ASTA 216 - OLD MASTERS & XIX CENTURY ART
-
Lot 303 DE CARO BALDASSARRE (1689 - 1750) Natura morta con cane e selvaggina. Olio su tela . Cm 61,00 x 78,50. Cadute di colore. Cornice presente
-
Lot 304 DE CARO BALDASSARRE (1689 - 1750) Natura morta con cane. . Olio su tela . Cm 85,00 x 56,00. Cadute di colore. Cornice presente
-
Lot 305 ARTISTA BERGAMASCO DEL XVIII SECOLO Paesaggio con barche e personaggi. Olio su tela . Cm 98,50 x 73,50. . Cornice presente
-
Lot 306 CRIVELLI GIOVANNI DETTO IL CRIVELLINO (1690 - 1750) Natura morta con pesci, piccioni in un nido. Olio su tela ovale. Cm 57,00 x 71,00. I dipinti sono accompagnati da scheda critica di Ferdinando Arisi datata al 1976. Cornice presente
-
Lot 307 MONTI DETTO IL BRESCIANINO DELLE BATTAGLIE FRANCESCO (1646 - 1712) Scena di battaglia. Olio su tela . Cm 73,00 x 48,00. . Cornice presente
-
Lot 308 DE MATTEIS PAOLO (1662 - 1728) E Bottega. Sacra famiglia. Olio su tela . Cm 101,00 x 74,00. Al retro antico cartiglio riportante la dicitura "paolus. Matte a Napoli 1720". Cornice presente
-
Lot 309 ARTISTA DELLA FINE DEL XVIII SECOLO Veduta di Venezia con Palazzo Ducale. Olio su tela . Cm 71,00 x 54,00.
-
Lot 310 CIGNANI CARLO (1628 - 1719) Scuola di. Tondo con putti. . Olio su tela . Cm 95,00 x 95,00. Expertise a cura di Raffaele De Grada datata 1988. . Cornice presente
-
Lot 311 ARTISTA ROMANO DEL XVII SECOLO Madonna con Bambino. Olio su tela . Cm 94,50 x 119,00. In cornice intagliata del XVII secolo. Cornice presente
-
Lot 312 ALBANI FRANCESCO (1578 - 1660) Copia da, La danza degli amorini in imponente cornice in legno dorato e intagliato del XIX secolo. Olio su tela . Cm 115,00 x 92,00. . Cornice presente
-
Lot 313 CERUTI GIACOMO (1698 - 1767) Attribuito a. Ritratto di gentildonna. . Olio su tela . Cm 64,00 x 74,00. . Cornice presente
-
Lot 314 CAVAGNA GIOVANNI PAOLO (1556 - 1627) Madonna con Bambino e San Giovannino. Olio su tela . Cm 50,00 x 60,00. Provvisto di certificato di esportazione. Bigliografia comparativa L. Bandera. Da Gian Paolo Cavagna ai fratelli Galliari in Pittura .... Cinisello Balsamo, 1987. M. Gregori. Pittura a Bergamo, dal romanico al neoclassico. Cinisello Balsamo, A. G. Pizzi, 1991. A. Locatelli Milesi. Un maestro poco noto: Gian Paolo Cavagna. Bergamo, Emporium, 1935. F. Rossi. Giovan Paolo Cavagna in S. Martino. Bergamo, 1987 E.De Pascale - F.Rossi, "Giovan Paolo Cavagna e il ritratto a Bergamo dopo Moroni", catalogo della mostra, Quaderni dell'Accademia Carrara, n°14, Bergamo, 1998.
