Asta N. 75 - Dipinti antichi e del XIX secolo Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 62
giovedì 29 maggio 2014 ore 18:00 (UTC +01:00)
Paolo Domenico Finoglio Orta di Atella o Napoli 1590 circa – Conversano 1645...
Paolo Domenico Finoglio Orta di Atella o Napoli 1590 circa – Conversano 1645 ALLEGORIA DELLA CARITÀ olio su tela, cm 180x130. Bibliografia: G. Romano (a cura di), Pittura italiana del ‘600 e ‘700, Giorgio Mondadori & Associati Editori S.p.A. 1990, p. 143 (ill.). Sebbene alcune circostanze relative alla biografia del pittore non siano ancora ad oggi del tutto chiare, come la città di nascita (Bernardo De Dominici nelle Vite dè pittori scultori ed architetti napoletani si riferisce alla odierna Orta di Atella, mentre in alcuni dipinti il pittore si firma “neapolitanus”), la data stessa di nascita – ricavata indirettamente dall’epoca di alcuni dipinti, tra cui la Circoncisione della sala del Capitolo della Certosa di San Martino, opera sicuramente anteriore al 1626, momento in cui il pittore era già artista affermato, quindi poco più che trentenne (cfr. P. Leone de Castris, Il giovane Finoglio, in Paolo Finoglio e il suo tempo. Un pittore napoletano alla corte degli Acquaviva, catalogo della mostra, Conversano, 18 aprile – 30 settembre 2000, Electa Napoli, p. 33) – l’attività pittorica dell’artista è stata da tempo oggetto di numerosi studi, che hanno permesso di identificare un corpus di opere tale da permetterne un’adeguata classificazione storica all’interno del panorama pittorico della capitale viceregnale. La formazione pittorica di Finoglio, avvenuta a Napoli prima del 1610, recepisce le istanze naturaliste da un lato e tardo manieriste dall’altro, con frequentazioni che annoverano personalità come Battistello Caracciolo, Ippolito Borghese e probabilmente Massimo Stanzione. L’opera in esame potrebbe collocarsi sul finire degli anni Venti o l’inizio degli anni Trenta, dopo le esperienze legate alla Circoncisione della Certosa di San Martino a Napoli. Alcune analogie sono riscontrabili anche in opere successive, come lo Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, olio su tela, cm 91x120,5 (cfr. op. cit., n. 19, p. 102) in Collezione privata a Milano, per i tratti somatici della Vergine e l’effetto di luce sui volti raffigurati. Un aspetto interessante dell’opera presentata è legato all’inserto in “natura” posto in basso a destra, la cui qualità indurrebbe a pensare ad una risoluzione a due mani della grande tela, in collaborazione quindi con un “generista”, che potrebbe essere identificato in Luca Forte, come suggerito dal Professor Riccardo Lattuada, che qui ringraziamo per l’assistenza alla schedatura dell’opera. Tale accostamento trova conferme in opere coeve di Luca Forte, come Il fruttarolo, olio su tela, cm 78x117, appartenente ad una Collezione privata (cfr. N. Spinosa, Pittura del Seicento a Napoli da Mattia Preti a Luca Giordano. Natura in posa, Editrice Politecnica Napoli Srl, Napoli 2011, n. 275, p. 118), in cui ritroviamo l’analoga modalità di risolvere le mele, sia per la medesima distribuzione dei volumi che per l’uso della tavolozza. La datazione proposta per Il fruttarolo, “intorno al 1630 o, comunque, non di molto precedente” (cfr. N. Spinosa, op. cit., p. 259), sembrerebbe coerente anche con l’epoca di redazione della presente opera.