Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo Importanti Dipinti e Sculture / Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo - Parte 2
mercoledì 17 aprile 2024 ore 15:00 (UTC +01:00)
Giuseppe Canella (Verona 1788-Firenze 1847) - Paesaggio boscoso con figure e armenti, 1844
Giuseppe Canella (Verona 1788-Firenze 1847) - Paesaggio boscoso con figure e armenti, 1844
cm 71 x 108
olio su tela
firmato e datato all'angolo inferiore sinistro: G Canella 1844
PROVENIENZA
Bergamo, Giuseppe Locatelli
Bergamo, Vincenzo Locatelli
Bergamo, Caterina Tavecchi e Pietro Berizzi
Bergamo, Giacomo Berizzi
Bergamo, collezione privata
BIBLIOGRAFIA
R. Mangili, schede in F. Mazzocca (a cura di), Piccio. L'ultimo romantico, Cremona, Centro Culturale Santa Maria della Pietà; 24 febbraio - 10 giugno 2007. Milano, 2007, pp. 197-201 (con bibliografia precedente)
Nel 1844 Giuseppe Canella consegna per primo a Giuseppe Locatelli di Bergamo, un paesaggio che sarà parte di un ciclo di quattro dipinti - i più grandi paesaggisti dell'epoca in ambito lombardo - che qui, per la prima volta in assoluto, si presentano nella loro integrità. Con straordinaria perizia da fiammingo, Canella segue una logica di ombre e luci ad incastro quasi da tarsia, inserendo con un colpo di teatro il tronco sradicato e franato nella corrente; vive pure le figure che animano il paesaggio, raccontate con un senso arioso e non bambolesco.
Nel 1848 è la volta di Pietro Ronzoni che si sintonizza sul classicismo seicentesco alla Lorrain e sugli esempi visti a Brera di D'Azeglio, attento ad un tonalismo molto preciso in linea con la pittura pre-unitaria.
Rarissimo e forse fulcro assoluto del ciclo, il magnifico paesaggio di Piccio - che il pittore orgogliosamente firma e data al 1859 - di una modernità fuori dagli schemi per i colleghi dell'epoca; il dato del naturalismo verista è qui, infatti, mescolato alla narrazione sacra facendone un'apparizione contemporanea, addirittura sull'Adda, quasi a sottolineare il sacro nella natura.
Qualche anno dopo, e ne abbiamo prova in una lettera datata 1863 che ne segna il termine ante quem, Giacomo Trecourt scrive all'amico Daniele Farina: "Il signor Giuseppe Locatelli possiede, fra le altre cose del Piccio, un paesaggio che fa scomparire in confronto due bellissimi quadri, del Canella l'uno, l'altro del Ronzoni"; fu in quel momento che verosimilmente iniziò il suo paesaggio, contraddistinto dallo specchio d'acqua e da un senso scapigliato che anticipa molte conquiste in là da venire.
I quattro paesaggi insieme erano stati sistemati in un vano ovale dall'ottima acustica e venivano amplificati nella loro dimensione e fattura dalle cornici - peraltro ancora conservate e che parimenti presentiamo all'incanto - dorate e modellate a pastiglia. Un insieme museale e sontuoso, come ancora si mostrano qui, al pubblico.