-
Lot 315 LONGHI ALESSANDRO (1733 - 1813) Attribuito a. Ritratto del Doge Alvise Mocenigo IV. . Olio su tela . Cm 77,00 x 95,50. L'identificazione si basa sul raffronto con un altro ritratto conservato alla Gallerie dell'Accademia di Venezia, attribuito ad Alessandro Longhi in base ad una nota archivistica dell'Accademia di pittura veneziana che segnala come, nel 1767, fosse stato prestato al Longhi un ritratto del precedente Doge, Marco Foscarini, opera di Fortunato Pasquetti, per impiegarlo come modello di quello che avrebbe realizzato del Doge Mocenigo: le due opere avrebbero dovuto costituire pendant nelle sale accademiche. . Cornice presente
-
Lot 316 SOLIMENA FRANCESCO (1657 - 1747) Sant'Andrea in conversazione con Sant'Agostino e gloria angelica. Olio su tela . Cm 64,00 x 77,00. Si ringrazia Nicola Spinosa per aver confermato l'autografia. E’ l’inedito bozzetto per uno degli affreschi dipinti tra il 1682 e il 1685 da Francesco Solimena nel Coro della chiesa napoletana di Santa Maria Donnaregina Nuova, annessa all’omonimo convento di monache francescane. Si tratta, in particolare, del bozzetto relativo all’affresco che, con la rappresentazione dei Santi Andrea e Agostino, era dipinto, entro un riquadro verticale, su una delle pareti laterali del Coro della chiesa fino alla metà degli anni Trenta del secolo scorso. In quegli anni, infatti, sotto la direzione dell’architetto Gino Chierici, si decise di recuperare l’abside della chiesa di fondazione trecentesca e in stile gotico, che era stata in parte inglobata nella chiesa eretta tra fine Cinque e a inizio Seicento con strutture tardomanieriste poi ampliate in strutture barocche. L’incarico di affidare la decorazione del Coro al giovane e non ancora affermato Solimena fu il risultato di un intervento a suo favore sulle francescane di Donnaregina dell’arcivescovo di Napoli, cardinale Innico Caracciolo, che anche in seguito si sarebbe confermato ammiratore e mecenate di Francesco. I lavori, forse iniziati, sulla base di un primo pagamento, nel 1682 o poco prima, erano ancora in corso nel gennaio 1684 e, dopo una probabile interruzione, risultavano non completati ancora nel giugno 1684. Come si rileva, meglio qui che negli affreschi mal conservati, il ciclo documenta un sensibile e significativo progresso del giovane Solimena in direzione barocca, tra esempi di Lanfranco e di Luca Giordano visti a Napoli e di Pietro da Cortona studiati sia attraverso le relative riproduzioni a stampa, si in occasione di breve e ormai ‘obbligato’ soggiorno formativo nella vicina Roma. Anche nel bozzetto in argomento si rileva, infatti, non solo, per la formazione in chiave naturalista condotta nella ‘bottega’ paterna, una marcata inclinazione alla resa concreta e vera di panni, di particolari anatomici e di tratti somatici, quanto soprattutto una più accorta e studiata ambientazione scenografica di matrice lanfranchiana degli episodi o dei santi rappresentati, un uso più raffinato di dense stesure di prezioso colore ripreso dai luminosi esempi ‘neoveneti’ di Luca Giordano e Pietro da Cortona. Con, in aggiunta, la presenza di notevoli inserti di ‘natura in posa’, come anche nel bozzetto in argomento, del tutto affini, per resa pittorica, alle note composizioni di Giuseppe Recco, con il quale, peraltro, Solimena negli stessi anni ebbe modo più volte di collaborare. Da segnalare, infine, che, direttamente in relazione con il bozzetto dell’affresco con Sant’Andrea e Sant’Agostino sono note anche alcune copie su tela e con le dimensioni quasi identiche, realizzate probabilmente da imitatori del pittore ormai sulla via di un crescente successo. Due copie furono segnalate da Ferdinando Bologna nel 1958 presso il Museo Civico di Barletta e in una privata raccolta napoletana (foto nell’archivio della Soprintendenza di Napoli in Castel Sant’Elmo, nn. 744 e 1835), mentre una terza tela (cm. 74,3x47,6), comparsa presso la Hazlitt Gallery di Londra nel maggio-giugno 1963 , è poi entrata a far parte, per alcuni anni, della collezione del Museum of Art di New Orleans (inv. n. 80-6-1-4), prima di essere alienata, senza che al momento se ne conosca l’attuale collocazione. Il dipinto esaminato, che si presenta in discreto stato di conservazione, sarà pubblicato nella monografia su Solimena curata dallo scrivente ed edita agli inizi del 2018 dalla Ugo Bozzi Editore Srl di Roma. . Cornice presente
