Asta di Dipinti, disegni, mobili, tappeti, argenti e icone: gli arredi di Casa Rizzoli in Roma
-
Lot 73 Inghilterra (?) Il Nilo, 1830-1850 ca. Matita, acquerello, tempera e punta metallica su cartoncino applicato su tela 332x78 cm Grande veduta orientale, raffigurante il Nilo nel paesaggio sahariano. L'opera è stata ricondotta in sede peritale alla tipologia del papier peint - grandi composizioni realizzate a stampa policroma in elevate tirature per l'arredo degli interni - ma l'esame delle modalità costruttive porta a ricondurla all'ambito del disegno (in particolare: disegno preparatorio a matita, grandi aree e quasi tutte le ombreggiature ad acquerello, trattamento del cielo a spugna e pennello, interventi a punta metallica per graffiare la carta facendo emergere il bianco che sottolinea le onde). Il lotto arredava il salone dei ricevimenti di Casa Rizzoli
-
Lot 74 Amedeo Simonetti (1874-1922) Il mercante di tappeti Acquarello su carta applicata su cartoncino 54,4x75,9 cm Il lotto arredava l'ingresso signorile di Casa Rizzoli
-
Lot 75 Produzione di gusto europeo Tappeto tipo Kilim, 1960 circa Lana e altri tessuti 380x344 cm Il tappeto non presenta lo spessore tipico del Kilim di produzione tradizionale e va dunque considerato un tappeto a ordito leggero, il che facilitava lo spostamento relegandolo a mero strumento di arredo. Probabilmente prodotto negli anni Sessanta, trae il suo interesse principale dal fatto di aver arredato il salone dei ricevimenti della famiglia Rizzoli, portando la testimonianza di grandi incontri come i personaggi più in vista del cinema e della poltica italiani, da Paolo Villaggio a Silvio Berlusconi. Il tappeto compare in immagine piegato a metà e parzialmente srotolato.
-
Lot 76 Produzione di gusto europeo Tappeto tipo Kilim, 1960 circa Lana e altri tessuti 404x340 cm Il tappeto non presenta lo spessore tipico del Kilim di produzione tradizionale e va dunque considerato un tappeto a ordito leggero, il che facilitava lo spostamento relegandolo a mero strumento di arredo. Probabilmente prodotto negli anni Sessanta, trae il suo interesse principale dal fatto di aver arredato il salone dei ricevimenti della famiglia Rizzoli, portando la testimonianza di grandi incontri come i personaggi più in vista del cinema e della poltica italiani, da Paolo Villaggio a Silvio Berlusconi. Il tappeto compare in immagine piegato a metà e parzialmente srotolato.
-
Lot 77 Produzione europea Passatoia tipo Aubusson, XX secolo Lana 1280x138 cm Probabilmente prodotto negli anni Sessanta, il lotto trae il suo interesse principale dal fatto di aver arredato il salone dei ricevimenti della famiglia Rizzoli, portando la testimonianza di grandi incontri come i personaggi più in vista del cinema e della poltica italiani, da Paolo Villaggio a Silvio Berlusconi. Il tappeto compare in immagine parzialmente srotolato.
-
Lot 78 Pakistan, Arte del Gandhara, II-III secolo d. C. Testa di Buddha Maytreya Scisto, metallo Statua: 23,8x15,5x11,5 cm Base: 9,3x13x13 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, ne ha confermato la autenticità e la datazione. Su base fotografica, la dr.ssa Laura Giuliano, funzionario del Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma, conferma la autenticità e la datazione e così descrive il volto: "Testa del Buddha con baffi e ushnisha (protuberanza cranica) coperto di capelli acconciati a mo’ di chignon, stretto alla base da una sottile fascetta"
-
Lot 79 Cina, Dinastia Tang (618-907 d.C.), VIII secolo Coppia di Re Celesti Terracotta a smalti del tipo Sancai ("Tre colori") 83x35,5x19 cm e 77,8x27,5x13,5 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminati gli oggetti dal vero, ne ha confermato la datazione all'epoca Tang (618-907 d.C.), e precisamente all'VIII secolo. La datazione è condivisa (VII-VIII secolo), a seguito di un esame su base fotografica, dal Dr. Roberto Ciarla, del Museo Nazionale d'Arte Orientale, Roma, che ha identificato le due statue come due ‘Re Celesti’ ("Tian Wang" o in sanscrito "Lokapala"), con funzione di corredo funerario. Il lotto arredava l'ingresso signorile di Casa Rizzoli
-
