500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA Sessione unica
giovedì 21 marzo 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)
Alessandrina Ravizza (Gatčina, 1846 – Milano, 1915), Raccolta fondi a favore della Cassa di soccorso dei disoccupati di Milano, 1912
Alessandrina Ravizza (Gatčina, 1846 – Milano, 1915)
Raccolta fondi a favore della Cassa di soccorso dei disoccupati di Milano, 1912
Lettera dattiloscritta firmata
Una pagina in-4
Firma/data: Milano ottobre 1912
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera dattiloscritta, con doppia firma, datata 'Milano, ottobre 1912' della filantropa e femminista Alessandrina Ravizza. Nata in Russia dalla quale il padre, milanese d'origine, era fuggito durante la tragica Campagna di Russia del 1812 voluta da Napoleone Bonaparte. Sua madre, Caterina Bauer, era di origini tedesche. Cresciuta in ambiente cosmopolita arrivò a conoscere otto lingue. Nel 1863 giunse in Italia a Milano e qui conobbe l'ingegnere Giuseppe Ravizza che sposò nel 1866. La sua casa divenne ben presto un frequentato salotto borghese. Non ebbe figli, ma divenne una figura di riferimento del mondo dell'assistenza (soprattutto verso le donne) e dell'emancipazione femminile. Ravizza sostenne decine di iniziative riformiste e vari istituti pionieristici nel campo dell'assistenza: dalla Scuola professionale femminile, a fianco di Laura Solera Mantegazza, nel 1870; dalla Scuola laboratorio per adulti e bambini sifilitici al Protettorato per adolescenti. Nel 1879 promosse la Cucina per ammalati poveri, il Magazzino cooperativo benefico e l'Ambulatorio medico gratuito, che offriva anche un'assistenza ginecologica alle donne più povere, nel quale prestarono la loro collaborazione le prime donne-medico Anna Kuliscioff ed Emma Modena.
Alessandrina Ravizza aderì alla' Lega femminile milanese' e poi alla 'Società pro suffragio', che si batteva per il voto alle donne. Nel 1901 fu tra i promotori dell'Università popolare e diresse il primo ufficio di collocamento, essendo stata assunta in qualità di direttrice della 'Casa di Lavoro' per disoccupati della Società Umanitaria. Alessandrina Ravizza aveva conosciuto e frequentato molte altre donne impegnate nella causa dell'emancipazione femminile, come Maria Montessori, Anna Kuliscioff e la poetessa Ada Negri. Disse di lei la sua amica Ada Negri, nel corso della sua commemorazione al Teatro del Popolo della Società Umanitaria, il 21 marzo 1915: 'L’umanità le fu croce da portar sulle spalle: la portò cantando, con la splendente serenità delle vocazioni altruistiche. E non fece il processo alla vita. Amò la vita: la predilesse, la difese, l’incoraggiò in ogni singola manifestazione di carattere, di arte, di amore, di volontà. Il processo, e senza quartiere, essa lo fece alle imposture sociali, alle convenzioni ipocrite, ai tortuosi egoismi, alle spiritiche debolezze che la deformano, e imbavagliano e garrottano l’essere umano, avvelenandogli la gioia di esistere. Condannò senza appello la simulazione della vera vita: così grottesca e miserabile, quando pur non sia criminale. "Nulla d’impossibile": era il suo motto.' Nella missiva Ravizza spiega, ad un 'Egregio Signore' che il ricavato sulla vendita dell'Almanacco 1913, opera dell'artista Pietro Chiesa, andrà a beneficio '...della Cassa di soccorso dei disoccupati della Casa di Lavoro di Milano (via Fanti 17)". "In quest'anno sono assai più gravi le condizioni di una infinità di persone che invano cercano di occuparsi. La Casa di Lavoro, offre al disoccupato il lavoro invece dell'elemosina: sono 21 giorni di ospitalità dati a chi, angosciato dalla disoccupazione, può in questo breve tempo di sosta, riaversi dalle sofferenze materiali e forse trovare anche quel tal posto ambito che gli ridonerà subito la pace perduta...". Una pagina in-4.