500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA Sessione unica
giovedì 21 marzo 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)
Angelo Manaresi (Bologna 1890 - ivi 1965), X Battaglione Alpini
Angelo Manaresi (Bologna 1890 - ivi 1965)
X Battaglione Alpini
Lettera dattiloscritta firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Roma, 12 Nov. 1932
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera dattiloscritta firmata, Roma, 12 Nov. 1932 dell'ufficiale del Regio Esercito Italiano (Comandante del X Battaglione Alpini) e uomo politico (podestà e sottosegretario del Ministero della Guerra) diretta a Maria Romano, preside del R. Istituto Magistrale 'Margherita di Savoia'. Declina cortesemente un invito. "Le sono assai grato del cortese invito rivoltomi per la inaugurazione della targa riproducente il Comunicato della Vittoria nel R. Istituto Magistrale Margherita di Savoia da Lei presieduto. Molto volentieri sarei intervenuto, ma me ne manca la possibilità…". Una pagina in-8, carta intestata 'Ministero della Guerra - Il sottosegretario di Stato'.
Come alpino, quando il Comando Supremo lo pose innanzi alla scelta di assumere l'incarico di ufficiale di Propaganda o di avvocato presso un tribunale militare nelle retrovie, rifiutò decisamente l'imposizione, frequentando a Verona un breve corso per ufficiale di Stato maggiore e ottenendo la promozione a capitano nei primi giorni novembre. Nel mese di ottobre con la disfatta di Caporetto, il suo reparto dovette abbandonare al nemico il Monte Cauriol ripiegando su una nuova linea del fronte situata sul massiccio del Monte Grappa. A metà del mese dicembre partecipò ai sanguinosi combattimenti in difesa delle posizioni di Monte Medàta, rimanendo gravemente ferito ad un piede il giorno 14. Ricoverato in vari ospedali delle retrovie, fu decorato con una seconda Medaglia di bronzo al valor militare. Riprese servizio al suo reparto, allo schierato in Val d'Astico, nell’agosto 1918, e il 31 ottobre successivo il battaglione si lanciò all'attacco sulla direttrice Val Lagarina-Rovereto-Trento. Alle ore 16 del 3 novembre il "Feltre" entrò in Trento liberata. Posto in congedo nel settembre 1919, decorato con la Croce di guerra al valor militare, ritornò alla vita civile. Nel 1926 è nominato presidente dell'Opera nazionale combattenti, ricoprendo tale incarico fino al 1929, e nel 1928 è nominato Commissario Straordinario dell'Associazione nazionale alpini, divenendone Presidente nel 1929. Nel 1930 diviene anche Presidente del Club Alpino Italiano e dallo stesso anno fino all'agosto 1935 ricoprì l’incarico di Podestà di Bologna. Nel marzo 1942 si recò due volte in visita ai reparti schierati sul fronte russo e nel marzo 1943, dopo la disfatta dell’ARMIR fu l’unico gerarca che ebbe il coraggio di andare, allestendo un treno di viveri, vestiario, e generi di conforto, incontro ai reduci della Campagna di Russia. Dopo la caduta del fascismo, avvenuta il 25 luglio 1943 confermò la sua fedeltà al Re con un telegramma, lasciando nel contempo l’incarico di Presidente dell’ANA. Per questo telegramma fu poi arrestato da militi della RSI il 17 settembre, su denuncia di Enrico Cucciari, qualche giorno dopo la firma dell’armistizio di Cassibile. Incarcerato a San Giovanni in Monte fu successivamente rilasciato su ordine di Mussolini. Ritornato alla vita civile riprese la sua professione, e dopo la fine della guerra fu presidente del Rotary Club cittadino dal 1959 al 1961. Si spense a Bologna il 6 aprile 1965, rimanendo fino all’ultimo attivo nella locale sezione dell’Associazione Nazionale Alpini che ora porta il suo nome