Lot 80 Cina. Dinastia Sui (581-618) o inizio dinastia Tang (618-907), sec. VII Lanciere o portatore di stendardo Terracotta caolinitica con tracce di pigmenti policromi stesi a freddo 58,5x18x16,5 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, ne ha confermato la datazione all'epoca Tang (618-907 d.C.), e precisamente all'VIII secolo. A seguito di un esame su base fotografica, il Dr. Roberto Ciarla, del Museo Nazionale d'Arte Orientale, Roma, ha identificato la statua come un lanciere o partatore di stendardo, con funzione di corredo funerario, anticipando la datazione al VII secolo, nel passaggio tra la Dinastia Sui (581-618) e l'inizio della dinastia Tang (618-907). Il lotto arredava il salone dei ricevimenti di Casa Rizzoli
-
Lot 81 Cina Guerriero, dinastia Ming (1368-1644), XVII secolo Bronzo, tracce di lacca rossa e marrone, doratura 29x12x9 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, lo ha identificato come produzione del periodo Ming, più precisamente datandolo al XVII secolo. Su base fotografica, il dr. Roberto Ciarla, funzionario del Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma, conferma la produzione durante il regno della "Dinastia Ming (1368-1644)", ma la considera notevolmente più antica, portandola al "sec. XV-XVI". Lo specialista interpreta la figura come "una divinità minore o un eroe del pantheon taoista". Giovanni Carlo Boffano, dall'esame dei residui della patina, ritiene che la scultura fosse dorata sulle parti scoperte del corpo e invece laccata di rosso per gli abiti. Lo specialista non esclude l'impiego di altri colori a contrasto per meglio definire il vestiario.
-
Lot 82 Cina Kuan yin o Manjusri su chimera Legno 46,7x31,2x16,5 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, lo ha identificato come Kuan yin su una chimera, di produzione cinese del XIX secolo. Su base fotografica, il dr. Roberto Ciarla, funzionario del Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma, data invece l'opera alla "Dinastia Ming (1368-1644): secc. XIV-XVI", identificando il soggetto in "Manjusri, il bodhisattva della Saggezza, assiso nella postura del ‘principe meditante’ (lalitasana) su un mitico ‘leone’ recumbente. L’iscrizione (mutila) sulla base, quasi interamente sulla porzione viva del legno, sembrerebbe apocrifa."
-
Lot 83 Giappone, XVIII-XIX secolo Buddha Amida Nyorai Legno laccato nero, pasta di vetro Statua: 108x38x22 cm. Basamento: 35x30,5x30,5 cm. Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, ne ha confermato la datazione al XVIII secolo, segnalando tra l'altro il riadattamento del foro frontale per l'amitaba al fine di introdurvi un inserto in vetro. A seguito di un esame su base fotografica, il Dr. Roberto Ciarla, del Museo Nazionale d'Arte Orientale, Roma, ha identificato la statua come raffigurante il Buddha Amida Nyorai. Segnala inoltre che "sebbene avambracci e mani siano mancanti il tipo di figura è canonicamente nella postura della ‘rassicurazione e protezione’ Semui-in (sanscrito abhaya mudra). Il Dr. Ciarla identifica il possibile originale in un modello del XIII secolo e data la statua in asta al XIX secolo, confermando la recente introduzione dello "inserto di vetro blu sulla fronte (ūrṇā)".
-
Lot 84 Rajastan - Nevar Le divinità nuziali Isaur e Gangaur (?), tardo XIX secolo Legno dipinto in policromia Figura maschile: 53x16x18,5 cm Figura femminile: 46x15x13,5 cm Le misure si riferiscono alle sole statue. In entrambi i casi la base è alta 3 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminati gli oggetti dal vero, li identificati come produzione realizzate in Rajastan - Nevar nel tardo XIX secolo. Su base fotografica, la dr.ssa Laura Giuliano, funzionario del Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma, ritiene che la "Coppia di figura femminile e figura maschile" rappresenti "probabilmente la dea Gangaur e il suo sposo Isaur. Statuette come queste vengono tuttora realizzate in Rajasthan in occasione del festival di Gangaur che si svolge tra marzo ed aprile, immediatamente dopo la Holi, durante il quale si celebra la primavera, il raccolto e l’amore coniugale. Dipinte da pittori della comunità Matheran per essere conservate dalle famiglie nelle proprie case, queste immagini trovano un corrispettivo nelle statue in argilla delle stesse divinità, vestite e decorate dalle donne e da loro condotte in processione durante la festività" Anche la Dr.ssa Giuliano data la coppia al XIX secolo.
