Lotto 16 | Adriaen van Utrecht Anversa 1599 – 1653 NATURA MORTA DI SELVAGGINA olio su...

Porro - Via Olona 2, 20123 Milano
Asta N. 75 - Dipinti antichi e del XIX secolo Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 62
giovedì 29 maggio 2014 ore 18:00 (UTC +01:00)

Adriaen van Utrecht Anversa 1599 – 1653 NATURA MORTA DI SELVAGGINA olio su...

Adriaen van Utrecht Anversa 1599 – 1653 NATURA MORTA DI SELVAGGINA olio su tela, cm 92x117. Firmato e datato in basso a destra: Adriaen van Utrecht fe. 1646 Provenienza: Londra, Sotheby’s, Vyner Sale, 17/03/1926, lotto n. 16; Londra, Asscher, Koester & Welker Gallery, 1952; Collezione privata Bibliografia: E. Greindl, Les peintres flamands de nature morte au XVIIe siècle, Elsevier, Bruxelles 1956, fig. 49, p. 191 (ill.); E. Greindl, Les peintres 􀃁 amands de nature morte au XVIIe siècle, Editions d’art Michel Lefebvre, Parigi 1983, fig. 91, p. 238 (ill.) Dopo aver viaggiato in Francia, Italia e Germania, Van Utrecht fa ritorno in ad Anversa nel 1625, città in cui permarrà sino al 1646. In tale frangente l’artista è ormai al culmine della sua fama: a testimoniarlo sono le commissioni prestigiose che egli riceve, come quella per il Principe William II d’Orange proprio nel 1646. La sua produzione risente degli influssi di Jan Fyt soprattutto per le rappresentazioni di selvaggina, del quale sono noti esempi direttamente confrontabili con quello presentato (cfr. O. Koester, Flemish paintings 1600-1800 Statens Museum for Kunst Copenhagen, Copenhagen 2000, plate 56). Il dipinto presentato costituisce una delle prove migliori dell’artista, per l’indagine di matrice naturalistica dei soggetti raffigurati, disposti nel caso in esame in modo compatto al centro della tela, resi con una pennellata densa volta ad esaltare gli effetti di luce. Esempi direttamente confrontabili con l’opera presentata possono essere la Natura morta di selvaggina custodita presso il Museo di Copenhagen (cfr. O. Koester, op. cit, plate 171), ovvero l’opera di analogo soggetto conservata a Bruxelles in una collezione privata (cfr. E. Griendl, op. cit. 1983, fig. 235).