Lotto 111 | Franco Garin (1940 circa) I portici di piazza Martiri (recto); Architetture (verso)

Bonino - Via Filippo Civinini 21-37, 00197 Roma
LA GIOIA A COLORI. VENETO BANCA ATTO II - PARTE PRIMA Sessione unica
martedì 27 febbraio 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)

Franco Garin (1940 circa) I portici di piazza Martiri (recto); Architetture (verso)

Franco Garin (1940 circa)
I portici di piazza Martiri (recto); Architetture (verso)
Olio su tela, carboncino
70 x 60 cm
Altre iscrizioni: sul telaio, titolo, nome e indirizzo dell’artista
Elementi distintivi: sul telaio, timbro della Biblioteca pubblica e casa della cultura - Fondazione Marazza di Borgomanero ed etichetta con numero “23”; sul lato del telaio, etichetta della Banca Popolare di Intra con riferimenti di inventario
Provenienza: Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA
Esposizioni: Biblioteca pubblica e Casa della Cultura - Fondazione Marazza, Borgomanero (etichetta al verso)
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%

Garin è nato ad Arvier ma vive e lavora a Biella. Conserva un solido legame con la Valle d'Aosta, in particolare con il suo paese natale, dove trascorre le estati nella casa di Grand-Haury. Sin da giovane si accosta all'arte, esprimendosi con il disegno e il colore, e solo più tardi intraprende regolari studi e si diploma in scultura nel 1957. Le sue opere sono state presentate in numerose mostre in Valle d'Aosta: nel 1990 alla Chiesa di San Lorenzo ad Aosta; nel 1993 alla Torre dei Signori di Quart, sempre nel capoluogo valdostano; nel 1996 a Courmayeur. Ampia e interessante è stata la retrospettiva ospitata ad Arvier nel 2015 in occasione del settantesimo compleanno dell'artista.
L'opera rappresenta i portici di Piazza Martiri della Libertà, luogo eminente di Biella in cui nel 1825 venne eretto il primo liceo cittadino, nel 1865 inaugurato il teatro sociale, nel 1888, alla presenza del Re Umberto I, inaugurato il monumento a Quintino Sella e infine il 4 e 12 giugno 1944 uccisi 21 partigiani. Garin, con l'introdurre sulla architettura riflessi verdi, bianchi e rossi, celebra l'eccidio seme di libertà, da cui prese il nome anche la piazza.