-
Lot 85 Vietnam Danzatore Legno Statua: 59,2x17x13 cm Base: 5,5x26x15,5 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, lo identificato come produzione vietnamita del XX secolo.
-
Lot 86 Giava o Bali Hanuman alato - Garuda,fine del XIX - inizi del XX secolo Legno laccato di rosso, ferro 41,8x16,3x11,3 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, lo identifica con Garuda e ne colloca la produzione a Giava nel XX secolo. Su base fotografica, la dr.ssa Laura Giuliano, funzionario del Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma, ha identificato il soggetto come Hanuman alato e ipotizzato la produzione a Bali tra la fine del XIX - inizi del XX secolo.
-
Lot 87 Corea Coppia di cani di Fò, XX secolo Legno, tracce di policromia 25,5x38x18,4 cm; 26x37,8x18 cm Le protromi mostrano nella parte posteriore un innesto e sulla schiena una ampia porzione non lavorata, mentre la pancia reca ancora larga parte della pittura originale in colore rosso e bianco. Si può supporre dunque che fossero elementi decorativi, forse con valore di scongiuro riturale, innestati nel marcapiano o nel punto di congiunzione tra il muro e il tetto di un edificio. A questa conclusione conduce anche il fatto che il colore è quasi del tutto consumato nella parte superiore della testa, maggiormente esposta agli agenti atmosferici. Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminati gli oggetti dal vero, li ritiene produzioni coreane del XX secolo.
-
Lot 88 Cina. Forni di Jingdezhen Vaso a collo lungo, regno di Kangxi (1662-1722) Porcellana a smalti policromi sopra e sotto coperta nella tavolozza ‘famiglia verde’ Vaso: 44x21,2 cm Con montatura: 63,6x21,2 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, lo identificato come vaso famiglia verde, datandolo al regno di Kangxi (1661-1722). Su base fotografica, il dr. Roberto Ciarla, funzionario del Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma, conferma in modo più ampio la datazione alla "Dinastia Qing (1644-1911), secc. XVIII-XIX", precisando la produzione nei "Forni di Jingdezhen" e la tecnica ("Porcellana a smalti policromi sopra e sotto coperta nella tavolozza ‘famiglia verde’"). Il Dr. Ciarla sviluppa inoltre una complessa lettura strutturale e iconografica: "Vaso con corpo a bulbo e alto collo cilindrico decorato da serti di peonia e medaglioni inscriventi corolle di peonia alternati a ‘draghi’ (del tipo 'qilong'). La transizione spalla/collo è sottolineata da una banda riempita da una teoria di draghi 'qilong' che inseguono la ‘perla luminosa’."
-
Lot 89 Cina Vaso del tipo 'giara da ginger', con decoro benaugurante Porcellana a smalto blu di cobalto sotto coperta e, sopra coperta, verde, giallo e rosso-ferro nella tavolozza wucai (‘cinque colori’) vaso: 32x24,5 cm; con montatatura: h. 71,5 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, ne ha confermato la datazione al XX secolo e la produzione in Cina. A seguito di un esame su base fotografica, il Dr. Roberto Ciarla, del Museo Nazionale d'Arte Orientale, Roma, ha invece datato il vaso al XVI-XVII secolo, nel passaggio tra le dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911), precisando la produzione ai forni di Jingdezhen. Il Dr. Ciarla ha anche precisato il tipo - ‘giara da ginger’, con corpo ad ogiva e tozzo orlo diritto - e chiarito il tema della "decorazione continua, di significato augurale, raffigurante una fenice (fenghuang) e un animale fantastico (qilin) in un giardino fantastico con fiori di diverso valore simbolico e ‘rocce taihu’ ". Il lotto arredava l'ingresso signorile di Casa Rizzoli
-
