Asta 51 - Arte Moderna e Contemporanea Terza Sessione - Dipinti, disegni e sculture moderni, Disegni e incisioni russi
mercoledì 15 maggio 2024 ore 10:00 (UTC +01:00)
Giulio Aristide Sartorio, Raccolta di disegni originali per Le feste romane di Ruggero Bonghi illustrate da Giulio Aristide Sartorio e Ugo Fleres. Milano, Hoepli, 1891. 1890.
Giulio Aristide Sartorio,
Raccolta di disegni originali per Le feste romane di Ruggero Bonghi illustrate da Giulio Aristide Sartorio e Ugo Fleres. Milano, Hoepli, 1891. 1890
Raccolta di 32 disegni originali a tempera su carta, in buona parte applicati su cartoncini e recanti didascalie manoscritte
mm 140/320x100/245
Quattro siglate "G.A.S:" lungo il margine dell'opera. Si tratta della maggior parte delle illustrazioni nel testo e fuori testo per Le feste romane di Ruggero Bonghi, edito a Milano da Hoepli nel 1891. Il libro offre una descrizione dettagliata, divisa per ogni mese dell'anno, delle feste e le celebrazioni religiose romane antiche come le Saturnali, le Lupercali, le Calende e molte altre dalla fondazione di Roma fino alla fine dell'Impero romano. Bonghi fu un illustre politico e letterato italiano, deputato e ministro dell'istruzione durante il governo Minghetti.
La difformità stilistica dei disegni porta a ipotizzare che a Ugo Fleres spettino solo vari capilettera e poco più, mentre le illustrazioni destinate alle tavole fuori testo e buona parte delle testate siano di mano di Giulio Aristide Sartorio anche se il suo monogramma compare solo in alcune. Ugo Fleres, noto poeta, scrittore e critico nonché direttore della Galleria d'Arte Moderna di Roma per numerosi anni, aveva frequentato a Napoli lo studio di Domenico Morelli ed era anche un abile disegnatore. Amico di Giovanni Verga, Luigi Capuana e Luigi Pirandello, illustrò Le Elegie romane tradotte da quest'ultimo e pubblicate nel 1896 dall'editore Giusti.
È indubbio che la collaborazione di Sartorio costituisca l'aspetto più rilevante nell'impresa illustrativa, malgrado questo suo contributo sia sfuggito finora ai riflettori dei massimi esperti, forse perché ritenuto di minore importanza sia rispetto al suo antecedente contributo "bizantino" all'editio picta dell'Isaotta Guttadauro di Gabriele d'Annunzio (1886) che ad altri lavori più maturi e significativi come Christus e Sibilla di parecchi anni successivi. L'edizione a stampa delle Feste romane inoltre non rende giustizia alla qualità dei disegni originali oggi rinvenuti per la prima volta consentendoci quindi di apprezzarne maggiormente il valore e soprattutto alcune caratteristiche molto interessanti relative a una fase cruciale nell'evoluzione dell'arte sartoriana. Nel 1889 l'artista aveva intrapreso un viaggio a Parigi accompagnato da Francesco Paolo Michetti che gli aveva fatto conoscere la pittura di paesaggio della scuola di Barbizon, con lo scopo di aprirgli nuovi orizzonti oltre il formalismo della cultura accademica e pompier da cui era ancora in parte condizionato. Nell'anno seguente, durante il soggiorno abruzzese ospite di Michetti a Francavilla a Mare, Sartorio veniva spinto dall'amico a ritrarre dal vero scorci di campagna e nacque una serie di pastelli lunghi e stretti dall'orizzonte ribassato il cui taglio caratteristico lo si ritrova anche in alcune illustrazioni per le testate delle Feste romane. [...]
(32)Alcuni fogli presentano delle fioriture lungo i margini e al loro verso. Fori angolari da affissione sui fogli di minor formato. In generale nucleo in ottimo stato conservativo.