-
Lot 317 VISO NICOLA (1724 - 1742) Paesaggio con cacciatori inseguiti da un orso. Olio su tela . Cm 129,50 x 103,30. Cornice d'epoca. Si ringrazia Nicola Spinosa per la scheda dell'opera. Il dipinto appartiene alla mano di Nicola Viso sulla base di concordanze di taglio paesistico e stilistiche con opere firmate di quest'ultimo, pittore ancora poco o malnoto, che, attivo nella prima metà del Settecento, viene ricordato dal biografo Bernardo de Dominici in parallelo con il paesista Michele Pagano per una comune dipendenza da modelli affini di Salvator Rosa. Del Viso sono noti alcuni paesaggi firmati, con paesaggi "d'invenzione", nei quali sono inseriti frammenti di ruderi romani o edifici contemporanei (casolari o castelli), ravvivati dalla presenza di scenette di vita popolare, con figurine di contadini, pastori o cacciatori, ma anche con paesaggi marini con barche, vascelli e pescatori. Tra questi dipinti si segnalano il "Paesaggio con ruderi", firmato e datato 1724, già in collezione napoletana, entrambi prossimi compositivamente alle due tele in esame, un "Paesaggio con pastori", firmato, già collezione Morandotti a Milano, due tondi, di cui uno siglato, con scene di vita popolare, di una raccolta privata, nonchè due "Marine" firmate, comparse sul mercato antiquario londinese. Il Viso fu anche autore di piccole tele con scene di osteria o di soggetto sacro, come quelle, ovali, raffiguranti il "Riposo nella fuga in Egitto" e "l'Adorazione dei Magi", comparse all'asta presso Della Rocca a Torino del dicembre 2013, e, in qualche caso, con destinazione ecclesiastica, come quella firmata e datata 1739, che si conserva nella chiesa napoletana di Santa Teresa a Chiaia. Cornice presente
-
Lot 318 VISO NICOLA (1724 - 1742) Paesaggio con rovine, castello in riva a un lago con personaggi. Olio su tela . Cm 129,70 x 102,30. Cornice d'epoca. Per la scheda si rimanda al lotto precedente. Cornice presente
-
Lot 319 NUVOLONE CARLO FRANCESCO (1608 - 1661) Morte di Didone. Olio su tela . Cm 174,00 x 131,00. Si ringrazia Filippo Maria Ferro per la scheda dell'opera. Didone, dopo la partenza di Enea da Cartagine, disperata si uccide tra i lamenti delle sue ancelle: secondo i versi di Ovidio “decepta decipit omnes”. La scena, di grande fortuna nel melodramma dell’epoca, è interpretata con magistrale sensibilità per gli “affetti” da Carlo Francesco Nuvolone in una serie di tele, eseguite negli anni 1640 - 1645, che propongono il punto nodale della scena. A tutt’oggi sono note due tavolette che documentano l’invenzione (Ferro, Nuvolone una famiglia di pittore nella Milano del ‘600, Soncino (Cr), 2003, cf 82, cf 83) e quattro redazioni grandi, in formato verticale, della composizione (Ferro, 2003, cf 84, cf 85, cf 86, cf 87). La versione qui presentata, inedita, è l’unica in cui l’evento vede una partecipazione corale e una narrazione dell’episodio estesa ad una vera e propria sequenza, comprendente Enea e i guerrieri troiani che si dirigono verso la nave. Ma non solo il formato maggiore e orizzontale caratterizza il dipinto; alcuni aspetti stilistici, una cromia più festosa, la ricchezza dei panneggi, la festosa eleganza dell’ambiente di corte, di raffinato esotismo, portano a pensare alla felice collaborazione che, a partire dal 1646 e per più di un decennio, si stringe tra Carlo Francesco e il fratello minore Giuseppe, in modo così intenso e sinergico da rendere non distinguibili, in molte occasioni come nella presente, le loro mani. Una corrispondenza d’intenti che trova il suo acme nelle storie bibliche nel Santuario della B.V. del Rosario a Vimercate, circa 1648, e poi nella cappella X del Sacro Monte d’Orta tra il 1648 e il 1654. A questo giro d’anni è databile anche la nostra tela. . Cornice presente
