Lotto 230 | ORAZIO DE FERRARI (Voltri, 1606 – Genova, 1657)

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ASTA 110 - DIPINTI E DISEGNI DAL XV AL XIX SECOLO ASTA 110 - DIPINTI E DISEGNI DAL XV AL XIX SECOLO
venerdì 13 maggio 2022 ore 14:30 (UTC +01:00)

ORAZIO DE FERRARI (Voltri, 1606 – Genova, 1657)

ORAZIO DE FERRARI (Voltri, 1606 – Genova, 1657)

Cristo deriso

Olio su tela, cm. 124,5x97. Con cornice

Il dipinto è stato riconosciuto come opera autografa dalla Prof.ssa Mary Newcome Schleier e pubblicato dalla Prof. Anna Orlando.

Questo dipinto impressionante, sicuro autografo di Orazio De Ferrari, fornisce una rappresentazione potente del tema dell’Ecce Homo, originale già nell’impostazione della scena: Cristo, infatti, è qui raffigurato seduto e ripiegato verso il basso, con espressione dolorosamente consapevole e rassegnata, gli occhi rivolti in alto, come a rivolgersi mestamente a Dio padre. Alle sue spalle, un personaggio maschile a torso nudo sembra prendersi provocatoriamente gioco di lui. Il pugno serrato, i muscoli gonfi e le vene rilevate dell’avambraccio danno l’impressione che sia sul punto di battere con violenza il corpo rilasciato di Cristo. Ma l’invenzione più sconcertante e personale è certamente il fanciullo col berretto e i capelli dorati, inabissato nel primo piano, che tiene nelle sue mani la corona di spine e altri arnesi della passione e con sguardo al contempo stupito, incosciente e distaccato, catalizza e guida l’attenzione del riguardante sulla tragicità e crudeltà di quanto sta accadendo.

La qualità della pittura è superba. Gli impasti densi e materici esaltano gli energici e profondi contrasti chiaroscurali. A differenza di Assereto, che pure De Ferrari osservò attentamente, traendovi non pochi elementi di riflessione, prevale qui una narrazione chiara e serrata, priva di concitazione, con osservazioni naturalistiche che, oltre a Caravaggio e alla pittura caravaggesca, restano fermamente memori dell’esempio di Rubens e Van Dyck. Come sottolinea Anna Orlando proprio a proposito del nostro dipinto: “E’ nel modo di trattare il nudo e di ritagliare le sagome dei corpi nello spazio, grazie a sapienti effetti di luce e ombra, che Orazio dà il suo più significativo contributo al caravaggismo genovese”.

BIBLIOGRAFIA:
A. Orlando in Caravaggio e i Genovesi. Committenti, collezionisti e pittori, cat. della mostra, a cura di A. Orlando, Genova 2019, pp.246-247, n. 63.