ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE
martedì 14 settembre 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)
Francesco Vanni (Siena 1563 - 1610)
Francesco Vanni (Siena 1563 - 1610)
Madonna adora il Bambino dormiente
Olio su tavola
Madonna adores the Sleeping Child
Oil on panel
58,5 x 48,5 cm
Francesco Vanni nasce a Siena. Poco dopo essere rimasta vedova, la madre sposa il pittore Arcangelo Salimbeni, che risulta essere il primo maestro del giovane artista. Con Giovanni De’ Vecchi va prima a Roma, passando a Bologna nella bottega di Bartolomeo Passarotti. Ritorna a Siena dopo il 1580, iniziando la sua attività in proprio nell'oratorio inferiore di San Bernardino, denunciando un'ovvia influenza del Salimbeni e un influsso romano con citazioni dallo Zuccari. Intorno al 1585 la sua arte subisce una nuova linfa d’ispirazione, grazie all’attenzione di Vanni per l’arte di Federico Barocci, anche se rimangono ricordi evidenti del suo passaggio a Bologna, in quanto emergono elementi che suggeriscono un rapporto con i Carracci: una prova è data dalla figura dell’Eterno nell’Annunziazione della chiesa di Santa Maria dei Servi. Seguono quindici anni di attività senese, ove il baroccismo rimane comunque un dato esteriore, ispiratore delle composizioni e dei tratti fisionomici delle figure, piuttosto che una piena e pedissequa al Barrocci. Considerato dal Cardinale Leopoldo de’ Medici pittore di prima classe assieme a Ventura Salimbeni e Baldassare Peruzzi, egli cerca nella sua arte di allontanarsi dalle bizzarre e fredde realizzazioni del tardo Manierismo, per ricercare un’arte fedele al solco della tradizione cinquecentesca che trova la sua origine in Raffaello e prosegue nel Correggio e nei già citati Barocci e Carracci. La nostra opera ci riconduce all’arte del Vanni con sicurezza grazie alla tela quasi identica commissionata, con altre tre, nel 1591 dalla Compagnia di Santa Caterina in Fontebranda. Le quattro tele si trovano ora nella stanza attigua all’Oratorio detto “della cucina” nel Santuario della casa di Santa Caterina. Le due opere mostrano lo stesso impianto, anche se vi sono evidenti variazioni: la posizione del capo del Bambino, la mancanza del drappo e della rosa in mano a Gesù. Nel contempo se il volto della nostra Madonna richiama stilemi toscani cinquecenteschi, quello della tela di Siena è tipicamente baroccesco. Ad una analisi stilistica si può supporre che la nostra opera sia da datarsi nel primo Seicento, periodo del secondo soggiorno romano, quando compaiono i fondi scuri e indefiniti