-
Lot 320 VACCARO ANDREA (1600 - 1670) Sacra Famiglia con S. Anna. Olio su tela . Cm 101,50 x 129,00. Cornice d'epoca. Si ringrazia Nicola Spinosa per la scheda dell'opera. Il dipinto, anche per lo schema compositivo adottato, rientra nelle numerose tele con soggetti sacri, che per essere caratterizzati da espressività devota e di raccolta intimità familiare, erano destinate a una committenza privata. Tra i pittori napoletani attivi nella metà del Seicento e che trattarono più volte il tema della Sacra Famiglia si distinse Andrea Vaccaro, al quale spetta, per affinità stilistiche, formali, compositive e pittoriche, con altri suoi dipinti di soggetto affine, anche la tela in argomento. Il soggetto fu illustrato dal Vaccaro, che dopo una formazione su modelli del Caravaggio a Napoli e in area naturalistica, si era avvicinato nei tardi anni Trenta del secolo, ai modi del classicismo di Guido Reni, in particolare accostandosi su queste basi a Massimo Stanzione, tornato nel 1630 da Roma, spesso inserendo, accanto alle figure di San Giuseppe, della Madonna e del Bambino Gesù, anche quelle dei genitori di Maria, Sant'Anna e San Gioacchino; talvolta, come nel caso della tela in esame, della sola Sant'Anna; Questo tema, con le sue diverse presenze prima indicate, venne illustrato per lo più dal pittore in tele di medie dimensioni e con i protagonisti della sacra composizione 'a mezza figura', come nel dipinto in argomento, per un lungo arco della sua attività e, soprattutto, dopo il 1640 e ancora in tarda età, sempre con toni di accentuata devozione. Si segnalano, per concordanze compositive, formali, di resa espressiva e di stesura pittorica, con questa Sacra Famiglia con Sant'Anna in preghiera dinanzi al Bambino Gesù, dipinti noti del Vaccaro, con una datazione alla metà del secolo, la Sacra Famiglia con San Giovannino di una collezione privata, con evidenti influenze cromatiche di matrice vandychiana, la tela d'identico soggetto di un'altra raccolta privata e, sebbene a figure intere e di grandezza quasi naturale, le due composizioni, praticamente identiche e di una fase più avanzata del pittore, comunque dopo il 1650, con la Sacra Famiglia, Sant'Anna, San Gioacchino e San Giovannino, rispettivamente in due diverse raccolte private. Notevoli anche le affinità con un'altra tela di ridotte dimensioni, siglata con le iniziali del pittore, nella quale sono dipinte, con figure di tre quarti, la Sacra Famiglia con Sant'Anna e San Giovannino orante, comparsa anni orsono presso la galleria di Jacques Leegenhoek a Parigi, nella quale sono evidenti i riferimenti alle soluzioni di luminoso pittoricismo in chiave 'neoveneta' di Mattia Preti, a Napoli dal 1655 al 1660, e del giovane Luca Giordano dopo il 1655. In aggiunta va anche rilevato che per la figura della Madonna Vaccaro sembra abbia utilizzato sempre lo stesso modello femminile che compare identico, per i tratti del volto, anche in altre sue note composizioni di soggetto identico o affine. Al dipinto, inedito, sembra possa spettare, per i caratteri stilistici indicati, una datazione già successiva al 1660. . Cornice presente
-
Lot 321 ICONA RUSSA DEL XVII SECOLO Santo martire. Tempera su tavola. Cm 48,00 x 68,00.
-
Lot 322 MAESTRO VENETO CRETESE DEL XVI SECOLO Crocefissione. . Tempera su tavola. Cm 29,00 x 34,00. Difetti e restauri.
-
Lot 323 ARTISTA VENETO - CRETESE DEL XVII SECOLO Scena della Via Crucis. Olio su tavola. Cm 45,00 x 55,50. . Cornice presente
-
Lot 324 ARTISTA VENETO - CRETESE DEL XVII SECOLO Madonna con bambino e angeli. Tempera su tavola. Cm 20,00 x 27,50.
-
Lot 325 MANIFATTURA RUSSA DEL XIX SECOLO Annunciazione. . Tempera su tavola. Cm 60,00 x 86,00. Al retro cartiglio a cura della Galleria Ferrari, Treviglio.
-
Lot 326 MANIFATTURA FRANCESE DEL XIX SECOLO Coppia di candelabri in bronzo brunito e dorato. . . Cm 64,00.