Lot 90 Jingdezhen (Jiangxi) ?, XVII-XX secolo Due vasi a corpo ovoidale, del tipo ‘ciotola per pesci’ ciascuno su piedistallo di legno (huanghuali?) a forma di bambù Porcellana a smalti policromi sopra coperta nelle tavolozze 'famiglia rosa' e famiglia verde'; legno Ogni vaso: 58x46,5x46,5 cm circa. Ogni piedistallo: 64x59 cm circa Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminati gli oggetti dal vero, li ritiene produzioni del XX secolo. Su base fotografica, il Dr. Roberto Ciarla, funzionario del Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma, ritiene invece che si tratti di due porcellane risalenti alla dinastia Qing (1644-1911), e più precisamente l'esemplare a destra al XVIII secolo e l'altro al XVII-XVIII secolo. La decorazione del primo vaso è così interpretata dallo studioso: "Decoro a serti floreali su fondo giallo con riserve tonde, riempite da motivi floreali, e rettangolari, riempite da scene ispirate a un lavoro teatrale o a un romanzo storico. Orlo sottolineato da ghirlanda con motivo augurale ‘a testa di ruyi’". La decorazione del secondo vaso è così interpretata: "Decoro continuo con scena raffigurante ‘il convegno degli Otto Immortali’ del taoismo. Orlo sottolineato da ghirlanda con motivo ‘a testa di ruyi’." Per quest'ultimo, il Dr. Ciarla segnala come provenienza "verosimilmente fornaci private di Jingdezhen (prov. del Jiangxi)". Il lotto arredava l'ingresso signorile di Casa Rizzoli
-
Lot 91 Cina. Canton Vaso a corpo ovoidale, 1960 circa Porcellana a smalti policromi sopra coperta nella tavolozza della ‘famiglia rosa’ Vaso: 44,5x20,5 cm Base: 6,2x21,8 cm Ringraziamo il Prof. Sergio Romagnoli, che, esaminato l'oggetto dal vero, lo identificato come produzione di Canton, databile intorno al 1960. Su base fotografica, il dr. Roberto Ciarla, funzionario del Museo Nazionale d'Arte Orientale di Roma, ha invece datato il vaso alla "Dinastia Qing (1644-1911): secc. XVIII-XIX", confermando invece la tecnica ("Porcellana a smalti policromi sopra coperta nella tavolozza della ‘famiglia rosa’") e sviluppando una complessa lettura strutturale e iconografica: "Vaso con corpo ovoidale, base piatta, collo rastremato e ampio orlo everso. Sul collo si impostano due prese configurate, in posizione opposta, in forma di coppie di ‘Cani di Fò’ affrontati. Il corpo presenta un decoro continuo, di carattere augurale, raffigurante un giardino fantastico con uccelli di diverso tipo e coppie di fenici maschio/femmina (fenghuang) su grossi cespugli di peonia in piena fioritura e ‘rocce taihu’. Il collo è decorato da ramoscelli di fiori, ciascuno con distinto valore simbolico, e ‘rocce taihu’. Spalla e base sottolineate da un fregio con metope inscriventi rami di melograno.
-
Lot 92 Manifattura Lenci, 1934 (?) Madonna Porcellana invetriata 20,2x11x10 cm
-
Lot 93 Decoratore, XX secolo, e argentiere non identificato, fine del XIX secolo Madre di Dio di Smolensk Riproduzione ripresa a mano, argento con lavorazione guilloché, smalti cloisonné 27x22,5 cm L'immagine è una riproduzione a stampa applicata su legno. L'icona è conservata entro teca in legno. Nota bene, nell'immagine fotografica la decorazione smaltata appare intera, ma la parte terminale dell'aureola del Bambin Gesù è spezzata ed è semplicemente appoggiata in adesione e continuità con la restante parte .
-
Lot 94 Iconografo e argentiere russi e saggiatore non identificato, XIX secolo Madre di Dio di Smolensk, XIX secolo e 1879 Tempera all'uovo su tavola, argento, smalti cloisonné 27x22,2x22,6 cm Il marchio di saggio ricorda quello di Andreij Antonovich Kovalskij, la cui attività nota (1821-1856) non coincide con la data di saggio (1879). E' privo di riscontri il simbolo dell'argentiere. Riza riccamente lavorata a sbalzo, con motivi incisi e interventi guilloché e cloisonné. Cornice dorata, con cimasa con spirito santo in forma di colomba, entro teca in legno e vetro. La datazione agli anni settanta dell'ottocento si riferisce alla riza. L'icona appare precedente.
-
Lot 95 Iconografo e argentiere russi, saggiatore Mikhail Karpinskij (attivo tra il 1825 e il 1838) (?) Madre di Dio di Tikhvin, inizi del XIX secolo Tempera all'uovo, olio, oro su tavola, argento dorato e inserti in ceramica dipinta 33,5x28,5x6,5 cm La datazione al 1817 si riferisce all'anno di produzione della riza, datata probabilmente dal maestro saggiatore Mikhail Karpinskij (attività nota: 1825 - 1838). L'icona, risalente all'inizio del secolo, è stata a lungo oggetto di venerazione come testimoniano gli effetti del calore delle candele di cera e incenso sulla superficie, di cui si sente ancora molto vivo il profumo.
-
Lot 96 Iconografo russo e argentiere AB, XVIII secolo Madre di Dio di Vladimir Tempera all'uovo su tavola, argento 32x26x5 cm