Lotto 143 | Giacomo Balla Non più silenzio; Il ragazzino suona l’organetto, 1947 olio su...

Cambi Casa d'Aste - Via San Marco 22, 20121 Milano
Asta 667 - Arte Moderna e Contemporanea Seconda Sessione
martedì 14 dicembre 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)

Giacomo Balla Non più silenzio; Il ragazzino suona l’organetto, 1947 olio su...

Giacomo Balla

Non più silenzio; Il ragazzino suona l’organetto, 1947
olio su tela
cm 70x90

firmato in basso a sinistra
iscritto al retro: NON PIU’ SILENZIO \ IL RAGAZZINO SUONA L’ORGANETTO \ DI BALLA \ AN. 1947
Autentica su fotografia a cura di Elena Gigli
Archivio Giacomo Balla, Roma, Luce ed Elica Balla, Roma, Elio Scardamaglia, Roma [inizio anni Ottanta]
Collezione privata, Roma

Il pittore completo che ama la verità eterna è nell’espressione della NATURA, quando viene pittoricamente suggestionato da essa, le correnti trasmissive sono ingenuamente prive di qualunque scuola, metodo, regola, maniera ecc. e sono verginalmente sincere si legge in uno dei taccuini scritti da Balla appena arrivato a Roma dalla natia Torino nel 1895. E ancora, ma quello che ama il cielo, il mare, l’infinito luminoso, i fiori, i viali, la terra, gli animali tutti, allora amerà pur me perché vitalizzato dagli stessi elementi. Nel giugno del 1929 la famiglia Balla si trasferisce nell’abitazione romana di via Oslavia 39b, una casa popolare nel quartiere Delle Vittorie non poco distante dal Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II. Sempre col pennello in mano e lo sperimentalismo nel cuore, Balla vi resterà fino alla morte, avvenuta il 1 marzo 1958. Nel 1937 Balla declama la sua convinzione che l’arte pura è nell’assoluto realismo, senza del quale si cade in forme decorative, ornamentali, perciò ho ripreso la mia arte di prima: interpretazione della realtà nuda e sana che attraverso la spontanea sensibilità dell’artista è sempre infinitivamente nuova e convincente. “E’ dell’Ottocento ed è di domani; continua il filone d’oro della miniera che nasce dalla verità naturale animata dal mistero della creazione, perpetua l’ansia che è nell’uomo designato. Il pittore lo ripete spesso: la visione è chiara, la verità è presente. Egli è giunto dopo lunghi anni di nobile tirocinio alla conoscenza della forma e della luce, a esprimere questa in armonia con dignità plastica preziosa. I maestri di Balla sono: la verità la tenacia l’amore”, scrive il giornalista Guida nel 1942., In questo olio Giacomo Balla “questa volta [primavera del 1947] vuole fare un quadro più grande; mia sorella lo accompagna. È una stradina con un muro sormontato da grandi eucaliptus, c’è l’aria limpida di primavera, i verdi teneri, l’azzurro pulito, nuovo del cielo e nella Via la ‘macchietta’ di una donna con un bimbo in braccio e un ragazzo che suona l’organetto: ultimi cenni di una vita che va scomparendo; ma è la trasparenza delle ombre in prospettiva che lo appassiona, è la qualità dell’azzurro del cielo, è un quadro d’aria aperta non facile per i più: questa luce chiara, negli ultimi dipinti, non è cosa comprensibile alle menti abituate alla usualità della pittura mediocre; tuttavia quando l’arte è grande c’è sempre quell’uno che la comprende” (da Elica Balla, Con Balla, Milano 1986, vol. III, pag.269). La scena è ambientata in via Carlo Ederle, lungo il muro del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II verso il Lungotevere della Vittoria. In fondo, infatti, come macchia di colore arancione, si possono riconoscere gli edifici illuminati dal sole romano appena costruiti sul Lungotevere Flaminio. E’ lo stesso Balla con il titolo scritto sul retro della tela - Non più silenzio – ad accompagnarci dentro quella luminosa passeggiata nei pressi di casa sua a Roma: le grandi chiome degli alberi catturano la luce attraverso l’uso dei colori luminosi dell’arancio e del verde con il giallo contro l’azzurro della primavera romana. L’olio proviene direttamente da Casa Balla, dove il produttore cinematografico Elio Scardamaglia (Amelia 1920 – Londra 2001) lo acquista all’inizio degli anni Ottanta., Roma 12 novembre 2021                                                          In fede Elena Gigli