buona qualità e che si valuta in un buono stato di conservazione, al pittore pugliese Carlo Rosa. Egli assomma, alla data proposta, la conoscenza della pittura napoletana postcaravaggesca a una diretta esperienza romana. Diviene pertanto, nei decenni centrali del Seicento, la personalità di riferimento per la pittura dell'Italia meridionale e, nella fattispecie, pugliese. Nel catalogo dei maestri che furono protagonisti della pittura a Napoli e ai quali Carlo Rosa dovette guardare si possono trovare anche importanti modelli per la composizione di cavallo e cavaliere. Si tratta delle seguenti tele di Andrea de Lione: Apparizione di San Giacomo nella battaglia contro i mori, Salerno, Pinacoteca provinciale; Battaglia tra ebrei e Amaletici e Assalto a una città, Torino, Collezione Nicolis. Si aggiunga, in particolare, il confronto con le seguenti tele di Aniello Falcone, Apparizione di San Giacomo nella battaglia contro i mori, Finarte, Roma 1982, asta 401, lotto 182; Battaglia contro i truchi e soldati romani entrano nel circo, entrambe le opere a Madrid, Museo del Prado. Quest'ultima opera trae ispirazione dalla classicistica Caccia di Meleagro e Atalanta di Nicolas Poussin sempre al Prado. Traduzioni di Carlo Rosa di tali modelli si ravvisano nell'Apparizione di San Giacomo nella battaglia di Clavijo della cattedrale di San Giorgio di Monopoli e nel San Giorgio del Museo dell'episcopio di Monopoli. Per un confronto stilistico utile di propone di Carlo Rosa anche il Davide che danza dinanzi all'arca del Museo Provinciale di Salerno. . Cornice presente
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Lot 124 ARTISTA NAPOLETANO DEL XVII SECOLO Filosofo. Olio su tela . Cm 51,00 x 67,50. . Cornice presente
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Lot 125 ARTISTA NAPOLETANO DEL XVII SECOLO Battaglia fra turchi e cristiani. Olio su tela . Cm 142,00 x 111,00. L'opera è accompagnata da scheda di Ferdinando Arisi (Gennaio 1976) che lo attribuisce ad Aniello Falcone. . Cornice presente
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Lot 126 DUNOUY ALEXANDRE HYACINTHE (1757 - 1841) Paesaggio con armenti e fiume. . Olio su tela . Cm 59,00 x 49,00. Al retro timbro Giroux a Paris.Provenienza: Collezione Privata; Sotheby's, New York, 18 Maggio 2006, Old Masters Painting, lotto 214.L'opera verrà inserita nel Catalogue Raissoné di Corinne Polycarpe Chorier. Nato a Parigi, il giovane Dunouy compie la sua formazione sotto la direzione del pittore Gabriel Briand (1725-1777); inizia così a dipingere vedute della città natale e delle contrade vicine ed espone per la prima volta le sue opere presso il Salon de Paris del 1791. Desideroso di conferire alla propria professionalità ampio respiro internazionale, compie a più riprese dei viaggi in Italia (sembra già dalla fine degli anni 80 e verso il 1802, ma il soggiorno certo è quello del 1810-1815). Mete irrinunciabili dei suoi itinerari sono le città di Roma e di Napoli, le cui zone limitrofe dipinge con accuratezza. Le composizioni di paesaggio del Maestro vengono esposte con regolarità fino al 1833 ai Salons parigini dove viene premiato con due medaglie (1819 e 1827). Nel 1810 diviene pittore ufficiale della regina Carolina e del re Gioacchino Murat, nominato sovrano di Napoli da Napoleone, e riceve l'incarico di eseguire paesaggi per il Palazzo Reale di Portici. In Italia subisce l'influenza del pittore tedesco Jakob Philipp Hackert (1737-1807) che incontra a Napoli. Una volta rientrato definitivamente in Francia, il Maestro incide all'acquaforte una serie di paesaggi (circa trenta) sulla base di propri dipinti e disegni (ora conservati al Gabinetto di Stampe della Biblioteca Nazionale di Parigi). Durante il periodo della maturità viene incaricato dal Re di Francia Luigi XVIII di studiare, con la collaborazione di altri noti artisti, dei progetti per la decorazione di molteplici castelli (che erano residenze reali) tra cui quello di Fontainebleau. Le figure nelle opere di Dunouy sono per lo più realizzate da altri artisti tra cui Nicolas-Antoine Taunay e Jean-Louis Demarne, con quest'ultimo l'artista ha collaborato dipingendo la parte paesaggistica dell'Incontro tra Napoleone e Pio VII nella foresta di Fontainebleau (1808, Versailles). Le sue opere sono esposte in molte località francesi tra cui Lione, Orleans, Parigi e Versailles. Dei suoi paesaggi sono conservati anche in Italia presso la Galleria Nazionale di Capodimonte (Napoli).La composizione rivela l'essenza della concezione pittorica del Maestro e le tecniche sono quelle tipiche della scuola francese; la scelta di un luogo anonimo, la casualità dello scorcio, la registrazione delle variazioni di luce e colore e la densità della stesura pittorica. Peculiare di Dunouy è la vocazione a costruire l'immagine attraverso una sequenza di piani: il gregge con il pastore, la cascata e infine un tempietto, che scandisce il passaggio dall'ombra alla luce. L'inserimento di una citazione colta, un'architettura che ricorda il Tempio di Vesta a Roma, dimostra come il pittore abbia studiato dal vero il paesaggio italiano e come nel successivo lavoro condotto in atelier abbia inserito il frammento nel contesto di un paesaggio di campagna. L'artista interpreta, infatti, i particolari osservati in prima persona secondo una nuova prospettiva; il dato naturale viene così ricreato secondo un'ottica dove anche la vita campestre, con le sue fatiche quotidiane, acquista un valore mitico, indipendente dalle coordinate spazio-temporali. . Cornice presente
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Lot 127 DUNOUY ALEXANDRE HYACINTHE (1757 - 1841) Paesaggio italiano con viandanti. Olio su tela . Cm 55,00 x 42,00. Firmato in basso a destra. Provenienza: Collezione privata. L'opera verrà inserita nel Catalogue Raissoné di Corinne Polycarpe Chorier. La tela, in ottimo stato di conservazione, è firmata e la sua autenticità è stata confermata dalla maggiore studiosa di Dunouy: Corinne Polycarpe Chorier. L'opera va ad aggiungersi ai rari studi d'apres nature che attestano l'attività en plain air di Dunouy. Il maestro appartiene infatti alla prima generazione di pittori educati alla ripresa del paesaggio italiano dagli insegnamenti dei Pierre-Henri de Valenciennes, che prevedono la creazione in atelier di un paesaggio basato sugli studi dal vero e reso in modo credibile: il paysage composè. Folgorato dalla bellezza della natura italiana, Dunouy partecipa al rinnovamento della pittura di vedute e capovolge l'idea di un ordine razionale che governa la natura. Come quest'opera documenta, insorge, infatti, un rapporto confidenziale con ciò che si rappresenta: il paesaggio campestre ritratto e le figure che lo attraversano dimostrano che la natura può essere rappresentata con semplicità, senza artifici. L'inserimento della colonna con la statua è inoltre una citazione dei resti classici studiati in Italia. . Cornice presente
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Lot 128 ARTISTA LOMBARDO DEL XVIII SECOLO Coppia di bravi con pistole. Olio su tela . Cm 35,00 x 48,00. . Cornice presente