Asta N. 727 - III Old Masters Paintings Sessione Unica
mercoledì 15 giugno 2022 ore 15:30 (UTC +01:00)
Pianca Giuseppe Antonio, Allegoria della Vita
Pianca Giuseppe Antonio
Allegoria della Vita
olio su tela
W. 100 - H. 150 Cm
Expertise Dott.ssa Mina Gregori, "Questo accoppiamento di una anziana donna e di un bambino rappresenta probabilmente l'allegoria dell'età matura che accompagna e aiuta l'infanzia nel cammino della vita., L'ambientazione nel paesaggio e la luce che rivela il gruppo delle figure indicano l'elevata maestria dell'autore. , Si tratta di Giuseppe Antonio Pianca, il pittore valsesiano che, operò a lungo a Milano nella prima metà del Settecento (le sue ultime notizie sono del 1755-1757), e che è stato giustamente studiato e rivalutato cinquant'anni fa, nella cerchia di Roberto Longhi, da Giovanni Testori, dalla sottoscritta e da Andreina Griseri, nonché da Anna Maria Brizio e il suo valente allievo Marco Rosci., Ciò che convince e attrae nel Pianca è, nella varietà dei soggetti sacri e profani, l'appassionata tensione del mobile tocco pittorico, il 'barocchetto continuo' che esprime il dramma come la speranza., Il pittore è legato al ceppo genovese e ai patetici artisti milanesi. Tra questi due poli si inserisce con originalità e si può considerare il continuatore del Magnasco, del suo barocco non più aulico, pieno di interrogativi e, perciò, sorprendentemente moderno., Come è documentato nel catalogo della mostra del Pianca che si tenne a Varallo Sesia nel 1962, quest'opera appartenne, insieme ad altri tre quadri in seguito dispersi, alla raccolta Viezzoli di Genova, che rappresentò nel dopoguerra la massima e più raffinata espressione del collezionismo genovese. , Questi dipinti formavano una quadrilogia di contenuto morale illustrante due momenti della vita, la giovinezza rappresentata da giovani che stanno insieme e suonano e ballano, e la maturità, rappresentata dalla Fede e dalla continuità delle generazioni, che è appunto il tema del nostro quadro.
Il ritrovamento di questa intensa tela è una bella occasione per ripensare al Pianca e alla sua qualificante presenza nel Settecento piemontese e lombardo.",